Pierino Porcospino di H.Hoffmann: un’opera comica? parte 1

Sulla nascita di Pierino Porcospino potete leggere il post precedente: Nascita di Pierino Porcospino

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Chi mai oserebbe sostenere che la filastrocca “Tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, ambarabĂ  ciccì coccò” ha un contenuto sessuale non adatto ai bambini e che la sua funzione è morale?
Credo nessuno (spero), per due ragioni:
1) la forma attraverso cui il messaggio è veicolato, quella di una cantilena da bambini, porta il messaggio della filastrocca all’interno della sfera del gioco, sdrammatizzandolo. La “carica emotiva” del messaggio sarebbe ben piĂą potente e inquietante se la forma narrativa fosse, mattiamo caso, quella di un film pornografico. Il contesto è tutto.
2) Il messaggio, per la sua brevità, scevra di spiegazioni e descrizioni, è incongruo. Difficile persino immaginare la scena.

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Molti critici e studiosi hanno attribuito a Pierino Porcospino delle componenti sadiche e moralistiche non adatte ai bambini. In questo post vedremo che queste componenti sadiche sono veicolate da una buona dose di comicitĂ  e nonsense, come nella filastrocca sopra citata; comicitĂ  che permette al bambino di assistere alla rappresentazione delle sue fantasie segrete (non lavarsi, essere disobbediente, violento, etc) e alla loro conseguente sanzione punitiva (anche sadica) senza sentirsi coinvolto in prima persona, e di provarne un divertito piacere. Esattamente come davanti a un teatrino, quando i bambini ridono e urlano vedendo i burattini prendersi sonore bastonate per aver provato a sovvertire qualche regola.

Ma che cosa è il comico? Quando e perché ridiamo?

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James Gillray

Analizziamo tre oggetti privilegiati del comico:
-Il corpo: i suoi bisogni e le sue manifestazioni.
– La sproporzione di un atto per conseguire un fine, e, in generale, tutte le sproporzioni legate al corpo.
– L’imprevisto (del comportamento umano).

Il corpo e le sue manifestazioni:
L’uomo  è un essere che si ritiene superiore ai bisogni corporali: abitato da un’anima che non ha peso e bisogni, ha sempre fatto un vanto della sua educazione, che lo differenzia dal mondo animale. Le manifestazioni del corpo: (mangiare, defecare, ruttare, scoreggiare, non resistere al richiamo sessuale, essere goffi, grassi, avere eruzioni cutanee, sproporzioni, deformità… invecchiare, morire), sono sempre state oggetto, in tutte le societĂ , di restrizioni di ogni sorta, tabĂą, controlli e punizioni.
Il corpo DEVE restare sotto controllo, e quando non è il caso, essere punito, mutilato (si pensi alla chirurgia estetica), ucciso o… deriso.
Il carnevale, il mondo all’incontrario, il comico, la satira, sono luoghi dove il corpo si riprende i suoi diritti. Il riso nasce dallo spettacolo del corpo che si sottrae al controllo delle regole sociali. Ridiamo con lui di un riso liberatorio o ridiamo di lui per affrancarci dal suo ridicolo manifestarsi.

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James Gillray

La sproporzione di un atto per conseguire un fine (e le sproporzioni in generale):
L’alzata eccessiva di un passo (certe forme di marcia, o la camminata della marionetta), l’esagerato alzare le braccia al cielo di un attore che vuole prendersi gioco del dramma del lutto, oppure, al contrario, i gesti di Mister Bean che perde tempo in cavilli e minuzie per conseguire un fine che per la via normale sarebbe di facile accesso, ci fanno ridere perchĂ© sovvertono la normale funzione della gestualitĂ , e ci lasciano intravedere, dietro la fluiditĂ  del movimento, la meccanizzazione del corpo, o i riflessi inconsci della psiche (anche l’inconscio, non potendo essere controllato, può essere ridicolo: il lapsus, la mania, etc).
Anche una sproporzione fisica, ci fa ridere, perchĂ© è il corpo che esce, deborda (o si sottrae) dalla sua misura socialmente accettata, e così facendo, si palesa (Pantagruel era nato con un numero esorbitante di doppi-menti. Il naso lungo fa ridere, così come un bubbone, la gobba, e ogni tipo di caricatura…).

