Bologna Children’s book fair: racconta la tua fiera (miniconcorso)
13 Aprile, 2011Ecco i vincitori del miniconcorso RACCONTA LA TUA FIERA! (2011)
Mariti che vanno al posto delle mogli, illustratori che perdono il biglietto del treno, altri la testa, editori semi-divini davanti a cui inchinarsi ed editori mezze tacche da cui scappare, illustratori che domandano dove è il bagno al loro illustratore-mito perchĂ© non l’hanno riconosciuto, la Fiera di Bologna vista con gli occhi di chi la percorre, sembra un universo due minuti dopo il Big Bang!
SPORTELLO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO AGLI ILLUSTRATORI OFFRESI
di Federica (la zucca)
Io e Annalisa non siamo illustratrici né editori, ma cambiamo colore come cartine tornasole a contatto con la BCBF. Appassionate è poco, studiose è troppo, ma la letteratura per l’infanzia è una casa in cui vorremmo abitare. Ogni anno visitiamo la fiera e ogni volta ne tiriamo le somme, pontificando le modifiche da apportare l’anno successivo. Il 2011 è stata la volta dello sportello consolatio per illustratori. Li vediamo aggirarsi a passi lunghi con occhi enormi, le cartelle scomode sotto braccio, l’aria di chi partecipa ad una caccia al tesoro poco organizzata: gli illustratori. In fila per colloqui, al sole a mangiare gallette di riso per pranzo, in crocchi per confrontarsi, col collo stirato a sbirciare gli stands: gli illustratori!
Io e Annalisa abbiamo pensato di organizzare uno sportello di sostegno psicologico: qualcosa tra Lucy van Pelt e i Free Hugs. Ci siamo chieste come la prenderebbero. Forse si offendono. Ma noi, agli illustratori, gli vogliamo un gran bene.
UN PANINO DI BELLEZZA
di Matteo Cyrano Uggeri
Non pensavo che sarei mai andato a questa fiera, alla Children’s Book Fair, dato che non sono un illustratore, non scrivo storie per ragazzi, non pubblico libri, non faccio neppure il libraio nĂ© l’insegnante. Il fatto è che sono innamorato di una moglie innamorata dei libri illustrati: col passare del tempo la passione di Gaia s’è trasmessa a me, tanto che ho cominciato a piccoli passi ad affacciarmi tra le pagine colorate. Dato che lei questa volta non poteva andarci, la cosa migliore che ho potuto fare è stata di armarmi di macchina fotografica, registratore digitale e trolley spazioso. E poi partire.
Eccomi ad occupare il posto che le spettava, quasi con un senso di colpevolezza. Una sorta di Cyrano De Bergerac, in missione per conto d’altri, con poche aspettative e tanti dubbi sul senso di ciò che sta per fare.
Ma le cose sono andate meglio di quanto mi aspettassi. In particolare, credo resterà indimenticabile per me un preciso momento, un istante così semplice che è difficile raccontarne la magia. Riguarda il panino alla mortadella che ho divorato in pochi lenti e cadenzati morsi mentre con lo sguardo mi immergevo tra le immagini della candida sezione dedicata al paese ospite, la Lituania.
Quel panino umidiccio e carissimo aveva un gusto del tutto speciale, il gusto che può assumere qualsiasi cosa che sia circondata di tanta bellezza, una bellezza che conferisce inaspettate e solide speranze.
Uscito dalla trance mi sono accorto d’aver devastato di briciole la bianchissima moquette di quell’angolo di padiglione, e un senso di vaga colpevolezza mi ha colto. Me ne sono andato sorridendo, sentendomi involontariamente di nuovo un po’ bambino, e carico di quella voglia di raccontare che da bambino ti gonfia il petto dopo le gite con la scuola.
APPUNTAMENTO CON IL PROPRIETARIO DELLE VIE DEL MONDO
Di Monica Monachesi – Art director de Le immagini della fantasia, Sarmede
Corrado Rabitti di Zoolibri mi aveva promesso di portarmi da lui. La Fiera è un turbine di incontri, di volti e persone, di copertine e libri… giovedì mattina arriva in un lampo e non mi sono ancora incontrata con Corrado.
Faccio un rapido tour, sono tanti gli stand dove vorrei potermi soffermare meglio e sono davanti a Rue du Monde, osservo un signore seduto che sfoglia un libro, cerco di leggere il suo nome da qualche parte. Improvvisamente alla mia sinistra arriva Corrado e lo vedo inginocchiarsi… allora mi inginocchio anche io: è lui, sì! Alain Serres! Ridiamo tutti insieme e ci stringiamo le mani. Che bella la fiera!
