SARMEDE E LE IMMAGINI DELLA FANTASIA: un senso, una storia. Di M. Monachesi (parte I)
15 Dicembre, 2011Introduzione: 20 anni fa, decenni prima di sapere che un giorno sarei stata un’illustratrice vera, feci un corso a Sà rmede, con Stepan Zavrel. Allora c’era solo Zavrel e la sua straordinaria forza carismatica, a Sà rmede. 20 anni dopo, Sà rmede è diventato un importante centro nevralgico dell’illustrazione italiana, che ogni anno ospita corsi estivi e invernali, eventi, laboratori, e una bellissima mostra: “Le immagini della fantasia“. Ho chiesto a Monica Monachesi, consulente artistico, curatrice del catalogo e coordinatrice della Mostra, di raccontarci cosa è Sà rmede. Anna Castagnoli
Monica Monachesi bambina, mentre disegna
Monica Monachesi adulta, pronta a prendere il volo!
“SARMEDE E LE IMMAGINI DELLA FANTASIA: un senso, una storia”
di
Monica Monachesi
Parte I
Sono nata a Torino nel 1966; per il battesimo, mio zio Vittorio mi regalò tutte le Fiabe Sonore uscite proprio in quell’anno, e ricevetti pure Pinocchio, sempre di Fabbri (con la voce di Paolo Poli!). Quei cofanetti rossi coi titoli dorati e gli automatici (mi pare di sentirne il click!) erano i miei scrigni più preziosi. I grandi albi illustrati mi piacevano più di ogni altra cosa e con il mio mangiadischi arancione ascoltavo quegli insuperati racconti su 45 giri sceneggiati e narrati da Silverio Pisu, di continuo.
Voci narranti, musica, immagini… Sono cresciuta così, con un’enciclopedia della fiaba tra le mani – ed anche con matita e pennello, perché amavo disegnare. Poi la scuola, il Greco, il Latino, la Filosofia e la Storia dell’Arte… le immagini sono restate al centro delle mie passioni, ma non sapevo ancora nulla di illustrazione, nulla. Poi due mie amiche illustratrici (Enrica Rusinà e Benedetta Giaufret) mi consigliano di andare a Sà rmede – non era un bel momento per me e cercavo sollievo nell’impegno creativo.
Da Torino arrivo in questo paese circondato da colline: dal verde dei campi lo sguardo corre lungo i profili dei monti. Partita per fare un corso di una settimana, rimango invece quasi mese lavorando con Arcadio Lobato, Emilio Urberuaga e Stepan Zavrel (un po’ come te, vero Anna?).
Sono rimasta folgorata. Leo Pizzol mi ha attentamente seguita, come fa sempre con i suoi iscritti alla Scuola Internazionale di Illustrazione,
Allievi nella casa di Stepan Zavrel, 1991
(nella foto qui sopra, del 1991, è seduto in alto a destra – già con gli allievi), e mi ha dato una possibilità , direi la più importante della mia vita professionale. Era il 1995, la Mostra e la Scuola erano già molto note. Era necessaria una collaborazione per la cura del catalogo e così mi sono immersa nella vita della Mostra, anche per le attività didattiche. Immaginate come mi fosse congeniale, dopo anni di studi teorici sull’immagine, lavorare direttamente con i bambini raccontando fiabe (la mia passione!). Una meraviglia. In questo lavoro affiancavo una giovanissima e determinatissima Octavia Monaco piena di idee.
Ho lavorato spesso con Stepan, nella sua casa magica, piena di arcate, di pavimenti dalle antiche geometrie, piena di affreschi dipinti con i suoi amici e allievi.
In un freddo novembre abbiamo ripristinato lo studio per la stampa delle xilografie oramai occupato dai pipistrelli, abbiamo cercato gli inchiostri tipografici. Ho stampato assieme a lui Madonne e paesaggi innevati, ho usato quelle matrici a doppio e triplo registro… un’esperienza molto significativa.
La bellissima casa di Stepan Zavrel, costruita e affrescata da lui
Stepan Zavrel mentre dipinge
Accanto al focolare ho chiacchierato con lui e conosciuto i suoi amici e sono entrata nella sua ricchissima biblioteca.
Alla Fiera del Libro di Bologna, incaricata dalla Fondazione, ho cominciato a segnalare libri e illustratori che sottoponevo a Stepan. Ascoltare le sue osservazioni sulle immagini è stata di certo l’esperienza più formativa, la ricordo con gratitudine. Stepan era molto generoso in questo, con tanti giovani. Poi gli anni sono passati, l’esperienza è cresciuta in un continuo contatto con artisti e libri, ed ho cominciato il mio percorso personale in questo mondo realizzando allestimenti scenografici, ideando inviti alla lettura in forma di spettacolo e percorsi laboratoriali, progettando giocattoli in legno, curando mostre e libri illustrati.
Dalla scomparsa di Zavrel, avvenuta nel 1999, è Jozef Wilkon la personalità artistica che affianca la Mostra con la sua stupefacente energia e il suo modo di concepire l’arte dell’illustrazione.
