Dove porta la vita? di Floc’h (Francia)

9 Gennaio, 2013


Questo è il secondo libro di Floc’h, raffinatissimo illustratore francese (e prolifero cartellonista, fumettista, studioso di costumi…) che vede come protagonisti una bambina e il suo papà. E’ una strana famiglia, quella composta da questi due: la mamma è morta (sogno segreto di qualsiasi bambina che si rispetti), sono ricchissimi (sogno segreto di qualsiasi bambina e bambino che si rispetti), probabilmente nobili (non lo si dice nel testo, ma lo si deduce dai posti di vacanza che frequentano), colti e continuamente interessati ai grandi temi filosofici, tra una partita di golf e una passeggiata a cammello.

Une vie exemplaire Floc’h, Hélium 2012

Il primo libro si intitolava: Une vie exemplaire (Una vita esemplare), ed era una raccolta di momenti vissuti dai due protagonisti sottolineati da un testo breve che commentava l’azione. Tutti questi momenti raccolti insieme davano l’idea di cosa sia una vera vita esemplare: sapersi mettere al posto degli altri, perdere tempo a chiacchierare, fare delle buone scelte, conservare le proprie illusioni, andare sovente a Londra e ogni tanto in Scozia, nutrire le piante, lavorare solo un po’, abbastanza o appassionatamente, prendersi cura di ciò che amiamo, essere curiosi, scoprire il mondo, non dimenticare che siamo mortali, etc
Certo, è difficile da realizzare una vita così se non si ha uno stipendio da 8000 euro al mese. Ma i libri, si sa, non sono lì per invitarci a fare i conti in tasca ai loro protagonisti. Au contraire.


Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012

Où mène la vie (Dove porta la vita), uscito con Hélium nel 2012 è, a mio gusto, ancora più riuscito. Strutturato come il primo, questo secondo libro è un prontuario di tutti gli stati d’animo, luoghi, destini che la vita può riservarci.
Quando si parla di futuro ai bambini, si cerca di inculcargli già subito il valore del lavoro: cosa vuoi fare da grande? (intendendo: che mestiere?). I poveretti devono sforzarsi di trovare una risposta che ci faccia contenti. Perché invece non ricordare loro che la vita è un’enciclopedia di destini possibili? Dove lo sforzo non è meno importante del riposo, il lavoro dell’ozio, dove il dolore, quando passa, offre la divertente occasione di gridare la nostra rabbia a squarciagola in cima a una montagna… Dove si può andare zaino in spalla fino a Santiago di Compostela, ma anche a fare una partita a golf a Saint-Andrews. Dove si può diventare ricchi o poveri, celebri o sconosciuti, dove si può finire in prigione o sul lettino di uno psicanalista. Folli o santi.

Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012
Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012
Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012
Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012
Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012

Il libro fa eco a un tipo di libro che andava di moda alla fine dell’800 e che ho trovato spesso, in diverse versioni, nelle biblioteche digitali. Una novella, con qualche illustrazione, scritta in prima persona da un padre fiero della sua perfetta bambina: di solito con intenti di educazione morale. Nel libro di Floc’h, più che un intento morale, traspare la volontà di elencare le cose che possono accadere. Sono tante!  Con che criterio giudicare questi destini? Quale sperare ci capiti in sorte?
La vita è la vita e ci porta un po’ dove vuole lei, sembra dirci Floc’h, questo dandy dell’illustrazione. E che gusto avrebbe vivere, se no?

Ma c’è un destino migliore degli altri, alla fine dei conti? C’è: «E’ quello che mi porta a te!» , dice il papà alla bambina nella penultima pagina del libro. L’ultima pagina ve la lascio scoprire.

Où mène la vie? Floc’h, Hélium 2012

Presso la galleria Champaka, anche on line, potete comprare gli orignali del libro. China nera su carta. Prezzo della tavola qui sotto, ad esempio, di 53 x 40,5 cm: 1650 euro.

 

 

Une vie exemplaire
Floc’h
Un catalogo di tutte le azioni che fanno di una vita, una vita esemplare
13,95
Où mène la vie?
Floc’h
Un catalogo di tutti i destini possibili
15,11

9 Risposte per “Dove porta la vita? di Floc’h (Francia)”

  1. 1 paolo
    9 Gennaio, 2013 at 8:52

    Ecco, vedi: non mi era piaciuto perché l’avevo guardato male. Una brutta figura con me stesso. Come emendare?

  2. 2 laura38
    9 Gennaio, 2013 at 10:21

    Interessante. Ma non condivido la frase “la mamma è morta (sogno segreto di qualsiasi bambina che si rispetti)” perchè io sono stata una bambina rispettabile ma all’idea di rimanere sola con mio babbo mi sarebbe preso un colpo, minimo. Piuttosto avrei desiderato morire io.

    Un po’ cruda, forse. Ma è la verità.

  3. 3 Anna Castagnolil
    9 Gennaio, 2013 at 10:48

    @Laura: non c’è un proverbio che recita: “non tutti i papà escono col buco”?!

    @Paolo: ci penso…

  4. 4 miguel
    9 Gennaio, 2013 at 12:26

    wow Sul blog si scava piu’ a fondo ogni giorno. Io vedo che il significato di tante parole non sono gli stessi nel mondo adulto che nel mondo bambino. Morte o essere innamorato possono variare.

    Per questo motivo mi piace il libro, penso che gli adulti partiamo giá con le idee storte , quindi sospettiamo che i bambini avrano gli stessi difetti che abbiamo noi.

  5. 5 laura38
    9 Gennaio, 2013 at 12:36

    @ Anna
    Esatto!
    L’albero genealogico della ciambella ci mostra come proprio il buco che condivide coi papà sia garanzia di appetibilità in un caso e di felicità domestica nell’altro, e laddove il buco manchi… haihai….

  6. 6 mariachiara
    9 Gennaio, 2013 at 15:04

    Ogni volta che leggo una recensione qui, mi rendo conto di quanto debba ancora affinare le mie capacità analitiche, sto sempre a curiosare tra i libri per bambini ma mi sfuggono tanti dettagli e non riesco ad apprezzarli fino in fondo, perciò grazie!
    A proposito di mestieri una volta in una trasmissione intervistavano una bimba di 4/5 anni figlia di una coppia gay, e quando le chiesero cosa volesse fare da grande disse: il medico, la maestra, l’arcobaleno…
    Detta così può sembrare un po’ stucchevole ma io l’ho trovata fantastica!

  7. 7 Anna Castagnolil
    9 Gennaio, 2013 at 15:08

    Mariachiara: è oggettivamente fantastico come programma esistenziale!

    per Miguel: è verissimo quello che dici sui bambini e i significati.

  8. 8 AlmaCattleya
    9 Gennaio, 2013 at 18:17

    Magari avessi avuto un padre come lui.
    Quel “E’ quello che mi porta a te.” potrebbe essere una risposta a “Cos’è l’amore?”.

  9. 9 Anna Castagnolil
    9 Gennaio, 2013 at 18:42

    Eh Alma, mi sa che l’avremmo voluto tutte un papà così…