IdentitĂ  di un editore: intervista a Lina Vergara, Logos edizioni

Pubblico di nuovo un’intervista del 2012 che era misteriosamente sparita dal database di questo blog.
Intervista a Lina Vergara, editrice delle Edizioni Logos.

Perché editori e perché editori per bambini?
Editori perché amanti dei libri, per bambini perché amanti di tutti i generi di libri.
In ogni modo, è importante per me precisare che pubblichiamo libri “illustrati”: preferisco non rinchiuderli in una categoria o in una fascia d’età.

Sorelle, Matz Mainka e Ana Juan, Edizioni Logos

Alla base di tutto vi è una considerazione per quello che sarà il futuro del pubblico lettore, uno studio dell’andamento del mercato basato più sull’intuizione e sull’osservazione che su numeri e statistiche: da una parte c’è la necessità di dare una spinta all’amore per la lettura partendo da quelli che saranno gli adulti del domani e quindi il futuro del mercato librario; dall’altra la convinzione che spesso e volentieri i cosiddetti “libri per l’infanzia” non sono letti solo dai/ai bambini ma hanno un pubblico ben più vasto, mentre libri che non sono considerati specificamente “per bambini” sono comunque fruibili anche da loro. Sono assolutamente convinta del fatto che se le librerie aprissero lo spazio riservato ai bambini indicandolo semplicemente con una scritta diversa, che dica ad esempio “illustrati” (un termine che a me piace molto), il traffico attorno a questi libri aumenterebbe, soprattutto da parte di quella fetta di pubblico che non legge moltissimo ma che apprezza comunque l’arte e le immagini, o che magari è intimorita dal libro perché questo, il più delle volte, viene considerato quasi un oggetto d’elite.

Il numero delle Bestie, Ericailcane 2008

Non è un caso che siano cresciuti considerevolmente nelle librerie gli spazi dedicati a fumetti, manga e graphic novels, e credo che appartengano allo stesso gruppo di prodotti, in cui inserirei anche i libri di fotografia, arte e arredamento.

Cosa succederebbe se vi fosse un unico spazio illustrati dove tutte queste tipologie di libro fossero comunicanti? Perché non passare da un libro di fumetti a uno di cinema, da un Selma della Salani a un volume di Neil Gaiman o di Edward Gorey? Questi libri sono tutti fruibili dai bambini, che ne guadagnerebbero se vicino ai loro testi potessero scoprire anche un libro d’arte, di fotografia, di cinema!

Il grande viaggio, Anna Castagnoli e Gabriel Pacheco, collana OQO, Logos

 

Quanti titoli in un anno?
Sono all’incirca 8/9 i titoli che coeditiamo con OQO Editora, e altri 4/5 li pubblichiamo in collaborazione con la galleria d’arte contemporanea modenese D406. Alcuni di questi sono a mio parere particolarmente indicati per i bambini; penso per esempio a Il numero delle bestie di Ericailcane che ha immagini così narrative da stimolare la nascita di una storia e quindi sviluppare l’immaginazione. Sono una sostenitrice dell’immagine come primo codice di lettura, perché dalle immagini-con-qualche-parola si passa inevitabilmente a molte parole, e da molte parole a moltissime! E magari, alla fine, a un pentagramma. Mi piace l’idea di una sorta di fame letteraria.

Da quest’anno abbiamo l’intenzione di aumentare il nostro catalogo con almeno un’altra collana.

Nella scelta dei libri che pubblicate potreste individuare un filo conduttore? Uno stile? Un messaggio? Un’idea? Un desiderio?
Indubbiamente è importantissima la qualità dell’illustrazione e cerchiamo sempre di avere anche ottimi testi: da qui la scelta di pubblicare in Italia i libri di OQO. Per la nuova produzione Logos vogliamo mantenere gli stessi parametri.

Il messaggio, in fin dei conti, è sempre quello dell’amore per il libro, un oggetto da condividere, regalare, leggere e scambiarsi all’interno della famiglia (servono quindi libri senza età); e il grande desiderio di rendere l’arte contemporanea più popolare, e l’illustrazione una forma d’arte contemporanea.

