Chiedo venia… volevo prepararvi un bel post ricco di consigli per la Fiera di Bologna e invece mi sono ridotta all’ultimo a sbrigare 2000 cose, non ho trovato il tempo. Parto domani. Ci vediamo martedì 24 alle 16 al Caffé Illustratori!

dentro intorno a margine a capo del libro illustrato
Chiedo venia… volevo prepararvi un bel post ricco di consigli per la Fiera di Bologna e invece mi sono ridotta all’ultimo a sbrigare 2000 cose, non ho trovato il tempo. Parto domani. Ci vediamo martedì 24 alle 16 al Caffé Illustratori!

Capita, quando leggo un album illustrato per la prima volta, che arrivata in fondo mi resti, oltre alle diverse emozioni legate alla storia o al piacere delle immagini, un fondo di “non capito”, qualcosa che, rimasto impastato alle pagine, mi dà la fastidiosa sensazione che mi sia sfuggito qualcosa. Allora ricomincio a leggerlo da capo, ben sapendo che spesso e quasi sempre questa fastidiosa sensazione è il campanello d’allarme di un album che ha qualcosa di prezioso da dirmi. Se alla fine della seconda lettura questa sensazione perdura, so che ho un album da analizzare.
ABC cercasi… di Gwénola Carrère è la spassosa carrellata di una serie di annunci del tipo “cerco casa” “offro”, pubblicati da buffi animali. Niente di difficile da capire, a prima vista. Ciò nonostante alla fine della quarta lettura (e tutte attentissime) non ero ancora riuscita a trovare la chiave di volta dell’album. Nel frattempo in mio soccorso erano arrivate due immagini molto precise.
La prima era una finestra aperta in un tardo pomeriggio estivo, quando l’aria tiepida trasporta di finestra in finestra i rumori interni delle case, l’acqua che cola nei lavandini, le voci delle televisioni accese, i piatti lavati e accatastati, il tintinnio dei bicchieri riposti, lo sciacquone dell’acqua di un bagno, lo sbattere di un’anta d’armadio, insomma, tutti quei suoni privati, intimi come i gorgoglii del proprio corpo, che d’estate si riversano festosi sulla strada, annunciando a gran voce che tutto il mondo è diventato un’unica casa, e il vicino sconosciuto fratello consanguineo.
La seconda immagine veniva da Quasimodo: Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole…
Grazie a queste due immagini, alla quinta lettura avevo finalmente in mano la chiave del libro (una delle chiavi).

In Abc Cercasi… giornale di annunci, personaggi diversi, che sembrano non conoscersi, pubblicano il loro personale desiderio.Alice, giovane tarantola sentimentale, cerca amici. Ama le cenette in compagnia. Nella pagina seguente Bruno, serpente boa, organizza cene il mercoledì sera, l’invito è aperto a tutti, nella terza pagina Carole, animatrice professionista, “dà vita alle vostre serate“. I personaggi sono collegati dal susseguirsi delle lettere, ma non solo. Quello che li collega è il concatenarsi dei bisogni: il desiderio di ognuno sembra rispondere perfettamente al bisogno dell’altro. Se solo Alice, che cerca compagnia, potesse sentire l’invito di Bruno… e se alle cene di Bruno venisse ad animare la festa Carole! Come il mondo sarebbe perfetto.
Ma, AHIME’… le pagine che vengono girate sono, nella loro verticalità , altrettanti invalicabili muri. Se abitualmente l’album, pagina dopo pagina, dà il tromp d’oeil di un filo-continuo, di un’unità di tempo e spazio, qui si rivela per la sua terribile natura: ogni doppia pagina è un mondo a sé. Come su una medaglia a due facce, io posso stare per sempre guancia a guancia col principe dei miei sogni e non incontrarlo mai.