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Compagnia Teatro La Botte e il Cilindro

Leonardo

Leonardo Da Vinci

L’imprevisto:
Ridiamo quando quello che accade al corpo non è quello che ci aspettavamo (la trasmissione Paperissima è un buon esempio),  ridiamo quando un fatto improvviso sovverte l’ordine logico delle cose (il mondo all’incontrario del carnevale).
Il riso, l’ho giĂ  scritto, è l’anticamera dell’angoscia.

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Heinrich Hoffmann, La storia del fiero cacciatore

Ora che abbiamo osservato alcuni meccanismi del comico, rispondiamo a questa domanda:
Pierino Porcospino è un libro comico?

La versione originale del libro, con tutte le immagini, potete guardarla sul sito del Progetto Gutenberg

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James Gillray

Il grottesco e molti tipi di comicità legati ai bisogni primari del corpo, tipici del carnevale medioevale, sono oggi considerati forme di comicità un po’ infantili, popolari e grossolane (abbuffarsi, scoreggiare impunemente, etc). Ma non dobbiamo dimenticarci che il bambino vive un’epoca “medioevale” dello sviluppo psichico. La comicità legata al corpo e ai suoi bisogni, infatti, è quella che diverte di più i bambini da 3 a 6 anni: l’età che Hoffmann menzionò come destinataria del suo libro. Il lettore adulto e il lettore bambino non avranno la stessa percezione delle storielle di Pierino Porcospino.
Il bambino, a differenza dell’adulto, ha a che fare con un corpo che gli dĂ  un sacco di problemi: non è ancora ben coordinato, è maldestro, è irrequieto, non apprezza certe pietanze che sembrano piacere agli adulti, non controlla bene le feci, la minzione e i peti, è sporco (o vorrebbe esserlo), preso da fuochi di ira e rabbia, etc; e gli adulti si danno un gran da fare per educare, controllare, tollerare, lavare, e (a volte) punire, le manifestazioni del corpo del bambino, sapendo che “passerĂ ” e che presto il bambino farĂ  il suo ingresso nella elevata societĂ  dei “senza-corpo”.
Pierino Porcospino è esattamente un compendio di tutte le manifestazioni del corpo del bambino, e relativi destini nella società degli adulti.

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Heinrich Hoffmann ha utilizzato un’abbondante dose di trucchi che mitigano e sdrammatizzano il contenuto delle storie presentate, spesso con effetti comici. Vediamo quali sono questi trucchi:
Le rime e le onomatopee. Molte non sono state tradotte nella versione italiana, ma la versione originale è piena di Puah! Pfui, Mio, Miao… onomatopee chiaramente fatte per essere recitate dalle voce di un lettore adulto. I bambini a cui Hoffmann aveva dedicato il libro erano in etĂ  prescolare: il libro era stato pensato per essere letto e recitato ad alta voce, in un gioco complice tra l’adulto e il bambino (l’adulto dice: Pfui! del corpo di Pierino Porcospino, ma il bambino, sotto sotto, parteggia in segreto per lui, e l’adulto lo sa).

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L’inquadratura delle scene: decorazioni, cornicette e composizione grafica del testo, che indicano chiaramente il confine tra la finzione letteraria/grafica e la realtĂ . Hoffmann era perfettamente consapevole di questo, infatti, l’ultima scena, quella in cui Roberto vola via, l’unica a contenere un fatto impossibile, è dentro una cornice che la trasforma chiaramente in un “bel quadro”, impossibile per il lettore, credere che sia vero.

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Cornice de La storia del Moretto, di H. Hoffmann

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino

Lo stile delle illustrazioni. Lo abbiamo analizzato qui. E’ uno stile grossolano, poco realista, simile a quello delle vignette satiriche della sua epoca.

