Un concorso: Un due tre, stella!

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Philip Giordano, illustrazione per la rivista Un due tre stella, autunno 2009

Un due tre stella è un’interessante rivista-laboratorio trimestrale che raccoglie e pubblica testi e illustrazioni su un tema ogni volta diverso, creando preziose monografie. Ad ogni numero viene indetto un concorso, a cui tutti gli illustratori (e autori) sono invitati a partecipare. Il premio è la pubblicazione della propria opera sulla rivista, e successiva distribuzione. Lo scorso numero il tema era Gli animali parlanti, il prossimo è SOTTO MENTITE SPOGLIE (scadenza 30 novembre 2009):

Un viandante vi ha dato un consiglio molto utile? Una vecchia donna che fila attrae la vostra curiosità? Un poverello vi ha chiesto di mostrarvi gentile e caritatevole? Non avete mai sospettato che chi si presenta in un modo nasconda in realtà un’altra identità? Guardatevi intorno, forse c’è un principe che si aggira in incognito, a testare la bontà dei suoi sudditi, o una maga si è travestita per compiere il suo rito, o magari qualcuno sta cercando di ingannarvi… occhio ai particolari, quindi, se vedete spuntare dei peli sospetti dalle orecchie della nonna, probabilmente qualcuno si sta celando… sotto mentite spoglie!

Che la vostra creativitĂ  si sbizzarrisca! Per partecipare scaricate qui il bando, e compilate il modulo sul loro sito.


Dominic di William Steig

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” E Dominic pensò a tutti quelli che ancora non esistevano, ma avrebbero formato un nuovo mondo di esseri, alcuni importanti, altri no, e che come lui si sarebbero interrogati sul significato della vita. Quando sarebbe arrivato il loro turno, il suo sarebbe giunto alla fine. Ed essi avrebbero pensato al presente di adesso come al passato, perchĂ© il nostro futuro sarebbe stato il loro presente.
Quelle meditazioni lo elevarono in mondi dello spirito ai quali di solito non pensava. Così si addormentò sotto la vasta volta tremolante di stelle, e sognando ebbe la sensazione di aver compreso il segreto della vita. Ma al mattino, svegliandosi, il segreto era svanito come le stelle.”

Ho appena terminato di leggere uno di quei libri che, una volta chiusi, si vorrebbe prendere carta e penna e con una grafia infantile scrivere una lettera al loro autore, solo per dirgli: grazie.
Dominic, di William Steig, è la storia di un cane curioso che una mattina parte all’avventura per il mondo. Avventura dopo avventura, incontro dopo incontro (tutti divertentissimi), il lettore scopre il mondo di Dominic, il suo coraggio, le sue emozioni piĂą contradditorie e sottili.  Il suo entusiasmo e la sua generositĂ  vengono sempre ripagati da interventi magici nei momenti piĂą difficili, e amici veri. Impossibile non chiudere l’ultima pagina innamorati di lui.

Non potevo impedirmi di pensare, leggendolo, alla superficialitĂ  annichilente di un libro come Harry Potter, dove il protagonista, nello stesso viaggio iniziatico, ha sempre emozioni funzionali all’economia delle vicende narrate, mai, come in Dominic, sentimenti e riflessioni che bucano da parte a parte il senso dell’essere qui sulla terra, in questa avventura che è la vita.

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Dominic, William Steig, 1990, Salani edizioni

Di William Steig ho giĂ  analizzato “Sylvester, e la biglia magica“.


Matteo Gubellini: il mio primo libro

Matteo Gubelllini, talentuoso illustratore italiano, ci racconta il segreto del suo rapidissimo successo nell’editoria italiana e ora internazionale, da come ha pubblicato il suo primo album ai contatti con Bohem Press…

Del tutto inaspettatamente, con una ruggine di grigiastra rassegnazione che ormai da tempo mi ricopriva, nel 2006  sono stato contattato da una piccola casa editrice francese, Files France, la quale aveva in tasca da 2 anni un biglietto da visita, da me ricevuto durante la fiera di Bologna del 2004!

