I burattini di Paul Klee
27 Settembre, 2012Tra il 1916 e il 1925 Paul Klee realizza una trentina di burattini per il figlio Felix. A questi burattini, realizzati con materiale di recupero, stracci, cartone, gesso, scatole di fiammiferi…, Klee dà nomi come: ” il signore e la signora Morteâ€, “il fantasma spaventapasseriâ€, “il barbiere di Bagdad”, il “poeta coronato†o ancora “lo spirito della scatola di cerini”. A lungo, e a torto, questi burattini sono stati considerati un’opera minore di Klee. Finalmente, negli ultimi anni la critica si è ricreduta e oggi più di un libro d’arte è stata dedicato a questi commoventi burattini dal cuore umano.
Vi posto il commento di Gioia Marchegiani, che ha visto i burattini dal vero:
“Klee fa parte di un album di ricordi che mi porto nel cuore. Quante volte sono andata e ritornata a visitare la sua permanente al Kunstmuseum di Berna. Ed ogni volta con grande piacere mi trattenevo davanti a quei burattini. Come ipnotizzata. Ricordo che erano esposti in una sala buia. Le luci puntate su queste losche figure, conferivano loro un aspetto ancora più sinistro e rendevano il loro sguardo ancora più pungente. Come si può pensare che un bambino apprezzi un “gioco†simile? Fanno paura!
Ma proprio in questo c’è la grandezza del bambino che si fa grandezza dell’artista o viceversa. La capacità di fruire di queste immagini come di un concentrato di quel dualismo eterno rappresentato dalla vita e la morte, il bello e il brutto, il drammatico e il comico….
Nelle mani di un bambino può succedere di tutto ad uno di questi burattini, il bambino può sperimentare e immedesimarsi. E soprattutto può percepire un ‘immagine non premasticata e addolcita del gioco, che diviene così davvero occasione di analisi e di crescita.
Nel 2005 hanno aperto le porte dello straordinario Zentrum Paul Klee progettato da Renzo Piano.
Ci sono tornata con le mie figlie. Ho fatto vedere anche a loro quei loschi personaggi e mi sono guardata loro che li guardavano. Poi ci siamo divertiti a partecipare tutti insieme ad un laboratorio per costruire burattini proprio come faceva Paul Klee. Con il cartone delle uova, pezzi di stoffa, tappi di sughero e oggetti non identificati; come nella migliore tradizione svizzera, ogni cosa si recicla e si riusa in un processo che forma non solo menti ecologiche ma anche e soprattutto creative e aperte. E non importa parlare la stessa lingua per dar vita ad un divertentissimo teatrino! (Gioia Marchegiani)”
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