La forza dei gruppi: Nie Wiem,10 giovani illustratrici si lanciano senza paracadute

22 Ottobre, 2012

“Nie Wiem” è il nome di un gruppo di ragazze che incontratesi durante i corsi estivi di illustrazione hanno deciso di unire le loro forze e lanciarsi nel mondo dell’illustrazione, senza paracadute: un blog collettivo, una mostra itinerante sulla poesia e l’illustrazione che ha già girato l’Italia ed è pronta ad espatriare, una pagina facebook e ancora mille progetti che le attendono…
Serena Marangon ci racconta come è nato Nie Wiem.

 NIE WIEM,
di Serena Marangon

Almeno una volta all’anno, chi come me sta cercando la sua strada nell’intricata foresta dell’illustrazione, fa la valigia, prende un treno e va a frequentare un corso. E’ un richiamo irresistibile, per il quale spesso rinunciamo a delle vacanze “normali”.
Ci piace, per una settimana, frequentare persone con i nostri stessi interessi. Ci mescoliamo ad altri portatori sani di cartellina.
Disegniamo moltissimo e nelle pause parliamo di disegno.
Ci sentiamo come gli artisti dell’800, cenacoli di persone accomunate da grandi sogni e belle speranze, che si ritrovano in un caffè(ah, servissero ancora l’assenzio!).
Quando facciamo ritorno alle nostre case, alle nostre solite occupazioni, siamo cresciuti, abbiamo intrecciato nuove amicizie, ma certo quella convivialità ci verrà a mancare, quello stretto rapporto con persone affini a noi.

La tappa di Senigallia, il gruppo Nie Wiem presentato da Monica Monachesi (a destra)
Un momento della mostra a Crema

Io sono stata molto fortunata perché da una di quelle fantastiche settimane di corso è nato un legame che perdura tuttora e che ha portato già dei buoni frutti.
Da quasi un anno, infatti, io e altre 9 giovani illustratrici (Alice Barberini, Rossana Bossù, Loredana Cangini, Estella Guerrera, Rosaria Farina, Roberta Milanesi, Claudia Palmarucci, Laura Paoletti, Cristina Sestilli), coltiviamo un giardino segreto, viviamo un’avventura intellettuale che cresce sotto i nostri occhi. Ora vi racconto…
Abbiamo iniziato illustrando, con due disegni a testa, le nostre poesie preferite di Wislawa Szymborska.
Abbiamo deciso che avremmo portato in giro i disegni in una mostra itinerante, perché ognuna di noi potesse ospitarli nella propria città. Crema (vedi racconto nel blog dei Topipittori), Rimini, Venezia, Macerata, Senigallia, ci hanno già viste arrivare armate di locandine, scalette, scatoloni. Altre città ci aspettano: Torino, Cantù, Genova, Bologna, Varsavia!

Il nostro proposito, quello di fare delle immagini un medium per la promozione della poesia, ha attirato molta curiosità e molti consensi. Il tema della poesia è difficile e meraviglioso al tempo stesso. L’immagine che scaturisce da una poesia non può essere una semplice trasposizione in colori delle parole contenute nei versi. L’operazione è complessa e soggettiva.
Poiché il poeta scrive spinto da un’emozione, va tradotto il sentimento perché possa diventare un quadro. Come dicevano gli antichi, “ut pictura poesis“, la poesia è come la pittura. Ognuna di noi ha prodotto una personale traduzione in immagine dell’emozione prodotta dalla lettura della poesia scelta. Senza nessun vincolo se non nel formato dell’illustrazione.

Il gruppo Nie Wiem ospite di  “Poesia a strappo” Crema, Piazza Duomo

A distanza di 5 mesi dalla prima inaugurazione possiamo ritenerci soddisfatte. Ci sono delle indubbie difficoltà nel muoversi nel settore della cultura, spesso di natura economica.
Le spese dei viaggi, il trasporto delle opere, l’allestimento, il buffet di inaugurazione, gravano sulle nostre finanze con conseguenti ripercussioni sull’organizzazione (che non è sempre al massimo come vorremmo) e dunque sull’umore, che vorremo mantenere sempre alto e speranzoso. Mentre la mostra prosegue il suo viaggio, come gruppo siamo in uno snodo decisivo: potremmo essere un Collettivo, fondare un’Associazione, fare più progetti, vendere cose, autofinanziarci. Stiamo valutando e pensando.
La distanza geografica che c’è tra le nostre vite si accorcia grazie a internet, ma non abbastanza.
Sarebbe tutto più facile se potessimo vederci ogni giorno davanti ad un caffè. Con le mail non possiamo sentirci ridere, possiamo fraintendere una battuta e offenderci per niente. Siamo pur sempre 10 donne che hanno mille cose da fare, che hanno un lavoro, una famiglia, che hanno punti deboli e punti di forza.
Essere parte di un gruppo implica necessariamente reciprocità e fedeltà per tutta la vita?
Illustreremo poesie per sempre o ci evolveremo verso nuovi stimoli?

Da sinistra: Rosaria Farina e Roberta Milanesi

Parafrasando l’amata Wislawa, siamo in un costante “Nie Wiem”, nel “Non So”, che è alla base della continua ricerca di risposte.
Ognuna di noi sta cercando di costruire la propria vita artistica muovendosi come può, come riesce.
L’essere parte di un gruppo, personalmente, mi ha dato molta fiducia in me stessa. Parlare al plurale dà molto coraggio, ci si propone con un NOI e si è subito più forti. Sarei andata da sola a propormi per esporre in una manifestazione, o in una galleria?
Sinceramente, no. Invece sono andata, seppur sola, a dire NOI siamo un collettivo e NOI faremo una bellissima mostra”
Fare gruppo è l’occasione per sognare in grande, sommare i nostri desideri con quelli di persone amiche e affini a noi. E’ un’esperienza che auguro a tutti di provare.
Anche se non sarà una passeggiata, sarà bello fare un pezzo di strada insieme.

(Vi aspettiamo a Torino per la prossima tappa, dal 26 Ottobre al 18 Novembre, ospiti dell’associazione culturale “Polski Kot”. Tutte le info nel nostro blog: collettivoniewiem.blogspot.it, dove potete trovate anche i racconti delle tappe precedenti.
Fine

Sul blog Cartiglio d’ombra potete leggere il racconto della nascita di Nie Wiem visto da Alice Barberini.

Alice Barberini

 

Ad alcuni piace la poesia

ad alcuni-
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace-
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia-
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.
(Wislawa Szymborska)