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Histoires du bout du nez à la pointe des pieds,  Matteo Gubellini, ed. Files France 2007

La ruggine d’un tratto vola via, io volo ancora di più e mi metto al lavoro: ho 3 mesi di tempo per realizzare una trentina di illustrazioni su alcune bellissime fiabe strampalate, di origini svariate, tutte incentrate sull’origine dell’uomo.
Figuriamoci, io sono felice ma  senza  ritmo né esercizio, di conseguenza gestisco alla carlona i tempi di lavoro, ma alla fine consegno le tavole e mi becco l’anticipo di 500 euro, come da contratto.
Mi rispediscono le tavole originali e qualche mese dopo, all’uscita del libro, mi saldano con altre 500 euro (come da contratto…ah, le case editrici estere…) e mi arriva a casa lo scatolone con le mie copie, che abbraccio proprio forte!

un vero leone ed. Bohem Press
Un vero leone, Matteo Gubellini, Bohem press 2009

Direi  che il mio “svezzamento”  editoriale sia quindi avvenuto senza patemi né precedenti frenesie di pubblicazione. Naturalmente la fiducia riacquisita mi ha poi spinto a stringere i denti e a non demordere più (almeno fino ad ora).
Al di là dell’importanza che  riveste  per  me questo primo libro, non si può dire che abbia contribuito a farmi conoscere, poiché una distribuzione limitata gli ha impedito di uscire dalla Francia. Tra l’altro questa casa editrice non era più stata alla fiera di Bologna dal quel miracoloso 2004, però io ho il mio primo ed unico libro (con illustrazioni oramai quasi del tutto rinnegate, eheheh) da portarmi sottobraccio durante la fiera del 2007, direi anno della svolta vera e propria!

Sapete come funziona, no? Tutti lo sappiamo…c’è da macinare chilometri, ci sono le estenuanti attese davanti agli stand, ci sono editori quasi mai curiosi e spesso anche demotivati che demotivano, ci sono trafficoni, e raramente s’incontrano persone interessate a buttare un occhio sul tuo book. Eppure io ho imparato a combattere l’afflizione chiacchierando con i miei colleghi in cerca di fortuna, specialmente durante le attese, insomma, prima dell’esame!!!
Ed è così che nel 2007 ho resistito alla tentazione di gettare la spugna, l’ultima ora dell’ultimo giorno di fiera (ero stravolto), e tra le grandi mani dell’editore della Bohem Press ho posato  il mio primo cucciolo di carta, quelle favole così belle, accompagnate da quelle illustrazioni che a distanza di un anno a me facevano ormai ribrezzo.

fiabe a tempo, ed. San Paolo2

Fiabe a tempo, Matteo Gubellini, edizioni  San Paolo 2009

Un paio di settimane dopo l’editore della Bohem mi manda una mail con due testi di Edoardo Bardella. Dovevo scegliere quale illustrare. Ero, come posso dire? Gaio?
Quello è stato il mio primo libro della Bohem, e cioè “Se fossi un gatto…”. Devo dire che a differenza del primo libro francese, questo mi ha permesso di farmi conoscere un po’ di più. Hanno cominciato a contattarmi per fare laboratori (fondamentale per campare).
Il libro è stato presentato alla fiera di Bologna del 2008. Nello stesso anno realizzo le “Fiabe a tempo” per la San Paolo, e sempre per la Bohem, comincio a lavorare su un libro che aveva vinto un premio a Bordano, e la cosa piĂą emozionante è stata che questa volta pure il testo era mio!
Non c’è soddisfazione più grande che fare un libro tutto tuo, e un pensiero da lasciare in chi lo aprirà. Ed ecco che è appena uscito “Un vero leone”. Ora sto lavorando a un altro libro per la Bohem Press, sempre con un testo mio.

fiabe a tempo, ed. San Paolo
Fiabe a tempo, Matteo Gubellini, edizioni  San Paolo 2009

Ma la gioia si rinnova tutte le volte che una casa editrice ti contatta per affidarti un libro.
Ed è successo ancora durante la fiera di Bologna di quest’anno, e anche stavolta dopo un’attesa pazzesca davanti allo stand della Oqo.
A circa  un mese dalla fiera mi mandano un testo da illustrare (un libro con la Oqo, è fantastico…eseguo qualche salto piuttosto alto davanti a mia moglie e a mio figlio). Il titolo del libro è “La casa de mi abuela”. Si tratta di un testo decisamente lontano dagli umori dei miei progetti con la Bohem,  e proprio per questa ragione estremamente stimolante, un’occasione che si rinnova, quella di poter crescere con questo lavoro. Poi anche la Oqo, probabilmente perchĂ© soddisfatta mi da fiducia, e ancora con lei realizzerò un secondo libro, stavolta con un testo tutto mio.
Cosa aggiungere? Sicuramente ho imparato a non lasciar solo un cucciolo che nasce, nel senso che ogni libro che ti viene pubblicato va poi accompagnato dentro la vita degli altri, attraverso i laboratori e le presentazioni, perché anche se quello che hai fatto giustamente non ti piace più (guai se fosse il contrario), non è buona cosa abbandonarlo. Tanto per andare avanti assieme…
Matteo Gubellini

