Lettere e buste illustrate: un’arte che si perde
24 Maggio, 2013Kubo Shunman Pot Marigold and Rashomon Flowers 1804-15
Ho avuto il mio primo computer a 26 anni, mi è quasi impossibile ricordare come si viveva senza, ma in qualche vecchio cassetto, ogni tanto, ritrovo una lettera piegata o un pacchetto di lettere. Corrispondenze lontane di qualche amore inobliabile e obliato (il gioco di parole è di Borges e riguardava una viola appassita tra le pagine di un libro: – “monumento di una sera di certo inobliabile e obliata“).
Lucian Bernhard (1883-1972), 1910, Marionetten-Theater
Molti artisti, molti illustratori, le lettere e le buste, le decoravano, alcuni artisti hanno fatto della corrispondenza illustrata una vera e propria arte. Oggi non sappiamo che fine farà la carta da lettere o la calligrafia, cioè l’arte di scrivere a mano messaggi lenti, lunghi ad arrivare, così misteriosamente pregni dell’emozione di chi scrive (mi ricordo che studiavo sempre le T dei miei innamorati, perché avevo letto da qualche parte che l’altezza del trattino orizzontale dava indicazioni sulla propensione a sognare e vivere la vita seguendo ideali alti, ma se il trattino era troppo staccato dalla gamba verticale, doveva dar da pensare, indicava poca concretezza, campanello d’allarme per una fanciulla che cerchi un uomo con la testa sul collo; oggi le t in Verdana di gmail non danno altrettante soddisfazioni alle nevrosi femminili :)
Probabilmente l’arte di scrivere a mano lettere è alla soglia della sua scomparsa, come i caratteri cuneiformi, i messaggi di fumo e i sigilli di lacca. Per la nostalgia che ci dà pensarlo, quest’arte sta tornando alla moda: su Pinterest spuntano ogni giorno nuovi improvvisati collezionisti (io tra quelli), e i più grandi illustratori si cimentano…
Ci proviamo anche noi con un mini concorso?
Lettera di Picasso a Jean Cocteau, 1916
Pablo Picasso cartolina a Jean Cocteau, St.-Raphaël 1919
The Love Letters of Georgia O’Keeffe and Alfred Stieglitz (via Brain Pickings)
Saul Steinberg
Kaatje Vermeire
Buste giapponesi
Harriet Russel
Chuck Groenink
Paola Zakimi
Lettera del periodo vittoriano
Lettera di J. E. Millais alla famiglia Lemprière
Meng-Chia Lai | I Feel I Remember I Draw: The Other Side of St. Paul’s
1875Â heart in hand
Sara Fanelli
Cartolina giapponese
1904
Wiener werkstätte postcard, 1910
Ben Wierink (1856 -1939)
Douglass, 1910
Satoshi Kitamura
Gustaf Tenggren (1896 – 1970)
LE COSE
Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da giuoco e gli scacchi,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d’una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un’aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete.
Dureranno più in là del nostro oblìo;
non sapranno mai che ce ne siamo andati.
J.L. Borges, “Elogio dell’ombra”