Il portfolio, il book, la cartellina… come presentare il proprio lavoro?
8 Marzo, 2010Ho pensato, in vista del Salone di Bologna, di provare a fare chiarezza su questa domanda:
Come presentare il proprio lavoro a un editore?
Io ho la mia teoria:
1) se il vostro lavoro vale davvero una pubblicazione, la forma in cui lo presenterete è di secondaria importanza.
2) Se il vostro lavoro è incompleto, ancora acerbo, una bella presentazione potrebbe dargli una spintarella (ma arriva a meta solo se vale davvero, e si ritorna al punto 1)
Quale tipo di cartellina?
Di un materiale impermeabile 100 volte meglio che di cartone: la vostra cartellina deve potervi accompagnare sotto bufere e tempeste. Con manopola per tenerla in mano e tracolla per portarla appesa alla spalla, è molto più comoda. Le più comode, le più eleganti, le più indistruttibili, ma anche le più care, sono quelle della MH Way.
Meglio sceglierne una con gli anelli staccabili, per decidere se inserire i disegni liberi o se inserirli in buste trasparenti ad anelli. Io anni fa usavo le buste ad anelli, ora presento gli originali sfusi, ma la mia cartella MH è sempre la stessa: 60 x 50 cm. Ha viaggiato per l’Europa per più di 6 anni e sembra nuova.
Se, quando è piena, è molto pesante, non vergognatevi di portare un carrellino di quelli semplici con due ruote, per appoggiarla sopra. Molti professionisti, sapendo quanto è faticoso un salone, fanno così.
Quanti disegni?
Su un Salone del Libro, dove abitualmente gli editori hanno fretta: 15/massimo 20 disegni (se invece andate nella sede della casa editrice, portate tutto quello che avete).
Se il vostro lavoro non solletica il gusto dell’editore che avete davanti, vedrete che dopo 5 o 6 disegni sfogliati in silenzio, inizierà a rallentare e parlarvi, trovando il modo di fuggirvi. Non insistete troppo a volerlo tenere lì con voi. Un editore, ha un occhio di falco, se i vostri disegni non vanno bene per la sua casa editrice, lo sa dopo 5 nano secondi.
Questo NON VUOL DIRE che non potrebbero piacere a un altro editore, non scraggiatevi.
Se ha fretta, vi dirà (bene o male, dipende dal suo umore e della sua educazione) che non è interessato. Se ha tempo e pensa che ne valga la pena, si perderà in qualche commento di spiegazione del suo scarso interesse (sono sempre preziosi, fatene tesoro).
Se, dopo quota 12 disegni, vuole ancora vedere lavori… può essere un buon segno.
Quali disegni scegliere?
Non mettete nella cartella disegni eterogenei, anche se spiegate all’editore che alcuni sono vecchi e altri nuovi, l’editore resterà col dubbio che voi non abbiate ancora uno stile.
Avere uno stile preciso non è un obbligo, lo stile può cambiare durante la carriera di un illustratore, o adattarsi a testi diversi. Ma un editore deve essere sicuro che voi capite cosa è lo stile, e che sapete utilizzarlo per portare avanti una narrazione: in un libro illustrato avrete bisogno di realizzare almeno una dozzina di tavole con lo stesso stile.
Mettete nella cartella una decina minimo, e una ventina massimo, di disegni dello stesso stile.
Se proprio volete presentarvi con due stili diversi, mettete nella cartellina una decina di disegni con uno stile, e altri 10 dell’altro stile.
L’importante è che si capisca che sapete padroneggiare almeno uno stile.
Organizzate la scelta dei disegni in base allo stile della casa editrice che visitate. Se avete due anime, una sveglia di giorno, che ha prodotto decine di disegni puliti e molto grafici, e l’altra sveglia di notte, che ha prodotto quadri fiamminghi dipinti a lume di candela, non rinunciate a nessuna delle due. Ma non andate da Corraini con le tavole fiamminghe!
Mettete in primo piano i disegni più vicini allo stile della casa editrice che visitate e, separati da un grande foglio, gli altri.
Se l’editore è curioso e interessato, potete poi mostrarglieli in un secondo tempo.
Non mettete in cartellina disegni “più vecchi” realizzati con uno stile che non riconoscete più.
MAI essere costretti a dire: “Lei ha ragione… lo so che questo disegno è meno riuscito degli altri, infatti è vecchio. Ora ho cambiato stile e non faccio più queste cose”. Se non credete COMPLETAMENTE nel vostro lavoro, non presentatelo a un editore.
 Come presentare i disegni?
– Se non sono su tavole di legno di due metri per tre, o in digitale, è meglio portare disegni originali.
In caso di fotocopie: che siano belle fotocopie laser, con i colori fedeli, fatte su carta un po’ rigida, opaca, di buona qualità . Per favore no! a fotocopie su fogli mollicci che si piegano nelle mani dell’editore. E no! al formato francobollo. Se potete, presentate le fotocopie in A3, con un bel margine bianco intorno al vostro disegno.
In caso di originali:
-Se i bordi dei vostri disegni sono sporchi, slabbrati, pieni di ditate, meglio un passepartout bianco che li incornici.