La capra matta, Pep Bruno, Roger Olmos Oqo collana

Quali caratteristiche deve avere un testo o un’illustrazione per sedurvi? Cos’è che vi fa dire: “Questo illustratore (autore) è per noi”?
Per quanto riguarda le illustrazioni: l’originalità, la capacità dell’immagine di portare chi la guarda in un’altra dimensione, di far sorridere ma non per forza… Quella sorta di soffio che ci solleva e ci porta verso viaggi lontani.
Per quanto riguarda il testo: l’intelligenza, i dettagli che fanno sorridere il nostro essere bambini e, speriamo, i bambini a cui sono diretti.
Immagini che si traducono in parole e parole che divengono immagini.

Le co-edizioni: che politica avete di vendita e acquisto dei titoli? Preferite creare i vostri libri, venderli e/o comprarli dall’estero? Perché? Rispetto ai titoli che comprate e/o vendete ci sono differenze di accoglienza nei diversi mercati internazionali?
Per quanto riguarda la collana OQO coeditiamo, mentre la D406 è nostra. Andremo avanti con le coedizioni, ma vogliamo lavorare anche sulla produzione propria.

La coedizione mi affascina: poter acquistare una meraviglia non solo per me ma per tutto un mercato, poterla condividere anche con chi non conosco; contribuire alla creazione di titoli nuovi diventa quasi una conseguenza dell’acquisto dei diritti, è un voler entrare anche negli altri mercati con un contributo proprio.

Riguardo alle differenze indubbiamente ce ne sono molte, per fortuna non tutti i mercati sono uguali ed è interessantissimo andare alle fiere per cogliere queste discrepanze, il diverso approccio da parte del pubblico ma anche degli editori e delle librerie, osservare realtà diverse che a volte potrebbero significare una svolta, una novità per il mercato in cui si opera.

Oltremai, Lorenzo Mattotti, Logos 2013

“Fabbricare cultura” nell’Italia di oggi, una missione, una sfida o una passione a perdere?
A mio avviso la cultura è fatta necessariamente di tolleranza, di rispetto e di realismo.

Io credo nella sfida: non è possibile che il libro perda terreno di fronte a un DVD o a un videogioco; penso che dovrebbero coesistere in armonia, perché sono tutte forme di intrattenimento, ma purtroppo il libro perde e credo che ne siamo responsabili un po’ tutti. Hanno più o meno lo stesso costo, necessitano più o meno della stessa concentrazione… e poi il libro è un oggetto simbolo di cultura, intelligenza, non credo esista una persona al mondo che non desideri che il figlio sia bravo a scuola, che sia uno che legge molti libri… allora perché arrendersi? Perché lasciare che il mondo continui a credere che leggere è noioso? Il discorso è lungo, aggiungerò solo una cosa: se ci fosse più apertura riguardo a quello che si deve o non si deve leggere, se non ci fosse tanta attenzione nel voler creare una razza di adulti ideale e si raccomandassero le letture con l’intento di far diventire, non solo educare, se si prendessero in considerazione la differenza generazionale o la coesistenza di molteplici gusti diversi, forse l’immagine del libro cambierebbe.

Una cosa che vi piace del vostro lavoro e una che non vi piace.
Adoro i libri da quando sono piccola e credo sia stato fondamentale il fatto che a casa mia ce ne fosse uno scaffale pieno (anche se non necessariamente per me), e che comunque nessuno mi abbia mai detto “Questo no, sei troppo piccola” o “Non è adatto a te”. Sono cresciuta credendo che al mondo ci possono essere molti pericoli, ma nessuno di questi può essere un libro, quindi la prospettiva di lavorare su uno degli oggetti che più mi affascinano è entusiasmante. Non solo mangiare le torte, ma anche imparare a farle.

Non mi piace incontrare sempre gli stessi ostacoli: vedere vetrine di librerie monotematiche, vendite di spazi di esposizione, librai che non leggono i libri che vendono e che sono i primi a sottovalutare il genere; non mi piace l’idea di un libro che è vendibile solo durante i primi tre mesi, quando è una novità, e che poi deve scomparire per lasciare spazio agli altri. Il libro non ha scadenza, non dovrebbe perdere valore e quindi non dovrebbe perdere spazio.

Un lavoro che richiede un grande impegno è accostare la passione alla necessità di far numeri in un sistema che tratta i libri come se fossero prodotti deperibili.

Lina Vergara Huilcamán

Logos edizioni, Modena
illustrati(at)logos.info
www.libri.it

N.d.r: Potete sfogliare tutti i numeri della rivista ILLUSTRATI qui.

