Cappuccetto rosso di Kárpáti Tibor: una lezione di “ritmo”

11 Gennaio, 2012

Premessa: prima di leggere le mie note sul ritmo e i suoi meccanismi, vorrei che leggeste il libro senza farvi distrarre dai miei commenti. Così da poter sperimentare da soli il ritmo della lettura.

Little Red Riding Hood di Kárpáti Tibor, edito da Katordór Csimota KFT, 2006

Le fiabe classiche, ormai illustrate in tutte le loro declinazioni, e con tutti gli stili possibili, sono il territorio ideale per la sperimentazione: Little Red Riding Hood di Kárpáti Tibor (2006, Ungheria) ne è un esempio perfetto. Un silent-book (e che bisogno c’è, in effetti, di riscrivere un testo che conosciamo a memoria?) dove il ritmo è protagonista assoluto. La semplicità del disegno, composto di moduli geometrici che per forma e colori ricordano il lego e i giochi elettronici, consente al ritmo di esprimere tutta la sua potenza narrativa. Lasciatemi aprire una piccola parentesi sul ritmo: quanto più è semplice il disegno da osservare (soprattutto lo sfondo), tanto più possiamo percepire con facilità il ritmo delle immagini.
Lo stesso effetto lo si può ottenere anche con immagini complesse (un disegno alla Innocenti, per intenderci) ma in tal caso l’immagine deve ripetersi identica o quasi identica pagina dopo pagina (come nel libro di Innocenti “Casa del tempo“). Perché?
Perché meno tempo impiega il cervello per tradurre e capire l’immagine che ha davanti agli occhi, più potrà focalizzarsi con facilità sul significato di quello che contiene, o sull’azione che vi si svolge. Come nel gioco della Settimana Enigmistica “trova le differenze”.

Se lo sfondo è simile o uguale a quello della pagina precedente (o della vignetta precedente) il mio occhio e poi il mio cervello registreranno come “già vista e decifrata” l’immagine e cercheranno immediatamente quello che c’è di nuovo (il cambio di posizione del protagonista, o uno movimento del suo corpo). Se osservate le 4 vignette qui sopra, vi accorgerete di come il vostro sguardo rallenta (e con lui il ritmo della lettura) nell’ultima scena, quando lo sfondo cambia. E’ infatti lì che l’autore vuole farvi fermare, perché lì c’è un contenuto importante, uno snodo della storia: Cappuccetto Rosso sta dicendo al lupo dove va (a casa della nonna).

Un altro modo per creare ritmo è quello di ripetere un elemento identico. Guardate con che forza, quasi musicale, ritornano nel libro: l’immagine della casa, quella della bocca del lupo e la vignetta con la parola “hamm”.

Ancora sul ritmo: vogliamo rallentarlo? Nelle prime 4 vignette delle due immagini qui sopra, io lettore percepisco un ritmo piuttosto veloce: nessuno sfondo, il mio occhio si concentra esclusivamente sul contenuto dei dialoghi, non troppo complessi. So che Cappuccetto sta dicendo: che naso grande che hai, che orecchie grandi che hai…etc.
Ma ecco che la stessa immagine mi viene proposta ingrandita e isolata nella pagina successiva. Questo ingrandimento è una messa a fuoco che
1) mi dice che l’immagine (anche se è la stessa che ho già visto 4 volte) è diventata più importante (vuole dirmi qualcosa?)
2) mi porta nuove informazioni sull’immagine perché mi permette di “vederla meglio”.

Queste due informazioni mi portano a soffermarmi con più attenzione sulla quinta vignetta (rallentamento del ritmo). Mi soffermo a guardare il lupo, il viso di Cappuccetto Rosso, ed ecco che mi accorgo che i pixel che compongono il muso del lupo sono esattamente identici e speculari a quelli che compongono la frase di Cappuccetto (ma che bocca grande che hai…). Sarà la bocca, infatti, la protagonista della prossima scena. Hamm!
Ascoltate come la sorpresa della bocca del lupo “hamm!”che mangia e divora, nella pagina successiva, ci fa sobbalzare proprio perché viene dopo un rallentamento del ritmo. Non avrebbe un effetto così dirmpente se l’autore non ci avesse fatto rallentare sulla quinta vignetta.


Un altro elemento che contribuisce al ritmo di un album è la grandezza delle pagine (più grandi sono, più tempo impiegherò a girare le pagine e osservarle, più lento sarà il ritmo). Avendo trovato questo libro su internet, non so dirvi quanto sia grande.
Fine. Quella qui sotto è la risguardia con (immagino) i nomi dei protagonisti. E infine la quarta di copertina.
Non è un gioiello del ritmo?

Tutte le immagini di questo post appartengono a Little Red Riding Hood di Kárpáti Tibor, edito da Katordór Csimota KFT, 2006.

10 Risposte per “Cappuccetto rosso di Kárpáti Tibor: una lezione di “ritmo””

  1. 1 alicia
    12 Gennaio, 2012 at 13:04

    stupendo :-)

  2. 2 mara
    12 Gennaio, 2012 at 14:11

    bellissimo libro e interessantissima analisi!
    graziegrazie!

  3. 3 Franco
    12 Gennaio, 2012 at 18:03

    quando nel gruppo di Milano dell’album illustrato abbiamo parlato di ritmo io intendevo proprio questo, grazie anna

  4. 4 Anna Castagnoli
    12 Gennaio, 2012 at 18:59

    Sì Franco, anche io! Questo libro apparentement semplice è un ottimo esempio.

  5. 5 Francesca
    13 Gennaio, 2012 at 11:42

    wow! magnifico.
    Grazie per la tua interessantissima analisi.
    Generosa, come sempre!

  6. 6 marta
    15 Gennaio, 2012 at 14:08

    Potrebbe interessare una versione di Cappuccetto Rosso edita da LDQR (si occupano di libri x non vedenti). E’ un adattamento di un albo di Watja Lavater fatto con diversi materiali in rilievo, un silent book in cui i codici di lettura sono dati dalle forme e dai materiali diversi e dal ritmo (vicinanza/lontanaza).

  7. 7 lucia
    15 Gennaio, 2012 at 19:43

    molto divertente e interessante!

  8. 8 Salvador
    17 Gennaio, 2012 at 18:25

    Magistrale, Anna.
    Parlando dei ritmo, mai fatto pensare a l´opera di Nils Udo, coi elementi naturalische
    prodoce une marquetería efímera dei tempo, dove le sOlide viaggano con le liquidi…
    GRAZIE

  9. 9 Anna Castagnoli
    18 Gennaio, 2012 at 10:02

    Non conoscevo Nils Udo, mi piace.

  10. […] ). El ritmo es tan evidente que casi se puede leer como música. La reseña completa en el blog Le figure dei libri […]