Scrivere per bambini: luoghi comuni da sfatare. Di Giovanna Zoboli

Sul sito 100 news libri ho ritrovato alcune riflessioni di Giovanna Zoboli sullo scrivere per bambini. Le avevo già lette, ma alcuni anni fa: rileggendole ho pensato che potevano interessare anche voi. Sono tratte da La vera storia dei Topipittori, ovvero come e perché siamo diventati editori di picture books”

Sergio Larrain

COME (NON) SI SCRIVONO LIBRI PER BAMBINI, di Giovanna Zoboli

Se volete provare a scrivere qualcosa, una delle tante cose da fare, per evitare gli errori più frequenti, è non cadere nei luoghi comuni su questo genere di letteratura, intramontabili assurdità che nuocciono gravemente all’aspirante autore di libri per l’infanzia. Eccone alcuni:

– Scrivere per bambini è un’attività da vecchie signore, come fare torte di mele e ricamare centrini.

Una volta su tre, alla notizia che siamo editori di libri illustrati per ragazzi, qualcuno sente l’esigenza di comunicarmi che ha una zia, un’amica, una vicina di casa ottantenne che scrive storie per bambini. Retaggio di un’epoca lontana in cui agli anziani era delegato il compito di istruire la prole, raccontando fole e tramandando attraverso di esse il patrimonio di saggezza della tradizione, queste nonne-fate ormai sono scomparse da tempo poiché in crisi anch’esse, dirottate verso navi crociera, scuole di ballo, corsi di lingue straniere. Perché ostinarsi a tenere in vita il luogo comune che le vuole fabbriche di pasticceria casalinga, oggetti improponibili, storie dolciastre?

– Per scrivere buoni testi è sufficiente avere molta fantasia e adorare i bambini.

Se avete raccontato storie inventate da voi ai vostri figli e nipoti, non fidatevi del successo che hanno riscosso. I bambini amano stare con gli adulti, essere oggetto della loro attenzione, e quando dicono che la vostra storia è bellissima, quando ridono ascoltando le vostre parole, lo fanno per contentezza, euforia, amore. Il loro entusiasmo, nella maggior parte dei casi, non ha nulla a che vedere con la possibilità di pubblicazione della storia. E in ogni modo non siete voi i giudici migliori, al riguardo. Quale editore pubblicherebbe mai un romanzo perché l’autore giura che a sua figlia, gran lettrice, è piaciuto moltissimo? Nessuno. E, infatti, nessuno scrittore si azzarda a farlo notare, quando scrive a un editore per proporgli il suo lavoro. L’editore per ragazzi, invece, si sente continuamente pubblicizzare il gradimento riscosso dalle storie che gli sono inviate. Tenete anche presente una cosa: un buon testo per picture book non è una storia della “buona notteâ€, deve essere letto guardando le figure. Le storie che i genitori, giustamente, inventano per i loro bambini dubito che nascano accompagnate da immagini.

– Gli editori di libri per ragazzi sono un consesso di anime belle, sensibili alla poesia della vita.

Idea balzana: ci sono fior di mascalzoni, nel settore, come dappertutto. E comunque, anche se si è bravissime persone, è seccante venire considerati come eletti amici, con cui poter condividere la propria idea “giusta†delle cose.

– L’infanzia è un mondo di ingenuità e bellezza perduta, un’età dell’oro a cui hanno accesso solo adulti speciali, rimasti bambini.

Due fra i migliori romanzi per ragazzi Tom Sawyer e Huckleberry Finn dell’americano Mark Twain, hanno come protagonisti due ragazzini che si sollazzano roteando gatti morti per la coda e tenendo prigioniero uno schiavo nero. E fra i maggiori scrittori per ragazzi figurano scapoli misantropi, zitelle incallite, ambigui reverendi, rudi chirurghi, aviatori squilibrati e truffatori. Tutta gente che i bambini li vedeva pochissimo o addirittura mai.

– Per scrivere per ragazzi bisogna abbassarsi al loro livello.

