Openday sul corso di Illustrazione dell’Accademia di Bologna

openday2009

CORSO DI FUMETTO E ILLUSTRAZIONE
22 aprile 2009
Una giornata per informarsi sui Corsi di diploma in Fumetto e Illustrazione

Per il secondo anno consecutivo i futuri studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna potranno soddisfare in prima persona tutte le curiosità relative al Corso triennale in FUMETTO E ILLUSTRAZIONE che, dal 2004 anno della sua istituzione, permette di conseguire, primo e unico in Italia, un diploma accademico di primo livello. Nei suoi primi cinque anni vita, il corso ha superato i 220 iscritti e, dall’A.A. 2007/08, ha ampliato il suo percorso formativo con l’attivazione del biennio specialistico in ILLUSTRAZIONE PER L’EDITORIA e l’istituzione del biennio in LINGUAGGI DEL FUMETTO a partire dal 2009/10.

In previsione dell’A.A. 2009/10, per meglio illustrare il percorso formativo e la struttura dei corsi MERCOLEDÌ 22 APRILE DALLE ORE 10.00 SI SVOLGERÀ UN OPEN DAY durante il quale gli studenti interessati potranno incontrare i docenti dei corsi, ricevere ulteriori informazioni e visitare l’Accademia. Nello stesso giorno sarà possibile effettuare una pre-iscrizione ai Corsi di diploma di primo e di secondo livello.

Informazioni più dettagliate sono reperibili sul sito
www.accademiabelleartibologna.it
e scrivendo a
infofumettoeillustrazione@accademiabelleartibologna.it

Accademia di Belle Arti di Bologna
Via delle Belle Arti, 54
Tel. 051/4226411
Fax 051/253032


Mostra Illustratori Bologna 2009: Mauro Evangelista

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Mauro Evangelista, Lettera a un figlio, Rizzoli, Selezionato alla Mostra Illustratori Bologna 2009
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Mauro Evangelista, Lettera a un figlio, Rizzoli, Selezionato alla Mostra Illustratori Bologna 2009

Dopo il dibattito sulla Mostra Illustratori 2009, ascoltiamo il punto di vista di uno degli illustratori selezionati quest’anno: Mauro Evangelista


Innanzitutto complimenti per la selezione! Prima domanda: le tavole sono state fatte ad hoc per Bologna o facevano parte di un altro progetto/ di un libro?

Le tavole selezionate fanno parte di una pubblicazione della casa editrice Rizzoli (edita poi anche in Spagna da Edelvives ed in Francia da Grasset) dal titolo “Lettera a un figlio”, ed è la traduzione di Beatrice Masini della poesia “If” di R. Kipling.

Hai già pubblicato libri? Quanti?
Circa trenta.

Cosa pensi della qualità della mostra di quest’anno? (della scelta dei giurati, del suo allestimento, dello stile “in vogaâ€-se ne hai individuato uno o diversi…etc)?
Devo confessare di non aver avuto tempo di visitare la mostra quindi non posso esprimermi a riguardo. Posso però dire che io vivo la Mostra Illustratori della Fiera di Bologna come lo sguardo di una giuria (che cambia ogni anno) sul panorama attuale dell’illustrazione. Non credo quindi che essa intenda avere un valore “assoluto”; questo comporta che possano essere scartate opere valide o, al contrario, selezionate opere che non convincano tutti, ma fa parte delle regole del gioco.
Riguardo agli stili “in voga” – e qui il discorso riguarda l’editoria in generale, la mostra ne è uno specchio – ritengo che il panorama sia molto migliorato. Una “nuova editoria” ha portato una ventata di novità significativa, con cui anche i grandi editori hanno dovuto fare i conti.

Artisticamente, quando qualcuno apre una via, poi molti si accodano ed anche questo è stato sempre così: non solo i maestri, ma anche le scuole pittoriche del passato hanno lasciato grandi opere. Il rischio è quello della banalizzazione di certe novità, ma qui entra in ballo l’onestà intellettuale dell’artista ed anche dell’editore.

Pensi che sia giusto che la mostra sia aperta democraticamente a tutti (professionisti e principianti) o preferiresti due sezioni distinte?
Non vedo l’esigenza della distinzione. La mostra ha un valore sopratutto stilistico e l’opera di un giovane artista può essere di valore come quella di uno affermato. Poi il passaggio da artista ad illustratore lo fa il saper raccontare una storia, l’avere uno stile consolidato, il saper portare a termine un libro, rispettare i termini di consegna etc. , ma un editore che sceglie un illustratore dal catologo queste cose le sa.