Su questo primo livello di gioco l’autrice ne costruisce un altro, più sottile e complesso. Il bisogno di ognuno può essere risolto dal bisogno di un altro (io cerco amici per cenette in compagnia/io amo organizzare cene), ma può anche essere la causa dell’arsura e dell’urgenza di un nuovo bisogno. E’ una lotta/equilibrio sociale.
Denis l’alce (immagine sopra) è un intellettuale, non c’è tv in casa sua, solo libri: cerca editore per il suo primo libro. Ma, nella pagina dopo, Emma lo scoiattolo cerca disperatamente una nuova casa perché i libri l’hanno rovinata: il suo albero-casa è in viaggio per la fabbrica della carta.

Sembrava che l’assenza di televisione in casa dell’alce fosse buona cosa, ma i suoi libri hanno rovinato la vita allo scoiattolo. Allora? C’è una qualche denuncia morale sul consumo della carta? No (e in scelte come questa sta la differenza tra un album che fa “arte” e uno che fa “la morale”): nella pagina successiva siamo all’interno di una cartiera, Fanny, una formica operaia in tuta da lavoro, fa una piroetta e sogna di diventare ballerina: cerca scopritore di talenti.

Siamo dentro il paradosso affascinante di questo caotico terzo millennio. Il libro ne è un ritratto perfetto. Nessuno è davvero responsabile del disastro degli altri, ognuno muovendosi crea danno e bellezza allo stesso tempo e ogni movimento, che piaccia o no, porta una nuova possibilità di disastro e di salvezza. Siamo oltre il giudizio. Siamo alla deriva verso una nuova forma di estetica: il bello sgorga dal caos, dal disequilibrio, dalla varietà zoologica del nostro essere umani, con i nostri piccoli e grandi sogni, con la commovente bellezza della nostra solitudine ontologica. (Ognuno sta solo sul cuor della terra…)
Se Fanny la formica sogna di diventare ballerina, Gaia nella pagina dopo è una giraffa stella della danza che è stata investita da una macchina: cerca testimoni oculari del suo incidente stradale. Sogniamo le vite degli altri, mentre gli altri nel frattempo sognano che qualcuno testimoni il loro disastro.
La giraffa ingessata è una vittima? La pagina dopo ci spiazza di nuovo: Hassan, il vigile grida: GIRAFFA AL VOLANTE PERICOLO AMBULANTE. Vigile urbano offre lezioni di guida a prezzi imbattibili. Non ci sono vittime, né vincitori, non ci sono bisogni più vitali di altri, meno innocenti. Non c’è neppure il tempo, sembra, per poter costruire un sistema morale, ordinare una classifica. La solitudine dei personaggi trasforma ogni bisogno in un’urgenza, noi stessi voltando le pagine veniamo trascinati in un turbine.
Potete continuare da soli nella catena di sorprese caleidoscopiche che ci porterà alla lettera Z.Gwénola Carrère danza tra i personaggi e i loro annunci, fa lo slalom tra clacson e deserti, attraversa mari, e accarezza ogni superficie con la stessa immutata simpatia. Le ampie superfici monocrome, che riprendono lo stile dell’illustrazione russa degli anni 20 (un tratto modernista decisamente pertinente al soggetto), senza ombre né profondità di campo, accentuano la simpatia democratica dell’autrice per ciascun elemento del disegno, ed escludono la possibilità di una scala di valori.

L’ultima lettera è, all’ultimo momento, una lettera di salvezza. Zorro scrive: Alice, da quando ti ho incontrato, non ho più pace. Ti aspetto questa sera alla Trattoria degli Amici. Non mancare!
Il libro, che sembrava solcato da canyon invalicabili, ora diventa nuova cosa. Senza sapere come, l’annuncio della lettera A, di Alice, ha attraversato le pagine fino a Zorro, senza sapere come né dove, Zorro ha visto Alice, ha risposto al suo annuncio, ed ora è pronto a dichiarare il suo amore con un mazzo di fiori.
La fine è un nuovo inizio, il libro proseguirà oltre il libro, realizzando forse tutti i desideri, creandone di nuovi. Non solo…
La fine ci riporta alla prima pagina e ci costringe a ripercorrere l’album con un nuovo sguardo. Ora tutto il libro è percorso da un nuovo fremito di festa e di speranza. Forse la giraffa ballerina troverà un testimone al suo incidente stradale, forse sarà proprio Igor il motociclista… partiranno in due per attraversare in moto gli Stati Uniti? O forse Igor darà un passaggio a Emma lo scoiattolo sfrattato, e finiranno per restare a vivere nel ranch di Jackie? Mille e una ipotesi che d’improvviso spianano la strada alla sensazione che tutta questa cacofonia di desideri è in realtà un’unica melodia: batte il tempo il desiderio, non importa quale, basta averne uno. Il tuo qual’è, lettore?