È vero, nello scrivere, l’autore deve compiere lo sforzo di recuperare il sentimento dominante della propria infanzia. Ciò non significa in alcun modo “abbassarsi†, in particolare in relazione agli strumenti espressivi utilizzati. Poiché l’aspirante autore per ragazzi è adulto e vuol fare il mestiere di scrittore, usi una lingua adulta e colta. Una lingua adulta e colta non significa una lingua fredda, oscura, difficile, noiosa, bacchettona, supponente. I bambini sono molto imbarazzati dagli adulti infantili, e annoiati a dismisura da chi simula il loro linguaggio e i loro comportamenti.

– I libri per ragazzi devono essere utili, insegnare qualcosa, istruire e educare.

Ci sono autori la cui maggiore preoccupazione consiste nel raccontare storie che veicolino “idee giusteâ€. È un errore clamoroso e il miglior presupposto per dare alla luce mostri inimmaginabili. Un giorno ho letto una storia di una famiglia di porcospini alle prese con il problema della droga. Era una storia a tesi, pensata per instradare la gioventù a comportamenti virtuosi. I piccoli porcospini mangiavano foglie allucinogene e diventavano dei pelandroni perditempo. Gli esiti erano paradossali e davano luogo a effetti umoristici straordinari, anche se non voluti. Ma ho letto anche storie a sfondo psicoanalitico, di orsetti che rifiutano la sofferenza, e di bambine anoressiche che riescono a sconfiggere il loro problema grazie all’intervento di un gatto magico. Io preferisco evitare questo genere di approccio. Di solito, la sproporzione fra la gravità di problemi reali e la soluzione trovata dalla storia è molto irritante.

Fare un libro “utile†per ragazzi, a mio giudizio, significa semplicemente farlo bene. Di questo, innanzi tutto, dovrebbero preoccuparsi editori, autori, grafici, illustratori. Realizzare libri ben fatti, cioè ben scritti, ben disegnati, ben impaginati e stampati, libri non furbi, pensati con serietà, professionalità, competenza, è la miglior cosa che si può fare nei confronti del lettore, sia esso adulto o bambino. È un segnale di rispetto molto concreto, che più di qualsiasi messaggio ideologico o pedagogico pretestuoso, può cogliere nel segno, interessare la persona che legge, fornirgli non idee, ma strumenti di interpretazione e di valutazione a proposito di sé e del mondo che la circonda.

Un libro sciatto, fatto in economia di mezzi – non solo materiali, ma anche intellettuali – un libro mal scritto e mal disegnato, può anche raccontare il Vangelo o perché bisogna amare la pace, ma non sarà migliore, per questo. Forse, anzi, sarà peggiore, per la presunzione e l’inganno che sottende.

Giovanna Zoboli

 


I migliori tipi i carta. Parte 2: Aquarelle Arches Satiné (Canson-Arches)

Nella prima parte di questi post dedicati alla carta avevamo parlato della Federzeichenblock della Hahnemühle. Oggi vorrei parlarvi della carta Aquarelle Grain Satiné 300 g/m2.

 

La Satiné è una delle carte da acquarello della cartiera francese Canson-Arches: 100% cotone, libere da acidi, sono carte che vantano una tradizione di secoli. Ci sono blocchi per tutti i gusti e di tutti i formati (anche un bellissimo Landscape molto allungato e basso).
Sono molto care. Si trovano sfuse o in blocco.

Le carte d’acquarello possono essere più battute o meno battute (più prosaicamente: più rugose o meno rugose). Più rugose sono, più reggono bene i giochi d’acqua. Se amate veder partire una macchia di acquarello e muoversi come un polipo danzante, lasciate perdere la Satiné, che è la carta da acquarello più liscia della Arches e non è fatta per reggere grosse dosi d’acqua. Se invece amate lavorare delicatamente con l’acquarello, con campiture piane e semplici, disegni precisi, la Satiné è fatta per voi.
Io la Satiné, però, non la uso per l’acquarello, la uso per le matite colorate e per l’incisione casereccia.

Liscia, ma ricoperta da un sottilissimo velo vellutato che oppone resistenza alla matita colorata, permette alla mina di lasciare tutto il suo colore e nello stesso tempo di creare una superficie uniforme e compatta.
Va benissimo anche per i pennini a china, i rapidograph, i pennarelli neri a punta fine (anche finissimi) e la matita normale. Non va bene per i pantoni perché è troppo assorbente.

