Selezionare la Mostra Illustratori 2014. Diario del giorno 1. I giurati si conoscono
21 Gennaio, 2014Una premessa a tutti gli illustratori non selezionati: una giuria esprime un giudizio a sua immagine e somiglianza, non è un giudizio assoluto. Un’altra giuria avrebbe forse fatto scelte diverse. Quello che segue è il racconto delle nostre scelte: lo condivido perché mi sembra contenere riflessioni preziose sull’illustrazione e i suoi linguaggi.
READ ENGLISH TRANSLATION (thanks Sergio Ruzzier!)
Dovevamo essere 5, come sempre nella giuria della Children’s book fair, ma a Nadine Touma, dal Libano, purtroppo, non hanno concesso il visto. Così ci siamo trovati in 4, e tutti europei. La sera del primo incontro, il 12 gennaio, siamo andati a cena insieme agli organizzatori della Fiera. La selezione sarebbe iniziata l’indomani, per durare tre lunghi giorni.
da sinistra a destra: Errol van der Werdt, Kitty Crowther, Isabel Minhos, Anna Castagnoli
Eravamo:
Kitty Crowther, premio alla carriera ALMA 2010. Durante la cena, Kitty ci ha raccontato per filo e per segno il giorno in cui ha ricevuto Il premio (500.000 euro), ed era ancora emozionata.
Isabel Minhos, editrice di Planeta Tangerina, la casa editrice portoghese che l’anno scorso ha ricevuto il premio BOP dalla Fiera di Bologna come miglior editore europeo: silenziosa, con due occhi attenti e penetranti nascosti dietro occhiali dalla montatura scura.
Errol van der Werdt, direttore del museo olandese Textilmuseum, dove arte e ricerca tecnica in campo tessile si uniscono dando vita a vestiti che cambiano colore a seconda dell’umore, o a ponti di filo sottile. Un uomo con una cultura umanistica e artistica di sterminata raffinatezza, ma che si affacciava al mondo dell’illustrazione per la prima volta.
Ed io, Anna Castagnoli, che credo di aver ricevuto questo prestigioso invito per quello che ha significato il lungo lavoro de LeFiguredeLibri in tutti questi anni (devo quindi ringraziare anche voi, cari lettori).
Il mix è risultato esplosivo, in senso buono, ma abbiamo anche avuto chiaro quanto possa essere sottile il confine tra collaborazione costruttiva e tensione. Per fortuna, siamo stati tutti accomunati dal desiderio di promuovere ciò che abbiamo creduto dei valori: difetti, caratteri e fatica personali sono stati messi in coda.
Ma iniziamo dall’inizio. La mattina del 13 gennaio le porte del padiglione 18 della Fiera di Bologna si sono spalancate offrendoci il panorama mozzafiato di un immenso hangar stracolmo di lunghissimi tavoli, stracolmi di illustrazioni. Per l’esattezza: 15940 illustrazioni, per un totale di 3188 illustratori partecipanti da 191 paesi del mondo. Ci è venuto un colpo: come avremmo fatto a valutare tutto in soli tre giorni?
Per fortuna, l’esperienza degli organizzatori, materializzata nella figura di Deanna Belluti, una signora franco-italiana elegante, gentilissima, ma dal polso fermo, ci ha assistiti: senza la sua guida decisa e sapiente non ce l’avremmo mai fatta.
Ore 9: ammirare in solitudine
Il primo consiglio ricevuto è stato quello di prenderci, ognuno per sé, un’ora e mezza abbondante per girare tra i tavoli e farci un’idea soggettiva delle opere in concorso
Io sono partita subito per l’avventura. I tavoli erano divisi per paesi, per opere pubblicate e non pubblicate, per scuole. Il tono generale dei lavori, lì per lì, mi è sembrato alto e pieno di sorprese. Avevo quella sensazione nel petto che si prova quando si è innamorati: una felicità assoluta girare in quell’oceano di immagini; mi sembrava di nuotare tra frammenti di luce e colore. So bene quanto ogni illustrazione è, per l’illustratore che l’ha realizzata, un frammento di sé. Quante emozioni salivano da quei tavoli!
C’erano 4 lunghi tavoli dove erano stati raggruppati i disegni considerati non idonei alla selezione: una pre-selezione effettuata dai grafici della Fiera per aiutarci a smaltire un po’ il lavoro. Ma non dovete pensare che quei lavori fossero scartati: erano in ordine e ben disposti come tutti gli altri e siamo stati invitati a visionare con cura anche quelli, per assicurarci che non ci fosse qualche illustratore finito lì per sbaglio.
