Firmate la petizione!

 

Tra centinaia di petizioni da firmare che arrivano via e-mail, questa mi piace in modo particolare:
Dare più spazio alla letteratura per ragazzi sulla stampa italiana.
Perché la cultura per ragazzi non è una cultura di serie B. E’ una cultura prioritaria, urgente. Senza nessuna riflessione culturale che la sostenga, che destino può avere? Chi ne farà le spese?
Firmate qui! Fate circolare il più possibile.
Da un’idea di Janna Carioli, promossa e sostenuta da:


Roland, di André François,1958

Ecco un altro capolavoro di André François (nato André Farkas a Temesvár, ex-Ungheria, da una famiglia ebraica nel 1915 e morto in Francia nel 2005): “Roland“, del 1958, riedito da Circonflexe nel 1992. Testo di Nelly Stéphane.

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André François,1958 (Circonflexe, 1992)

Roland è arrivato in ritardo a scuola e viene messo in punizione. Per noia disegna una tigre, dice “CRACK!” e la tigre diventa viva.
La tigre si stira e si allunga e molto educatamente dice “buongiorno” al maestro. Il maestro le risponde: non c’è posto per te qui. Fa uscire tutti per la ricreazione e lascia Roland in punizione in classe, allora lui disegna una zebra e dice “CRACK!” e la zebra diventa viva…

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

(Salto tre tavole). Dopo che la zebra ha rotto il vetro per scappare, i bambini giocano nella classe riempita di neve, il maestro li manda tutti a casa perché fa veramente troppo freddo.
Per strada Roland incontra Isabelle, col suo mantello di pelliccia. Dice “CRACK!” e tutte le bestiole del mantello della bambina ridiventano vive.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

(Salto una tavola). Isabelle urla “mi hai rubato il mantello di visone!”, e Roland viene messo in prigione.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

Una delle piccole bestiole di visone lo raggiunge in carcere, sa aprire le serrature, aiuta Roland a fuggire. Lui la segue sui tetti e in diverse avventure (disegna una ballerina per un bambina che non ha giocattoli e la fa ballare dicendo “CRACK!“…etc… salto 4 bellissime tavole).
In mezzo ad una piazza due signore litigano per un taxi (carrozza) trainato da una zebra, è la zebra che Roland aveva disegnato. Roland le fa un cenno con la mano, la zebra si libera dal traino e lui ci monta sopra…

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

La zebra scivola su una buccia di banana (il testo specifica: non si fa minimamente male), Roland cade nel canale.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

In fondo al canale Roland prende un pesce spada, poi vede brillare un altro pesce e lascia il pesce spada per andare a catturare l’altro, che è tutto piatto: se lo mette in tasca.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

Per consolarsi della perdita della zebra disegna due asini e dice “CRACK!“, gli asini lo accompagnano fino a casa.
Arrivato a casa la madre gli dà un grande vaso per mettere dentro il pesce che brilla. Ma non brilla più. Roland racconta alla mamma perché è arrivato in ritardo per la merenda. La madre allora gli dice: vai a chiedere scusa a Isabelle per averle rubato il mantello di visone.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

Intanto Isabelle senza mantello ha preso un raffreddore. Pentita di aver fatto mettere Roland in prigione è molto contenta di vedere che è libero. Roland per scusarsi le regala il pesce. Il pesce torna a brillare.

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

Tornato a casa Roland trova la zebra e i due asini ad aspettarlo. La madre gli dice: puoi tenerli con te ma devi promettermi che non dirai mai più “CRACK!” questa casa è troppo piccola per accogliere ancora altri animali.
Roland è un pò triste ma ha i compiti da fare e dopotutto non è poi così male farli insieme alla zebra e ai due asini.
Solo il gatto è davvero triste, avrebbe volentieri mangiato il pesce!