ILLUSTRATRICE SENZA CARTELLINA
di Manuela
Mattina treno Bologna. Una città che con la Fiera del Libro si ravviva di brio, di promesse e sogni che da ogni parte del mondo si viene a portare con sé. Io con il mio sono andata per curiosare come un bambino che per la prima volta viene portato ad un gigantesco acquario. Non sa cosa è, ha visto foto e illustrazioni ma nella sua testa l’immaginazione lo mostra indefinito colorato, luminoso. L’impatto con la realtà è emozionante… so che intorno a me ci sono quelli che hanno i brividi. Io non ho la cartellina nera colma di disegni scelti con cura e consci che in quel contenitore si riassume quell’intimo “sé” che finora era stato solo un mondo ideale e privato. Ai tavoli sorrisi di entusiasmo o di pudore, mani che gesticolano, chi serio chi interessato chi solo sé stesso. Un giorno, presto spero, sarò seduta anch’io a quei tavoli a condividere i miei tesori, come un’artista di strada che si stacca dalla cieca folla e libera i suoi palloncini verso il cielo per condividere un incanto.
ILLUSTRATRICE SENZA CARTELLINA 2
Di Christine
La fiera di Bologna…
Per me è stata la prima, ma ho imparato molto anche in un sol giorno! Ho conosciuto persone meravigliose disposte ad aiutarti ed incoraggiarti, ho provato sensazioni contrastanti, dall’euforia e gioia più intensa al senso di nullità e tristezza…
Ma nonostante cose belle e brutte ho toccato piĂą profondamente il mio io piccino… che è uscito allo scoperto nella fiera… si è esposto, un po’ tremolante ma almeno è venuto fuori! Sono solo all’inizio, la strada è in salita e lunga ma…non demordo, fare illustrazioni è una cosa meravigliosa e apre magici mondi! Bellissime le mostre di Giordano e del paese ospite la Lituania, delusa dalla mostra di Bologna…troppi pochi colori. Non ho altre esperienze “interessanti” perchĂ© il mio book è stato nascosto… non ce l’ho fatta…  non quest’anno.
EDITORE DI LIBRI ORRIBILI CERCA LIBRAIA DISPONIBILE
di Serena
Dopo un’ora di coda per mostrare i miei lavori ad un editore francese (non dico il nome) mi siedo davanti a lui. “Hai un progetto?” ,”No, il portfolio con disegni vari”, “Allora niente, stiamo cercando progetti. Italiana, di dove?”, “Crema” “Ah! ci sono stato per una mostra, ma nelle librerie non ci sono bei libri!”, “Ah boh, non so (balbetto), io lavoro in libreria veramente…”,”Noi abbiamo fatto questi due libri in italiano ma nessuno li vuole vendere in Italia!” e me li fa vedere. Panico. Sono brutti. O meglio, visualizzo dove me li metterebbero i miei clienti… “Belli belli” dico entusiasta. Così riesco ad andarmene dal loro stand solo promettendo di vendere i loro libri.
Non ti dico le risate in libreria quando ho confessato il mio patto commerciale con l’editore francese. Cercheremo di renderci irreperibili dai corrieri…
MONEY MONEY MONEY. Anonimo
Premesso che l’ultima volta che andai Bologna, sul pullman che dalla stazione di Bologna porta alla Fiera, fui con molta destrezza derubata del portafogli (me ne accorsi solo al ritorno quando dovetti chiedere a un’amica di pagarmi il biglietto del treno), quest’anno ho optato per una borsa/cassaforte con molte cerniere e con l’idea che nessuno spicciolo ne sarebbe uscito senza il mio consenso.
Quindi faccio i biglietti di andata e ritorno nella mia cittĂ ed arrivo senza imprevisti in una fiera che è giĂ sul finire, ultimo giorno. Ma lo scorso ottobre, al momento di inviare le 5 tavole che, benchĂ© lontanissime dal garantirmi uno spazio nella mostra degli illustratori, mi avrebbero assicurato il pass…io, beh…boh…avrò avuto sicuramente cose piĂą importanti da fare, quindi ahimè, ho pagato l’ingresso. Mica quello intero, eh, io sono furba, ho chiesto per tempo la riduzione. Un giro in fiera da turista, senza un book presentabile, senza l’ombra di un appuntamento, mi guardo la mostra e rivedo un sacco di amici illustratori che incontro praticamente solo in fiera; risate, ricordi di corsi passati, sguardi ai soddisfacenti risultati altrui, qualche acquisto (25 euro, non di piĂą…al bancomat della fiera il prelievo non è disponibile) per il puro piacere di avere libri… ed è giĂ ora di andare! Caspita la mia super borsa è piena di scartoffie, aspetta che prima di uscire mi libero delle cose inutili, come il pass, il fazzoletto sporco, il biglietto ffss di andata, ed eccomi di nuovo sull’autobus con lo sguardo sospettoso verso ogni passeggero e la borsa stretta al collo. Tanto sono in anticipo, ho tutto il tempo di bere un caffè in stazione e finire le parole crociate della settimana enigmistica. Mancano 10 minuti al treno, dai che convalido il biglietto e poi non ci penso piĂą. Ma dov’è? MMMhhh, troppe tasche ha questa borsa. La svuoto completamente su una panchina: il biglietto NON C’ E’. Giace in quel bidone portaimmondizie vicino al guardaroba, insieme a quello di andata e al fazzoletto sporco. Rimandando gli auto-insulti volo alla biglietteria e fortunatamente, riesco a rifarlo e a salire in tempo. Finalmente in salvo, money, money money, quanto mi è costata questa fiera del libro?