Se non è la prima volta che vieni selezionato a Bologna puoi raccontarci cosa ti ha portato la scorsa (o le scorse) selezione in termini di contatti/contratti/visibilità?
Sono stato selezionato varie volte; quella fondamentale è stata nel 1994 perchè poi arrivò il mio primo contratto con una grande casa editrice per un libro illustrato (“Una notte in hotel”, Grimm Press, Taipei- Taiwan). Credo che la Mostra Illustratori sia un’importantissima chance per gli artisti emergenti anche da un punto di vista “simbolico”, più importante ancora del tornaconto lavorativo, perché si è messi al “livello” dei professionisti e questo infonde sicurezza. Poi andando avanti con la professione – e con gli anni! – è difficile dire cosa “porti” la mostra; di sicuro il piacere dell’ apprezzamento del proprio lavoro.

Tutti gli illustratori sognano di far parte di questa mostra, ora quali altri traguardi ti prefiggi? Un nuovo concorso? Un sogno nel cassetto?
Quello editoriale è un lavoro di equipe; l’illustratore svolge un ruolo che non può prescindere dalle finalità dell’editore e dell’autore. Oggi vorrei provare a fare un libro da artista, cioè nelle condizioni di massima libertà di scelta. In questo momento sto leggendo e disegnando molto. Lavoro su diverse direzioni, ma non ho ancora deciso niente. E’ un momento che sognavo da tanto tempo.


Mostra Illustratori Bologna 2009: Ale+Ale

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Ale+Ale, immagine selezionata alla mostra Illustratori, Bologna 2009

Dopo il dibattito sulla Mostra Illustratori 2009, ascoltiamo il punto di vista di uno degli illustratori selezionati quest’anno: Ale+Ale (Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri)


Innanzitutto complimenti per la selezione! Prima domanda: le tavole sono state fatte ad hoc per Bologna o facevano parte di un altro progetto/di un libro?

Le tavole sono state fatte ad hoc. Abbiamo pensato al tema dell’uovo in modo quasi casuale, poi ci abbiamo “giocatoâ€, come facciamo abitualmente con i temi che ci capitano tra le mani. Solo quando siamo venuti alla Fiera ci siamo resi conto che il tema dell’uovo sembrava fatto apposta per il periodo pre-pasquale in cui si svolge la Fiera. Però guardando bene le nostre tavole, c’è ben poco di pasquale.

Hai già pubblicato libri? Quanti?
Abbiamo pubblicato 3 libri per ragazzi, e anche libri per adulti. Ma lavoriamo soprattutto per copertine di libri (romanzi, narrativa, saggistica…), illustrazioni per riviste e giornali e a volte per la pubblicità.

C
osa pensi della qualità della mostra di quest’anno (della scelta dei giurati, del suo allestimento, dello stile “in vogaâ€-se ne hai individuato uno o diversi…etc)?

Come negli ultimi anni, siamo piuttosto critici sulle scelte della mostra. Certamente ci sono anche illustrazioni che consideriamo ottime e di qualità, ma sono una piccola parte. Ce ne sono diverse che a nostro parere sono di livello piuttosto basso. Inoltre una cosa che apprezziamo è quando nella mostra vediamo qualcosa di nuovo. Siamo sempre alla ricerca di novità, per curiosità e passione, ma negli ultimi anni si vede ben poco di nuovo alla mostra. Spesso gli illustratori selezionati, anche se tecnicamente molto bravi, sono delle copie di altri illustratori e di stili visti e rivisti. Un altro aspetto che abbiamo notato nella mostra di quest’anno è la diversità di scelte che ha fatto la giuria. Sembra strano che la stessa giuria che ha scelto alcune illustrazioni, possa averne scelte anche altre che non hanno nulla a che fare nella qualità, nello stile e nella ricerca. Probabilmente questo è dovuto alle diverse anime della giuria, e forse è normale che sia così.

Avresti preferito poter allegare alle tue immagini una storia o un testo?
No. Ci piace molto che le illustrazioni parlino anche da sole. Crediamo che l’illustrazione debba avere un dialogo col testo e non ripeterlo fedelmente. E crediamo anche che l’illustrazione sia una forma d’arte della stessa dignità di un quadro. Perciò a nostro parere le illustrazioni devono avere vita propria. Ogni illustrazione dovrebbe per conto suo raccontare una storia e “parlare†senza bisogno di un testo. Perciò ci piace molto il fatto di guardare le mostre di illustrazione senza sapere le storie che stanno dietro a quelle illustrazioni, se ci sono. Tra l’altro il vincitore dell’Award di quest’anno, è proprio un libro senza parole e di sole illustrazioni, è la storia di Robinson Crusoe, edizioni Media Vaca.