André François,1958 (INGRANDISCI L’IMMAGINE)

La storia è una corsa a perdifiato nella magia di una realtà argentata, trasversale, il cui splendore ha lo stesso luccichio della scivolata in slitta nel capolavoro di Bruno Schulz: Le botteghe color cannella. (Leggi)

Le istituzioni del mondo adulto (la scuola, il carcere), vengono sovvertite dal CRACK! della fantasia di Roland.
Gli animali (qui rappresentanti la forza cinetica della vita, la creatività) che nel mondo della realtà sono imprigionati in una funzione (la pelliccia, il taxi-carrozza), vengono liberati e ricondotti alla loro natura di movimento.
Qui non si tratta solo della fantasia che irrompe nella realtà, come nelle Lacrime di coccodrillo, ma di un’azione sovversiva contro tutto ciò che è passivo, statico, coercitivo. CRACK! è’ un suono di rottura, una dichiarazione di guerra.

Roland è sempre in ritardo perché non può essere in accordo coi tempi e con le regole del vivere sociale, per questo viene punito. “Roland” è un libro anarchico?
Guardiamo la relazione tra Roland e la madre. Ritroviamo la stessa dinamica nella famosa scena del latte rovesciato di “Miracolo a Milano”…

Come nel film di De Sica la madre è capace di accogliere (offre il vaso a Roland per contenere il pesce) le potenze della fantasia, permettendo così al bambino di integrare il suo mondo fantastico nella conquista della realtà.
Non la stessa cosa ha saputo fare il maestro all’inizio del libro, quando dice alla tigre di Roland: non c’è posto per te qui.
Il libro è una denuncia alla nostra società. Così difesa contro la fantasia…Ci indica una nuova possibilità di essere ed educare (pensando che è stato pubblicato agli inizi degli anni ’60, è triste vedere come è ancora attuale).
Guardate che pace c’è nella casa di Roland…

Per quanto riguarda lo stile delle tavole, così vive, dinamiche, in perfetto accordo col testo…, tutta la scuola dell’impressionismo confluisce nei tratti di André François, incantandoci.

Pierre Bonnard, The Little Laundress, 1896.

Eduard Vuillard, Interior, 1893

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Le lacrime di coccodrillo, André François, 1969

Le Lacrime di Coccodrillo di André François è un libro in formato lettera. Il formato “all’italiana” è piccolo, un vero formato lettera intercontinentale, lo si tiene su una mano. Pronto per essere spedito, con tanto di spazio sulla copertina per scriverci su il destinatario. Sulla quarta di copertina, accanto all’etichetta “ATTENZIONE FRAGILE” c’è scritto: contiene 1 coccodrillo.
E’ un libro? No! E’ un picture book!
Già abbiamo scoperto una qualità fondamentale del picture book: ci coglie di sorpresa.

Le lacrime di coccodrillo, André François, Delpire 1956

Siccome il coccodrillo era troppo lungo per stare tutto sulla copertina la coda è stata messa all’interno della prima risguardia ( che cosa dite? L’illustratore avrebbe potuto disegnarlo più corto? Ma questo è un coccodrillo vero!).

La storia incomincia così:

Queste sono lacrime di coccodrillo!
Che cosa sono LE LACRIME DI COCCODRILLO?
Tu stai piangendo lacrime di coccodrillo.
Che cosa sono LE LACRIME DI COCCODRILLO?

Ora te lo spiego cosa sono le lacrime di coccodrillo.

Provate a leggere il testo senza guardare l’immagine, il senso resta quasi intatto, ma con che intonazione leggere la domanda: Che cosa sono LE LACRIME DI COCCODRILLO? Con l’illustrazione a fianco, l’intonazione è lampante: è un UNUHEEE urlato dal bambino che frigna. E’ una frase sonora, un singhiozzo. Le maiuscole e la ripetizione della frase ne accentuano il suono in crescendo.
L’atteggiamento pacifico del padre sulla sedia a dondolo darà invece la giusta intonazione alla spiegazione delle pagine successive…

E’ facile catturare un coccodrillo;
ti serve solo una LUNGA CASSA DI LEGNO
e ti imbarchi per l’Egitto.

Una volta arrivato compri un fez e un dromedario.