Ancora due parole sulle risguardie: ricordate quando, a proposito dello storyboard, dicevoche possono essere decorative o contenere una riflessione sul libro? In questo caso Gwénola Carrère usa le prime due risguardie per introdurre la storia e per fare una riflessione di secondo grado sull’oggetto-libro. I personaggi protagonisti sono in fila per comprare lo spazio-annunci sul giornale. Il giornale si chiama ABC, proprio come il libro! Sono in fila dunque per entrare nella loro stessa storia, e non sanno ancora, forse, che ne saranno protagonisti.

La pagina dei titoli lo conferma, i personaggi entrano in un libro disegnato che è lo stesso libro (giornale di annunci) che noi abbiamo tra le mani. C’è quindi un grado di realtà dato dalla risguardia che sta per venir perso: quando i personaggi entreranno nel libro saranno di carta, saranno nella finzione. Ma noi sappiamo che sono veri! Così veri che nella quarta di copertina bucano addirittura il cartone.


Il libro ha vinto il primo premio al concorso internazionale coreano CJ Picture Book Awards International Competition 2008.
Le tavole originali di Gwénola Carrère saranno esposte dal 19 al 29 maggio, Michel Lagarde 70, rue de la Folie Mèricourt, Parigi. (Edizione francese: ABC des petites annonces, Editions Thierry Magnier).

Beatrice Alemagna mi chiede di dare un annuncio: il suo sito, che era rimasto chiuso per un’avaria alcune settimane, è di nuovo attivo. Non dimenticate di visitare la parte “news“, che è una sorta di blog dove ammirare le ultime novità .

Fiera di Bologna, Caffé Illustratori, martedì 24 marzo ore 16:00
BLOG – LE IMMAGINI NELLA RETE: autopromozione, comunità , riflessione critica
(BLOG – Images on the web: community, self-promotion and critique)
Con la partecipazione di Anna Castagnoli, illustratrice, www.lefiguredeilibri.com
Pablo Auladell, illustratore, pabloauladell.blogspot.com
Emmanuel Tavares, studente di illustrazione alla Parsons The New School for Design parsonsillustration.wordpress.com
Moderatore: Marcella Terrusi, Università di Bologna
Figure dei libri verà presentato ufficilamente alla Fiera di Bologna martedì 24 marzo alle 16, insieme ad altri due blog: il blog di una scuola di illustrazione americana e il meraviglioso blog di Pablo Auladell. Nello stile del Caffé Illustratori la conferenza sarà un dibattito aperto col pubblico: che ruolo hanno i blog oggi nel mondo dell’illustrazione? Io direi che è una splendida occasione per incontrarci tutti e discutere insieme di questo blog, iniziato per caso una anno fa e diventato a poco a poco un mostro tentacolare…
Dopo potremmo prenderci un po’ di tempo per noi, e magari visitare insieme la Mostra. Che ne dite? (Se qualcuno di voi avesse una videocamera potremmo anche fare un video dell’incontro da pubblicare poi qui per tutti!).

Maurizio A.C. Quarello racconta:
E’ un po’ complicato parlare del primo libro perché, in effetti, non so quale sia!
Nel 2004, dopo vari tentativi andati male, nel giro di pochi mesi ho saputo che quattro miei libri sarebbero stati pubblicati. Due erano legati a concorsi che avevo vinto, uno era un progetto che avevo proposto a un editore straniero (e che sarebbe andato in stampa solo due anni dopo) e poi l’ultimo progetto su cui avevo lavorato in quel periodo che sarebbe diventato il mio “primo libro”.
Perlomeno il primo per il quale avrei firmato un contratto e che sarebbe stato pubblicato, ma l’ultimo dei quattro che avevo illustrato. Effettivamente è un po’ complicato!

