intervista alle edizioni helium (Francia)
26 Settembre, 2010Intervista a ILARIA CONNI, della casa editrice Helium, addetta alle relazioni con le librerie e le biblioteche.
Intervista realizzata e tradotta da Marissa Morelli, 9 luglio 2010, Parigi
Laurent Moreau, Les Beaux InstantsUn imagier-coloriages, Helium 2010
Come siete nati e quali sono stati i motivi per cui siete diventati editori per l’infanzia.
Ci chiamiamo Helium perché questo nome trasmette un’idea di leggerezza. La casa editrice è stata creata da Sophie Giraud, verso la fine del 2008. Sophie si occupa di editoria per ragazzi e di editoria in generale da tanto tempo, ha lavorato con varie case editrici, tra cui Naïve, ricoprendo il ruolo di direttore editoriale.
La nostra casa editrice è completamente indipendente, non vi sono capitali di grandi case editrici coinvolti. Fanno parte di questa struttura anche Gerard le Monaco e Emma Giuliani che gestiscono lo studio grafico per ciò che riguarda la direzione artistica: l’impaginazione, la grafica e la “fabbricazione†(la parte più tecnica del libro). In Francia esiste una figura specifica all’interno delle case editrici che si occupa della fabbricazione dell’oggetto libro, che forse in Italia viene sostituita direttamente dallo stampatore.
In redazione siamo in tre: Sophie Giraud che è la direttrice editoriale, Gilberte Niamh Bourget anche’essa editrice, che lavora con Sophie sopratutto sui romanzi e sui testi, ed io, che mi occupo della promozione, comunicazione e relazioni con le biblioteche. Siamo distribuiti da Flammarion. La volontà di Sophie era di creare una piccola struttura, così che tutti potessero partecipare alle varie fasi di creazione: questo ci permette di accorciare certi processi. Per noi è molto importante mantenere l’aspetto artigianale del libro.
Mi pare che non vi sia una particolare linea o impronta editoriale.
E’ vero. Facciamo libri completamente diversi, non ce n’è davvero uno uguale all’altro. Ogni volta cambiano la carta, il formato, l’impaginato, oltre, ovviamente, ai contenuti, come se ogni libro fosse un progetto unico. I nostri libri sono divertenti e leggeri, ma con del contenuto. Sono libri per bambini e devono restare tali. È chiaro: se sono oggetti belli, possono piacere anche agli adulti, ma per noi è importante che rimangono libri per bambini.
Il tipo di narrazione ed i temi affrontati devono sempre rivolgersi al mondo dell’infanzia. Un esempio: l’Imagier Mes Couleurs di Iris de Moüy, che diventa anche un puzzle. Un oggetto/libro giocoso e leggero.
Iris de Moüy, Mes Couleurs, Helium 2009
Nessuna “censura†quindi verso tematiche diverse, temi forti, che pure fanno parte del mondo dell’infanzia, come la solitudine, la morte?
Non siamo contrari, è giusto che si parli di questi temi. Ma Helium si vuole specificamente occupare della parte più ludica del libro, la leggerezza è davvero il nostro filo conduttore.
Mi parleresti di come nasce e si crea un libro? Partite da un testo e poi cercate un illustratore? Vi capita di pubblicare progetti compiuti?
Può succedere di tutto… Prendi Bon Voyage. Didier Cornille, che è un designer di lampade, ci ha proposto questo progetto, ci pareva che avesse un tratto originale. Poi la scelta del piccolo formato, gli angoli arrotondati, la costa colorata, le abbiamo decise insieme qui a Helium.
Didier Cornille, Bon Voyage, Helium 2010
Gli autori di Popville, Anouck Boisrobert e Louis Rigaud, sono arrivati con la maquette finita, che avevano realizzato per la scuola da cui erano appena usciti! Ultimamente stiamo lavorando con scrittori per adulti, creando testi che verranno illustrati e diventeranno albi illustrati per bambini.
Anouck Boisrobert e Louis Rigaud, Popville, Helium 2009
Produzione vostra ma anche diritti acquistati...
Si, è il caso ad esempio di Tutto da me di William Wondriska, primo libro di questo autore in cui usa illustrazione e fotografia assieme, e i Tre porcellini di Steven Guarnaccia, ambedue editi in Italia da Corraini.
Lo facciamo poco e solo nel caso che i progetti ci piacciano molto. Poi nelle fasi successive il libro diventa importante come se fosse una nostra creazione interna, in qualche modo ci appropriamo dell’anima del libro, anche se non ne abbiamo seguito la nascita vera e propria.
William Wondriska, Toute toute seule, Helium 2010
Sei al corrente della discussione in atto in Italia, sul valore e la portata della lettura iconica dell’albo illustrato per i bambini? (In seguito all’articolo di Angela Dal Gobbo, ma anche presente in ambiti accademici).
In Francia la consideriamo una discussione inutile. Da anni ci sono studi pedo-psichiatrici che dicono che il bambino anche piccolissimo sviluppa una certa comprensione di quello che gli sta di fronte. C’è un’associazione in Francia che si chiama A.C.C.E.S. che è costituita da un gruppo di educatori e psichiatri infantili, che ha pubblicato numerosi studi e ricerche su questo argomento. I bambini, secondo queste teorie, sviluppano una cultura del bello già da molto piccoli.
Avete ed intrattenete rapporti con altri editori? Anche a livello internazionale?
Sicuramente con editori della nostra taglia e linea, editori come Memo, Sarbacane, Thierry Magnier. Anche le relazioni con case editrici straniere sono molto importanti per le coedizioni. Libri difficili come quelli pop up, nascono solo da coedizioni. Popville esiste in 6 paesi diversi ed è stato stampato in 60.000 copie, permettendo di ridurre i costi di produzione. Abbiamo buoni rapporti con case editrici italiane come Corraini, Panini, Orecchio Acerbo e Topipittori che hanno pubblicato qualche nostro libro.
William Wondriska, Toute toute seule, Helium 2010
Progetti per il futuro?
Usciamo sul mercato con circa venti titoli l’anno e non sono tutti albi illustrati Abbiamo pubblicato il romanzo di François Bégaudeau, lo scrittore conosciuto in Italia per La classe (Einaudi), e penso che in futuro ci occuperemo anche di libri per adulti, diversificandoci.
Italia-Francia.
La grossa differenza fra i due paesi è che in Francia ci sono i lettori. Un’altra differenza importante è che qui esiste la legge del Prix Unique, cioè del prezzo unico, istituita da Jack Lang negli anni novanta. Questa legge obbliga tutti i punti vendita a vendere i libri allo stesso prezzo, “salvando†la Francia e le sue piccole librerie.
Inoltre ogni scuola pubblica ha una sua biblioteca. Insomma, le ragioni delle differenze sono meramente politiche. Quando torno in Italia e vado alla Mondadori e vedo il 40% di sconto sui libri, mi sento male. Poi non trovo più i libri che vorrei perché escono subito dal catalogo. La vita di un libro è troppo breve.
L’idea di vita dei nostri libri invece è senza fine. In Francia un libro per ragazzi ha una vita più lunga rispetto ad un romanzo. Se il progetto è buono, non ha scadenza!