Tutto l’universo della storia è retto da questa prima affermazione: E’ facile catturare un coccodrillo.
Affermazione chiaramente improbabile, ma…potere della parola scritta…l’affermazione decreta l’esistenza di un mondo. La storia è degna di una “Lezione americana” di Italo Calvino: veloce, minimale, imprevedibile.
Dopo alcune divertentissime pagine arriva il momento della cattura…

Infine, ti siedi tranquillamente fingendo di non guardare,
e tutti i coccodrilli provano la LUNGA CASSA PER COCCODRILLO.

Trovato il coccodrillo della taglia giusta, fatti i saluti alla mamma del coccodrillo, bisogna pensare all’uccellino che non vuole separarsi dal coccodrillo…

Così bisogna metterlo in una gabbia e inviare tutto per posta.


Senza essercene accorti siamo già entrati in un universo parallelo, del tutto simile al nostro ma dove è normale leggere un giornale seduti accanto ad un coccodrillo, o spedirne uno per posta. La confezione del libro in “formato pacco postale” contiene la storia di un coccodrillo che viene spedito per posta. Il pacco è dunque arrivato fino a noi? Eravamo proprio noi i destinatari? Da quando lo abbiamo aperto il nostro mondo è sempre lo stesso?

Non dovresti lavarti i denti nel salone!
E’ maleducazione.

I coccodrilli hanno uno spazzolino da denti molto particolare.



Seguono pagine che illustrano scene di vita quotidiana condivise col coccodrillo: I coccodrilli ti portano a spasso per la città, adorano il bagno con l’acqua tiepida, conoscono divertentissime storielle…
Sono scene comiche. Perché? Perché la vicinanza tra il coccodrillo e la famiglia è inversamente proporzionale alla distanza che sarebbe giusto tenessero le due parti. Più grande è un contrasto, più ridiamo. Qualcuno scrisse: “l’ironia è l’eleganza dell’ansia”.

I coccodrilli consegnati a domicilio
sono contenti di uscire dalla cassa
e mangiano felici la loro colazione.

…e ti portano a scuola.

E infine la conclusione, repentina, geniale: nella stessa situazione del bambino che piangeva LACRIME DI COCCODRILLO ora c’è un VERO COCCODRILLO IN LACRIME. E’ avvenuto uno slittamento metonimico. Quasi che ad aver evocato il coccodrillo (ad aver evocato tutta la storia) sia stata esattamente la qualità delle lacrime del bambino, la loro tipologia di lacrima non-seria, il loro nome specifico. L’infanzia non è già sempre un mondo dal significato slittato? Dove le parole non stanno per le cose, ma sono le cose?

Però se ti capita di pestare la coda di un coccodrillo,
si arrabbia terribilmente
e ti morde.

Dopo finge di essere molto dispiaciuto,
e queste sono le LACRIME DI COCCODRILLO.

Lo stile delle illustrazioni ricorda lo stile dei grandi vignettisti dell’epoca…ed ha la stessa urgenza del testo: quella di testimoniare l’assurdo con la più disinvolta naturalezza. Se ad illustrare il testo ci fossero state delle immagini liriche, poetiche, non avremmo avuto lo stesso risultato; saremmo stati trascinati in una dimensione che è quella della fiaba, e il libro avrebbe perso la sua forza.

Maurice Henry, Dessin, 1948

Raymond Savignac, You Get Fun Out of Life, 1954

Jean-Jacques Sempé, Le petit Nicolas (1956-1964)

Anche il testo si affranca da ogni accento lirico. Se ci fate caso non c’è mai UN coccodrillo in particolare a fare da protagonista (se abbiamo un protagonista c’è il romanzo, cioè l’irrealtà della letteratura), ma I coccodrilli.
Il soggetto è generico, come in un manuale di zoologia, o una cronaca di viaggio.
Il narratore, il padre (in pigiama nella prima tavola ed in elegantissima tenuta da catturatore-di-coccodrilli nelle altre), parla al tempo presente, senza pathos: In ogni momento, anche ora, (TU) puoi partire per l’Egitto a cercare un coccodrillo, è semplicissimo, basta comprare un fez Non è il racconto di un’avventura, ma la descrizione di una realtà.

