The babes in the wood, cronaca di una leggenda
18 Gennaio, 2010Randolph Caldecott, The babes in the wood, Frederick Warne & Co., Londra 1879
The babes in the wood è un’antica ballata tradizionale inglese. Ecco la trama: due genitori morenti affidano i loro due bambini alle cure di uno zio. Morti i genitori, lo zio, per rubare l’eredità dei bambini, li fa portare nel bosco da due compari. Uno dei due delinquenti, mosso a pietà all’ultimo momento, non ha il coraggio di abbandonare i bambini, e viene ucciso dall’altro. I due bambini abbandonati muoiono di inedia, uno tra le braccia dell’altro, e vengono coperti di foglie da un pettirosso (in alcune versioni i pettirossi sono due).
La prima versione conosciuta della ballata risale al 1595, quando l’editore Thomas Millington la stampò col titolo The Norfolk Tragedy.
Qui di seguito, potete ammirare alcune tavole di Caldecott, che ha illustrato la ballata nel 1879.
(Sul sito del progetto Gutenberg trovate tutte le tavole e il testo integrale).
Randolph Caldecott, The babes in the wood, Frederick Warne & Co., Londra 1879
Randolph Caldecott, The babes in the wood, Frederick Warne & Co., Londra 1879
(…)
He took the children by the hand,
While tears stood in their eye,
And bade them come and go with him,
And look they did not cry:
And two long miles he led them on,
While they for food complain:
“Stay here,” quoth he, “I’ll bring ye bread,
When I come back again.”These pretty babes, with hand in hand,
Went wandering up and down;
But never more they saw the man
Approaching from the town.
Their pretty lips with blackberries
Were all besmear’d and dyed;
And when they saw the darksome night,
They sat them down and cried.Thus wandered these two pretty babes,
Till death did end their grief;
In one another’s arms they dyed,
As babes wanting relief.
No burial these pretty babes
Of any man receives,
Till Robin-redbreast painfully
Did cover them with leaves.
(The babes in the wood)
Randolph Caldecott, The babes in the wood, Frederick Warne & Co., Londra 1879
Non si conosce l’origine della storia, che probabilmente affonda le sue radici in antichissime leggende legate al bosco. Ma se ci addentriamo nella cronaca delle prime versioni stampate della ballata, scopriamo curiose relazioni con la cronaca inglese del ‘500, il teatro e… l’Italia. State a sentire.
Thomas Percy, poeta e antiquario inglese di fine ottocento, che pubblicò una versione di The babes in the wood, identificava l’origine della ballata in una stampa del 1601, dal titolo: Two Lamentable Tragedies, di Rob. Yarington (i bibliofili possono sfogliare qui la prima edizione). In Two Lamentable Tragedies venivano raccontati due fatti di cronaca, quello della morte di Robert Beech, avvenuta per mano di Thomas Merry nel 1594 a Londra, e quello della morte di due bambini abbandonati nel bosco, complice uno zio dei bambini.
Ma data 1599 (quindi è di due anni anteriore alla pubblicazione di Yarington) il dramma, Thomas Merry, or Beech’s Tragedy, scritto dal drammaturgo elisabettiano Henry Chettle. Nel dramma viene raccontata solo una delle due parti di Two Lamentables Tragedies, quella dell’uccisione di Robert Beech.
Da fonti indirette (la registrazione di un pagamento effettuato), si sa che pochi mesi dopo Chettle scrisse anche un dramma intitolato: The Orphan’s tragedy. I due episodi, quello dei bambini abbandonati e quello dell’assassinio di Beech, devono essersi fusi insieme nelle successive versioni della storia.
Ma, cosa curiosa! l’attore William Haughton, che interpretò i due drammi di Chettle, fa riferimento nei suoi diari a The Orphan’s tragedy chiamandola The italian’s tragedy.
Quali segreti scambi intercorrono tra la storia di Nennillo e Nennella (vedi introduzione a Hansel e Gretel) di Gianbattista Basile, stampata nel 1634, The italian’s tragedy e The babes in the wood? Quale antica leggenda (o un fatto di cronaca italiana?) è all’origine di tutte queste versioni di un infanticidio nel bosco? E quali sono le relazioni tra la ballata The babes in the wood, la versione di Hansel e Gretel dei Grimm e quella del Pollicino di Perrault?
Nennillo e Nennella, illustrazione di Warwick Goble (1862-1943)
Nel 1882, Francis James Child, appoggiandosi al corpo di ballate raccolte e riscritte da Percy pubblica The English and Scottish Popular Ballads, meglio conosciuto come The Child Ballad, una raccolta completa, filologicamente attendibile, del corpus delle ballate inglesi, scozzesi e irlandesi. La raccolta, che conteneva The babes in the wood, ebbe un’enorme influenza sul romanticismo inglese.
Babes in the wood, Mary Ann Criddle (1805-1880)
The Babes in the wood, William Robert Symonds (1851-1934)
Emily Dickinsons fa riferimento in una lettera alla storia di The babes in the wood, definendola “immortale”. Qui di seguito un frammento di una sua poesia ispirata alla storia:
Fra sentieri si stendeva – fra rovi –
Fra radure e fra boschi –
Spesso banditi ci oltrepassavano
Sulla strada solitaria.Il lupo veniva a scrutare curioso –
Il Gufo guardava perplesso all’ingiù –
La figura di raso del serpente
Sgusciava via furtivamente,Le tempeste ci sfioravano le vesti –
I pugnali del lampo dardeggiavano –
Feroce dal Dirupo su di noi Il famelico Avvoltoio gridava –
(…)
(Emily Dickinsons, traduzione di Giuseppe Ierolli, leggi qui la versione originale)
Nei secoli, la storia di The babes in the wood ha goduto di un immutato successo popolare; innumerevoli le pantomime inglesi, spesso in chiave ironica, gli spettacoli teatrali e le canzoni ispirate alla trama. Il finale tragico è stato sovente mitigato: i bambini venivano salvati o trasportati in cielo. Più tardi, la storia si è mescolata a quella di Robin Hood: in alcune versioni, interviene per salvare i bambini. Forse la fusione delle due storie è avvenuta per uno slittamento metonimico del nome Robin – pettirosso in inglese. In alcune versioni meno drammatiche della ballata, il pettirosso copre di foglie i bambini per proteggerli dal freddo.
La locandina di una pantomima di The babes in the wood del 1954
Nel 1932 la Walt Disney firma un cortometraggio intitolato The babes in the wood:
Il cortometraggio, diretto da Burton Gillett, trasforma la fiaba in un’accozzaglia di riferimenti in cui entra in scena la casetta di marzapane, una banda di elfi, una strega-befana sulla scopa, le torte in faccia, i veleni capaci di trasformare i bambini in ragni e altre bestie orribili… Un compendio squisitamente kitsch di tutte le ramificazioni che la storia di The babes in the wood ha avuto nei secoli (merita di essere visto per intero! Un vero incubo).
Il lieto fine (se lieto si può chiamare) vedrà la strega trasformarsi in pietra per la gioia dei bambini, dopo essere morta ustionata in un pentolone di lava bollente.
The babes in the wood, Thomas Crawford (ca. 1813-1857), Metropolitan Museum of Art, New York
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