Posture dei personaggi:
Tutti i personaggi hanno modi di muoversi rigidi, buffi, piĂą simili a corpi di marionette che a corpi di persone. E quando non sono simili a marionette, i loro gesti sono esagerati, quindi comici.

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolari

– Caratterizzazione dei protagonisti attraverso un solo aspetto del loro carattere:
Non sappiamo nulla dei protagonisti di queste storielle, se non il nome e l’aspetto del loro carattere per cui sono diventati famosi: l’irascibile, il distratto, il disobbediente, il razzista, etc… proprio come nella commedia, ogni personaggio esiste in funzione di una particolaritĂ  caratteriale. Questo è uno dei topoi del comico. Si pensi a l’Avaro di Molière. Il nome dei personaggi, come anche il titolo Struwwelpeter, nella versione tedesca, è preceduto dall’articolo. Un po’ come se noi scrivessimo “il Federico”, “il Roberto”, scelta che contribuisce a spersonalizzarli ulteriormente.

– Elementi sproporzionati:
Il maestro Nicolò (che sembra proprio un burattinaio con in mano le sue marionette), le forbici del sarto, il fucile del cacciatore, sono elementi smisuratamente grandi rispetto alle scene. Alcuni di essi, quando non sono comici (come il fucile) sono inquietanti, certo, ma non reali. E non inquietanti quanto lo sarebbero gli stessi oggetti proporzionati.

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolare

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolare

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolare

– La presenza di animali antropomorfizzati, che hanno due funzioni principali:
1) quella di alleggerire la drammaticitĂ  della narrazione. Attraverso di loro si possono raccontare cose difficili, affrontare temi morali (La Fontaine, Esopo…), senza che le persone che ascoltano o guardano possano fare un’identificazione troppo immediata con la scena (un bambino può piangere la morte della mamma di Bambi nel film di Disney, ma resterebbe traumatizzato se la stessa scena fosse recitata da persone vere).
2) comica. L’animale che si comporta come un umano e veste come un umano, fa ridere perchĂ© è come se, attraverso di lui, vedessimo quanto il corpo sta stretto dentro i costumi del comportamento socialmente corretto. Nell’animale vestito è il corpo “animale” dell’uomo che si fa palese. E tutti i comportamenti “sociali”, che vestono e controllano il corpo, diventano pura maschera, pantomime ridicole.
(Nell’immagine qui sotto i due gatti sono vestiti “a lutto” e il coniglio ha gli occhiali).

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolare

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Heinrich Hoffmann, Pierino Porcospino, particolare

Tutte queste caratteristiche, e altre che vedremo, legate soprattutto alle modalità del bambino di percepire le scene, fanno sì che il libro non sia drammatico, ma comico.
Non ho ancora finito con Pierino Porcospino. Mi dovete sopportare, giĂ  sapete che quando mi “intrippo” non c’è verso di fermarmi. :) Nella prossima puntata analizzeremo nel dettaglio alcune vignette del libro.

Continua la lettura: Pierino Porcospino: un’opera comica? PARTE 2

Sulla nascita di Pierino Porcospino potete leggere il post precedente: Nascita di Pierino Porcospino
La versione originale del libro, con tutte le immagini, potete guardarla sul sito del Progetto Gutenberg

Crediti: molte delle idee contenute in questo post sono tratte da una meravigliosa tesi di dottorato: “Comique et sadisme, les representations du corps dans le Struwwelpeter de Heinrich Hoffmanndi CarmĂ©lie Jacob.


Mitsou di Balthus, storia di un gattino (video)

Ho trovato questo video sui disegni di Balthus bambino. Prima che lo censurino ve lo posto. Chi di voi ricorda che avevo aperto il blog proprio con un’immagine di Mitsou? Quasi 4 anni fa!

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Balthus aveva 11 anni quando disegnò Mitsou: una narrazione senza testo di 40 tavole. Il suo gattino prediletto era scappato, e per cercare di calmare la nostalgia, aveva disegnato la sua storia. Tavole perfette, di incredibile immediatezza espressiva. Rilke, che era il suo mentore (amico della madre, aveva subito riconosciuto nel giovane Balthus, un talento), si era impegnato a pubblicare questo capolavoro. Lo pubblicò in poche copie nel 1921 e lo distribuì a parenti e amici. Rilke scrisse l’introduzione al libro, e la sua descrizione del gatti è una delle piĂą belle e inquietanti che sia mai stata scritta su questi strani compagni dell’uomo.
SE NON RIUSCITE A VEDERE IL VIDEO, POTETE VEDERLO SU YOU TUBE QUI.