 


Libretto Postale, animali in viaggio. Una mostra organizzata da Stefania Camilli e Anna Castagnoli

Beppe Giacobbe, sequenza numero 2 del coccodrillo, Mostra Libretto Postale, animali in viaggio

Cosa: Una mostra di cartoline illustrate da 40 illustratori italiani e 15 giapponesi.
Titolo: “Libretto Postale, animali in viaggio”
VERNISSAGE:
  27 marzo 2013 ore 18.00
Quando: dal 25 marzo al 17 aprile
Dove: Zoo, Store di food design, design tessile, editoria e illustrazione
Indirizzo: Strada Maggiore 50/A Bologna
Orari di apertura: 11.00-13.00 e 15.00-19.00
Mostra organizzato da: VĂ nvere edizioni e LeFiguredeiLibri
Con collaborazione dal Giappone di Philip Giordano e Kaori Tajima

Cartolina di Franco Matticchio, Grafica di Guido Scarabottolo

VI RACCONTO COME E’ NATA L’IDEA E COME HA PRESO FORMA
E’ nata come un gioco, durante una chiacchierata con Stefania Camilli, editrice di VĂ nvere edizioni, a Roma.
Eravamo dentro la fiera PiĂą Libri piĂą Liberi: Stefania mi aveva appena regalato una copia del bellissimo libro di Franco Matticchio “Libretto Postale”, fresca di stampa.

Franco Matticchio, Libretto Postale, VĂ nvere edizioni 2012

Il libro è una raccolta di cartoline, con tanto di francobollo illustrato e titolo, aventi ognuna un animale come protagonista. C’erano con noi degli amici, c’è stata una discussione sul fatto se fosse giusto o meno staccare le cartoline dal libro, pena veder il libro rovinato. Stefania ed io eravamo d’accordissimo: erano da spedire! Io ho lanciato il dado: ne facciamo un concorso! Stefania è stata subito entusiasta. Abbiamo fatto una foto per immortalare il momento (testimone Daniela Tieni, nascosta dietro il libro).

Da sinistra a destra: Daniela Tieni, Stefania Camilli, Anna Castagnoli

Ma i concorsi sono cose complicate. Intanto ci vuole un premio, e Stefania ed io non potevamo investire altro che tempo ed entusiasmo.
Allora, dopo molto discutere via Skipe, ha preso forma l’idea di un gioco postale che sarebbe approdato a una mostra durante la Fiera del Libro di Bologna.
Definire le regole del gioco è stata la parte piĂą complicata. L’idea guida era questa: alcuni illustratori avrebbero ricevuto via posta le prime cartoline di Matticchio, e avrebbero dovuto continuare la storia (cioè inventarne una) mantenendo lo stesso animale come protagonista. Poi avrebbero a loro volta spedito ad altri illustratori. E così via.

Franco Matticchio, Elefante viandante, Libretto Postale, VĂ nvere edizioni 2012
Franco Matticchio, Neo nato, Libretto Postale, VĂ nvere edizioni 2012

Ma il problema era questo: se volevamo arrivare con la mostra pronta alla data della Fiera di Bologna 2013, dovevamo avere un minimo di controllo sul gioco e sul ritmo postale. Julien, (marito tecnologico), ci ha suggerito un foglio Excel on line, condiviso da tutti i partecipanti, sul quale ogni concorrente poteva scegliere il suo destinatario e segnare la data di invio. Ha funzionato perfettamente! Qui sotto una schermata attualizzata alla data di ieri.


Abbiamo fatto una stima del traffico postale (era gennaio) fino a marzo (data della Fiera): ci stavano una quarantina di illustratori, con 5 storie parallele. Abbiamo fatto una lista di illustratori italiani che ci sarebbe piaciuto contattare, e quasi tutti hanno accettato entusiasti. Che gruppo! Alcuni erano illustratori proposti da Stefania, che non conoscevo ed ero felice di conoscere, altri, proposti da me. (Un inciso: non ho invitato alcuni illustratori che stimo tantissimo, ma il limite di 40 dovuto ai tempi ha imposto delle scelte. Sono certa che il gioco continuerĂ  in altre forme e riusciremo a coinvolgere tanti altri illustratori).
Io ci tenevo ad avere nel gruppo Philip Giordano e Sergio Ruzzier, ma il primo vive in Giappone, il secondo in America! Non ci stavamo coi tempi. Allora è nata l’idea di un gioco parallelo.