la casa de mi abuela, ed. Oqo
La casa de mi abuela, Matteo Gubellini, Oqo 2009

Silhouettes e un blog: Le Divan Fumoir Bohémien

Per restare nelle meravigliose atmosfere dell’Ora blu (Topipittori) ecco qualche immagine rubata da un libro che mi è appena arrivato per posta, regalo inaspettato e felice di Florizelle, blogger di uno dei piĂą misteriosi e bei blog francesi di “immagini”: Le Divan Fumoir BohĂ©mien.

Cover2
Silhouettes, ou l’art de l’ombre, Emma Rutherford, Citadelles & Mazenod
tre
Inizi ‘900, scuola americana
Sfondo
Amalia C. Sables, 1851 circa, pittura su vetro
uno
1840 circa
due
1830 circa


Salone del libro di Montreuil (appuntamento editori 2009)

ILLUSTRATORI UDITE UDITE…
Sono finalmente in linea le date per prendere appuntamento con gli editori francesi al Salone del libro di Montreuil (Parigi).
Il 20 OTTOBRE sarĂ  messo in linea sul sito del Salone l’elenco degli editori disponibili, dal 20 OTTOBRE al 22 OTTOBRE (incluso) sarĂ  possibile inviare, attraverso il formulario apposito, una scelta di 6 editori, con allegate tre immagini del proprio lavoro. Il Salone, nei limiti dei posti disponibili, si impegna a contattare gli editori e darvi 3 appuntamenti.

Foto_Montreuil

Il Salone di Montreuil, che si svolgerĂ  a Parigi dal 25 al 30 novembre 2009, è un salone del libro per ragazzi dove espongono tutti gli editori francesi di libri per ragazzi (solo francesi). A differenza del Salone di Bologna, che è organizzato intorno alla compravendita dei diritti d’autore, il Salone di Montreuil è uno spazio di esposizione e vendita di libri, e soprattutto di confronto sul mondo dell’illustrazione: conferenze, dibattiti, illustratori che autografano libri, mostre, premi, possibilitĂ  di uno spazio organizzato dove incontrare gli editori. Quest’anno l’ospite d’onore del Salone sarĂ … l’Italia! Un evento, se si hanno i mezzi e il tempo, da non mancare.

Qui alcuni post dell’anno passato sul Salone di Montreuil:
5 non-consigli ai giovani illustratori
Fotografia di Montreuil 2008

NB: per arrivare a capire sul sito di Montreuil dove è il formulario ci vuole un diploma in pagine web. Il 20 ottobre, aprendo il sito andate su: Acces Pro (a destra della pagina), si aprirà una pagina con una barra nera, a sinistra sulla barra cliccate su: ILLUSTRATEUR, e poi, dentro Illustrateur cliccate su RENCONTRES DA (Rencontres illustrateurs / directeurs artistiques).


“L’ora blu” (Topipittori)

” Attraverso campi e foreste, dentro improvvisi dirupi, e tra casette in fuga, quei giocatori incorporei continuavano a giocare imperturbabili per poste imperturbabilmente spumeggianti”. Valdimir Nabokov, nei suoi ricordi del treno Nord-Express San Pietroburgo-Parigi, nel 1909

cover
Dopo Velluto, storia di un ladro, Antonio Marinoni firma un altro capolavoro: L’ora blu, su testo (strepitoso) di Massimo Scotti, edizioni Topipittori.

“Ma il fatto è che il tempo passa da solo, e molto in fretta. Non ce ne accorgiamo nemmeno, e una vita può passare senza che succeda niente di particolare.” Massimo Scotti, L’ora blu

Tony Tanner, un rappresentante inglese di francobolli, divorziato, senza figli, abitudinario, trova in una stazione un libro abbandonato e lo porta con sé nel suo viaggio di lavoro. Il libro si rivela essere il diario di una ragazzina vissuta alla fine del 1700: Hortense.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009
Libro
L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Nel diario, tra fiori secchi e nastrini, si legge di una storia d’amore passionale, con accenti pre-romantici alla “sturm und drang”:  il conte di Saint Germain (immortale) chiede a Hortense, suo unico amore, l’antidoto all’immortalità, condanna atroce quando si ama un mortale. Ma Hortense, nel cercare l’antidoto, perde la vita e il conte è costretto a vagare per l’eternità in attesa che qualcuno vada a cercare per lui il corpo di Hortense sepolto tra i ghiacci, e prendere l’antidoto appeso al suo esile collo, così da potersi ricongiungere a lei nella morte.

