Corso base di economia del picture book. Lezione 4

30 Luglio, 2009

Lezione n°4UN’ILLUSIONE OTTICA
di Plumers

Cara Anna,
parlando di costi unitari, rischio di creare un’illusione ottica: sembra che tutti guadagnano e che il mondo sia bello e felice. Allora, proviamo a dare un’occhiata ai valori assoluti.

L’ipotesi che un albo abbia una tiratura di 2000 copie non è affatto peregrina. È questa la tiratura media degli editori italiani. Aggiungiamo un’ulteriore ipotesi: che le 2000 copie vengano tutte vendute in un tempo ragionevole e che, quindi, il costo unitario di produzione sia uguale al costo unitario del venduto. Questo ci semplifica la vita, anche se farà arricciare il naso agli editori, che sono abituati a vendere le 2000 copie in tempi molto più lunghi di quelli che ipotizzeremo.

Per comodità, diciamo che un tempo ragionevole è 1 anno.

20 euro x 2000 copie = 40 000 euro, che per soggetto si ripartiscono così:
autore/illustratore: 4.000 euro
librai: 12.000 euro
distributore: 10.000 euro
editore: 14.000 euro

Di ciò che riguarda i librai e i distributori ci occuperemo più avanti
Ma disponendo di questi dati possiamo domandarci quanti libri da 20 euro che vendono 2000 copie bisogna produrre per campare.

Autore/illustratore
Supponiamo che la tua sia una persona modesta, senza grilli per la testa, che ti accontenti di guadagnare, come un precario di call center, i famosi 1000 euro al mese.
Stanti le imposte che devi  pagare e gli accantonamenti previdenziali che ti suggerisco di accumulare per avere in futuro una pensione, per poterti permettere di spenderne 1000 euro al mese devi incassarne almeno 20.000 l’anno. Questo significa 10 libri all’anno se sei solo autrice o illustratrice; o 5 libri all’anno se fai entrambe le cose, come peraltro sai fare. Oppure – perché no? – un solo libro. Ma da 10.000 copie vendute.

Editore
Dei 14.000 euro per titolo,  la metà se ne vanno per pagare i costi diretti di produzione. Quindi l’editore ha un margine operativo lordo di 7000 euro per titolo (date le ipotesi iniziali, delle quali non voglio qui discutere l’adeguatezza e la verosimiglianza).
Un editore ha bisogno di: un ufficio, qualche computer, un paio di linee telefoniche e un collegamento a banda larga e, se ha molta voglia di lavorare, il lavoro di due persone per fare una decina di libri (tre se ne fa una ventina, eccetera). Poi deve pagare la partecipazione alle fiere (da sola, la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna costa 5000 euro fra stand minimo e albergo di quart’ordine), regalare copie alla stampa, inviare i libri ai premi, pagare gli interessi passivi sui soldi che si fa prestare dalla banca.
Possiamo ipotizzare che un ufficio costi 20.000 euro all’anno; che stampa,promozione e fiere costino 10.000 euro all’anno; che due persone costino 40.000 euro all’anno (sempre i soliti precari da call center) e gli interessi passivi siano trascurabili (e anche qui già sento il rombo dei mugugni degli editori).
Quindi, un editore deve fare 10 libri all’anno solo per arrivare al pareggio, date le nostre ipotesi.

Per fortuna, cara Anna, che fai ancora in tempo a cambiare mestiere. E a decidere di non diventare editore.

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