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Un frammento dell’introduzione di Rainer Maria Rilke a Mitsou:

“I gatti sono gatti, tout court, e il loro mondo è il mondo dei gatti, da un capo all’altro. Ci guardano, direte? Ma chi mai ha saputo se veramente si degnano di far sostare per un istante sul fono della loro retina la nostra futile immagine? Forse fissandoci non ci oppongono semplicemente un magico rifiuto? Con le loro pupille in eterno colme?

E’ vero che taluni di noi si lasciano influenzare dalle loro carezze adulatrici ed elettriche. Costoro però rammentino la strana e brusca distrazione con cui il loro animale prediletto ha posto di sovente termine a quelle effusioni che avrebbero creduto reciproche. Anche quei privilegiati tollerati presso i gatti, anche loro sono stati respinti e rinnegati piĂą di una volta e ancor stringendo al petto l’animale misteriosamente apatico, si sentivano trattenuti sulla soglia di un mondo che è il mondo dei gatti e che questi solo abitano, attorniati da situazioni che nessuno di noi saprebbe indovinare. Fu mai l’uomo loro contemporaneo? Ne dubito. (…)” Balthus-Rilke, “Mitsou”, Milano, Archinto 1997.


L’arte di Edward Gorey, Logos edizioni

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La casa editrice Logos, che negli ultimi tempi sta muovendo le sue scelte editoriali verso un’atmosfera che potremmo definire gotica, ha pubblicato Raffinati enigmi, l’arte di Edward Gorey, di Karen Wilkin. Una monografia indispensabile per conoscere uno dei massimi geni della storia dell’Illustrazione, così poco conosciuto e pubblicato in Italia (Adelphi aveva avuto il merito di pubblicare coraggiosamente qualche titolo), e così poco conosciuto anche da tutti gli appassionati di Tim Burton,  suo diretto erede artistico. Non ho ancora sfogliato il libro, ma mi sembra una pubblicazione importante.

Potete comprare il libro, senza spese di spedizione, su Amazon.
Aggiornamento 9 ottobre: Serena Marangon ha fatto una recensione del libro sul suo blog CoseBelle

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Edward Gorey

ISIA di Urbino: un nuovo corso di illustrazione e grafica editoriale

Parte un nuovo corso di illustrazione a Urbino, all’ ISIA di Urbino. Avete tempo fino al 30 settembre per iscrivervi!

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Il CORSO:

Scuola di Progettazione grafica ed editoriale. Una, dieci, cento, mille figure.
L’illustratore tra autorialità, progetto, committenza, mercati dell’oggi e mercati  futuri.

L’ISIA di Urbino, attiverà per l’anno accademico 2011-2012 un Corso di Diploma Accademico di secondo livello in Grafica delle Immagini, indirizzo Illustrazione. Il progetto del Biennio di illustrazione trova terreno fertile nell’eredità della scuola e si pone come obiettivo quello di creare illustratori capaci di muoversi tra l’esperienza autoriale, la committenza, il libro, la stampa periodica, l’editoria scolastica, il web, il corto d’animazione, la pubblica utilità. Un corso aperto a studenti che abbiano il desiderio di fare dell’illustrazione la loro forma di comunicazione prima, un’esperienza di confronto tra linguaggi diversi.

Un Corso universitario di eccellenza, a numero chiuso, aperto a studenti di tutto il mondo in cui sperimentare una reale occasione di vivere il gruppo e di interagire, in forma diretta e costante, tra i docenti Chiara Carrer, Gianluigi Toccafondo, Mauro Bubico, Silvana Sola.

