L’homme qui plantait des arbres (film d’animazione di F.Back)

Quando, nel 1988 “L’homme qui plantait des arbres” di Frédéric Back, (dal celebre racconto di Jean Giono) vinse l’Oscar all’Academy Awards come miglior film d’animazione, e a seguire una quarantina di premi in tutto il mondo, nessuno si sarebbe aspettato che a poco a poco divenisse un cortometraggio difficile da trovare, riservato alle sale dei cinema d’essai o alle collezioni private (vedi nota a piè di pagina).
Me lo fece conoscere Emanuele Luzzati, in una proiezione dei suoi “tesori” al Centro Culturale Francese di Genova, quasi una ventina di anni or sono. L’ho ritrovato su internet, recitato dalla magnifica voce di Philippe Noiret (con sottotitoli in italiano). Non guardatelo adesso, aspettate che il mondo fuori dalla vostra finestra faccia silenzio, trovate un quarto d’ora senza tempo…

L’homme qui plantait des arbres, Jean Giono e Frédéric Back, 1987

Errata corrige: Susi ci informa che il dvd con il video è reperibile in Italia nelle edizioni Salani. Scusate l’imprecisione.


La caduta delle gocce (Julio Cortázar ed Elena Odriozola)

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Aplastamiento de las gotas, Julio Cortázar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes 2008

“El aplastamiento de las gotas” (aplastamiento può essere tradotto con: appiattimento/sconfitta/schiacciamento) è una meravigliosa poesia di Julio Cortázar. Lo scrittore argentino descrive in tono drammatico e con minuzia i movimenti delle gocce in un giorno di pioggia, il loro scivolare contro il vetro, il loro cadere, il suicidio di una, l’esitazione dell’altra… fino all’ultimo addio. Metafora della nostra caducità umana, la poesia mostra soltanto delle gocce. Ora, prima di continuare a leggere il post, ascoltate la poesia letta dallo stesso Cortázar, poi chiudete gli occhi e chiedetevi come l’avreste illustrata se un editore vi avesse chiesto di illustrarla. “Non so, guarda, è terribile come piove…

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Elena Odriozola l’ha illustrata con un’eleganza quasi giapponese, dove il vuoto, l’essenziale, quello che non è detto, sono protagonisti. E ci ha dato un esempio delle vette che possono raggiungere l’illustrazione e l’arte d’interpretazione di un testo.
Nella prima doppia pagina una donna è davanti alla pagina bianca di sinistra. Il testo inizia il suo canto: non so, guarda, è terribile come piove… Mai pagina bianca è stata più densa di gocce d’acqua, di mistero. Se l’illustratrice avesse riempito di deliziose goccioline (o violente linee, come volete) la pagina di sinistra, la nostra fantasia non sarebbe stata così stimolata.

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Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008

Nella pagina successiva la donna non si è mossa, la posizione delle mani è appena mutata, subito abbiamo la sensazione che siano passati solo pochi secondi dalla scena precedente (un grande illustratore sa creare “il tempo” tra le sue pagine e dargli un ritmo). La donna non si è spostata ma la telecamera sì, ha fatto un movimento verso destra, la pagina bianca di sinistra è stata inghiottita dal movimento della telecamera e nella parte di spazio che invece è apparsa, la destra, entra in campo un uomo.

L’illustrazione di un libro non termina tra i confini delle sue pagine, (ne avevamo parlato nell’analisi dello stile di Carll Cneut), ma con questo delicatissimo movimento di camera è più evidente: lo spazio bianco della prima pagina è rimasto al suo posto ma ora è fuori dal libro e il suo vuoto vibra in modo ancora più potente:  ora vediamo (immaginiamo) una finestra di profilo, gocce che cadono sui vetri, e cosa? Un giardino? Una strada? Un bosco? La voce narrante ci indica cosa guardare, queste gocce che si schiacciano sul vetro, scivolano, cadono…

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Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008

