I libri? Spediamoli a scuola! (manifestazione 4 maggio)

Schermata 2011-04-29 a 17.15.01

I LIBRI? SPEDIAMOLI A SCUOLA!

Il 4 maggio 2011 dalle 13.00 alle 18.00 La libreria itinerante OTTIMOMASSIMO sarà in Piazza Montecitorio a Roma per promuovere e diffondere la campagna I libri? Spediamoli a Scuola!

Oltre 60 librerie indipendenti su tutto il territorio nazionale si stanno gemellando con le scuole per sostenere e consolidare le biblioteche di istituto. Più di 600 libri di tanti editori diversi sono stati già acquistati e spediti alle scuole convinti che la scuola sia uno dei luoghi privilegiati per i libri e per la lettura; convinti che libri e lettura siano fondamentali per la crescita della persona, per la costruzione di individui preparati, consapevoli e responsabili; consapevoli della grave mancanza di biblioteche scolastiche e di spazi adeguati per promuovere libri e lettura nelle scuole italiane;

Gli organizzatori dell’evento vi invitano a  partecipare attivamente :

  • – Venendo in piazza il 4 maggio per acquistare un libro per una delle scuole selezionate:
    la scuola primaria di Pontedassio, della comunità montana Valle Impero e Valle Arroscia (Imperia)/ l’Istituto comprensivo Francesca Morvillo Tor Bella Monaca (Roma)/ l’Istituto Comprensivo G. Patroni, di Pollica (Salerno)
  • – Aderendo all’iniziativa scrivendo a libri@sinnoseditrice.org
  • – Promuovendo attraverso il vostro sito e tutti i vostri canali la campagna
  • – Recandovi nella libreria più vicina che ha aderito alla campagna e acquistando uno del libri delle liste

Hanno aderito fra gli altri alla campagna I Libri? Spediamoli a scuola!
Ibby – Italia
Nati per Leggere
La Rivista Andersen
L’Associazione Culturale Hamelin
62 librerie indipendenti di tutto il territorio nazionale
Lega Ambiente
Asal (associazione scuole autonome del lazio)

Per informazioni, visitate il sito WWW.ILIBRISPEDIAMOLIASCUOLA.it
Qui trovate l’elenco delle scuole a cui andranno destinati i libri e il perché di questa scelta.


Buone feste a tutti!

Stephanie Baker

Stephanie Baker, dal blog Old World Primitives

KVETA PAKOVSKÁ: un corso raccontato da un’allieva

lefiguredeilibri.7

Kveta Pakovska

Gioia Marchegiani, una lettrice di questo blog, ha partecipato ad un corso con Kveta Pakovska e ci ha voluto regalare le sue impressioni. Se qualcuno di voi volesse fare la stessa cosa con altri corsi, sarò felicissima di pubblicarlo, così potremo arricchire blog e forum di testimonianze sui corsi di illustrazione (e/o scrittura), sempre così utili.
(Ho anche aggiunto un video che ho trovato su internet, ma non credo sia il video del corso di cui si parla in questo post).

KV?TA PAKOVSKÁ A ROMA
di
Gioia Marchegiani

Il 31  marzo 2011 si è inaugurata , presso l’Auditorium Parco della Musica, la prima mostra personale a Roma di Kv?ta Pakovská, promossa e organizzata dall’associazione Teatrio di Venezia. Una ventina di opere più alcuni dei suoi manifesti  che ci introducono nel mondo di  un’artista che ha fatto dell’innovazione e della creatività i suoi campi di ricerca e d’espressione.
Alla mostra, che avrebbe forse meritato maggiore risalto mediatico, sono seguiti un seminario ed un workshop di tre giorni ai quali ho avuto l’onore di partecipare.

Conoscere il mondo di Kv?ta Pakovská è stato come entrare dentro ad un caleidoscopio e godersi il gioco dei colori e delle forme che si muovono e che vibrano.
Kv?ta Pakovská a 83 anni è cosi come la sua arte. Essenziale e sobria. Profonda e piena di sonorità.

lefiguredeilibri.2

Kveta Pakovska

QUANDO SCELGO I COLORI LO FACCIO PER LA LORO MUSICA
E PER IL LORO RUMORE
( Kv?ta Pakovská)

lefiguredeilibri.3

Kveta Pakovska

Durante il workshop le abbiamo mostrato i nostri lavori, accolto i suoi consigli cosi delicati e discreti, osservato le sue immagini, conosciuto la sua Idea di illustrazione. Ma la cosa più preziosa è stato percepire quell’intimo legame che unisce l’artista alla sua arte.
Kv?ta ci ha seguito con attenzione e rispetto sottolineando sempre l’importanza di rimanere se stessi pur sperimentando e cercando nuove forme espressive.