CI SONO ANCH’IO! Di Silvia Bobo
Finalmente! Eccola! Ci sono anch’io! La mia prima fiera di Bologna. Entro trionfante, decisa. Fuori piove ma che importa? Respiro l’aria e l’odore di quei libri, di quelle figure che tanto amo.
“Permesso, scusate…ehm…come si fa ad avere quel cartellino che molti hanno appeso al collo?”
“Sei un’illustratrice? Sei iscritta al concorso?” mi chiedono.
“No, sono un’autrice” rispondo a bassa voce.
Sguardi e risatine.
“Che c’è?” penso.
Mi sgonfio un po’. Dopo un’ora già non capisco più nulla. Sono frastornata.
Dio quante belle cose. Le case editrici pullulano di gente. Mi faccio spazio, avanzo, mi getto nella mischia.
“Salve, scrivo racconti”
“Si, si ci mandi una mail”
“L’ho già fatto” sussurro tra i denti.
Tutti guardano avanti, parlano. Io ormai sono piccola, alta un centimetro. Saltello e tiro il collo. Ma cosa credevo?
Raccatto nomi, indirizzi, volti, parole. Ne ho due borse piene. Il lavoro riprenderà a casa, lo so! L’anno prossimo sarò pronta, diversa. La mia prima fiera di Bologna: che figata!
UN INCONTRO TRAGICOMICO, di Rossana BossĂą
Partendo dal presupposto che sono molto timida e che ho sempre paura di disturbare, quando mi faccio forza
per presentarmi o chiedere qualcosa a qualcuno finisco sempre per fare delle figuracce. Così è stato anche quest’anno alla fiera.
Ero alla stand di OQO editora e mi avvicino all’unica persona che vedo seduta ad un tavolo e le chiedo con il mio inglese stentato se avevano un catalogo. Questa persona non capisce, allora mi faccio capire a segni così lei si rivolge ad un’altra signora in piedi e le chiede questo benedetto catalogo. Mi viene detto in spagnolo che li avevano finiti, di andare sul sito… Mentre ascoltavo continuavo a pensare che avevo giĂ visto da qualche parte la prima signora seduta al tavolo, pensa e ripensa con orrore mi si svela la cruda veritĂ : era Joanna Concejo!
Capito? sono riuscita a chiedere un catalogo a lei quando avrei dovuto inchinarmi e chiederle una dedica su uno dei suoi libri. Io adoro Joanna Concejo. Spero la prossima volta di non incontrare, che so, Roberto Innocenti e chiedergli se mi indica la toilette.
CHE BELLO ESSERE RICONOSCIUTI!
di Simone Rea
Entrando in fiera ho notato un atrio molto piĂą accogliente del solito e una mostra ben equilibrata per qualitĂ di opere e positivamente disomogenea per contenuti e stili. Alcuni illustratori comunque spiccano per capacitĂ di sintesi e attitudini artistiche mature, per questo vorrei segnalarli: dalla Romania Ana Botezatu, dal Portugal Teresa Cortez e dalla Korea Ji-hae Hong.
La mia esperienza quest’anno non poteva non essere positiva, sono stato selezionato per la mostra illustratori e finalmente è uscito il mio libro, “Esopo Favole” edito da Topipittori, che giĂ nei giorni della fiera mi ha regalato grandi soddisfazioni. Pensate: tre koreane mi hanno riconosciuto mentre vagavo tra gli stand e mi hanno chiesto le dediche, una di loro non aveva comprato il libro e si stava mangiando letteralmente le mani.
QUANDO UN EDITORE CI DA BUONI CONSIGLI, di Anna Forlati
Vorrei riportare alcuni punti del colloquio che ho avuto a Bologna con il presidente di una splendida casa editrice francese. Anche se so che molti potranno non concordare con queste riflessioni, per quanto mi riguarda sono state davvero illuminanti. Eccole elencate molto brevemente:
– Il mercato è lo strumento che abbiamo per comunicare con gli altri;
– Sarebbe bene evitare di fare dei libri per auto-compiacerci, ma che non comunicano niente;
– Un libro illustrato è un prodotto industriale, come una sedia o un tavolo;
– Diamoci il giusto tempo per fare le cose;
– Un libro, per essere pubblicato, deve essere necessario, urgente;
– Molti, ma molti dei libri esposti a Bologna se potessero tornerebbero assai felicemente ad essere alberi nel bosco.
Vorrei concludere con l’immagine di un libro (purtroppo fuori commercio) che ho visto a Bologna, e che vale davvero tutti gli alberi tagliati per produrlo. L’autore è il coreano Jo-Won Hee, il titolo è “Muscle Uncle and Fat Aunt”, la casa editrice è la coreana Sang Publishing. Un caro saluto.
Grazie a tutti per questo spaccato così vivo e divertente! Ho fatto qua e là un leggero editing, per facilitare la lettura. Se volete aggiungere cognomi, blog, link, o correggere qualcosa, scrivetemi. Anna