Gli incontri di illustrazione ad Albarracin. Il mio corso con “It’s raining elephants”. Parte 3/3

28 Giugno, 2012

Nina Werhle (a sinistra) e Evelyne Laube (destra) durante il corso ad Albarracin

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Eccoci arrivati alla parte finale del viaggio ad Albarracin, dove pochi giorni fa si è svolto il IV corso di illustrazione e grafica,  curato da Isidro Ferrer e Carlos Grassa Toro.
Oggi vi racconto qualcosa di Evelyne Laube e Nina Wehrle, dello studio It’s raining Elephants.
Ecco cosa ho scoperto di loro durante la conferenza che hanno tenuto: Nina e Evelyne sono due ragazze giovanissime (meno di 30 anni), si sono conosciute in una scuola di design in Svizzera (loro patria natale) e hanno deciso che lavorare in due era molto più divertente, così, appena diplomate, sono emigrate insieme a Berlino, per aprire il loro studio.
Hanno l’abitudine, quando cercano ispirazione, di arrampicarsi su tetti o solai, o di cercare scantinati, insomma: di cambiare prospettiva. Rintanate in una soffitta durante un temporale fortissimo, hanno deciso che il loro studio si sarebbe chiamato It’s raining elephants. Da allora, collezionano elefanti di tutti i tipi e le fogge.
Non so come abbiano avuto i primi contatti di lavoro, ma fatto è che le richieste di collaborazione sono arrivate in fretta e copiose (qui trovate un elenco dei loro clienti e dei premi), e nella conferenza ci hanno mostrato alcuni esempi di commissioni:
la decorazione di un edificio destinato a persone affette da ritardo mentale (delicata e misteriosa la decisione di Nina e Evelyn di non mostrare mai, sui muri dell’edificio, la persona intera, ma sempre frammenti o oggetti piccoli, perchĂ© una persona intera su un muro, può spaventare)…


Gedankenschatten / Mindshadows, 2010, Nina Wehrle e Evelyne Laube

La realizzazione di alcuni oggetti che dovevano riassumere i concetti di cultura e natura per una cooperativa agricola spagnola… Dopo due progetti grafici rifiutati, Nina e Evelyn si sono rintanate in cantina, e lì… hanno trovato tutto il necessario…


Campo Adentro / Inland, 2010, Nina Wehrle e Evelyne Laube

Un lavoro sull’amico immaginario dei bambini, per il quale hanno costruito un gigantesco orso e “sequestrato” un bambino in un parco pubblico…


Editorial illustrations for the magazine “Wir Eltern”, 2011 Nina Wehrle e Evelyne Laube

Alcuni libri (bellissimi), come questo minuscolo leporello, che vi invito a sfogliare per intero qui

Una parte della conferenza è stata dedicata alle fasi di costruzione del loro libro sulla storia di NoĂ© (nella traduzione di Martin Lutero), che ha vinto così tanti premi…
Ispirazioni (Bosch e Brueghel, Athanasius Kircher, ma anche l’esplosione della centrale nucleare in Giappone…), errori, momenti di buio, e poi l’opera finale. Inutile cercare di capire chi delle due ha fatto cosa, Nina e Evelyn lavorano sui fogli (a mano! Non c’è neanche un accenno di photohop) insieme, come su un “cadavre exquis”.


Die Grosse Flut/ The Great Flood, 2011, Nina Wehrle e Evelyne Laube
Athanasius Kircher, L’arca di NoĂ©, 1675

 

Die Grosse Flut/ The Great Flood, 2011, Nina Wehrle e Evelyne Laube

Non c’è fine alla ricchezza di dettagli dei loro lavori…


Particolare

Particolare

Particolare

Mi ha sorpresa la versatilitĂ , la professionalitĂ , la bravura di queste due ragazze così giovani. Non so se è una conseguenza dell’aria del nord, o solo un caso, ma ho la sensazione che piĂą si sale a nord, piĂą si incontrano illustratori capaci di curare un progetto in tutti i suoi aspetti (grafici, tipografici, di relazione col cliente, etc). Illustrare non è, sembra di capire, “un sogno magico”, ma un lavoro. Duro lavoro e competenza. Le lingue, ad esempio: Nina e Evelyne ne parlano 4: tedesco, francese, e un po’ di spagnolo; la conferenza l’hanno tenuta in un inglese perfetto.

Ma ecco, la loro bravura non basta a nutrire l’invidia… Questo qui sotto è l’edificio nella Berlino-est dove hanno il loro studio, insieme ad altri artisti.

Davanti a questa casa di artisti c’è un grande giardino, che hanno trasformato in orto. PerchĂ©, se non bastasse, Nina e Evelyne sono due superlative cuoche. Crescono le loro verdure e se le mangiano in insalata, e quando fanno un vernissage, sono capaci di preparare loro stesse tutti i manicaretti per l’aperitivo.
Questo qui sotto è il banchetto che hanno preparato per l’inaugurazione della loro mostra di ceramica.


Nina Wehrle e Evelyne Laube

Però, quando Nina Wehrle racconta della sua infanzia, passata in una casa dove il padre è ceramista e ascolta solo musica classica, e la madre è tessitrice… si capiscono molte cose :)

 

Durante il corso ci hanno fatto lavorare sul libro “accordeon”. Il primo giorno dovevamo scrivere su un lato i nostri pregi e sull’altro i difetti (inferno/paradiso), una volta scritti, dovevamo passare l’accordeon al nostro vicino di banco, e illustrare quello che ci arrivava. Poi abbiamo lavorato su “cielo e inferno” visti da una pietra.

Poi dovevamo fare un leporello solo con collage, forbici e cartoncino bianco e nero. Gli ultimi due giorni potevamo lavorare su un progetto libero (sempre a soffietto). Scopo del corso era capire le possibilitĂ  di un libro accordeon. Tra tutti i lavori, spiccava alla fine del corso, quello di due ragazze barcellonesi, dello studio “Tropel” (giovanissime e bravissime anche loro): mentre il resto della classe pedissequamente aveva disegnato il paradiso da un lato dell’accordeon, e l’inferno dall’altro, loro avevano posto sotto ogni personaggio due quadratini da barrare con una crocetta: era lo spettatore che doveva giudicare e decidere se mandare o no all’inferno i personaggi. Se ci meritiamo l’inferno, dopotutto, è poi sempre una questione di punti di vista. Io, ad Albarracin, sono stata in paradiso.

Nota: alcune delle foto presenti in questi post sono state scattate dal fotografo RUBEN VICENTE. Trovate tutte le foto dei 4 giorni a questo indirizzo: https://www.dropbox.com/sh/rj7q8lka3ip8u9g/18BLI9bT8P