Questo qui sotto è un esempio di disegno con le matite Polycroms della Faber Castell e un po’ di collage (essendo liscia e molto spessa, il collage viene benissimo). La pelliccia degli orsi è semplice matita beige Faber Castell.

Ma come vi avevo promesso, oggi facciamo fare alla signora Satiné un gioco di prestigio: la facciamo diventare una tavola da incisione!
Materiale necessario:
-china nera (scegliete un tipo di china che una volta secca non sbavi se aggiungete acqua. La Winsor and Newton, ad esempio).
– Qualche punta da incisione più o meno fine.
– Un pastello a olio trasparente della Van Gogh (ne ho provati di altre marche ma sono troppo morbidi).
Il pastello a olio trasparente è un’altra invenzione magica. Io lo metto un po’ dappertutto quando lavoro e ho crisi d’astinenza quando me ne resta solo un mozzicone. I pastelli trasparenti li trovate sfusi nei negozi di belle arti che vendono pastelli Van Gogh.
– Un pennello da acquarello e uno (almeno) da acrilico
– Colori acrilici. Io per il fondo uso un colore titanio ecru della Liquitex con un po’ di bianco e una punta di magenta, o sporco un qualsiasi bianco. Perché? Ve lo spiego dopo.

Prima fase: colorate il foglio di china nera, che sia ben nero. Fatela seccare bene.

Fase due: togliete la carta al pastello trasparente , spezzatelo in due, e passatelo orizzontalmente su tutto il foglio. Creerà una superficie uniforme e liscia di cera trasparente.

Fase tre: ora gli strati sono due: china e cera. Ora sopra la cera aggiungete un terzo strato: il colore acrilico. Stendetelo senza aggiunta di acqua, con pennellate delicate, non troppo spesse. Per ripassare una zona – se vedete che la pennellata è troppo sottile e trasparente, aspettate che sia secca. Infine seccate tutto con il fohn (non troppo vicino, se no scioglie la cera).

Ora con le punte da incisione potete sbizzarrirvi. Fate il vostro disegno.

L’effetto sarà lo stesso di un’incisione (se mi sente un incisore mi spenna viva!), ma con il vantaggio che se si sbaglia, si può rimediare facilmente. Ecco come: il braccino sinistro del coniglio non mi piaceva, allora con un po’ di acrilico lo copro e incido di nuovo (ma attenzione a non dare uno strato troppo spesso di acrilico, altrimenti la punta non riuscirà più a incidere).

Voilà, nuovo braccino.

Il bello di questa tecnica è che si può usare il fondo creato come base per un normale dipinto ad acrilico.

Ecco, ho colorato di verde l’albero e di bianco il coniglio. Poi ho inciso ancora un po’ per disegnare altri particolari. Mi piace usare per il primo fondo un bianco sporco per poi usare i bianchi assoluti dopo, così risaltano bene.

Ancora un barbatrucco: il collage. Ho deciso che voglio cambiare la tutina al mio coniglio giardiniere. Sfoglio una vecchia rivista e cerco il vestito perfetto per lui. Ecco, i quadratini verdi del costume della bambina mi sembrano i più adatti.

Su un foglio di carta vegetale trasparente prendo le misure della tutina.

Poi appoggiando il foglio trasparente alla rivista e ritaglio la forma della tutina.

E… dadannn:

Potete andare avanti all’infinito. Qui ho inciso la forma di qualche uccello e dato una mano di azzurro al cielo…

Oppure potete decidere che viene la notte…

Notte! Fine.

Qui sotto potete vedere un disegno più complesso che avevo fatto due anni fa per provare questa tecnica. Avevo usato una base di legno. Sul legno si può grattare e incidere di più. Il legno, a differenza della Satiné, dà un risultato più grezzo e potente. E’ anche più divertente incidere, perché trattiene la punta da incisione e oppone una resistenza che permette gesti più sicuri e forti. Ma ha lo svantaggio di non essere scannerizzabile (bisogna farlo fotografare per riprodurre il disegno), ha lo svantaggio di pesare un accidenti se volete portarvi dietro l’originale, e infine i neri della china risultano meno intensi che sulla Satiné perché il legno li assorbe di più.

studio di Anna Castagnoli

Fatemi sapere se provate questa tecnica e mandatemi i risultati che sarà bello vedere come ognuno l’ha interpretata.
La nostra avventura con la carta continua…

Torna alla puntata 1:  la Federzeichenblock della Hahnemühle.