Susumu Fujimoto
Rioji Arai

Philip Giordano, con la gentile collaborazione di Kaori Tajima, ha gestito altri due filoni di storie coinvolgendo importanti nomi dell’illustrazione giapponese (interessantissimo vedere le differenze di stile!).
Così gli animali in viaggio sono diventati 7.
Chiederò a Philip di preparare un post per raccontarci l’avventura del gioco nell’efficientissimo Giappone (in 15 giorni avevano finito il giro del primo animale!).
Dall’America, Sergio, purtroppo, non aveva disponibilitĂ  di tempo per gestire il filone americano, così la prima cartolina l’ha spedita direttamente in Europa e ha partecipato ugualmente. In futuro, se troveremo qualche fondo economico e degli aiuti, ci piacerebbe coinvolgere altre nazioni.

Sergio Ruzzier, sequenza numero 2 del pulcino, inviata ad Alessandro Sanna
Sergio Ruzzier, sequenza numero 2 del pulcino, retro

Curare e seguire un gioco postale e una futura mostra richiede un’enorme quantitĂ  di tempo e lavoro. Non l’avrei immaginato.
Ogni giorno ci vede impegnate, da una parte, nell’organizzazione della mostra (una quantitĂ  infinita di aspetti logistici e pratici da risolvere);

Una prova di allestimento fatta da Stefania

dall’altra, a seguire il flusso delle cartoline e rispondere ai dubbi degli illustratori. E bisogna anche mettere in conto il tempo che richiede mettersi d’accordo sulle scelte da fare: io sono un filo ossessiva e vorrei che tutto funzionasse come un orologio svizzero, Stefania invece è piĂą aperta all’imprevisto ma è una purista dello spirito postale: abbiamo barato solo in 2 casi di ritardo estremo, inviando le scansioni delle cartoline via mail.

E’ molto lavoro, ma vi assicuro che scambiarsi mail concitate con oggetto:  Ho paura che lo scoiattolo di XX si sia perso. Oppure: Il coccodrillo è troppo in ritardo, non ce la farĂ ...
è un’emozione indescrivibile. Così come quella di vedere pinguini volare, elefanti viaggiare nel tempo, scoiattoli attendere sconsolati un amico. Mi sveglio ogni mattina felice come una pasqua e mi ripeto che nella decisione di fare l’illustratrice, poi la blogger, poi l’organizzatrice di giochi postali, deve esserci stato lo zampino di un demonio personale, benevolo e folle.

Simone Rea, sequenza numero 2 dello scoiattolo, inviata  a Alessandro Gottardo

Guido Scarabottolo, sequenza numero 4 dello scoiattolo, inviata a Agostino Iacurci

Quello che sta piacendo a tutti piĂą di tutto, in questo mondo di mail spedite presto e presto dimenticate, è ritrovare la dimensione dell’attesa.
L’emozione di guardare nella buca delle lettere se è arrivato un elefante o un pulcino o un coccodrillo,  invece della solita bolletta della luce.
Essere costretti a ritmi da Far West: le poste italiane sono lente e imprevedibili: tre cartoline sembrano andate perse (speriamo ancora in un miracolo tardivo), altre ci hanno messo giorni e giorni a fare 50 chilometri.

Oscar Sabini, sequenza numero 3 del coccodrill, inviata ad Anna Masini 

Certe sere, immagino i nostri animali viaggiare su e giĂ  per l’Italia, su treni merce o a dorso di asini… E tra poco due storie in 15 tappe, con un cane e un gatto come protagonisti, prenderanno il volo dal Giappone in direzione Bologna.
Quello che mi emoziona in modo particolare, da illustratrice, è il sapore di una ritrovata “rete” di colleghi. Sentire che noi illustratori siamo tutti accomunati da una leggera tara di follia, e che questo ci diverte e ci unisce.
Maurizio Quarello ha uno scoiattolo in giardino (vero) ed era molto contento che gli fosse arrivato uno scoiattolo via posta.

