La caduta delle gocce (Julio Cortázar ed Elena Odriozola)
1 Luglio, 2009Aplastamiento de las gotas, Julio Cortázar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes 2008
“El aplastamiento de las gotas” (aplastamiento può essere tradotto con: appiattimento/sconfitta/schiacciamento) è una meravigliosa poesia di Julio Cortázar. Lo scrittore argentino descrive in tono drammatico e con minuzia i movimenti delle gocce in un giorno di pioggia, il loro scivolare contro il vetro, il loro cadere, il suicidio di una, l’esitazione dell’altra… fino all’ultimo addio. Metafora della nostra caducità umana, la poesia mostra soltanto delle gocce. Ora, prima di continuare a leggere il post, ascoltate la poesia letta dallo stesso Cortázar, poi chiudete gli occhi e chiedetevi come l’avreste illustrata se un editore vi avesse chiesto di illustrarla. “Non so, guarda, è terribile come piove…
Elena Odriozola l’ha illustrata con un’eleganza quasi giapponese, dove il vuoto, l’essenziale, quello che non è detto, sono protagonisti. E ci ha dato un esempio delle vette che possono raggiungere l’illustrazione e l’arte d’interpretazione di un testo.
Nella prima doppia pagina una donna è davanti alla pagina bianca di sinistra. Il testo inizia il suo canto: non so, guarda, è terribile come piove… Mai pagina bianca è stata più densa di gocce d’acqua, di mistero. Se l’illustratrice avesse riempito di deliziose goccioline (o violente linee, come volete) la pagina di sinistra, la nostra fantasia non sarebbe stata così stimolata.
Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008
Nella pagina successiva la donna non si è mossa, la posizione delle mani è appena mutata, subito abbiamo la sensazione che siano passati solo pochi secondi dalla scena precedente (un grande illustratore sa creare “il tempo” tra le sue pagine e dargli un ritmo). La donna non si è spostata ma la telecamera sì, ha fatto un movimento verso destra, la pagina bianca di sinistra è stata inghiottita dal movimento della telecamera e nella parte di spazio che invece è apparsa, la destra, entra in campo un uomo.
L’illustrazione di un libro non termina tra i confini delle sue pagine, (ne avevamo parlato nell’analisi dello stile di Carll Cneut), ma con questo delicatissimo movimento di camera è più evidente: lo spazio bianco della prima pagina è rimasto al suo posto ma ora è fuori dal libro e il suo vuoto vibra in modo ancora più potente: ora vediamo (immaginiamo) una finestra di profilo, gocce che cadono sui vetri, e cosa? Un giardino? Una strada? Un bosco? La voce narrante ci indica cosa guardare, queste gocce che si schiacciano sul vetro, scivolano, cadono…
Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008
Tutto il libro funziona su questo principio: le inquadrature sono fotogrammi di un film dove la telecamera si sposta continuamente a destra, poi sinistra, con movimenti contenuti, lenti. La distanza dai protagonisti è sempre la stessa. Nelle ultime immagini comparirà a sinistra il profilo di una porta-finestra e il finale drammatico della poesia sarà attenuato dal gesto dell’uomo che esce e rientra, portando un fiore bagnato alla donna.
Abbiamo un testo che parla solo di gocce d’acqua e un libro dove non è illustrata neppure una goccia d’acqua. Ma, alla fine del libro, abbiamo le mani bagnate. Gocce d’acqua ci sono cadute sugli occhi.
Aplastamiento de las gotas, Julio Cortazar e Elena Odriozola, Labirinto de las artes, 2008
Forse non abbiamo la drammaticità della poesia di Cortázar, la Odriozola ha scelto di esprimere quello che c’era dietro la poesia (il suo significato più intimo), stiamo guardando le emozioni di Cortázar stesso, quando in un giorno di pioggia sente tutta la fragilità del suo essere umano, mentre qualcosa fuori, nell’umido spazio del mondo, muore.
Cliccando qui potete vedere un video su Youtube di animazione di questo libro, ma non l’ho postato perché secondo me ne snatura il tempo e la grazia.