Sbarcare il lunario: la giornata di un’illustratrice

Stamattina, come ogni mattina, ho sorseggiato il caffè davanti ai miei blog preferiti, e ho letto un post sul blog dei Topipittori che mi ha illuminato la giornata: Sbarcare il lunario: la giornata di un’illustratrice, di Sara Stefanini. Vi invito caldamente a leggerlo perché ha la trasparenza cristallina delle cose belle.

Lucian Freud (pittore ritrattista), in un’intervista, diceva che mentre si ritrae una persona bisogna fare molta attenzione allo sfondo (la camera, o la sala in cui è ritratta) perché ogni persona ha il potere di alterare e influenzare lo spazio che la circonda. Se si è attenti, quando una persona entra in una stanza, si vede mutare lo spazio intorno a lei.

Ho sempre pensato che fosse verissimo. E aggiungerei che la qualità dell’anima delle persone, la loro “aura”, si riflette inesorabilmente sulla qualità del linguaggio che usano (e per linguaggio intendo l’infinità di piccoli gesti, modi di muoversi, essere, bere un caffè, portare a spasso un cane, tenere sollevata la testa davanti a un obiettivo fotografico, scrivere, scegliere un lavoro, che fanno sì che ognuno di noi sia peculiarmente se stesso e non un altro). Questa giornata di Sara Stefanini, così piena di energia, luce, schiettezza, dopo i tre giorni passati a combattere contro fumosi bandi, mi rimette in pace col mondo. Buona giornata a tutti.


Nuovi corsi di illustrazione a Milano, marzo-maggio 2012

Un’immagine di Sunkyung Cho

COSA: workshop promossi da Signs & Lines, dell’Associazione MiCamera
DOVE: a Milano, in via Maiocchi 11, presso Books Import.
PROGRAMMA:

Leonardo Sonnoli: Bibliometrographia: Un workshop per fare un libro* | 16-17-18 marzo
(Il corso di Sonnoli sarà presso la libreria Micamera in via Medardo Rosso 19).
Sunkyung Cho: Racconti visivi: Pensare un libro illustrato |16-17-18 marzo
Katsumi Komagata: Creare con i sensi | 23-24-25 marzo
Olimpia Zagnoli: Inspiration on Demand: Disegnare su commissione | 13-14-15 aprile
Massimo Pitis: Type – Lettering – Layout | 25-26-27 maggio

COSTI: 300 €. Numero massimo di 13 persone.
ORARI: I workshop si svolgono nell’arco di un weekend con i seguenti orari: venerdi 18:30-21:30 | sabato: 10:00-18:00 | domenica: 10:00-18:00

Molto interessanti quelli con Sunkyung Cho (qui bio e programma), un artista sud coreano ancora poco conosciuto in Italia e Katsumi Komagata (che credo non abbia bisogno di presentazioni! Da non perdere).
Avevo fatto un post su un workshop di Komagata qui. Molto caro il prezzo di questi corsi ma è anche vero che questi illustratori vengono da lontano.

Per ulteriori informazioni potete consultare il sito micamera.it oppure contattare debbiebibo(at)gmail.com.


Coccole e Caccole modifica il suo contratto e la rivista Andersen risponde

AGGIORNAMENTO 5 marzo:
L’Associazione Woman to be ha rivisto le clausole del bando, (leggi la loro lettera).

Hanno risposto alle nostre mail e mi hanno autorizzato a pubblicare le risposte:
– la rivista Andersen, che aveva solo dato il suo appoggio al tema del concorso e non era implicata nelle clausole del bando.
– La casa editrice Coccole e Caccole che ci spiega le sue ragioni, cancella la clausola sulla cessione dei diritti sulle prime 1000 copie, specifica le royalties (7%), e precisa che visti i tempi di stampa è necessario presentare il libro finito.

l’Associazione Woman to be non ha ancora risposto.