Franco Matticchio, Non era un sogno, Libretto Postale, VĂ nvere edizioni 2012
Pia Valentinis, sequenza numero 2 dei pinguini, inviata ad Alicia Baladan

Alicia Baladan, sequenza numero 3 dei pinguini, inviata ad Antonio Marinoni

Pia Valentinis, contro ogni previsione, ha fatto addormentare un plotone di pinguini che un attimo prima era pronto a rapire una bambina… ma Alicia Baladan, quando ha ricevuto la cartolina di Pia, non ha trovato che questo fosse un problema: perchĂ© i pinguini sono anche sonnambuli. Non lo sapevate?
E questi descritti non sono che tre esempi tra tanti.
Per sapere come va a finire la storia dei pinguini e tutte le altre storie dovete venire da Zoo, a Bologna: Stefania, Philip ed io, molti illustratori italiani e qualche illustratore giapponese, vi aspettiamo il 27 marzo alle ore 18.00.
La mostra ha giĂ  prenotato una sosta a Milano presso lo spazio B**K, ed è molto probabile che prima della fine dell’anno passi dal Giappone. Con lentezza e bellezza…


Zoo
, Store di food design, design tessile, editoria e illustrazione

E COME NEI TITOLI DI CODA DI UN BEL FILM, UN GRAZIE GIGANTESCO A:

Stefania Camilli per l’entusiasmo e il lavoro d’Ă©quipe
Franco Matticchio per  aver creato degli animali così simpatici e autorizzato il gioco
Philip Giordano per l’organizzazione e il seguimento del gioco in Giappone
Kaori Tajima per il seguimento in giapponese degli artisti giapponesi, e per la traduzione del regolamento
Guido Scarabottolo per  la grafica della cartolina promozionale e della locandina
Children’s book fair per il sostegno alla promozione
Laura Ottina del blog Animalarium per il sostegno alla promozione
Ilaria Tontardini per il suggerimento dello spazio ZOO
ZOO per ospitare 62 animali!
… e a tutti gli illustratori, per l’entusiasmo, la fantasia e l’eccezionale talento

HANNO PARTECIPATO E STANNO PARTECIPANDO:

Elham Asadi, Alicia Baladan, Francesca Bazzurro, Luca Caimmi, Paolo Canton, Chiara Carrer, Anna Castagnoli, Francesca Chessa, Francesco Chiacchio, Paolo Domeniconi, Mauro Evangelista, Mariachiara Di Giorgio, Vittoria Facchini, Beppe Giacobbe, Matteo Gubellini, Agostino Iacurci, Daniela Iride Murgia, Gioia Marchegiani, Marina Marcolin, Antonio Marinoni, Anna Masini, Eva Montanari, Lucka Mullerova, Claudia Palmarucci, Arianna Papini, Gloria Pizzilli, Maurizio Quarello, Simone Rea, Sergio Ruzzier, Oscar Sabini, Alessandro Sanna, Guido Scarabottolo, Sara Stefanini, Tiziana Romanin, Miguel Tanco, Daniela Tieni, Alessandra Vitelli, Shout (Alessandro Gottardo), Pia Valentinis, Francesca Zoboli

E dal Giappone:
Philip Giordano, Kaori Tajima, Fujimoto Susumu, Tupera Tupera, Arai Ryoji, Maya Miyama, Michio Watanabe, Yocci ( Yoshiko Noda), Munakata Naomi, Chiaki Okada, Satoko Watanabe, Makiko Toyofuku, Hiroko Takai, Manami Yamada, Yoshiko Harada, Nanoa Katayama


L’alfabeto di Babar, tutte le tavole sul sito della BNF

Questa settimana non ho avuto tempo per niente… (Ma  voi non avete la sensazione che il tempo si sia accellerato?).
Questo fine settimana vi lascio con ABC de Babar di Jean de Brunhoff, 1936. In questa mostra on line della Biblioteca Nazionale di Francia (BNF) trovate tutte le tavole del libro.

Qui trovate una pagina Amazon con qualche copia vintage del libro (43 euro a copia).


Un corso di lusso 5 stelle?: volate in Svezia per il corso con Camilla Engman

Camilla Engman
Dal sito Ace Camps: Ace Camp 2012 nello studio a Komstepidemin?

Ace Camps, un’interessante agenzia di viaggi + corsi, propone un corso con Camilla Engman che si svolgerĂ  presso il suo studio, a Goteborg – Svezia.
(qui il sito di Camilla Engman).

Il programma del corso:
Imparare l’arte di creare sfondi e texture per  dipingere stimolando la propria immaginazione.

Il corso include:
4 giorni di corso con Camilla Engman
6 notti presso l’Hotel Flora di Goteborg, Sweden
6 colazioni
4 cene
Serata finale con cent e cocktail party
Ingresso al Natural History Museum + Botanical Gardens

Quando: dal 23 al 29 Maggio 2013.