Ognuno di noi, sono certa, ha cercato di spingersi un po’ oltre, lasciandosi contaminare dal linguaggio di Kv?ta. Questo ha dato vita ad immagini bellissime, idee geniali e tanta energia creativa. Abbiamo lavorato in un clima davvero speciale, c’e’ stata professionalità ma anche condivisione, collaborazione e allegria. E’ sbocciata inaspettata, in uno splendido clima di primavera romana, un’amicizia che potrebbe sfociare in un progetto, forse un blog, che dia un seguito a questa esperienza.
Comunque vada questi  giorni rimarranno un prezioso ricordo. Le tante suggestioni visive ed emotive andranno a concimare il terreno della nostra creatività.

Kv?ta Pakovská ci consegna un messaggio importante: il potere del segno e la sua valenza espressiva, un linguaggio universale, per adulti e bambini, che non richiede traduzioni e interpretazioni.

MY PAINTING ARE NOT EXPLANATION OF THE TEXT
THERE ARE THE TEXT THEMSELVES.
( Kv?ta Pakovská)

Questo qui sotto è il suo ultimo coloratissimo libro, Couleurs du Jour –Minedition, in cerca di un editore italiano, è in un piccolo formato quadrato cartonato. Un pieghevole lungo 10 metri, stampato fronte-retro, nel quale Kv?ta racconta ai bambini la meraviglia del suo mondo di colori da srotolare o da tenere a “portata di tasca”.

lefiguredeilibri.6

Couleurs du Jour, Kveta Pakovsk, Minieditions

[pacovska ]4BXbEk5dm4o&NR[/pacovska ]


Anne Herbauts: una riflessione sul libro illustrato (video)

lefiguredeilibri.herbauts1

Anne Herbauts

Vi ho tradotto qui sotto parte di un’intervista ad Anne Herbauts, perché trovo che dica qualcosa di prezioso: cioè che un libro è un oggetto tridimensionale, dove testo, immagine, pagine, contribuiscono in egual misura alla sua essenza. Sembra banale, ma è una consapevolezza fondamentale quando si vuole fare il lavoro di scrittore per album e/o illustratore, e troppo spesso dimenticata da autori e illustratori.

[herbauts]fYDyB58xoPo[/herbauts]

Anne Herbauts: Ho tendenza a dire che non sono né illustratrice né scrittrice, perché faccio dei libri, ma li faccio nel senso che li scrivo col testo E con l’immagine , e non sono né nel testo né nell’immagine, ma tra i due. Scrivo facendo una collisione di testo e immagine.  Quando costruisco un libro, dico “fabbricare un libro”, perché bisogna pensarlo come si fabbrica un oggetto, perché il libro si scrive col testo, con l’immagine, ma soprattutto con l’assemblaggio delle pagine, ed è questa la bellezza e la potenza del libro, che nel momento in cui apriamo un libro succede qualcosa non su una pagina, ma tra due pagine e dunque ci rendiamo conto che è gigantesco.

Poi parla del suo libro Les moindres petites choses (bellissimo) edito da Casterman.


Consigli alle bambine, di MarK Twain e Vladimir Radunsky

Donzelli_titoli

E’ uscito nel 2010 con le edizioni Donzelli. Nel volo per Bologna non vedevo l’ora di metterci le grinfie sopra. Non avevo visto che un paio di immagini in internet, ma la mia intuizione era stata buona. “Consigli alle bambine” è un gioiello. Vladimir Radunsky ha illustrato con una freschezza sorprendente un testo che Mark Twain scrisse nel 1906 (Advice to Little Girls). L’autore di Tom Sawyer e Huckleberry Finn graffia le pagine con 7  consigli di buone maniere: ovviamente sovversivi, spassosi, imprevedibili, illuminati da quel guizzo di libertà sfrontata di cui Twain era maestro.

Donzelli_cover

Il libro, a un primo rapido sguardo, sembra incitare le bambine a una rivolta dall’educazione che le vuole carine, educate e gentili. Ma non è così.

Vi confesso che, di solito, quando sento parlare di differenze di generi, ho una reazione di disagio, e diventa noia, quando sento parlare dell’importanza di non proporre modelli stereotipati nei libri illustrati (se ne sta parlando in Francia  in questi giorni in occasione di diversi convegni: qui un articolo sull’importanza di proporre modelli femminili diversi da quelli di principessine coi fiocchi).
Lo maschero bene, perché è una reazione politicamente scorretta, ma mi annoio, e non ci posso fare nulla. E’ come se sentissi puzza di zolfo, come se vedessi spuntare da sotto le gonne e i pantaloni di chi vuole sovvertire lo stereotipo, lo zoccolo duro e resistente dello stereotipo. Non sopporto vedere principesse che per dimostrare di non essere principesse si siedono sul tavolo invece che sulla sedia, non sopporto libri che incitano i bambini a essere a tutti i costi ribelli, pasticcioni, liberi… cioè, costretti a pasticciare quel metro quadro di muro che gli adulti hanno loro destinato per pedagogica generosità.