Gianni de Conno propone di fare un incontro alla fiera di Bologna, il più franco possibile, sullo stato professionale dell’arte dell’illustrazione italiana, con l’Associazione Illustratori, La rivista Andersen e tutti quelli che vorranno partecipare. Mi sembra una splendida occasione per confrontarci.

La risposta della Rivista Andersen:
Gentili amici,
leggendo il carteggio di questa mattina, che ci è stato inoltrato da Walter Fochesato, precisiamo quanto segue:
la rivista Andersen si è limitata a concedere agli organizzatori del concorso una media parternship così come consuetudine per diverse iniziative.
In questo caso particolare la tematica (certo non originale ma interessante; qualcuno ricorda l’impegno di Adela Turin?) – alla quale dedichiamo un articolo di Mara Pace sul numero di marzo ospitando anche un contributo di Irene Biemmi dell’Università di Firenze – e la rete istituzionale di supporto all’iniziativa (Regione Toscana in primis) ci sembravano garantire correttezza formale.
Spiace la comunicazione confusionaria e maldestra degli organizzatori.
Infine, per quel che concerne il bando -in quanto media partner non è stato da noi né esteso né concordato- evidenziamo la correttezza dei rilievi sollevati.

Un caro saluto
Barbara Schiaffino
ANDERSEN

La risposta della casa editrice Coccole e Caccole:
Gentile Anna,
Non ci siamo mai sentite e mi spiace sia questa l’occasione per farlo. Ho provato a chiamarla sul telefono indicato nell’annuario di Andersen ma senza riuscirci, credo sempre che uno scambio personale di opinioni riesca meglio delle sterili e mail. Per quanto, cercherò di essere chiara e la autorizzo certamente a pubblicare sul suo blog ( che conosco ) la presente conversazione. Ci legga con attenzione, come noi abbiamo fatto con lei.

Se questo è un lavoro in cui si scrivono e illustrano storie… A me  piacerebbe che lei conoscesse la nostra. Quella della casa editrice Coccole e Caccole.
In mezzo a difficoltà che in parte credo conosce, come piccoli, abbiamo deciso di fare sperimentazione e promozione verso autori e illustratori di talento che spesso non hanno voce. Fa molto bene quando dice che il lavoro degli illustratori non sempre è valorizzato come dovrebbe, ma non vorremmo che critiche che forse andrebbero rivolte ai “grandi†dell’editoria (molto spesso ci sentiamo raccontare di risposte poco garbate o nessuna considerazione nemmeno nel guardare il portfolio)  venissero catapultate a chi è più “debole† o “piccoloâ€.
Le nostre iniziative in merito:
il concorso Disognamo ormai alla sua quarta edizione, che produce una mostra e un libro e grazie al quale doniamo testi a realtà difficili di tutto il territorio nazionale,  e che permette a giovani illustratori di assurgere a una vetrina più ampia.
Nuovi artisti per nuovi colori il protocollo d’intesa cui facevo cenno nella precedente e mail che ha visto quattro studenti delle citate scuole di illustrazione pubblicare il loro primo libro con noi e con i testi di illustri autori.
La collana Opera prima dove scegliamo illustratori inediti per parlare di temi sociali.
Non ci sembrano scelte comode, a questo non aggiungo le difficoltà della piccola editoria indipendente, in questo momento di oggettiva crisi del mercato editoriale.

Tuttavia consideriamo la vostra sollecitazione utile ad una discussione che occorre, però,  far rientrare in un ambito di buon senso.
Intanto non siamo noi gli organizzatori dell’iniziativa, pur essendone un partner importante.
Gli errori imputabili al bando non sono una nostra responsabilità e non vorremmo diventare il capro espiatorio di una serie, anche giustificata, di critiche di cui non siamo sicuramente responsabili e di cui non sentiamo assolutamente il peso. Lo dimostra quello che siamo.
Siamo alla berlina del suo blog forse perché piccoli, oppure nuovi o semplicemente periferici? O forse solo un po’ ingenui? Ahimè…
Nelle mail che stanno arrivando al mio indirizzo di posta le richieste di modifiche contrattuali del concorso non  dipendono certo tutte da noi.
Io risponderò per quelle che riguardano gli impegni della Coccole e Caccole e lo faccio cogliendo le sue stesse parole.
Trovo inappropriata la puntualizzazione relativa allo storyboard (ultimo cambiamento  suggerito) visto che il progetto sarà pubblicato e dovrà esserlo entro dei tempi tecnici difficili (entro Giugno).