Pensi che sia giusto che la mostra sia aperta democraticamente a tutti (professionisti e principianti) o preferiresti due sezioni distinte?
Pensiamo che sia giusto perché molti professionisti non hanno grandi qualità e molti principianti sono molto interessanti e portano nuovi stimoli e grandi capacità. Perciò crediamo sia giusto premiare la qualità artistica indipendentemente dalla quantità di libri che si sono pubblicati.

Se non è la prima volta che vieni selezionato a Bologna puoi raccontarci cosa ti ha portato la scorsa (o le scorse) selezione in termini di contatti/contratti/visibilità?
A dire il vero a noi non ha portato un granché le volte che siamo stati selezionati. In termini di contatti qualcosa, di contratti praticamente nulla. L’utilità sta nella visibilità, vieni visto da molti operatori del settore ed editori e molti poi si ricordano di te, anche negli anni successivi. Diciamo che ti apre delle strade, ma a noi non ha portato effetti immediati.

Tutti gli illustratori sognano di far parte di questa mostra, ora quali altri traguardi ti prefiggi? Un nuovo concorso? Un sogno nel cassetto?
I traguardi che ci prefiggiamo non sono concorsi, ma commesse di lavoro di qualità e da parte di clienti che rispettano e amano il nostro lavoro. Sogni nel cassetto sono tante idee di futuri libri che ci piacerebbe realizzare e che nella situazione editoriale in cui ci troviamo, difficilmente verrebbero pubblicati.


Presentazione Figuredeilibri a Bologna Book Fair 2009

BLOG – Images on the web: community, self-promotion and critique, Bologna Book Fair 2009, martedì.
Sono stati presentati tre blog sull’illustrazione: il blog personale di Pablo Auladell, il blog di critica Le Figure dei libri della sottoscritta Anna Castagnoli, e il blog della The New School for Design (New York), presentato da Emmanuel Tavares. Tre modi diversi di usare lo strumento blog: l’auto promozione, la critica, la diffusione di informazioni.

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Presentazione del Blog Figure dei libri

Ognuno ha presentato nel dettaglio il suo blog; purtroppo, per via della necessità di tradurre dallo spagnolo e dall’inglese, non è rimasto molto tempo per discutere di altro. Mi sarebbe piaciuto poter parlare di più della capacità dei blog di tessere legami (virtuali e reali), creare una comunità di interessi, e anche dell’influenza che ha il formato “blog” sulla forma della scrittura e della critica.

Mi sarebbe piaciuto parlare della libertà di espressione di internet, mondo affatto democratico, dove chiunque può dire la sua senza censura, senza che la sua persona fisica si intrometta nel discorso. In un gruppo, il nostro abbigliamento, la postura del corpo, le nostre timidezze o mancanze, determinano una geografia sociale e psicologica che spesso influenza il modo in cui ci esprimiamo… In internet siamo fantasmi, e questo facilita il dialogo, la generosità o l’arroganza (anche i fantasmi hanno le loro idiosincrasie!).

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Pablo Auladell ha parlato del blog come forma per auto promuoversi. Oggi crearsi un blog è facilissimo e completamente gratuito (sia Blogger che WordPress sono ottimi supporti che facilitano l’operazione). Ma proprio per questa facilità, che dà a chiunque la possibilità di esporre il proprio lavoro, il blog resta un mezzo di promozione di categoria B rispetto ad un sito personale. Il sito personale però domanda mezzi economici e tecnici di maggiore consistenza, non sempre realizzabili. Beatrice Alemagna è intervenuta sullo stesso argomento e ha confermato la sensazione di Auladell rispetto ai blog. Molte persone, presenti tra il pubblico, hanno detto di avere sia un sito personale che un blog.

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Beatrice Alemagna interviene durante il dibattito
castagnoli_auladellPablo Auladell: “Ai tempi di mio padre se non andavi in televisione non eri qualcuno di importante. Oggi se non sei in internet, non esisti”.

Per preparare la conferenza ho studiato e letto molte discussioni “calde” a proposito di internet che animano questo momento storico. Internet minaccia la fine della stampa, (i giornali on line superano per odiens quelli stampati e non registrano crisi), minaccia con la sua libertà di espressione i poteri costituiti, cambia nei lettori il modo di accedere alla cultura (indebolimento della memoria, cambi nei processi cognitivi di acquisizione dei dati, etc): se prima conoscere era andare in profondità, oggi sembra che conoscere assomigli di più a un surfare sulla superficie, si fanno più forti le qualità associative, le competenze di “rete”.