Per ulteriori informazioni scarica il Bando:
http://isiaurbino.net/deposito/doc_ammissioni_2011_12/illustrazione_bando_ammissione.pdf


Nascita di Pierino Porcospino di Heinrich Hoffmann

“Il libro è lĂ  proprio per suscitare rappresentazioni irrazionali, orribili, esagerate.
Il bambino è il popolo; sarĂ  difficile agli educatori ben intenzionati, estirpare dalla memoria popolare, e dalle camere dei bambini, le storie di Cappuccetto Rosso divorata dal lupo o di Biancaneve avvelenata dalla cattiva matrigna. La rigorosa ragione, non piĂą di un assioma di algebra, o di geometria, non può emozionare l’anima di un bambino, ma solo farla perire miseramente”
Heinrich Hoffmann

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Pierino Porcospino nel primo libro di Hoffmann, scritto e illustrato a mano per il figlio Carl nel 1844: Pierino Porcospino era in ultima pagina

I giovanissimi lettori, se ancora non conoscono le storielle contenute nel libro Pierino Porcospino, possono leggere e visionare il libro su questo sito.

E’ una sera di dicembre del 1844, nei giorni di lucine e bancarelle colme di regali che precedono il Natale, Henirich Hoffmann, stimato medico di Francoforte, passeggia tra le stradine addobbate della sua cittĂ  alla ricerca di un libro da regalare al figlio Carl Philipp, di tre anni. E’ di buon umore, da pochi giorni è nata la sua secondogenita: Antonie Carolina. Hoffmann gironzola tra i banchetti ma non trova nessun libro che lo soddisfi: i libri per bambini che gli capitano tra le mani sono “troppo razionali, falsamente ingenui, moralistici, piatti, con troppo testo e non adatti ai bambini.” I libri di quell’epoca, infatti, dovevano essere sempre “educativi” e a lui questo aspetto, – come racconterĂ  nelle sue memorie-  spazientiva. Decide quindi di comprare un quaderno. Tornato a casa dalla moglie, le consegna il quaderno dicendo: -Ho trovato il regalo per Carl ! – La moglie, aprendolo, esclama: –Ma sono pagine bianche!Bene, – risponde Hoffmann, – allora ne faremo un libro. Nasce così la prima versione di Struwwelpeter (Pierino Porcospino).

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Un’immagine del primo libro di Hoffmann, scritto e illustrato a mano per il figlio Carl nel 1844

Hoffmann aveva all’epoca 35 anni ed aveva giĂ  pubblicato tre libri per adulti: Das Breviarium der Ehe, Gedichte, Die MondzĂĽgler: Komödie. Finito di illustrare il libro, Hoffmann viene sorpreso dall’entusiasmo di amici e pazienti, che lo convincono a pubblicarlo. Il libro vedrĂ  la prima stampa l’anno successivo, nel 1845, con il titolo: Lustige Geschichten und drollige Bilder mit 15 schön kolorirten Tafeln fĂĽr Kinder von 3-6 Jahren (Gioiose storie e buffe immagini con 15 splendidi pannelli a colori per bambini da 3 a 6 anni). Hoffmann lo firmò con lo pseudonimo Reimerich Kinderlieb. In questa prima versione, Pierino Porcospino era disegnato in ultima pagina (Hoffmann racconta che gli era rimasta una pagina bianca e non sapendo come riempirla, decise di illustrare questo personaggio). Fu solo alla terza edizione, incoraggiato dal successo che il personaggio riscuoteva nei giovani lettori, che decise di spostarlo in prima pagina e in copertina, e di usare il suo nome, Struwwelpeter, per intitolare il libro.

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Pierino Porcospino nella prima edizione a stampa, comparsa col titolo:  Lustige Geschichten und drollige Bilder mit 15 schön kolorirten Tafeln für Kinder von 3-6 Jahren, 1845

Il libro avrĂ  un successo immediato in Germania, e nel giro di pochi anni, in Europa e oltre oceano, grazie anche alla traduzione inglese di Mark Twain, del 1848 (col titolo Slovenly Peter). Ad ogni nuova edizione, Hoffmann ritoccava e precisava un po’ il disegno, senza però alterare il progetto iniziale. In alcune traduzioni (vedi quella francese) i disegni di Hoffmann furono addirittura rifatti da altri illustratori (il concetto di diritto d’autore era ancora aleatorio!). Oggi il manoscritto originale è conservato al Museo di Norimberga. In Italia, il libro fu tradotto da Gaetano Negri col titolo Pierino Porcospino e pubblicato da Hoepli nel 1882. In Francia, venne tradotto nel 1860 da Louis Ratisbonne e pubblicato da Hachette.