In genere non riconosciamo anticipi, in alcuni casi, però lo abbiamo fatto, e diversi degli illustratori che mi hanno letto in copia lo sanno bene! Ma da parte loro nessuna promozione o iniziativa che riguardi il libro. Gentile Anna, i libri non si vendono da soli e la sinergia con gli autori è rara. Sarebbe stato più corretto che alcuni illustratori in copia  avessero riconosciuto i nostri meriti nelle relazioni contrattuali. Ma non voglio alimentare polemiche…

In questo caso, allora, accogliamo la sua sollecitazione, e per quanto ci riguarda stralciamo la parte del bando relativa alla rinuncia delle royalties  del vincitore, che sarà contrattualizzato con una percentuale del 7% complessivo, senza anticipo delle royalties e con la cessione dei diritti per non più di cinque anni.
Niente di meno e niente di più di quello che normalmente facciamo con tutti.
Mi auguro di essere stata chiara ed esaustiva.  Mi auguro che voglia rendere nota questa nostra nuova posizione e sollecitare la partecipazione al bando.
Sono a disposizione per una chiacchierata sul suo blog sulle iniziative editoriali della coccole e caccole.
Grazie

Daniela Valente
Direttore Editoriale
Coccole e Caccole

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Ringrazio la rivista Andersen e gli editori Caccole e Coccole per la loro risposte. E’ piacevole vedere che una conversazione trasversale è possibile. Aspettiamo la risposta dell’Associazione Woman to be.


“Narrare la parità”: vi invito a “non” partecipare a questo concorso finché non modificheranno il bando

AGGIORNAMENTO 5 marzo:
L’Associazione Woman to be ha rivisto le clausole del bando.
La casa editrice Coccole e Caccole ha rivisto le clausole del bando (leggi la loro lettera)

Ieri mi è arrivato via mail un invito per il concorso “Narrare la parità“, organizzato dall’associazione Woman to be.
L’invito era rivolto in mailing list a grossi nomi dell’illustrazione italiana, e molti illustratori (Allegra Agliardi, Gianni De Conno, Simone Frasca, Eva Montanari, Fabian Negrin, Pepi Perisco) hanno risposto che le condizioni di questo concorso non sono accettabili.
Di solito, quando ricevo la sollecitazione di pubblicare sul blog un concorso a pagamento, rifiuto spiegando gentilmente che, secondo me, un concorso serio dovrebbe essere gratuito. Nel caso di questo bando, penso che dobbiamo fare qualcosa di più tutti insieme.
Ho chiesto spiegazione agli organizzatori e spero in una risposta: mi piace sempre dare il beneficio del dubbio prima di giudicare, e forse l’associazione Woman to be non è esperta del settore illustrazione. Quello che mi sorprende è che molti esperti del settore, nonché Enti, Regioni e Comuni, hanno sostenuto e promosso questo concorso. Tra gli altri, la rivista Andersen (leggere aggiornamento nei commenti: la rivista Andersen ha specificato aver appoggiato l’iniziativa per i suoi fini tematici ma di non aver partecipato o approvato il regolamento, e si dichiara d’accordo nel non approvare i punti contrattuali in questione) e la casa editrice Coccole e caccole.

(Alla fine di questo post vi invito a inviare una mail per chiedere alcune modifiche al concorso. Se siete d’accordo, prendete il tempo per farlo: è importante difendere il nostro lavoro).