Ed è questo che ci piace incommensurabilmente: che la storia è vera, che è documentata e che è indirizzata a noi.
La fantasia installata a pieno diritto nella realtà (la nostra).

I coccodrilli sanno raccontare divertentissime storielle.


Che cos’è un “picture book”?

Che differenza c’è tra libro illustrato e album illustrato? Che cosa è un picture book? Nonostante la confusione che regna a proposito potremmo dire con una buona approssimazione che un “libro illustrato” è una storia illustrata da immagini, mentre un album illustrato” o “picture book” è una storia illustrata da parole e immagini.

Negli anni 50 il raffinatissimo editore Robert Delpire si emancipa dall’idea largamente diffusa in Francia dopo la seconda guerra che il libro per bambini debba veicolare valori pedagogici. Vuole creare libri in cui l’immagine “parli†ad un pubblico di adulti e bambini, indifferentemente.

André François, On vous l’a dit?, Delpire 1955

Alain Le Foll, C’est le bouquet, Delpire 1964

Maurice Sendak, Delpire 1967
(prima edizione :Harper and Row, 1963)

Nella concezione di questi nuovi libri l’immagine non dovrà più essere subordinata al testo, ma integrarsi ad esso in una relazione di mutua esistenza. Non solo. Il ruolo dell’immagine non è più confinato dentro la tavola illustrata. Immagine è anche il carattere tipografico scelto, il formato del libro, gli spazi bianchi, le idee che intercorrono tra testo e figure. Tutto il libro è un solo unico palpitante insieme: il picture book viene definito.

Un esempio. La storia di Biancaneve possiamo ascoltarla tendendo gli occhi chiusi e non un solo respiro verrà perso della sua poesia, al contrario se ascoltiamo ad occhi chiusi la lettura di un picture book (album illustrato) il testo ne risulterà incomprensibile, o comunque molto impoverito.
Nel prossimo post curioseremo tra le pagine di uno dei più geniali e divertenti picture book della storia dell’illustrazione: LE LACRIME DI COCCODRILLO di André François.

Le lacrime di coccodrillo, André François, Delpire 1956

E il vostro picture book preferito qual’è?


Interviste illustratori a Fahreneheit, Radio 3

A Faherenheit (in diretta su radio tre ogni pomeriggio), si è inaugurato un nuovo spazio per gli illustratori. Ogni mercoledì alle 17 e 40 è ospite un illustratore. Un appuntamento da non perdere! (Si può seguire la trasmissione alla radio o direttamente sul sito). Sono già stati invitati: Giorgia Atzeni, Fabian Negrin, Beatrice Alemagna e Roberto Innocenti. Non mi sembra che per ora sul sito si possano scaricare le interviste passate, vi invito a fare un appello alla redazione per domandare che le pubblichino.
Potete scrivere a:
fahre(at)rai.it

Roberto Innocenti, La rosa bianca, 1990 c

Ieri nell’intervista Roberto Innocenti a proposito delle figure dei libri ha detto:
I film, i videogiochi, la televisione hanno immagini che educano a diventare “spettatori”, le immagini dei libri invece educano a diventare “lettori”. Perché stanno ferme e si lasciano esplorare.


Susanne Janssen racconta la sua opera, video “Ilustrarte” 2007

Ecco il video della prestigiosa mostra Ilustrarte 2007 (Portogallo), dove tra i vincitori viene intervistata Susanne Janssen, (primo premio). Vengono sfogliate alcune pagine del libro che stiamo analizzando. Spero che il video vi aiuti coglierne la magia.
Per chi non conoscesse il francese l’illustratrice pronuncia queste meravigliose parole:

La fiaba è lo specchio della nostra anima e anche, spesso, delle nostre ombre.
Tutto quello che possiamo vedere nelle immagini, leggere nel testo, lo portiamo in noi stessi, noi stessi
siamo a volte “il pericolo”, “la strega” e tutto questo…

In attesa delle prossime avventure di Hänsel e Gretel…