Rita Levi Montalcini in un’intervista rilasciata all’Unità ha detto che la più grande rivoluzione del ‘900 non è la teoria della relatività, non la fisica quantistica, i progressi della medicina… ma internet. Che ci faccia paura o meno, internet rivoluzionerà l’uomo, i suoi sistemi cognitivi, le sue abitudine sociali. Forse gli stessi dibattiti erano in corso quando fu inventata la scrittura più di seimila anni fa?

Ringrazio Marcella Terrusi, segretaria di Ibby Italia, per tutta l’organizzazione della conferenza e per averci fatto da mediatrice, e Miguel Tanco per la traduzione dallo spagnolo. E’ stato bellissimo sapere/sentire che molti di voi erano presenti e vicini.


Primo “gruppo di lettura Album Illustrato” a Milano, e che gruppo!

Udite udite! E’ avvenuto a Milano il primo incontro Gruppo di lettura Abum illustrato. Dopo che su FigurdeiLibri avevo riportato la mia esperienza barcellonese, e grazie al forum, si sono creati diversi gruppi in Italia (di cui aspetto fiduciosa il resoconto), il primo è partito.
Alla presentazione del blog al Caffé Illustratori di Bologna (vi farò il resoconto dopo le feste) si era parlato proprio della fulminea velocità di internet nel creare possibili “reti culturali”. Questo dei Gruppi di Lettura mi sembra l’esempio più calzante, non solo: è così riuscito che mi è venuta l’irresistibile voglia di prendere un aereo e partecipare al prossimo incontro!

dolittleDottor Dolittle, Garzanti 1967, uno dei libri di cui si è discusso nel gruppo

Giovanna Zoboli, editrice, ci ha, con infinita gentilezza, raccontato il primo incontro:
Cara Anna, ieri sera si è riunito a Milano, per il suo primo incontro, il gruppo di lettura sugli albi illustrati nato dalla proposta da te lanciata attraverso il tuo blog. Dobbiamo la sua realizzazione alla infaticabile Diletta Colombo, che si è veramente spesa per organizzarlo e ci è riuscita ottimamente mettendo insieme persone diverse, per età, provenienza, esperienza, ma direi tutte in sorprendente sintonia, per quel che riguarda curiosità, interesse ed entusiasmo. Eravamo in undici: tre editori, una ex editrice, un editrice junior, una grafica, due illustratrici, una libraia, una scrittrice, un architetto nonché organizzatore di eventi legati al libro e alla lettura.

Diletta aveva chiesto a ognuno di noi di portare un libro illustrato a cui si è stati, o si è, particolarmente legati (in senso positivo o negativo), e di utilizzarlo per presentarci al gruppo. Così è cominciata la serata: ognuno parlando agli altri di sé e del libro, o meglio: di sé attraverso il libro. I libri scelti sono stati diversissimi e veramente quello che ognuno ha detto varrebbe la pena di essere riportato, se ce ne fosse il tempo e lo spazio. È stato molto interessante ascoltare come le storie delle persone e dei libri si intrecciassero e come parlando della relazione privilegiata con il libro scelto balenassero ambienti, culture e abitudini familiari, inclinazioni personali, attitudini, gusti, desideri non solo dell’infanzia, ma tutt’ora molto vivi perché traghettati al presente. Ho detto “libri molto diversiâ€. Ve ne cito alcuni: dai classicissimi, come un Winnie –Poh e un Dottor Dolittle, editi entrambi da Garzanti,

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a I giorni più belli, spaventoso libro edificante per giovinette anni Cinquanta, illustrato dalla celebre “Maria Piaâ€, che ha avuto su tutti un effetto a dir poco esilarante.

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Da Un giorno nella vita di Cecilia Lardò, splendido volume Emme Edizioni, a Fiabe dell’Urss, donato da una nonna distratta a una bambina disneyana rimasta però folgorata dall’illustrazione d’oltre cortina.

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Da un pop-up Hänsel e Gretel, che fra l’altro non vedevo da quando ero bambina e mi sono ricordata di avere posseduto (è stata una vera e propria agnizione…), al singolare Tom e Luc con parole di Renata Schiavocampo e immagini di Santa La Vella, a L’onda di Suzy Lee che utilizza un elemento concreto del libro come la piega centrale a fini narrativi (siamo in piena lezione munariana).