Brevemente (vi lascio leggere per intero IL BANDO qui):
Oggetto: un album illustrato finito con indicazioni di formato e tema (cito: Il premio letterario Narrare la parità nasce con l’obiettivo di fornire ai piccoli lettori/alle piccole lettrici un immaginario alternativo a quello tradizionalmente veicolato dalla letteratura per l’infanzia, denso di stereotipi sessisti).
Costi di partecipazione: Il concorso è all’interno di un progetto sull’orientamento di genere che ha ricevuto un finanziamento dalla regione Toscana. Oltre a questo finanziamento, che non sappiamo a quanto ammonta, chiede 20 euro a partecipante per le spese di segreteria (calcolo: immaginando un numero basso di partecipanti: 500, solo con le iscrizioni, la somma totale disponibile per le spese di segreteria sarebbe 10.000 euro).
Premio: il premio è 500 euro + la pubblicazione del libro da parte di Coccole e caccole. Non basta. Ciliegina sulla torta, al vincitore viene chiesto di rinunciare alle royalties (diritti d’autore) sulle prime 1000 copie del libro.
Non vengono specificate le royalties dopo le prime 1000 copie, si accenna solo a un futuro contratto da stipulare (ma accettando il regolamento del concorso l’illustratore-autore sarà costretto, mi pare, ad accettare le condizioni contrattuali proposte da Coccole e caccole).

(Calcolo: tenendoci alti e immaginando delle royalties del 10%, se il libro costa, mettiamo, 10 euro a copia, con 1000 copie vendute l’illustratore rinuncia a 1000 euro del suo dovuto stipendio. Siamo a – 1000. Calcolando che ne ha guadagnati 500 col premio, siamo a  – 500. Considerando che ne ha spese 20 per partecipare possiamo quasi affermare che l’autore-illustratore vincitore si è pagato con 520 euro e duro lavoro la pubblicazione di un libro).

La mia domanda è: QUALE E’ IL PREMIO DI QUESTO CONCORSO?

Un illustratore professionista non accetterebbe di partecipare a un concorso con queste condizioni. Forse potrebbe cadere in tentazione un giovane, giovanissimo illustratore, allettato dalla pubblicazione. Al giovane giovanissimo illustratore ricordo che:
– I concorsi seri dovrebbero essere gratuiti (o con spese minime, inferiori ai 5 euro).
– Se i concorsi sono a pagamento, il premio o i premi dovrebbero ampliamente giustificare la spesa.
– Quando il concorso prevede la pubblicazione del libro, nel bando del concorso devono essere specificate: le royalties, l’eventuale anticipo, il tempo di decorrenza dei diritti d’autore.
– Se l’autore-illustratore ha un buon progetto o il talento per realizzarlo, non è necessario perdere soldi per vederlo pubblicato.

Sul tema di questo concorso, non commento. Ognuno è libero di proporre i temi che vuole. Solo mi piacerebbe sapere da quali fonti e ricerche si è arrivati alla conclusione che la letteratura per l’infanzia è densa di pregiudizi sessisti.

MAIL DA INVIARE PER DIFENDERE I DIRITTI DEGLI AUTORI:

Aggiornamento: le mail che avete inviato (sembra siano state tante!) hanno favorito il cambiamento del bando. Il concorso ora è gratuito, il premio resta lo stesso, la casa editrice ha annullato la clausola di mancate royalties sulle prime 1000 copie. Le royalties saranno del 7%.

OGGETTO: Richiesta di modifiche contrattuali del concorso “Narrare la parità”
Gentili organizzatori, sostenitori e promotori del concorso “Narrare la parità” promosso dall’Associazione Woman to be in collaborazione con la rivista Andersen e la casa editrice Coccole e caccole, e finanziato dalla regione Toscana. Pensiamo che le condizioni economiche e contrattuali di questo concorso vìolino i diritti degli Autori. Chiediamo che il concorso venga modificato nei seguenti punti:

– chiediamo che la somma di 20 euro di iscrizione venga azzerata.
– chiediamo che venga annullata la clausola di rinuncia alle royalties delle prime 1000 copie vendute da parte dell’editore Coccole e caccole.
– chiediamo che vengano specificati nel bando di concorso quantità delle royalties, eventuali anticipi,  e durata della cessione dei diritti con l’editore Coccole e caccole.

Suggeriamo inoltre i seguenti cambiamenti:
– chiediamo che l’oggetto del concorso sia uno storyboard, con testo e tre/quattro tavole definitive (come è uso), e non un libro completo. Pensiamo che il premio di 500 euro non sia sufficiente come rimborso spese per il lavoro di un intero libro.

Firma.

Sulla pagina Facebook di Scribarà c‘era già stata un viva discussione su questo concorso, con l’attivo contributo dell’illustratrice Cristina Sestilli. Trovate pubblicate nei commenti le giustificazioni dell’Associazione Woman to be.