-Se invece siete precisi e avete fatto un bel margine pulito al disegno, allora potete anche presentarlo nudo.
Il passepartout: che sia ben tagliato. Che sia bianco o di un leggero crema (è meglio del nero per far risaltare i colori).
NO a passepartout colorati.
Per incorniciare il disegno originale: potete incollarlo sul retro del passepartout con un po’ di scotch riposizionabile, oppure infilarlo tra il passepartout e un foglio di supporto (ma non dimenticate che più fogli avete, più la cartellina pesa, e dopo 4 ore di Salone lo sentirete!).
Intorno al disegno originale:
Il bianco. Il nulla. Il silenzio.
NO! a legende lunghe un chilometro con nome e cognome, titolo dell’opera e umore che deve suscitare nello spettatore. Esempi da evitare: Giuseppe Pallino. Pioggia. “Malinconia di un giorno di pioggia. 2008“. Oppure: “Giuseppe Pallino. Cappuccetto rosso. Scena del lupo. 2009″.
Intorno al vostro disegno: il bianco, il nulla, e… b.a.s.t.a.
Se sono illustrazioni di un progetto libro, a parte, presenterete il prototipo del libro con l’immagine impaginata in una doppia pagina, e il suo testo a fianco.
Meglio disegni sparsi o un progetto-libro?
Se non avete mai fatto un libro, avere un progetto (uno storyboard + alcune tavole definitive) permetterà all’editore di vedere come ve la cavate su un “lungo percorso”. Un conto è saper disegnare, un altro paio di maniche è saper fare un libro illustrato.
Se poi il testo funziona e il progetto anche, chi sa mai… potrebbero anche comprarvelo!
Se le vostre tavole sono strabilianti, mai viste, originalissime, ce la farete anche senza progetto.
Cosa lasciare all’editore.
Il mio primo anno di Salone la mia cartellina conteneva: una ventina di CD, decine di fotocopie, duecento biglietti da visita, i prototipi dei mie progetti fatti rilegare da un tipografo (con copertine rigide), penne per gli autografi, spille con la mia faccia che sorride e dice: “sceglimi” (no, qui scherzo!), gomme e matite per correzioni dell’ultimo minuto, puntine, talismani portafortuna e rotoli di scotch.
Sto esagerando… ma neanche troppo.
Diciamo che più la qualità del mio lavoro è aumentata, più è diminuita la scorta dei gadgets. E succederà lo stesso anche a voi.
Un Salone del libro NON E’ il luogo adatto dove lasciare copia del proprio materiale. Chiuso il Salone, l’editore tornerà a casa in macchina, in aereo, in treno, in bicicletta, e cercherà di avere meno peso possibile.
Se l’editore ve lo chiede, lasciategli una bella fotocopia in A4 del vostro lavoro, con tutti i contatti, o un biglietto da visita.
Se è interessato, fatevi sempre dare il suo biglietto da visita, e chiedetegli se preferisce ricevere le copie dei vostri lavori in pdf (via mail) o in fotocopia. Poi spedite tutto dopo il Salone (se potete, non fate passare 4 mesi, come fa di solito la sottoscritta).
Un inciso: non spedite mai gli originali e non lasciateli a nessuno (tranne dopo che avrete firmato un contratto, allora l’editore li prenderà in prestito per riprodurli e poi ve li restituirà ), gli originali restano SEMPRE di vostra proprietà : l’editore, acquista solo il diritto di riprodurli.
Invece, per tutte le “paure” rispetto a eventuali furti o plagi in caso di testi o progetti spediti, tenetele per voi. Sono il sintomo più eclatante di “ansia da principiante”. L’unico rischio reale è quello di non essere pagati, e questo, purtroppo, capita anche ai professionisti.
 Se vi propongono un contratto durante la Fiera…
E’ rarissimo, ma può scuccedere. Non firmate niente su due piedi. Prendetevi il tempo di far leggere il contratto a qualcuno che ne ha già firmati. Se l’editore è interessato davvero, non vi scapperà .
Aspetti emotivi e psicologici del mostrare il proprio lavoro (e postura da tenere durante il colloquio)…
Rileggere il post: “10 non-consigli ai giovani illustratori”.
Varie:
Al Salone di Bologna c’è una stanza, all’ingresso, dove gli illustratori possono appendere, con scotch o puntine, una fotocopia del proprio lavoro con i propri contatti. A me non è mai successo che qualcuno mi chiamasse attraverso questo tipo di contatto, ma so che alcuni editori curiosano. Preparate l’occorrente.
Per altri temi legati a come presentarsi agli editori leggete sul forum: qui e qui.
Per una lista degli editori che ricevono con o senza appuntamento durante il Salone, leggete questo topic.
In bocca al lupo!
ps: Ah! dimenticavo. Se dopo solo poche ore di Salone vi sentite dei perfetti “sfigati” e vorreste un buco dove nascondere la cartellina e voi stessi, non demoralizzatevi, ci siamo passati tutti. Un segreto, nel guardaroba, per soli 2 euro e mezzo, potete nascondere la cartellina e fare finta per un paio d’ore di essere dei comuni visitatori. Aiuta molto…