Comunque questo “fatidico primo libro” è “Babau cerca casa“, pubblicato nel 2005 da Orecchio Acerbo. E’ andata così: dopo varie telefonate e mail riuscii a strappare un appuntamento alla fiera di Bologna e mostrai il mio bel prototipo tutto montato a puntino in perfetto “stile Orecchio”, con la copertina di cartone spesso, il giusto numero di pagine e perfino la grafica fatta alla loro maniera. Insomma era un progetto realizzato ad hoc per loro! Mi pareva che ci fosse interesse, però non speravo davvero che il libro sarebbe andato in porto.
Invece, poco dopo essere tornato a casa, mi arrivò la telefonata di Fausta (Orecchio), l’editrice, che mi diceva che -sì- il libro lo volevano proprio fare. Ovviamente seguirono grandi festeggiamenti (avrei pubblicato un libro con ORECCHIO ACERBO!!!).

Tra la firma del contratto (assolutamente onesto) e l’arrivo dello scatolone con le mie copie sono passati alcuni mesi, che mi sono sembrati eterni, ma quando effettivamente ho sfogliato il “mio primo libro” sono rimasto impassibile. E così è successo poi anche per tutti gli altri, attendo sempre con impazienza l’arrivo del magico scatolone ma poi, quando lo apro e ho il nuovo libro tra le mani, resto freddo, divento ipercritico e trovo cento cose che avrei potuto fare meglio. Dopo qualche giorno mi passa e comincio a godermi la “nuova creatura”.
Ancora due giorni fa, quando mi sono arrivate le copie del mio ultimo Rouergue, ho appena dato un’occhiata al libro. Poi, la mattina dopo, l’ho sfogliato 20 volte…

Molti di voi mi scrivono in privato per capire come diventare illustratori, come fare a pubblicare i primi libri.
Per me una tappa imprescindibile da cui passare è quella di uno o più corsi di Illustrazione a Macerata o Sarmede. Una settimana o due con i più grandi illustratori contemporanei vale secondo me un anno di qualsiasi altra scuola. In questi corsi si impara il vero linguaggio dell’illustrazione, quello più attuale.

Quale corso scegliere?
Entrambe le scuole sono ottime per imparare il linguaggio dell’illustrazione, entrambe serie, e i due paesi in cui si svolgono sono deliziosi, uno tra i boschi e l’altro tra i colli verdi delle Marche. I costi per un corso di una settimana sono di 300 euro (310 per Sarmede) e se si decide di condividere un appartamento (scelta divertentissima) non si spende più di 16/20 euro a notte. Anche i più timidi verranno contagiati dall’atmosfera di grande scambio e allegria che regna nei gruppi di lavoro e non c’è modo migliore per cominciare a crearsi una rete di relazioni con persone che hanno i nostri stessi interessi. Se avete i mezzi economici e il tempo, fate magari due corsi di seguito con due illustratori diversi.
Scegliere Sarmede o Macerata?
Io ho sempre scelto rispetto all’insegnate che più mi ispirava, indifferentemente da dove era. Ognuno di noi ha uno stile ed è importante che si lasci attirare da cosa sente più vicino a sé.
Ora vi racconto la mia PERSONALISSIMA opinione sui alcuni degli insegnati del programma 2009 delle due scuole, per quello che so e per quello che ho sentito raccontare. Prendete queste informazioni con le pinze perché le esperienze sono sempre soggettive.
Dividerei gli insegnanti in due categorie: c’è chi insegna il proprio universo stilistico, tecnica inclusa, ed è prezioso se poi uno sa liberarsene e non diventare un clone (spesso accade) e c’è invece chi ha una maggiore sensibilità a tirare fuori lo stile personale di ogni allievo.