Tutto il libro funziona su questo principio: le inquadrature sono fotogrammi di un film dove la telecamera si sposta continuamente a destra, poi sinistra, con movimenti contenuti, lenti. La distanza dai protagonisti è sempre la stessa. Nelle ultime immagini comparirà a sinistra il profilo di una porta-finestra  e il finale drammatico della poesia sarà attenuato dal gesto dell’uomo che esce e rientra, portando un fiore bagnato alla donna.
Abbiamo un testo che parla solo di gocce d’acqua e un libro dove non è illustrata neppure una goccia d’acqua. Ma, alla fine del libro, abbiamo le mani bagnate. Gocce d’acqua ci sono cadute sugli occhi.

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Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008

Forse non abbiamo la drammaticità della poesia di Cortázar, la Odriozola ha scelto di esprimere quello che c’era dietro la poesia (il suo significato più intimo), stiamo guardando le emozioni di Cortázar stesso, quando in un giorno di pioggia sente tutta la fragilità del suo essere umano, mentre qualcosa fuori, nell’umido spazio del mondo, muore.

Cliccando qui potete vedere un video su Youtube di animazione di questo libro, ma non l’ho postato perché secondo me ne snatura il tempo e la grazia.


La soluzione del gioco “Indovina chi”!

ll gioco Indovina chi del 18 giugno 2009 è stato vinto da David! Bravissimo David e complimenti anche al papà appassionato di illustrazione (e grazie anche ai gentili lettori che hanno contribuito a svelare il misterioso puzzle). Puoi inviarmi a lefiguredeilibri(at)gmail.com il tuo indirizzo, così ti spedisco il libro.

Quando qualche illustratore alle prime armi si chiede “che cosa è lo stile”, ecco, qui avete 20 esempi di inconfondibili e meravigliosi stili.

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Indovina Chi

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carll_cneutCarll Cneut, Belgio

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Edmund Dulac, Francia 1882-1953

04

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Kate Greenaway, Londra 1846-1901

05

elenaodriozola_mujerElena Odriozola, Spagna

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Jean de Brunhoff, Francia, 1899-1937

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Sara Fanelli, Italia

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Wolf Erlbruch, Germania

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Maurice Sendak, Stati Uniti

11

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Jozef Wilkon, Polonia

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Arthur Rackham, Inghilterra 1867-1939

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Lisbeth Zwerger, Austria

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Kveta Pacovska, Repubblica Ceca

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Lorenzo Mattotti, Italia

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Roberto Innocenti, Italia

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Beatrix Potter, Inghilterra, 1866-1943

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Tomi Ungerer, Francia

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Pablo Auladell, Spagna

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Saul Steinberg, Romania 1933-1999

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Vittorio Accornero, Italia 1896-1982

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Komako Sakai, Giappone

Un gioco per illustrofili

Parto in vacanza una decina di giorni e vi lascio con un rompicapo da risolvere: chi riuscirà a indovinare TUTTI gli illustratori che compongono questo collage sarà il vincitore! Scadenza gioco: lunedì 29 giugno. Come premio il mio ultimo racconto illustrato da Gabriel Pacheco, con dedica. (L’idea del gioco l’ho presa su un bellissimo sito di studi sull’arte, purtroppo non più attivo, La boite à Images).
A presto! Anna

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Indovina chi…

IL PREMIO (oltre la gloria!)

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Il premio: Anna Castagnoli e Gabriel Pacheco, Il grande viaggio, OQO Editora (in spagnolo con traduzione allegata)

Corsi di illustrazione estate 2009 (Zabala e Junakovic a Roma)

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Federico Garcia Lorca e Javier Zabala, Santiago, Zorro Rojo 2008 (menzione d’onore alla Fiera di Bologna 2008)

Corso di Illustrazione con Javier Zabala
Organizzato da Cactus Studio
Dal 31 agosto al 4 settembre
Ostia lido (Roma)
Scarica il pdf col programma dei corsi

Corso di Illustrazione con Svjetlan Junakovic
Organizzato da Cactus Studio
Dal 7 agosto all’ 11 settembre
Ostia lido (Roma)
Scarica il pdf col programma dei corsi

NB: ai partecipanti verrà chiesto di lavorare sul progetto-libro realizzando alcune tavole per una storia scelta da Sinnos Editrice alla fine del corso di scrittura creativa (vedi sotto).