Esiste una lettura innocente? Il personaggio di Hortense e poi quello del conte, prendono vita a turno davanti a Tanner, e gli chiedono concitati di salvare il loro amore, di andare a cercare il corpo di Hortense. Tanner, alla fine del libro, abbandonerà le sue “certezze” e la sua vita “senza rischi” per avventurarsi alla ricerca dell’antidoto all’immortalità.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009
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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Tra testo e immagine c’è una compenetrazione perfetta, tanto che si dimentica che gli autori sono due. Ma lasciate che mi perda ad analizzare gli elementi che permettono questa fusione.
– Le pagine dove compare il testo, sempre colorate, permettono una continuitĂ  di “atmosfera”. Non c’è in questo libro un “fuori immagine”, come di solito si concede al blocco-testo della storia sulla pagine bianca. Di piĂą: le decorazioni che arricchiscono il testo sono le stesse che si potrebbero trovare nel diario di una ragazzina innamorata: fiori secchi e nastrini-ricordo. Così il prezioso libro trovato da Tanner in stazione si confonde col libro che io ho tra le mani, mettendo me nella stessa posizione del protagonista. (E’ anche a me che Hortense supplica di aiutarla).

Testo

L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

– La prospettiva della cabina (vista dalla porta d’entrata), invita il lettore “ad entrare”. Leggendo mi sembrava di essere presente sul treno, vicinissima e invisibile attraversavo valli e burroni insieme ai protagonisti, condividendone la vertigine.

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L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Le silhouettes, oltre che funzionare come immagini controluce e dare risalto ai paesaggi che scorrono veloci fuori dal finestrino, sono anche metafora del “non vivere”. Morto è l’immortale conte di Saint Germain, finché non potrà morire, morta è Hortense, morto Tony Tanner, nella sua vita monotona e sicura in cui colleziona viaggi in formato francobollo (senza mai sporgersi dal finestrino, rischiare). E’ nel rischio, nell’andare in contro alla morte con coraggio, che invece inizia la vera vita. Nell’ultima tavola Tony Tanner si fa di carne, esce dall’ombra di se stesso e inizia la SUA storia. Perfetta sincronia tra senso del testo e immagine.

La ripetitività appena traslata dei gesti dei personaggi, pagina dopo pagina, che dà una continuità cinematografica alla storia, trasforma il momento del “girare pagina” in una sorta di momentaneo black out, lo stesso buio di quando un treno attraversa una galleria. Un attimo prima il mio vicino era in piedi, un attimo dopo è seduto. Questo effetto accentua la sensazione di scorrere anche noi alla velocità del treno, accecati dalla stessa luce blu del paesaggio.

Fine
L’ora blu, Massimo Scotti e Antonio Marinoni, Topipittori 2009

Interessante anche la relazione tra tempo passato e presente (piĂą ricca di quanto possa ora dirne). Un’amica mi ha fatto notare che le stampe riprodotte nel libro assomigliano a quelle che arredavano i vecchi treni. Le ricordate? La gestualitĂ  teatrale dei personaggi, i loro costumi, le gole e le vette del paesaggio, ci portano in pieno nell’epoca romantica del racconto. Ma il design del treno a super-velocitĂ  è attuale, attuale la stazione di partenza, dove un orologio senza lancette annuncia lo straniamento temporale. Quale è il tempo “vero”? se Tanner, sceso dal treno,  si inoltra in una incisione da favola? Il titolo del libro ci dĂ  la risposta. Il vero tempo è nell’ora blu, quando giorno e notte si confondono.

“I campi circondati dai boschi erano verde e oro, mentre il sole faceva ancora festa tra i monti, e lentamente, nei meandri che il treno varcava, senza paura, come un drago di carta nelle feste cinesi, i colori cominciavano a sparire, diventavano tutti, progressivamente azzurri, come piaceva a Hortense.” Massimo Scotti, L’ora blu