Costi: $1695.00 (suddivisi in due rate) – volo aereo non incluso

Luogo di svolgimento e informazioni:
Goteborg, Svezia.
E’ possibile registrarsi al corso sul sito

(post curato da Lisa Massei)


IL PIGIAMA DEI VOSTRI SOGNI: il primo gioco dei Topipittori per illustratori

Il grande libro diei pisolini, Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, Topipittori 2013

In occasione dell’uscita de “Il grande libro dei Pisolini“, i Topipittori lanciano il loro primo gioco per illustratori.
Ecco come si gioca:

Cose che bisogna sapere sul gioco per illustratori:
1) Non si vince niente.
2) Non si cedono diritti di nessun tipo sull’immagine inviata al gioco, se non quello di pubblicazione nel blog e sulla pagina Facebook dei Topipittori. L’immagine e i relativi diritti restano di proprietĂ  dell’autore.

Cosa dovete fare:
a) Realizzare un’illustrazione, con qualsiasi tecnica che raffiguri il pigiama che avete sempre sognato di indossare. Ricordatevi che deve essere il pigiama dei vostri sogni. E quindi potete farlo indossare a chiunque. O a nessuno. O a due o tre persone simultaneamente.
b) Riprodurre l’illustrazione in formato jpg, facendo in modo che il file non superi i 200 kb.
c) Inviare il file all’indirizzo email pigiamitopi@gmail.com entro le ore 23.59 del 6 marzo 2013 (farĂ  fede l’ora di ricezione indicata da gmail).
d) Aspettare pieni di speranza.

Che cosa accade dopo il 6 marzo:
i) Una giuria composta da Topi (Giovanna, Valentina, Marco e Paolo) selezionerà venti illustrazioni fra quelle pervenute. Il giudizio della giuria è insindacabile.
ii) Le illustrazioni selezionate saranno pubblicate in forma anonima nel blog dei Topipittori il giorno 13 marzo 2013 e sottoposte al giudizio dei lettori del blog, che potranno votare indicando il numero dell’immagine prescelta.
iii) I lettori del blog avranno tempo per votare fino alle ore 23.59 del 17 marzo 2013.
iii) Le tre immagini piĂą votate saranno dichiarate vincitrici. Non vinceranno niente, ma saranno pubblicate in gran pompa, con accompagnamento di fanfare, in un post sul blog dei Topipittori il giorno 20 marzo 2013, con commosse dichiarazioni degli autori, motivazione della giuria e qualcos’altro che ci faremo venire in mente.
Diffondete e partecipate numerosi!


To Pin-(i)nterest, ovvero la mania di raccogliere figurine

(Nota: le immagini di questo post sono tratte dai miei board su Pinterest, trovate su altri board di Pinterest e ri-pinnate. Ma come parlo?!).

Julius Klinger, circa 1909, dal mio board Between art and illustration

Fino a un mesetto fa avevo solo una vaga idea di cosa fosse Pinterest.
Ogni tanto andavo a curiosare sul muro (pagina principale) di Pinterest ma, anche selezionando la categoria “Illustrations and posters”, vedevo una tale accozzaglia di immagini che mi ero convinta che Pinterest fosse il regno del kitsch sulla terra. Lo è, in effetti, essendo lo specchio del gusto di milioni di utilizzatori, ma quello che non sapevo è che, come ogni regno che si rispetti, Pinterest ha valli e paesi di una bellezza sconvolgente. Tutto sta nel sapere come raggiungerli.

Una schermata della pagina principale di Pinterest, dove scorrono in ordine sparso migliaia di immagini al giorno

Creato dagli americani Ben Silbermann, Paul Sciarra, Evan Sharp, che nello “stile Sylicon Valley” lo hanno messo a punto in un piccolo appartamento, Pinterest è stato lanciato nel marzo 2010 con un sistema inizialmente “ad inviti”; nel gennaio 2012 contava giĂ  11 milioni di visitatori unici. Nessun social network aveva raggiunto con tanta velocitĂ  una crescita simile. Oggi è aperto a tutti, basta una veloce iscrizione (via mail, via Facebook o via Twitter).

Grasshopper pull toy, Francia, 1930

Le ultime stime di traffico parlano di più di 48 milioni di utenti in tutto il mondo. Un boccone appetitoso per i finanziatori, anche se non è ancora chiaro il futuro modello economico. Ma quel che conta è il potenziale: è di pochi giorni fa la notizia che sono stati investiti in Pinterest altri 200 milioni di dollari, somma che porta Pinterest ad essere quotato due miliardi e mezzo di dollari.