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L’immagine piĂą conosciuta di Pierino Porcospino, rispetto alla prima edizione, le unghie sono un po’ accorciate e non ha capelli sul viso.

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La prima edizione francese: Pierre l’ébouriffé, tradotto e adattato dal tedesco da Louis Ratisbonne, pubblicato da Hachette nel 1860

Il titolo della prima edizione (Gioiose storie e buffe immagini…) indica chiaramente che il libro è da leggersi in chiave ironica. Il libro di Hoffmann, infatti, è in perfetta sintonia con tutta una corrente di satira e umorismo macabro tipica del tardo romanticismo tedesco. Ma ci occuperemo di questo aspetto nel prossimo post.

Pierino Porcospino è il padre di tutta una lunga serie di “enfants terribles” e può essere considerato il primo libro in cui il bambino viene rappresentato come un essere complesso, ribelle, con una volontĂ  potente, pieno di immaginazione e paure. I libri destinati ai bambini del tardo ottocento ritraevano di preferenza un bambino quale gli adulti avrebbero voluto fosse: educato, pulito, gentile.

Ma, si sa, le idee non nascono dal nulla. Il tempo era maturo perchĂ© un enfant terrible nascesse. La psicanalisi muoveva i suoi primi, fondamentali, passi, il Romanticismo aveva spianato la strada al fascino dell’inconscio e delle sue pulsioni, la scolarizzazione obbligatoria faceva del bambino un fruitore sempre piĂą vorace ed esigente di libri illustrati.
Nel 1807, Willem Biderdijk, poeta e studioso olandese, scrive e illustra a mano libera un libro per il figlio di nove anni: il libro, composto da otto pagine, narra la storia di un ragazzo pestifero e molto comico. Nell’illustrazione qui sotto, lo vedete spegnere il fuoco con un sistema alquanto “liberatorio”.

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Manoscritto di Willem Biderdijk, 1807

Ma è al caricaturista francese Paul Gavarni che dobbiamo la nascita della figura di Pierino Porcospino: il 22 marzo del 1840, sulla rivista La Caricature, compare la pubblicitĂ  della Pommade de Lion, sotto l’immagine possiamo leggere “Un enfant terrible qu’on a eu l’imprudence de laisser jouer avec un pot de Pommade de Lion “ (un bambino terribile che si ha avuto l’imprudenza di lasciar giocare con la Pomata di Lion).
Non sono riuscita a scoprire come Hoffmann venne a conoscenza di questa immagine, ma la somiglianza col nostro personaggio è troppo evidente perché possa esserci il dubbio di una doppia nascita indipendente.

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Gavarni, 1840, disegno pubblicitario comparso sulla rivista La Caricature, 22 mars 1840

Due sono i principali precursori dello stile di Hoffmann: Rodolphe Topffer (1799-1846),fumettista, scrittore  e illustratore satirico svizzero (uno dei padri fondatori del fumetto e dell’illustrazione contemporanea)

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e George Cruikshank, caricaturista e illustratore inglese suo contemporaneo, che per primo adattò in chiave ironica le fiabe dei fratelli Grimm. Nelle immagini qui sotto, le associazioni di immagini di Cruikshank e Hoffmann sono mie, e la loro relazione non è documentata. E’ solo per sottolineare che lo stile di Pierino Porcospino è sulla linea dalla tradizione della illustrazione caricaturale e satirica.