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A Come i bambini vedono il mondo, raccolta di pensieri e disegni di bambini di tutto il mondo raccolti da Jella Lepman, fondatrice dell’Ibby, della Internationale Jugendbibliothek di Monaco, e del Premio Hans Christian Andersen (praticamente, ha fatto tutto lei; in uscita la sua autobiografia da Sinnos).

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Naturalmente ogni presentazione ha fatto immediatamente emergere numerosissime tematiche legate all’albo illustrato: dalla classica, “quando un libro si può dire per bambini?â€, “quando non lo è più?â€, “che relazione hanno i bambini con i libri?â€, “cosa li colpisce?â€, “è possibile per un adulto ricordare questa relazione e recuperarla, utilizzandola per capire cosa i bambini amano e cosa è importante che leggano/vedano?†“che cos’è un libro illustrato?†eccetera.
Su tutti questi argomenti, e anche su altri, si è discusso appassionatamente, e anche con grande divertimento e piacere, direi. La serata è stata riuscitissima. E siamo rimasti d’accordo di ritrovarci, fra un mese, l’undici maggio, per parlare di “libri senza paroleâ€. Adesso ognuno si metterà al lavoro per trovare qualcosa di interessante da sottoporre all’attenzione degli altri, su questo tema: libri, esperienze, conoscenze eccetera.
Detto questo… tutti quanti ti ringraziamo per averci passato questa idea senza la quale l’incontro di ieri non avrebbe avuto luogo. Poi ringraziamo Diletta, che ha fatto da tramite fra l’idea e la sua possibilità di diventare concreta. E infine Matteo Schubert, che ci ha ospitato nella sua bella e accogliente casa. Per quanto mi riguarda ringrazio tutte le persone che hanno partecipato, coi loro libri e le meringhe, le focaccine e i biscotti che hanno allietato la serata. Per me sono state, tutte, una grande, bella, vera sorpresa.

Giovanna Zoboli


Mostra Illustratori Bologna 2009: un’analisi

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Mostra Illustratori Bologna 2009

La giuria: John A Rowe (Gran Bretagna, illustratore), Won Bok Rhie (Corea, Illustratore, docente di illustrazione all’Università della California Irvine), Beatrice Masini (Italia, scrittrice, responsabile editoriale Fabbri e Rizzoli), Eduardo Filipe (Portogallo, ideatore e responsabile organizzativo Ilustrarte).

A prescindere dalla qualità più o meno alta delle tavole esposte, e fatta eccezione per alcuni disegni, la Mostra illustratori 2009 non mi è piaciuta, ho sentito una mancanza di coerenza nelle scelte della giuria, e un disordine conseguente (il disordine può anche essere arricchente, ma ero abituata a un messaggio più chiaro da parte delle giurie e sono stata spiazzata).
Molte, troppe illustrazioni non mi hanno raccontato una storia. Troppi disegni carini, puliti, ben fatti, che restavano sulla carta come un compito. Ma per non parlare sempre a vanvera, e di non si sa cosa, inizio questa carrellata con due immagini che non c’entrano nulla con la mostra e che ho rubato ad un libro di  Komako Sakaï.

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Subito, senza neanche fermarmi a pensare se il disegno è bello o non è bello, senza conoscere la storia, vengo catturata dal senso dell’immagine, non posso staccare gli occhi dalle forme, esse mi interrogano e mi chiedono notizie sull’identità di questo orsetto malinconico, sulla sua relazione con il minuto uccellino, voglio sapere. Guardate nella seconda immagine come è potente la relazione tra i due personaggi, c’è una tensione che mi cattura, e niente altro attorno, niente che non sia necessario.

Passeggiando per la Mostra illustratori 2009 vedevo disegni, non storie, non emozioni, non tensioni interne. Ero anche un po’ satura, devo confessarlo, di illustrazione. Avrei voluto vedere qualcosa di originale e invece la maggior parte delle tavole sembrava avere una di queste tre etichette: “disegno alla moda da rivista”, “realismo magico”, “stile filo-iraniano” (anche gli iraniani doc mi sono sembrati un filo troppo filo-iraniani!).  Per quanto riguarda il gruppo “realismo magico”, non ne basta una di Iku Dekune? Per quanto riguarda il gruppo “disegno da rivista” la selezione Figures Futur 2008 ci ha già mostrato che si può osare di più. Non che non si debba entrare sotto una di queste etichette (l’arte è sempre stata una corrente), ma che almeno lo si faccia con coraggio.