Perché secondo me non è il sovvertimento o l’eliminazione dello stereotipo che rende libero il lettore-bambino, ma la freschezza della creazione artistica quando è libera da dogmi, da intenti, da morali sovversive o non sovversive che siano. Lo spirito puro dell’arte, la freschezza (ho già ripetuto questo aggettivo tre volte, e non voglio sinonimi) che l’artista ha messo nell’opera quando l’ha creata e che si riversa sul viso del lettore come una spruzzata d’acqua magica, capace di lavare via ogni pensiero che non sia vero, vivo, nuovo.
Una principessa di Andersen che si uccide perché il suo amore non è corrisposto dal principe, la Bella Addormentata, che dorme 100 anni per aver trasgredito un ordine, e Pippi Calze Lunghe, sono tutti modelli, per me, ugualmente sovversivi, perché squarciano la tela delle nostre sinapsi stantie con la lama affilata della bellezza.

Donzelli2

Consigli alle bambine, di MarK Twain e Vladimir Radunsky, Donzelli 2010

Ma ascoltiamo ora uno dei consigli di Twain:

“Se ti capita di dover rimproverare tuo fratello, non c’è bisogno del fango – evita in ogni modo di gettarglielo addosso, o potresti rovinargli i vestiti. Sarà più comodo ottenere i risultati sperati con una piccola scottatura. Questa servirà a richiamare subito la sua attenzione sulla lezione che stai cercando di inculcargli, e in più l’acqua bollente aiuterà a purificarlo da ogni macchia, possibilmente anche della pelle, brufoli compresi.”

Lo sentite  il ritmo della libertà?
E’ nel non-senso
: i vestiti di tuo fratello sono puliti se non gli tiri il fango, ma glieli pulisci se lo scotti con l’acqua bollente (erano dunque già sporchi? Di cosa? Della sporcizia originaria d’essere fratelli?). 
E’ nel creare un mondo pre-esistente alla pagina:
l’attacco rapido: “non c’è bisogno del fango” da per scontato che tutti siano d’accordo che per rimproverare di solito si usa tirare fango (non è così. Potere retroattivo della finizone letteraria, quello di mettere in scena un mondo con sua sua cosmogonia).
E’ nella ridondanza gratuita delle figure
: non c’è bisogno del fango – evita in ogni modo di gettarglielo addosso. Un autore mediocre avrebbe scritto: Se vuoi rimproverare tuo fratello, non gettargli addosso il fango, potresti rovinargli i vestiti.
E’ nell’imprevisto
: servirà a richiamare l’attenzione sulla lezione che stai cercando di inculcargli . Chi è che da lezioni a chi? Non era l’Autore alle bambine?
E’ nel paradosso: il piccolo-risibile messo accanto al grande-serio: un semplice rimprovero/l’ustione dell’acqua bollente.
E’ nell’ironia: la coppia di nuovo paradossale: ustione dell’acqua bollente/brufoli che spariscono.

lefiguredeilibri.segur

Scritto solo una manciata d’anni più tardi di Les Petites Filles Modèles della Contessa di Ségur, (1858) il galateo di Twain è lontano dalle piccole protagoniste della saga francese, continuamente obbligate a riconoscere che il bene è sempre preferibile al male, come un pianeta di una galassia sconosciuta è lontano dalla terra.

Non credo che Mark Twain volesse incitare i bambini, o le bambine, al sovvertimento della morale. Credo semplicemente che volesse liberare adulti e bambini dal loro pesante fardello quotidiano: la bruttezza, la noia, l’assurdo della morale.
Le illustrazioni di Vladimir Radunsky sono PERFETTE per questo libro:  libere e vivaci, come il testo di Twain.

Donzelli4

Consigli alle bambine, di MarK Twain e Vladimir Radunsky, Donzelli 2010

“Le brave bambine mostrano sempre molto rispetto per le persone di una certa età. Mai essere insolenti con i grandi, a meno che non siano loro a cominciare”.

Donzelli_ultima


An Eye For Annai (un’animazione divertentissima)

Un video d’animazione di Jon Klassen. E’ sempre stupefacente constatare quanto le cose geniali necessitino di nient’altro che di un’idea semplicissima. (Grazie a Monica Monachesi per il suggerimento).

[eye]S68aK46G2xc[/eye]

Schermata 2011-04-14 a 21.21.35