Consumers All. The Yearbook of Agriculture 1965, dal mio board Cover Book

Le categorie piĂą popolari sono viaggi, automobili, cibo, cinema, umorismo, design per la casa, sport, moda e arte.
Il cibo è la categoria piĂą amata, tanto che Pinterest ha comprato  di recente un altro social network tutto dedicato allo scambio di ricette: Punchfork. L’80% degli utilizzatori di Pinterest sono donne.
Moltissimi iscritti, io inclusa, dichiarano una passione per Pinterest simile a quella che danno certe droghe additive. Altri lamentano una vertigine davanti all’infinita quantitĂ  di immagini che offre. Altri ancora (e a ragione) criticano la trascuratezza con cui alcune immagini vengono immesse nel Grande Fiume (la definizione è mia) senza citare autori o fonti.
Per fortuna la maggior parte degli utilizzatori è scrupolosa, soprattutto in tema di libri illustrati e arte.


Cyril Cowell. c.1935, dal mio board Old + vintage illustration

Ma ritorniamo ai miei esordi: scorrendo il muro principale, di tanto in tanto, tra le ciambelle allo zucchero della zia Pina e i culetti di bambini, compariva un’immagine che mi interessava. Ma che farmene? Se ritornavo il giorno dopo, era giĂ  sparita sommersa da pile di torte allo zucchero.
Decisa a capire perché Pinetrest avesse un successo così grande, ho chiesto aiuto su Facebook: come funziona Pinterest? Cosa è un Board, cosa è un Pin?

Nel giro di pochi giorni avevo capito il meccanismo ed ero letteralmente drogata.
Ve lo spiego così: vi ricordate quando da bambini avevamo gli album di figurine e andavamo dal giornalaio o da un amico a chiedergli la figurina che ci mancava? L’album era spesso a tema: le farfalle, i calciatori, gli animali della giungla, i ciclisti o Mimì e le ragazze della pallavolo. La parola magica era “celo” o “non celo” (con l’accento sulla e). Vi ricordate il piacere nel collezionare le figurine, nel guardarle, nell’incollarle, nello sfogliare l’album semi finito? (ne mancava sempre una!).

Via Cartesio Episteme

Ecco, Pinterest è come una immensa collezione di album di figurine. Gli album appartengono a persone che li hanno creati e terminati o che continuano ogni giorno ad attualizzarli.
Si può trovare di tutto. Vi invito a provare digitando un argomento nella casellina “cerca” in alto a sinistra.
Se siete illustratori, provate a cliccare il vostro nome: io ho scoperto che molte mie illustrazioni sono su Pinterest. Una delle mie immagini non è mia (ma ha il mio nome), un’altra ha i colori in negativo, una terza è al contrario. Ma è Pinterest! Che importa.

Bisogna anche cercare di dimenticare (se no, altro che capogiro) che nel contratto di iscrizione (che nessuno legge mai) si accetta di condividere su Pinterest solo immagini di cui si possiedono i diritti, che Pinterest diventa proprietario di tutti i diritti delle immagini immesse, e che può farne un po’ quello che vuole. Ma ormai la cosa è scappata di mano a tutti e nessuno sa piĂą di chi è cosa e cosa è di chi. Si “pinna” tutto quello che piace, in una frenesia del possesso e dello scambio visivo.

Marikajo, dal mio board Between art and illustration

I BOARD
Un album di figurine su Pinterest si chiama board. Un board è una cartella “a tema” che raccoglie immagini. Un utilizzatore può avere quanti board vuole, e intitolarli come vuole. Può esserci un board chiamato “Doddy” con tutte le foto di un cane barboncino di nome Doddy, ma anche un board chiamato Maurice Sendak (anzi, su Sendak ce ne sono decine, guardate qui) o un board sugli alberi Baobab. Ci sono board che sono vere e proprie riserve di illustrazioni magnifiche, come il board della rivista di illustrazione Anorak o i board (strepitosi) di Milimbo editore, per fare due esempi di board che seguo.

Una schermata del board Illustration di Milimbo Edizioni

Ci sono board di marche famose e di editori. Di ristoranti e di negozi. Di collezionisti di bambole e di collezionisti di piante esotiche. Di stilisti e di attrici. Di ricette di cucina e di libri antichi. Ci sono board di tutto l’immaginabile.
Se qualche utilizzatore decide di collezionare immagini scabrose o indecenti, lo si può denunciare cliccando su una bandierina rossa a lato del nome: il suo profilo, dopo analisi del caso, verrà sospeso.

