Una Cenerentola del 1825

9 Novembre, 2008

Questa Cinderella or The Little Glass Slipper è circa del 1825, pubblicata a Londra da John Harris.
Notate alcune cose di queste antiche illustrazioni: la distanza dallo spettatore alla scena è sempre la stessa (non ci sono mai primi piani, piani lunghi). L’angolo prospettico da cui viene guardata la scena è sempre lo stesso (mai la telecamera si sposta sopra, a lato, sotto, per riprendere gli attori). La gestualità dei personaggi è teatrale, quasi ridicola, come se dovessero esprimere a gesti il testo davanti ad un pubblico di sordi. La scelta del quadro discendeva direttamente dalla storia dell’arte, del teatro, della danza. Mancava completamente una visione “cinematografica” della scena illustrata.


Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

Cinderella or the Little Glass Slipper, John Harris, coroner of St.Pauls Church-Yard, London 1825

10 Risposte per “Una Cenerentola del 1825”

  1. 1 Mt
    9 Novembre, 2008 at 16:16

    Ciao Anna.
    Interessante come sempre.Curioso il secondo titolo…

    Ed È curiosa la data , 1815, perché stava per nascere la prima fotografia e non si può non pensare che sono collegate.

    Ai nostri occhi la prospettiva e i gesti forse sono banali ma
    questo sguardo di macchina di ripresa è prima che nasca la macchina di ripresa.

    Come dici te sicuramente la referenza a quell’epoca era il teatro e posso immaginare che un commento su queste illustrazioni ai suoi tempi potrebbe essere:”è come fermare una scena al teatro”.

    ps. la 5º immagine mi sembra un po diversa , chissà perché?

  2. 2 Lara
    10 Novembre, 2008 at 12:29

    Ciao Anna, vi seguo da sempre nelle vostre discussioni e nelle vostre analisi, trovo che questo blog sia veramente un posto prezioso dove incontrarsi e confrontarsi!Grazie!
    A mio avviso in queste illustrazioni non manca una visione cinematografica, ma una certa visione cinematografica.
    Queste illustrazione sono molto vicine alle inquadrature e a gli effetti speciali del cinema di George Méliès (e in generale del cinema delle origini). In questo cinema i movimenti di macchina e il gioco dei piani sono assenti,spesso l’inquadratura è impostata in maniera teatrale e a farla da padrone è l’effetto speciale (sovrimpressione, arresto della macchina da presa…) .Nelle immagini di questa Cinderella l’effetto speciale più visibile “alla Méliès” è a mio avviso quello che riguarda la rappresentazione della fata, la sua epifania su una nuvoletta e le sue dimensioni in contrasto con quelle di Cinderella.
    Certo queste immagini sono nate settanta anni prima del cinematografo, ma possono essere confrontate con i primi esperimenti narrativi del cinema.

  3. 3 Anna Castagnoli
    10 Novembre, 2008 at 12:55

    Si, era esattamente questo che volevo dire. Grazie Lara e grazie Miguel. Manca una visione cinematografica moderna (a cui ormai siamo abituati).
    Infatti nella prima bozza dell’introduzione avevo scritto che la gestualità dei personaggi ricordava il cinema muto degli esordi, ma poi ho pensato che avrebbe confuso i piani, dal momento che il cinematografo non era ancora nato.

    In ogni caso credo che questo sia uno dei punti fondamentali che distinguono un’illustrazione antica da una contemporanea… Il fatto che l’immagine nella pagina fosse contenuta dentro una sorta di scatola “teatrale” (come nelle illustrazioni di uno dei primi grandi precursosri dell’illustrazione moderna: W. Hogarth).
    C’era una ridondanza di elementi, una staticità della scena, una teatralità dei personaggi, che oggi si ritrova solo, ancora e purtroppo, nelle brutte illustrazioni di certi brutti libri.