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George Cruikshank

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George Cruikshank – Heinrich Hoffmann

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George Cruikshank – Heinrich Hoffmann

Abbiamo guardato in che clima è nato Pierino Porcospino, ora diamo un rapido sguardo ai suoi successori. Scattata la scintilla inziale, moltissimi enfants terribles hanno riempito le pagine dei libri per bambini, felici di recriminare finalmente il loro diritto al disordine, al gioco fine a se stesso e al dissenso.

Max e Moritz, del 1865, Germania, illustrato e scritto da Wilhelm Busch, è la storia di due monelli che finiscono cucinati.

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Pierino Porcospino di Heinrich Hoffmann e Max e Moritz, Wilhelm Busch, Germania, 1865

Nel 1894, in Francia, Bertall, un illustratore satirico, pubblica con l’editore Hachette Mlle. Marie Sans Soin (signorina Maria senza cura), storia di una bambina disordinata e ribelle.

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Mlle Marie sans soin, Bertall, Hachette 1894

Bertall firmerĂ  anche le vignette umoristiche sui “difetti dei bambini” sulla famosa Semaine des enfants, edita da Hachette, uno dei primi giornali destinati a un pubblico infantile.

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Les defaults des enfants”, Bertall, vignette pubblicate su “La Semaine des enfants”, Hachette, 1858

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Les defaults des enfants, Bertall

Tra gli eredi, nipoti e pronipoti di Pierino Porcospino, possiamo enumerare ancora:

Gian Burrasca, di Luigi Bertelli (Vamba),

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Il Giornalino di Gian Burrasca, Vamba, 1907

Pippi Calzelunghe: all’interno del libro c’è anche una citazione camuffata del suo precursore, quando Pippi dice che bisogna mangiare, perchĂ© “se no capita come a quel ragazzo cinese di nome Pietro che si rifiutò di mangiare un nido di rondini servito dal padre, e morì di fame cinque mesi piĂą tardi”.

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Max di Where the wild things are di Maurice Sendak (Sendak era un grande ammiratore di Hoffmann e aveva detto di Pierino Porcospino che era il libro graficamente piĂą perfetto dalla storia dell’illustrazione).

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Federico di Heinrich Hoffmann e Max di Maurice Sendak, 1963

L’americana e impertinente Eloise, del 1995, di Hilary Knight.

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Giovannino di La passeggiata di un distratto, di Gianni Rodari (poi illustrato da Beatrice Alemagna), ispirato alla storia di Giannino guard’in aria

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Gianni Rodari e Beatrice Alemagna, La promenade d’un distrait, Seuil Jeunesse

Edward Mani di Forbice di Tim Burton, e tanti altri…

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Edward Mani di Forbice, Tim Burton 1990 e Pierino Porcospino

Ringrazio il sito Letteraturagrafica per i suoi saggi sul protofumetto, ringrazio il blog dell’editore Prìncipi e PrincĂ­pi per aver citato nel suo articolo su Pierino Porcospino i due post precedenti a questo (su E.T.A e Heinrich Hoffmann), e ringrazio infinitamente tutte le persone che si danno la pena di mettere in versione pdf, accessibile a tutti, le loro ricerche, studi, tesi di laurea, libri, trasformando internet in una biblioteca sempre piĂą fornita.

Leggi l’analisi del libro: Pierino Porcospino: un’opera comica?


Heinrich Hoffmann: In cielo e sulla terra, 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

Im Himmel und auf der Erde, Herzliches und Schmerzliches aus der Kinderwelt  (letteralmente: In cielo e sulla terra, dolci e amare dal mondo dei bambini), è un libro pedagogico per bambini, composto da filastrocche in rima illustrate, che Heinrich Hoffmann pubblicò nel 1858. Ve lo posto così, senza commenti, perché 1) non ho trovato nessuna documentazione in rete 2) sono occupatissima a prepararvi il post su Pierino Porcospino.
Potete sfogliare il libro intero qui (sullo stesso sito trovate altri bellissimi libri di Hoffmann).

In rete si possono trovare copie antiquarie di questo libro e anche una riedizione piĂą recente qui.
Buona visione!

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

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In heaven and on earth, Heinrich Hoffmann, RĂĽtten & Loening – Germania 1858

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