Corso di Scrittura Creativa con Manuela Salvi
Organizzato da Cactus Studio
Dal 7 agosto all’ 11 settembre
Ostia lido (Roma)
Scarica il pdf col programma dei corsi

NB: i testi prodotti durante il corso saranno sottoposti a una selezione finale a cura di un rappresentante di Sinnos Editrice con la possibilità di essere scelti per una eventuale pubblicazione.


Il processo di creazione di “Due rotondi identici?”

Leggi l’analisi del libro…

Sono andata ad intervistare Neus Moscada, autrice del libro Dues rodonoes idèntiques? analizzato nel post precedente. Mi chiedevo, in piedi sul metro che mi portava verso il luogo dell’appuntamento, quale lavoro ci potesse essere dietro un libro così “semplice”. Quali domande avrei potuto fare?
Arrivata, non ho avuto bisogno di domandare nulla, Neus mi aspettava con una scatola in cartone. Dentro la scatola… un mondo: appunti, una spessa agenda stracolma di note, collages, fotografie, le prime maquettes dell’album…

portada
La copertina del “diario di creazione di un’idea” di Neus Moscada
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Due pagine interne del “diario di creazione di un’idea” di Neus Moscada

Il libro è  infatti il risultato di un esercizio dato agli allievi durante un corso di dottorato in “Comunicación, Arte, Educación”; oggetto di questo lavoro era la documentazione, fino al dettaglio più minuto, dei processi di creazione che soggiacciono a un’opera.
Partendo da uno spunto dato gli alunni dovevano realizzare un collage registrando passo passo tutte le voci, i sussurri, le immagini, le associazioni che accompagnano i processi creativi. Neus scelse di creare un album illustrato.

Il tema di partenza era: i contrari. Le prime domande del dibattito aperto nella classe furono molto semplici: che cosa è “un collage”? Che cosa sono “i contrari”? Un’alunna disse: perché ci sia un collage ci vogliono due elementi. E Neus rispose: anche per avere I contrari c‘è bisogno di un minimo di due elementi.
Il passo successivo fu quello di esplorare quello che già esisteva sul tema dei contrari. Il primo libro che Neus consultò:  Els contraris di Pittau & Gervais (Blume, 2003), fu quello che le diede l’idea.

les_contraires

elefanti
Schizzo sul diario di Neus accompagnato da riflessioni dopo la lettura del libro di Pittau & Gervais

Nel libro di Pittau & Gervais ogni doppia pagina presenta una coppia di elefanti di caratteristiche diverse: grande/piccolo, di fronte/di dietro, ma anche: visibile/invisibile… etc. Ma la pagina che diede l’idea a Neus fu quella in cui ad una coppia di elefanti identici era associata una coppia di aggettivi diversi. Una prima associazione di idee portò questa riflessione: che relazione c’è tra forma e contenuto?
No siempre la cara es espejo del alma. Me parecio? muy interesante jugar con los te?rminos de igualdad y diferencia en el a?mbito formal relaciona?ndolo con la individualidad intri?nseca de los seres.”
(Non sempre il viso è lo specchio dell’anima. Mi sembrò interessante giocare con i termini di uguaglianza e differenza nell’ambito delle forme, relazionandolo con la individualità intrinseca degli esseri).
Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Il passaggio a due forme identiche, interrogate da una voce esterna sulle loro qualità fu breve: la prima idea del libro era stata disegnata. Mostrando la prima maquette ad amici e colleghi (nella prima maquette i due rotondi erano due gommini applicati con la colla nell’ultima risguardia, così da permettere ai cerchi protagonisti un’identità assoluta attraverso le pagine forate) Neus raccolse opinioni e commenti (trascrivendoli) e questo le premise di avanzare nell’elaborazione dei concetti e del libro:

