“Nura’s children go visiting”, del 1943. Sono stata ‘avvelenata’

26 Gennaio, 2015
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943

Doveva succedere. Dieci anni immersa nei libri illustrati senza essere mai punta è un record.
È successo a Parigi, un giorno di fine novembre, quando al Salone del libro di Montreuil ho visitato lo stand della libreria antiquaria di libri per bambini Michel Noret. Era tra le pagine di una prima edizione del Bilderbuch di K. F. E. von Freyhold (1908) e mi ha punto, la maledetta: la tarantola del collezionista.
Fino ad oggi, che un’edizione fosse vecchia o nuova non faceva differenza, per me. Che fosse in buono stato o con le orecchie alle pagine e uno scarabocchio di bambino sulla risguardia, mi era del tutto indifferente. Anzi, più un libro era maltrattato, più mi sembrava vissuto e quindi caro.
Ora è finita.
Ora un demone dentro di me, nuovo e sconosciuto, ha già ordinato e comprato su internet due prime edizioni antiche. Una è questa che oggi vi mostro, di Nura, raffinatissima e picassiana illustratrice degli anni ’40; l’altra non mi è ancora arrivata.

Ci ho messo giorni e giorni a scegliere l’edizione da comprare. Ho comparato i prezzi. Prima di avventarmi sulla preda, ho aspettato paziente come un ragno di trovare il prezzo più basso a rapporto di uguale qualità. Ho scelto una prima edizione. Ho pagato di più per un’edizione che aveva una dedica originale dell’autrice: Al mio partner nel crimine. Ho scartato edizioni più abbordabili perché la costa era un po’ sdrucita. Ho scritto una mail consistente al venditore, piena di raccomandazioni e malcelata ansia, per assicurarmi che facesse un pacchetto anti-esplosione-nucleare (ho ordinato i due libri dagli Stati Uniti).
Tutto, pur di rivivere di nuovo l’emozione provata davanti al libro di von Freyhold. Quella puntura, quella vertigine.

Come se la qualità e la freschezza di una prima edizione fosse un lascia passare per un viaggio attraverso il tempo; un viaggio che buca e annulla strati di caotici anni, guerre, nascite, vite, morti. Un tunnel spazio-temporale attraverso il quale quel libro è arrivato intatto fino a me. Attraverso quel tunnel, il suo autore, o illustratore, o editore, o tutti e tre insieme, sono arrivati con il libro in mano: muti, mi hanno consegnato il libro. Con un solo sguardo pieno di dolcezza e pena, mi hanno lasciato intendere di averne cura, poi sono scomparsi di nuovo nel misterioso abisso del tempo.

Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943

Nura’s children go visit racconta le visite al nonno da parte di un plotone di nipoti. Ogni nipote ha un nome e una pagina dedicata con una filastrocca che descrive chi è e cosa fa. Ne esce un divertente e sublime ritratto dell’infanzia; un concerto di affetto che riempie di senso la vita del fortunato nonno.
Le illustrazioni, 16 litografie originali, hanno uno stile che amalgama la volitiva geometria dell’illustrazione russa di inizio ‘900 con la giocosità rotonda di Picasso.

Nura sta per Norah Woodson Ulreich, moglie dell’artista americano Eduard Burk Ulreich. Dopo aver conosciuto il marito a Chicago, dove insegnava arte al Kansas City’s Art Institute, Nura si trasferisce con lui a New York e inizia una carriera come illustratrice di libri per l’infanzia (sei libri in tutto) e artista.
Da una nota alla fine del libro, sembra che ci sia stata, a New York, nel 1943, una mostra di suoi originali e sculture per bambini (le voglio trovare!).
Il suo libro più famoso, rarissimo, è Hay Foot Straw Foot, del 1930. Altri titoli: The Buttermilk Tree, del 1934 e The silver bridge, del ’37 (trovate alcune immagini su 50watts: qui e qui). Le sue litografie si possono vedere dal vero in alcuni grandi musei americani (esempio qui). Non ho trovato una pagina wikipedia a lei dedicata.

Non sono figure stupende?

Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943

Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943

 

Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943
Nura’s children go visiting, The studio publications, inc. New York and London 1943

5 Risposte per ““Nura’s children go visiting”, del 1943. Sono stata ‘avvelenata’”

  1. 1 Valeria
    26 Gennaio, 2015 at 13:44

    Ahhh!! Bellissimo.

  2. 2 David
    26 Gennaio, 2015 at 14:58

    L’immagine del tunnel spazio-temporale è così bella e potente da avermi dato un capogiro. È un’emozione che conosco bene (anch’io sono un collezionista di oggetti del passato).

    A proposito delle sculture di Nura, hai visto questa asta su ebay?

    http://www.ebay.com/itm/Norah-Woodson-Ulreich-aka-Nura-Carved-wood-figurines-Cats-/321645885862?

  3. 3 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2015 at 19:37

    David, grazie per il link, sono deliziosi, non li avevo visti. Ma che prezzo! Mi accontento, per ora, di diventare povera con i libri :-)

  4. 4 Rebecca
    30 Gennaio, 2015 at 7:25

    scusa per l’errore, ma ecco mi ripeto qui, le illustrazioni mi ricordano molto un artista vissuto in quel periodo, Fernand Léger

  5. 5 Ferdi Pavia
    24 Gennaio, 2021 at 19:16

    Oh, c’è anche il bassotto!!