LA SCUOLA DI SARMEDE
In generale l’insegnamento di Sarmede è un po’ più tradizionale: salvo alcuni illustratori nuovi che sono stati integrati negli ultimi anni, come Octavia Monaco e Chiara Carrer, vi insegnano gli stessi illustratori da molti anni. Questo non è un demerito, ma ha portato Sarmede (secondo me) a restare un filino indietro rispetto al panorama dell’illustrazione contemporanea; ciò non toglie prestigio alla qualità sia artistica che pedagogica di nomi storici dell’illustrazione come Józef Wilkon, Linda Wolfsgruber, Svjetlan Junakovic o Jindra Capek. E se volete formarvi delle basi, Sarmede è una scuola perfetta.
Per partecipare bisogna inviare qualche fotocopia del proprio lavoro. Ma non spaventatevi, vogliono solo assicurarsi che abbiate un’idea minima di cosa significa illustrare.
Scadenza per l’iscrizione: 10 maggio 2009. (Potete anche iscrivervi direttamente al Salone di Bologna, portando il vostro book e mostrando i disegni). Costo: 310 euro
Insegnati 2009:
Svjetlan Junakovic: bravissimo e carismatico illustratore jugoslavo (ha vinto nel 2007 il più prestigioso premio spagnolo per il suo libro: Gran libro de los retratos de los animales, OQO edizioni). Non ho mai partecipato ai suoi corsi ma molte persone che conosco ne sono state entusiaste. Per chi vuole imparare o perfezionare la tecnica dell’acrilico è il corso perfetto. Junakovic fa parte di quei maestri che tendono a insegnare il proprio universo stilistico.

Jindra Capek: fu il mio primo corso di illustrazione e sono felicissima di aver scelto lui come primo insegnante. Capek è un illustratore classicissimo, raffinato ed elegante e insegna le basi del disegno illustrato (principalmente acquarello e acrilico). Forse non è tra gli illustratori più moderni ma i suoi consigli e un certo modo di procedere per fare un disegno mi sono preziosi ancora adesso.
Octavia Monaco: raffinatissima illustratrice italiana, dicono sia molto molto brava come insegnante, ha (o aveva) anche una sua scuola privata vicino a Bologna. Non ne ho avuto esperienza diretta.
Giovanni Manna: illustratore italiano di grande successo, lavora spesso con un tipo di illustrazione che potrebbe essere definita “documentaristica”. Insegna la tecnica dell’acquarello. Non lo conosco come insegnante.