” Io userei la parola “simile” per la forma e “identico” per la texture” Rafa, 67 anni.
“Preferirei che dicessero: – mi sento circolo; mi sento circonferenza -, è più filosofico, meno aneddotico”
Manolo, 43 anni.
” Hai pensato di mettere i gommini  in pagine differenti?”
Mar, 39 anni
“I rotondi sono come le persone, siamo tutti differenti”
Nora, 7 anni
“Questo racconto mi piace perché mi fa pensare e non ti fa “la morale”, mi ricorda Umberto Eco: …con quel nome che rende la cosa o la cosa significa il nome
Clara, 39 anni
Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Il libro si sviluppò in modo abbastanza fluido, racconta Neus, fino al finale, in cui si trattava di tirare le somme e trovare cosa davvero differenziava questi due rotondi. Dopo lunghi appunti su diverse forme di identità (mascolino/femminino, gusti/disgusti…) Neus si concentrò sulle definizioni geometriche di quello che vedeva. Cosa vedeva? Due cerchi. Cercò cerchio sul dizionario e uscirono: punto, circonferenza, sfera. A queste parole si potevano associare delle tipologie di carattere.

“Los ci?rculos, sujetos profundos, serios, con contenido, de gran riqueza interior; las circunferencias, personajes ma?s superficia- les, livianas, que representari?an el continente, lo exterior…, los puntos, individuos simples, corrientes, comunes, vulgares; las esferas, figuras tridimensionales, con cuerpo, completas, complejas… Usar cada uno de estos te?rminos connotaba significados diversos.”
(I cerchi: soggetti profondi, seri, composti, con un contenuto, di grande ricchezza interiore; le circonferenze, più superficiali (…)… I punti, individui semplici, comuni, volgari; le sfere, figure tridimensionali, con un corpo, complete… Usare ognuno di questi termini porta a significati diversi.). Dal diario di Neus Moscada.

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Dal diario di Neus Moscada

Oltre alla definizione di quello che erano i due cerchi, era importante trovare un verbo… il modo di “esprimere” questa diversità. A me piacciono i cerchi era molto diverso dal dire mi sento un cerchio. Il verbo “sentire” era più forte, parlava di quello che c’è all’interno… Neus esplorò finali più ironici, come nel libro El globito rojo di Iela Mari (Kalandraka, 2005) o Das runde Rot di Katja Kamm (Bajazzo, 2003): i punti potevano essere una macchia, l’impronta di qualcosa… Un altro finale possibile, anche se più concettuale, poteva essere: Io sono di spalle, io di fronte. Oppure: sono il punto finale della parola fine, un finale di marcato carattere ipertestuale.
Di tutto lo sforzo di questo processo creativo non resta traccia nel finale perfetto:

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– Io sono un cerchio.
– Io, un punto.

Neus portò la maquette del libro (in formato “all’italiana” lungo e stretto) all’editrice di Sd.Edicions, la quale modificò il formato (divenne quadrato) e decise di stampare ad ogni pagina i due punti, invece di “bucare” i fogli per lasciar intravedere i due gommini in fondo. C’era poi un problema di numero di pagine, ne servivano di più, e questo portò ad alcune successive modificazioni. Il libro era pronto.

Mi sono dilungata a copiare passaggi e tempi del prezioso lavoro creativo di Neus Moscada perché mi sembrava fondamentale osservare come un’idea, nata felice, ha bisogno di lavoro, dell’aiuto di molte persone, di cultura, di ispirazioni e consigli, di vocabolari ed errori, per trovare la sua strada.
Se conoscete lo spagnolo qui potete scaricare il pdf di una lunga intervista creata da Neus per riassumere questo percorso, troverete anche una bibliografia di libri sul tema del “contrario”.

Leggi l’analisi del libro…

Ringrazio Teresa per il gentile aiuto di traduzione.