    Nel prossimo post cercherò di fare una carrallata sul tema Cenerentola da quegli anni ad oggi.
    Qualcuno gentilmente avrebbe mica qualche immagine della Cenerentola di Innocenti da inviarmi in Jpg? La mia copia è in Italia.

  4. 4 isa
    12 Novembre, 2008 at 9:53

    Ciao Anna,

    io ho la “Cenerentola” di Innocenti…
    se non ti ha ancora risposto nessuno, stasera ti scansiono le immagini e te le mando..

    Fammi sapere!

  5. 5 Anna Castagnoli
    12 Novembre, 2008 at 10:51

    Isa cara, grazie, qualcuno gentilissimamente mi ha già mandato le tavole!

  6. 6 Tullio
    12 Novembre, 2008 at 16:01

    Ciao a tutti,
    io trovo che le immagini siano impostate sul modello del teatro dei burattini o ancora di più su quello che gli inglesi chiamano il model thetre o toy theatre, cioè il teatrino fatto con sagome di carta.

  7. 7 Tullio
    12 Novembre, 2008 at 16:20

    Ho trovato una cosa bellisima
    guardate questo sito e scaricate il pdf del teatrino.
    è un kit completo per costruirsi un Toy theatre proprio con le scene di cinderella e se guardate i personaggi sono molto vicini a quelli di Harris

    http://www.peopleplayuk.org.uk/activities/toytheatre/

  8. 8 Anna Castagnoli
    12 Novembre, 2008 at 17:30

    Tullio è strepitoso!!
    Ma come l’hai trovato?

  9. 9 plumers
    12 Novembre, 2008 at 18:24

    Intervengo, un po’ intimidito dalla qualità di quello che che leggo.
    Di questo bellissimo libro, stimolato dalla discussione “cinematografica”, trovo interessante l’effetto del “punto di vista”.
    In effetti, trovo che sia adeguato il paragone con il cinema delle origini: è come se il libro mi costringesse a fare da spettatore offrendomi una sequenza di immagini nella quale il punto di vista non cambia mai (si dice camera fissa?)
    A me, lettore, si chiede di essere distante, emotivamente neutro, non coinvolto, eventualmente meravigliato. Ma lo stesso compito è stato attribuito (o si è attribuito) anche all’illustratore, che osserva sempre tutto da fuori e da lontano. A lui, come a me, si chiede di essere testimone, non attore.
    E questo mi pare un intento preciso. Programmatico.
    Non è un caso che le illustrazioni siano sigillate da una cornice, che le rende definitive, impenetrabili.
    È come se il libro mi dicesse: «Questa è la storia. Te la raccontiamo così, con parole e immagini. Ma, se leggi bene il testo e le figure, all’inizio c’è scritto “c’era una volta”. Non è qui, Non è ora. Non sei tu.»
    Un punto di vista accettabile all’epoca (forse anche tenuto conto del grado di evoluzione culturale del lettore), ma inaccettabile oggi se non (come è il caso di questo libro) per un classico: insomma, per della roba seria.
    Anzi, mi pare proprio che in questo senso questa Cenerentola sia esemplare.
    Immagino che il ragazzino che se lo trovava per le mani avesse la sensazione di qualcosa di molto importante, e non solo perché costava uno scellino (non un penny come i chap book non colorati)
    Mi dispiace che non si legga il testo. sarebbe stato interessante scoprire che cosa viene affidato alla lettura delle parole e che cosa a quella delle immagini.

  10. 10 Anna Castagnoli
    12 Novembre, 2008 at 21:27

    Grazie Plumers per la tua interessantissima analisi!
    E’ interessante il rapporto tra “costruzione della scena” e “sentirsi tirare dentro” o “lasciare in superficie dell’immagine”.
    Chissà se noi lettori-spattatori ormai abituati al movimento del cinema (angolature di ripresa diverse, prospettive dall’alto) abbiamo una percezione diversa dai lettori di quasi due secoli fa.
    La settimana prossima se trovo il tempo ti cerco il testo, che in parte ho.