Una volta, un giorno (Quarenghi-Mulazzani)

31 Ottobre, 2010

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008

Una volta, un giorno di Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani è un inno alla gioia.
Non so se vi è mai capitato, sotto un acquazzone, di venir presi da un irresistibile desiderio di mettervi a ballare, o davanti al sorgere del sole, di alzare le braccia in un gesto di festoso saluto… ecco, Una volta, un giorno mi dà, dalla prima pagina all’ultima, la precisa sensazione che bisognerebbe ballare, intrecciare rime, cantare e alzare le braccia verso il sole, almeno una volta al giorno, per mantenersi sani di mente.

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008

Il libro inizia con l’elenco di una serie di strani protagonisti: un piede, un occhio, un fischio, uno sbadiglio, una mano, un desiderio…, che sono in qualche modo implicati nella logica di un frammento di mondo:

“C’era un volta un occhio, si era perso in una farfalla e volava volava. C’era una volta un fischio, aveva preso un treno e viaggiava viaggiava. C’era una volta un desiderio, si era fidato del mondo e aspettava aspettava… “

Questo mondo, lo si capisce immediatamente dall’importanza data alle parole (graficamente protagoniste del libro), è quello del linguaggio poetico. Se su una pagina bianca, una poesia è una poesia (esercizio di stile, gioco del linguaggio), in una pagina illustrata, dove le parole sono parole e immagini, la poesia diventa mondo e realtà. Le illustrazioni di Simona Mulazzani, piene di vita, caldissime, contribuiscono a rendere credibile questo gioco, e ci invitano in un mondo dove gli sbadigli possono trasformarsi in nuvola, le parole mettersi a riposare, i treni, infilarsi nel mare e insegnare ai delfini a fischiare.

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008

A un tratto succede qualcosa. Al centro del libro, una pagina nera, imponente, ci dice: MA UN GIORNO
C’è una svolta. Qualcosa ha bloccato il libero fluire delle strofe: è un muro. Cosa succede adesso che il linguaggio stesso si è organizzato in forma di città-muro, di barricata? Sembra quasi di udire un rullo di tamburo, la suspense è enorme. Saremo puniti per aver osato abitare un mondo che rispondeva all’unica legge della struttura poetica?

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008

Voltiamo la pagina e veniamo abbagliati: ognuno degli oggetti protagonista delle pagine precedenti, subisce uno spostamento all’interno di un nuovo verso poetico, e questo spostamento lo libera, lo premia, lo culla, creando un climax esplosivo. Ad esempio il verso “C’era un volta un occhio, si era perso in una farfalla e volava volava.” diventa: “La farfalla volò oltre le viole, l’occhio finì nel cielo e adesso è il sole.” Il linguaggio sembra rivendicare un’onnipotenza felice, e ci convince che non è peccato capovolgere il mondo. 

La fine del libro è una sorpresa che non vi voglio togliere: perché “il desiderio che aveva avuto fiducia nel mondo e aspettava, aspettava“, a un certo punto si stufa di aspettare (la realtà di riferimento è qui, in chiusura del libro, quella vera, dove i desideri non vengono esauditi magicamente: che potere avrà, allora, la poesia su questa realtà? Riuscirà a capovolgere amarezze e delusioni?), e…

MA UN GIORNO, mi verrebbe da ripetere con Paul Eluard, la poesia salverà il mondo.

Complimenti doppi a queste due autrici che, con un’apparente semplicità di stile (vi sfido a saperla riprodurre questa semplicità! Ce ne vuole di arte per lasciare andare così le parole e le forme…), hanno creato un canto.

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008

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Una volta, un giorno, Giusi Quarenghi e Simona Mulazzani. Franco Cosimo Panini 2008