Vincitori Figures Futur 2008
7 Dicembre, 2008Che grado di infedeltà deve avere l’immagine al testo? Quali linguaggi e quali codici visivi vengono accolti o rifiutati sotto il termine “illustrazione“? Quando un’immagine appartiene alla presse, quando all’affiche, quando al libro, quando al libro per bambini? Quali immagini sono “per bambini” e quali no? La mostra Figures Future, jeunes et nouveaux illustrateurs de demain, organizzata ogni due anni dal Salon du livre et de la presse jeunesse Seine-Saint-Denis, si ripropone nella sua selezione di “…privilegiare le espressioni artistiche che propongono nuovi rapporti testo/immagine e le creazioni che denotano uno sguardo personale, singolare, innovatore.”
Julia Marti (Svizzera), Primo premio Figures Futur 2008
Quest’anno l’omogeneità delle scelte dei giurati (tra gli altri: Vittoria Facchini, Atak, Carll Cneut) sembra confermare e spingere ancora più in là la tendenza già delineata dalla Mostra Illustratori di Bologna 2008: l’illustrazione per ragazzi contemporanea ha accolto nei suoi codici i linguaggi della grafica, in particolare di quella corrente del Comic contemporaneo che viene definita New comic art o Narrative Illustration.
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Philip Giordano (Italia) Prix des adultes et
Prix des médiateurs Figures Future 2008 (ingrandisci l’immagine)
Charlotte des Ligneris (Francia) Particolare, Prix des enfants Figures Future 2008
Nell’introduzione al catalogo di Figures Future, viene chiesto a diversi illustratori di fama internazionale di dare una definizione di “illustrazione“. Il quadro che ne esce è vario, ma direi che viene condivisa da tutti l’idea che l’illustrazione sia una forma dell’arte, un’espressione di quelle pulsioni interne che da sempre hanno portato l’uomo a tracciare e incidere segni. E che in particolare l’illustrazione nasca, a differenza di altre forme dell’arte, da un’esigenza narrativa.
Questa esigenza narrativa è una delle ragioni per cui quest’anno si è aggiunto al tema del concorso l’obbligo di presentare uno story-board. Due tavole a quanto sembra non bastano per “narrare” qualcosa. Ecco che già si delinea un punto saldo dell’illustrazione destinata ai libri: il formato è quello di una successione di immagini, non solo: questa successione deve avere al suo interno una struttura, esattamente come quella che è richiesta al linguaggio per raccontare una storia: logica, ritmo, sintassi, grammatica, stile. L’illustrazione non può essere una mera successione di statiche immagini, queste immagini si devono legare una alle altre in modo coerente, sorprendente, innovatore, creando un tutto.
Brecht Evens (Belgio) Io gli avrei dato senza esitazione il primo premio…
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Kevin Vanwonterghem(Belgio) (ingrandisci l’immagine)
Hélène Rajcak (Francia)
E’ per la mancanza di questa vocazione alla narrazione che non mi aveva convinto la Mostra Illustratori di Bologna 2008 e invece mi convince (quasi completamente) questa carrellata di Figures Future. Se avete modo di sfogliare il catalogo di Bologna vedrete che molte moltissime immagini sono belle si una bellezza a sé stante, sono lirici e bellissimi universi autosufficienti, potrebbero comparire sole su riviste e giornali. Queste nuove immagini di Figures Future invece sono instabili, sporche, traballanti, incerte (con alcune eccezioni: gli Italiani presenti, ad esempio, tendono ancora ad esaurire la bellezza in una sola tavola), interrogano invece che dire, inquietano invece che rassicurare, non si vergognano di non essere “in ordine”.
Joskaude Pakalkaite (Inghilterra)
Lisa Nanni (Italia)
Luca Falcone (Francia)
Jean-Claude Gotting, nella prefazione al catalogo, ricorda come l’illustrazione in passato potesse esprimersi in diversi campi: quello del romanzo per adulti, della cronaca, dell’affiche, etc… mentre oggi l’unico territorio rimasto vivo (a parte qualche eccezione nelle riviste e i quotidiani) è quello dell’album per ragazzi. Si riversano dunque nei libri per bambini esigenze e stili che sono dei più svariati, dalla grafica all’espressione artistica tout-court, col risultato, secondo Gotting (e qui sono d’accordo) che il bambino può, già nei suoi primi anni di vita, aver accesso a un mondo che ha la stessa ricchezza, profondità di senso, eleganza estetica, di quello dell’arte “per” adulti.
Nadja Helena (Belgio)
Nathalie Paulhiac (Belgio)
Ngating Lee (Paesi Bassi)
Rob Jones (Inghilterra)
Rispetto alla domanda su quali limiti debba avere un’immagine per bambini, conoscete già la mia posizione.
Là dove il movimento che ha creato l’immagine è sorto dalle zone più profonde del suo creatore, non ci può essere scandalo, né inadeguatezza, né bruttura. Là dove invece il movimento sorge da un’idea di “cosa è giusto per il bambino” i rischi di scandalo sono più alti. Perché l’immagine smette di essere veicolo, trapasso e comunicazione della nostra cultura (profondamente giacente in noi) alla nuova generazione, per diventare intrattenimento, povertà di senso e di informazione, o -peggio- veicolo di una moda morale dell’epoca.
Romy Blümel (Germania)
Sarah Wiesmann (Germania)
L’unica cosa che un po’ mi spiace di questa nuova vague dell’illustrazione è quando si appropria in modo troppo esplicito dello stile della più recente comic art (tanto che mi sarebbe impossibile distinguerne i linguaggi), vedi ad esempio le tavole di Joskaude Pakalkaite o della vincitrice Julia Marti, invece di crearne uno proprio, ancora più originale e diverso.
La scelta delle immagini qui riprodotte è frutto di una mia seconda personale selezione tra tutti i vincitori (che sono stati 35 su circa 600 partecipanti). Si prega di non esporatre le immagini senza l’autorizzazione degli autori.