Monica Monachesi e Joseph Wilkon
Il più recente affresco di Wilkon a La casa in collina B&B Sà rmede
Oggi sono sue le parole preziose che registro quando analizziamo i lavori per l’esposizione e i nostri dialoghi sono sempre pieni di curiosità e di voglia di capire. Nel 2004 e nel 2005 ho avuto il piacere di curare la mostra Bestiarium Wilkonia, una sua grande personale, ed ho lavorato assieme a Mauro Evangelista, e grazie a questi capolavori (oltre 100 illustrazioni ed un camion pieno di sculture in legno e metallo, arazzi e libri) Macerata e Sà rmede si sono trovate a festeggiare insieme: un momento importante e bellissimo, da ripetere direi.
J. Wilkon a Bestiarium Wilkonia, Belluno, Palazzo Crepadona 2005
Ecco, mi sono dilungata su di me solo perché penso che i miei ricordi possano dare la dimensione degli spazi che Sà rmede può far scoprire a chi viene qui.
Incontri. Questa parola dice molte cose. Nella vita di ognuno di noi ci sono passi importanti che partono da incontri. A Sà rmede puoi incontrare persone mosse dalla passione per i bei libri illustrati, puoi trovare degli amici nuovi con cui condividere sogni, progetti, o semplicemente belle giornate, puoi sfogliare libri che contengono mondi interi da scoprire, puoi trovare un Maestro che ti svela ciò che sei in grado di realizzare. A Sà rmede arrivano illustratori ed editori, e puoi ascoltare le loro parole, osservare la loro curiosità verso i lavori altrui, stupirti dinnanzi alla loro voglia incessante di incontrare nuove storie, nuove idee, di fare nuovi incontri.
Sabato 22 domenica 23 ottobre, a Sà rmede, c’è stata l’inaugurazione della 29ma edizione di Le Immagini della Fantasia. Provo a darvi un’idea della sua atmosfera: la Mostra si apre al pubblico e con trepidazione ascoltiamo i primi commenti e osserviamo gli sguardi dei visitatori. Saluti, abbracci, sguardi, sorrisi… mentre le illustrazioni venute da lontano ci guardano affacciate alle cornici.
La domenica c’è il tradizionale appuntamento per parlare di libri con i protagonisti della storia che ogni libro percorre prima di essere stampato. Ci divertiamo chiacchierando insieme e raccogliamo soddisfazioni dagli occhi del pubblico.
Linda Wolfsgruber, raggiante ospite d’onore, vede vari suoi ex allievi tra gli illustratori ospiti della Mostra: Simone Rea, Alessandra Vitelli, Laura Berni, Brunella Baldi. Poi ci sono Gabriele Clima, Loretta Serofilli, Giovanni Manna, Elham Asadi, quest’anno mancano gli editori (Topipittori in montagna a camminare e alcuni altri a Pisa Book Festival).
Nella foto qui sopra sono con Leo Pizzol (terzo a partire da sinistra) e Wanda Dal Cin (quinta da sinistra), le colonne storiche della Mostra a Sà rmede e Ketty Gallon (prima a sinistra), la nuova generazione, e con Luigi dal Cin (quarto da sinistra) che ogni anno cura la ricerca sulle Fiabe dal Mondo e poi c’è Simone Rea (secondo da sinistra) e l’ospiet d’onore Linda Wolfsgruber (ultima a destra).
Simone Rea è uno dei protagonisti indiscussi di quest’anno: nella parte didattica racconta come nasce “Favole di Esopo” illustrato per Topipittori e super premiato (Plaque BIB e Mezione d’onore a ILUSTRARTE) e realizza l’allestimento scenografico sull’India, popolando di creature di feltro lo scalone d’ingresso. Qualcuno forse poteva sospettare che Simone Rea potesse lavorare in tre dimensioni? Io l’ho intuito durante una telefonata in cui mi diceva che a volte modella dei personaggi in plastilina prima di illustrare… e l’ho acchiappato!
L’arredo della mostra, con le sculture di Simone Rea
Per la sezione Fiabe dal Mondo la protagonista quest’anno è l’India. Per Franco Cosimo Panini compio un’altra bella avventura che ora vi racconto. Ogni anno curo un albo illustrato in cui 10 illustratori interpretano 10 fiabe: Il Grande Albero delle Rinascite, fiabe dalle terre d’India
è un grande omaggio alla cultura indiana ed è nato grazie alle illustrazioni di Giuliano Ferri, Aurélia Fronty, Véronique Joffre, Dileep Joshi, André Letria, Jacqueline Molnár, Simona Mulazzani, André Neves, Linda Wolfsgruber, Alessandra Vitelli e Laura Berni – le fiabe sono state trascritte da Luigi Dal Cin. Nella stessa collana si possono trovare le fiabe dell’Africa, delle Regioni Artiche, dell’Oceania, del Brasile… Per questo libro sono riuscita a contattare Dileep Joshi, illustratore indiano che lavora in stile warli, un’arte antichissima con cui si decoravano le pareti delle case nell’India centrale.
E poi, e poi… non potrei parlare qui di tutto quello che troverete a Sà rmede, è impossibile. Dovete trovare il modo di visitare la Mostra e portarvi a casa qualche libro…
Segue…