Un board di vestiti di bambole, con il bottone “follow” rosso in alto

I PIN
I board sono aperti a tutti, visitabili gratuitamente. Non è come su Facebook, dove è necessario un accordo di amicizia per visitare le pagine degli altri. Ogni volta che visitando un board ci piace un’immagine possiamo “pinnarla”. Ma cosa vuol dire pinnare? Pin in inglese significa spillo, puntina, e To pin significa: appuntare. L’attivitĂ  principale di Pinterest è “appuntare” immagini che ci piacciono nelle nostre cartelle. Pin + interest= appuntare quello che interessa.

Quando pinniamo un’immagine trovata su Pinterest, l’immagine si gira, e sul retro c’è il nome del board da cui proviene. Per me è un’emozione sempre rinnovata quella di scoprire un nuovo board chiamato “illustration” o “children’s books”. Molti board non incontrano il mio gusto, ma quando ne incontro uno che mi piace è gioia pura. Un grosso bottone rosso in cima al board dice “follow” che significa segui: e io clicco.

Sarah Eisenlohr, dal mio board Between art and illustration

Un’immagine la si può pinnare nella propria cartella, si può dire solo “mi piace”, la si può commentare (funzione che io uso sempre per aggiungere le fonti e i nomi degli autori quando mancano, da brava certosina della rete), la si può condividere su Facebook, su Twitter o inviarla per mail.
Un’immagine può essere trovata su Pinterest e ri-pinnata, ma possiamo anche prenderla dalla nostra scrivania o direttamente da internet. Per fortuna, se l’immagine è stata presa da internet, conserverĂ  nel suo DNA il link di provenienza.
“Appuntare” un’immagine in una propria cartella prende un secondo. Velocissimo.

Una schermata dei miei following

I FOLLOWERS E I FOLLOWING
Quando decido di seguire un board cliccando sul pulsante “follow” (decisione che posso revocare in ogni momento), sul mio muro personale appariranno, in tempo reale, tutte le immagini che il proprietario del baord aggiunge al board che io seguo.
I followers sono le persone che mi seguono, i following le persone che seguo io.
PiĂą saranno selezionate e scelte con cura le persone da seguire, o le loro cartelle, piĂą il mio muro sarĂ  un fiume ininterrotto di immagini che possono piacermi. E’ come crearsi a poco a poco una rete di amici con gli stessi gusti estetici.

Fortune, 1954, dal mio board Cover Book

PERCHE’ ESSERE SU PINTEREST ?
Per me che amo le immagini la risposta è ovvia: per passione e per allargare le mie conoscenze sull’illustrazione passata e presente. Ma se si ha un commercio, avere un profilo Pinterest attivo e farsi seguire da centinaia o migliaia di persone può essere uno modo di crearsi una selezionata e affezionata clientela.
Se avete un blog o un sito, Pinterest rappresenterĂ  una notevole sorgente di traffico.
I board sono vetrine. E vetrine con milioni di spettatori. A chi non interessa essere in una vetrina così, per di più gratuita?
Infatti, molti illustratori lo utilizzano come portfolio online.
Ma quante cose bisogna seguire per restare a galla su internet? E su quanti social network bisogna essere attivi? Blog, facebook, twitter, pinterest: viene il capogiro solo a pensarci.

Yoshino, dal mio board Illustration

Il vero problema, se siete appassionati di immagini illustrate e di arte, è l’immensitĂ  spropositata di tesori che si possono trovare su Pinterest. Non perdercisi dentro, allora, diventa difficile.
La sera, dopo gli ultimi “cinque minuti” di Pinterest prima di dormire (diventano sempre una buona mezz’ora), chiudo gli occhi e dietro le palpebre vedo formarsi immagini meravigliose, colori, forme, segni misteriosi…  il mio cervello elabora centinaia di immagini ricevute a una velocitĂ  inusuale. Come quando si scia e la sera si vede neve e neve… vedo immagini e immagini e immagini. Non hanno testo. Non hanno voce.
Pinnare immagini sarĂ  il linguaggio di domani?

Sean Lewis, dal mio board Between art and illustration

ps: su alcune funzioni piĂą specifiche di Pinterest , come quella di Contributor, vi invito a laggere il post di Lisa Massei: Pinterest, questo conosciuto.