Linda Wolfsgruber: ho fatto due corsi con Linda Wolfsgruber e trovo che, al di là del caratterino (è simpaticissima ma ogni tanto un pochino lunatica), sia un assoluto genio dell’insegnamento. E’ una delle poche persone capaci di spiegare i segreti di un album che funziona, del suo ritmo interno, e della composizione dell’immagine nel libro. Oltre a questo ha il dono di tirar fuori il vero stile dei suoi allievi, quello nascosto dietro i blocchi o sepolto sotto insegnamenti sbagliati. Da lei si impara a fare un disegno usando il linguaggio dell’illustrazione, il più libero e personale (collage, monotipia, tecniche miste) ma non solo, si impara l’arte di fare “un album illustrato”. La stra-consiglio vivamente.
Maurizio Olivotto: è un raffinatissimo artista. Fa un corso di tecnica incisoria. Mi ha sempre attirato ma ho poi sempre desistito per il prezzo (più caro degli altri corsi per via del materiale).
Chiara Carrer: italiana, è una delle più conosciute illustratrici del panorama internazionale. Non la conosco come insegnante ma un corso con lei mi ispirerebbe proprio. Lavora principalmente col collage e le tecniche miste.
Józef Wilkon: illustratore polacco nato nel 1930, è stato uno dei grandi illustratori storici del ‘900. Molti grandi illustratori si sono formati alla sua scuola, tra gli altri J.Zabala. Mi sono pentita di non aver frequentato un suo corso anni fa. Gli allievi ne erano entusiasti e i disegni che si potevano ammirare nella sua classe non assomigliavano a quelli di nessun altro corso. Fa lavorare con molta acqua, fino a che l’allievo perde il controllo sul disegno e inizia ad attingere a zone più profonde e istintive di se stesso. Se avete la pazienza e il rispetto per i limiti (in fatto di energia) di un insegnate di 79 anni è un corso che vi consiglio.
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La SCUOLA DI MACERATA
La scuola di Macerata, più giovane come organizzazione, ha un clima culturale vivacissimo. Nella scelta degli insegnanti è più aperta ai giovani talenti dell’illustrazione (con tutti i rischi del caso: un bravo illustratore giovane non è detto che sia già un buon insegnante) e a quelli più di spicco nel panorama contemporaneo, come Roberto Innocenti, Javier Zabala, Carll Cneut, Beatrice Alemagna e Pablo Auladell (per citarne solo alcuni). Se volete respirare un po’ del clima dell’illustrazione internazionale contemporanea e scoprirne stili e tendenze, Macerata è l’ideale.
Scadenza iscrizioni: 30 giugno 2009 (fino a esaurimento posti). Costo 300 euro
2/3 disegni da inviare per la selezione.
Insegnati 2009:
Roberto Innocenti: Premio Hans Christian Andersen 2008, Innocenti è senza dubbio uno dei più grandi illustratori contemporanei. Non ho informazioni sulla sua arte di insegnante, ma per la persona che è e per i libri che fa, ci andrei al volo.
Mauro Evangelista: grosso nome dell’illustrazione italiana è anche l’organizzatore dei corsi e di tutte le attività di Macerata. Come insegnate non ne ho testimonianze.
Maurizio Quarello: giovane illustratore che ha spopolato in pochi anni pubblicando una miriade di libri con le migliori case editrici internazionali. So che degli allievi di un suo corso a Padova ne parlavano molto bene.

Pablo Auladell: E’ uno dei più famosi e talentuosi illustratori spagnoli. Ha una grande cultura in fatto di immagine illustrata ed è un magnifico oratore. Non lo conosco come insegnate ma io mi iscriverei al volo.
Anna Laura Cantone: chi non la conosce?! Chi ha frequentato i suoi corsi di solito ritorna l’anno dopo. Lei è spumeggiante e simpatica come i suoi lavori. Se il vostro stile è sulla sua linea grafica non esitate.
Javier Zabala: raffinatissimo e carismatico illustratore spagnolo. Un’amica che ha frequentato i suoi corsi ne è stata felicissima. Insegna la propria tecnica, collage e acquarello, e ha una grossa cultura in fatto di illustrazione. Qui in Spagna organizza annualmente una sorta di simposio di 4 giorni sul tema dell’illustrazione.

Carll Cneut: nominato per il premio Ibby Hans Christian Andersen 2009 è uno dei più grandi illustratori contemporanei internazionali (potete leggere la mia analisi del suo lavoro qui). Che il suo stile vi piaccia o no, prendete seriamente in considerazione lui per la vostra scelta: come insegnante è un GENIO. Insegna illustrazione in Belgio in un’accademia d’arte e ha un vero talento per la pedagogia. Io quando sono entrata in un suo corso ero un’illustratrice mediocre, dopo soli pochi mesi pubblicavo con OQO il mio primo vero libro. Anche lui come Linda Wolfsgruber tira fuori il vero stile di ogni allievo, il più autentico. Tutti quelli che hanno frequentato i suoi corsi ne sono stra-entusiasti.
Eva Montanari: vivacissima illustratrice italiana, di nuovo purtroppo non so nulla della sua pedagogia né ho conosciuto chi abbia frequentato suoi corsi.
Alessandro Sanna: autore-illustratore, ha vinto molti premi ed ha illustrato testi classici come Calvino e Rodari. Come sopra, non lo conosco come insegnante.
Mara Cerri: bravissima e giovanissima illustratrice italiana. Di nuovo non so nulla del suo metodo di insegnamento.
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NB: se qualcuno di voi ha frequentato in passato qualcuno di questi corsi è pregato di raccontarci la sua esperienza, qui o sul forum, così arricchiamo questo post! Grazie.