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Anna Fujihara, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Zahra Sarmashghi, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Valeria Valenza, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Valentina Sozzi, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Pablo Amargo, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Laura Acquaviva, Mostra Illustratori Bologna 2009

Merita una parola a parte il lavoro di Glenda Sburelin. Ho trovato il suo angelo commovente. Con le sue lunghe ali fatte di cartelli pubblicitari stropicciati, la sua timidezza (lo vedete nascosto dietro il ritratto di  famiglia) sembrava trascinare con sé il disagio dei bambini di oggi, con la loro poesia ingombrante tra la folla dei passanti.

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Glenda Sburelin, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Glenda Sburelin, Mostra Illustratori Bologna 2009
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Osamu Komatsu, Mostra Illustratori Bologna 2009

Un altro difetto che ho notato ripetersi è l’incapacità di creare e chiudere l’universo del disegno. Più l’universo del disegno è un mondo a sé (vedi Shaun Tan, o l’angelo di schiena di Glenda Sburelin), più dà le spalle al visitatore ignorandone lo sguardo come qualcuno che o non sa di essere visto o se ne infischia, più la nostra curiosità è viva. Non è forse sempre affascinante spiare illecitamente dentro le finestre di una casa? Nella scelta del taglio prospettico, nella scelta della profondità di campo, nella scelta, soprattutto, della distanza che decidiamo di porre tra lo spettatore e il piano più superficiale del disegno, apriamo o chiudiamo il mondo del disegno.

Immaginate un vetro che delimita la quarta parete del disegno (quella che separa lo spettatore dalla scena), e poi chiedetevi: quanto è vasto il mondo dell’illustrazione riprodotta qui in basso? Quanto è profondo? E’ tutto appiccicato al vetro. Tutto rivolto verso di noi.
L’illustratore ha voluto comunque creare una distanza: ha messo di sbieco le linee degli sguardi e le ha puntate dietro di noi, alla nostra sinistra. Non basta per incantarci. Forse se avesse osato far puntare i sei occhi delle tre donne sotto vetro dritti nei nostri, l’immagine sarebbe stata più coraggiosa, e dunque più forte.

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Yuri Mildeberg, Mostra Illustratori Bologna 2009

Nell’immagine di seguito invece (interessante la tecnica), l’ombra lunga delle zampe del gatto sposta il piano della scena molto più in là rispetto al vetro (virtuale). Ma, su questa scena in fondo, quello che accade è di nuovo confuso e poco interessante. Non solo dobbiamo costruire uno spazio teatrale, ma uno volta costruito dobbiamo far recitare bene gli attori, basta un attore mediocre, o posizionato male nello spazio, e l’illustrazione perde interesse.

Qui non si capisce la relazione tra il gatto e l’uccellino. L’uccellino sembra nascondersi, ma se il gatto (quello reale) è davanti a lui, gigante, lui non è nascosto per nulla. Se l’uccellino invece è appiattito dalla paura, allora è un attore poco convincente. Se la relazione è tra l’ombra che profila il gatto e l’uccellino, di nuovo, non ne capisco la natura (se la grandezza dell’ombra è minacciosa, la postura del gatto non lo è). Non importa se un testo potrebbe chiarire la faccenda. L’immagine deve sapere dire autonomamente (e immediatamente) qualcosa di leggibile.

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Matthias Doebele, Mostra Illustratori Bologna 2009

Interessanti i lavori di Igor Maier, un espressionista “digitale”. Ancora troppo rivolti “verso il pubblico” ma abbastanza coraggiosi da rimanere in piedi (morti a inclusi!).

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Igor Maier, Mostra Illustratori Bologna 2009

Ho aperto questa carrellata con due immagini tratte da un libro orientale, e chiudo con un altro esempio di Illustrazione con la I maiuscola, una potentissima immagine di Shaun Tan esposta in mostra. Di nuovo: l’immagine mi racconta qualcosa, è narrativa e io sento il privilegio (per nulla scontato) di assistere alla scena. Che non si dica che 5 immagini non bastano a raccontare una storia, o che ci vuole il testo per capire… una ben fatta è più che sufficiente. (Sono pedante ma lo ripeto: autosufficiente non vuol dire che debba reggersi da sola. Nell’immagine qui sotto io ho tutta una storia che segue da scoprire…).

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Shaun Tan, Mostra Illustratori Bologna 2009

Sto diventando troppo severa? Raccontatemi le vostre impressioni…