La preselezione era stata fatta con scrupolo. Molte immagini non erano illustrazioni: tanti tatuaggi, scarabocchi, dilettanteschi ritratti. Da subito Kitty, Isabel e io siamo state prese dalla smania di “salvare” gli illustratori finiti in quel gruppo. Ne abbiamo trovati una decina in tutto, ma è stato più l’entusiasmo del salvataggio che un buon occhio, perché, se non ricordo male, nessuno di quei dieci ha poi passato la selezione finale. Il viaggio in solitario è durato quasi due ore. Alle 11 abbiamo fatto una pausa caffè e ci hanno spiegato la seconda tappa.
Ore 11: il gruppo si riunisce per la prima selezione
Dopo il caffè, ci hanno invitati a cominciare il lavoro di gruppo. Insieme, saremmo dovuti passare per i tavoli e, per ogni gruppo di immagini che ritenevamo non idonee (ricordo a chi non conosce questo concorso che ogni illustratore deve inviare 5 tavole), “girare” (mettere a pancia in giù) il primo disegno della pila: significava che l’illustratore era fuori concorso. Abbiamo deciso che se anche uno di noi aveva un solo piccolissimo, vaghissimo dubbio, lasciavamo l’illustratore in concorso. In caso contrario, avremmo girato l’immagine. Da questa tappa non si tornava indietro: non avremmo più potuto ripescare i disegni girati.
Siamo stati quindi scrupolosissimi: al minimo dubbio passavamo oltre senza “girare”. Siamo stati attenti, ma veloci. Dandoci i turni, aprivamo le 5 immagini, se nessuno diceva nulla, giravamo la prima. C’era una soglia minima di qualità che era chiara a tutti e quattro, senza neanche doverne discutere.
Kitty e io ci siamo contese la smania di aprire e toccare le illustrazioni. Isabel faceva puntali e precisissimi commenti. Errol ci seguiva senza dire niente: in mattinata aveva dichiarato che durante il primo giorno avrebbe preferito ascoltarci.
Uno di noi chiedeva: giro? E gli altri rispondevano: sì. Qualche volte qualcuno diceva: Aspetta! Ho un dubbio, val la pena guardarlo con più calma. E passavamo oltre senza girare. Dopo qualche ora, anche Errol ha cominciato a esprimere qualche parere, chiedendo di lasciare in gara qualche illustratore che aveva adocchiato: con sollievo ho visto che il suo sguardo sul linguaggio dell’illustrazione era molto più acuto di quanto avevo temuto in un primo momento. Anzi, aveva un occhio di lince: le poche immagini che ha scelto avrebbero poi passato anche la seconda selezione. Ma questo non lo sapevamo ancora.
Alle sei di sera, dopo molte ore di lavoro, non avevamo ancora finito i tavoli. Ci siamo guardati intorno: una strage.
Alla fine della giornata su 3188 illustratori ne erano rimasti “in gioco” circa 260. Tra questi 260, solo un’ottantina avrebbero raggiunto il traguardo finale.
La sera, in albergo, ho provato una certa pena per tutte quelle immagini “girate”. In molte si vedeva il potenziale, ma non bastava. Magari c’era un’immagine buona, ma le altre 4 non abbastanza. Certe volte, avremmo voluto incollare sui fogli un bigliettino indirizzato al giovane illustratore per dirgli: non mollare!
Mentre visionavo tanti lavori, mi sono rivista, molti anni prima,  andare a ritirare le mie illustrazioni allo stand della Fiera, mogia mogia e delusa della non selezione: mi ricordo che mi sembravano belle, le mie tavole. Perché non avevano vinto? Ora, dopo molti anni passati a guardare illustrazioni e libri, girando tra quei tavoli, capivo il perché: non passavano la soglia minima di qualità . Erano dilettantesche, scolastiche, retoriche, anatomicamente imprecise, tecnicamente mal realizzate, digiune di un linguaggio stilistico proprio dell’illustrazione per bambini che deve essere (almeno un po’) digerito e capito. Erano un inizio.
(Approfitto di questo post per dirvelo: non mollate! Abbiamo visto bellissime cose a cui mancava solo un po’ di lavoro e di esperienza!).
Dietro di noi, potete vederli nelle foto qui sopra, gli editori della Fondazione SM (Spagna) passavano per cominciare a farsi un’idea della futura Mostra. Saranno loro che affideranno il premio di 30.000 euro al miglior selezionato under 35, scegliendo per l’occasione una apposita giuria.
Nel prossimo post vi racconterò che criteri abbiamo usato per la seconda selezione…
Leggi il seguito…