

Nina Werhle (a sinistra) e Evelyne Laube (destra) durante il corso ad Albarracin
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Eccoci arrivati alla parte finale del viaggio ad Albarracin, dove pochi giorni fa si è svolto il IV corso di illustrazione e grafica, curato da Isidro Ferrer e Carlos Grassa Toro.
Oggi vi racconto qualcosa di Evelyne Laube e Nina Wehrle, dello studio It’s raining Elephants.
Ecco cosa ho scoperto di loro durante la conferenza che hanno tenuto: Nina e Evelyne sono due ragazze giovanissime (meno di 30 anni), si sono conosciute in una scuola di design in Svizzera (loro patria natale) e hanno deciso che lavorare in due era molto più divertente, così, appena diplomate, sono emigrate insieme a Berlino, per aprire il loro studio.
Hanno l’abitudine, quando cercano ispirazione, di arrampicarsi su tetti o solai, o di cercare scantinati, insomma: di cambiare prospettiva. Rintanate in una soffitta durante un temporale fortissimo, hanno deciso che il loro studio si sarebbe chiamato It’s raining elephants. Da allora, collezionano elefanti di tutti i tipi e le fogge.
Non so come abbiano avuto i primi contatti di lavoro, ma fatto è che le richieste di collaborazione sono arrivate in fretta e copiose (qui trovate un elenco dei loro clienti e dei premi), e nella conferenza ci hanno mostrato alcuni esempi di commissioni:
la decorazione di un edificio destinato a persone affette da ritardo mentale (delicata e misteriosa la decisione di Nina e Evelyn di non mostrare mai, sui muri dell’edificio, la persona intera, ma sempre frammenti o oggetti piccoli, perché una persona intera su un muro, può spaventare)…

Gedankenschatten / Mindshadows, 2010, Nina Wehrle e Evelyne Laube
La realizzazione di alcuni oggetti che dovevano riassumere i concetti di cultura e natura per una cooperativa agricola spagnola… Dopo due progetti grafici rifiutati, Nina e Evelyn si sono rintanate in cantina, e lì… hanno trovato tutto il necessario…

Campo Adentro / Inland, 2010, Nina Wehrle e Evelyne Laube
Un lavoro sull’amico immaginario dei bambini, per il quale hanno costruito un gigantesco orso e “sequestrato” un bambino in un parco pubblico…

Editorial illustrations for the magazine “Wir Eltern”, 2011 Nina Wehrle e Evelyne Laube
Alcuni libri (bellissimi), come questo minuscolo leporello, che vi invito a sfogliare per intero qui…

Una parte della conferenza è stata dedicata alle fasi di costruzione del loro libro sulla storia di Noé (nella traduzione di Martin Lutero), che ha vinto così tanti premi…
Ispirazioni (Bosch e Brueghel, Athanasius Kircher, ma anche l’esplosione della centrale nucleare in Giappone…), errori, momenti di buio, e poi l’opera finale. Inutile cercare di capire chi delle due ha fatto cosa, Nina e Evelyn lavorano sui fogli (a mano! Non c’è neanche un accenno di photohop) insieme, come su un “cadavre exquis”.

Die Grosse Flut/ The Great Flood, 2011, Nina Wehrle e Evelyne Laube

Athanasius Kircher, L’arca di Noé, 1675



Die Grosse Flut/ The Great Flood, 2011, Nina Wehrle e Evelyne Laube
Non c’è fine alla ricchezza di dettagli dei loro lavori…

Particolare

Particolare

Particolare
Mi ha sorpresa la versatilità, la professionalità, la bravura di queste due ragazze così giovani. Non so se è una conseguenza dell’aria del nord, o solo un caso, ma ho la sensazione che più si sale a nord, più si incontrano illustratori capaci di curare un progetto in tutti i suoi aspetti (grafici, tipografici, di relazione col cliente, etc). Illustrare non è, sembra di capire, “un sogno magico”, ma un lavoro. Duro lavoro e competenza. Le lingue, ad esempio: Nina e Evelyne ne parlano 4: tedesco, francese, e un po’ di spagnolo; la conferenza l’hanno tenuta in un inglese perfetto.
Ma ecco, la loro bravura non basta a nutrire l’invidia… Questo qui sotto è l’edificio nella Berlino-est dove hanno il loro studio, insieme ad altri artisti.

Davanti a questa casa di artisti c’è un grande giardino, che hanno trasformato in orto. Perché, se non bastasse, Nina e Evelyne sono due superlative cuoche. Crescono le loro verdure e se le mangiano in insalata, e quando fanno un vernissage, sono capaci di preparare loro stesse tutti i manicaretti per l’aperitivo.
Questo qui sotto è il banchetto che hanno preparato per l’inaugurazione della loro mostra di ceramica.


Nina Wehrle e Evelyne Laube
Però, quando Nina Wehrle racconta della sua infanzia, passata in una casa dove il padre è ceramista e ascolta solo musica classica, e la madre è tessitrice… si capiscono molte cose :)

Durante il corso ci hanno fatto lavorare sul libro “accordeon”. Il primo giorno dovevamo scrivere su un lato i nostri pregi e sull’altro i difetti (inferno/paradiso), una volta scritti, dovevamo passare l’accordeon al nostro vicino di banco, e illustrare quello che ci arrivava. Poi abbiamo lavorato su “cielo e inferno” visti da una pietra.

Poi dovevamo fare un leporello solo con collage, forbici e cartoncino bianco e nero. Gli ultimi due giorni potevamo lavorare su un progetto libero (sempre a soffietto). Scopo del corso era capire le possibilità di un libro accordeon. Tra tutti i lavori, spiccava alla fine del corso, quello di due ragazze barcellonesi, dello studio “Tropel” (giovanissime e bravissime anche loro): mentre il resto della classe pedissequamente aveva disegnato il paradiso da un lato dell’accordeon, e l’inferno dall’altro, loro avevano posto sotto ogni personaggio due quadratini da barrare con una crocetta: era lo spettatore che doveva giudicare e decidere se mandare o no all’inferno i personaggi. Se ci meritiamo l’inferno, dopotutto, è poi sempre una questione di punti di vista. Io, ad Albarracin, sono stata in paradiso.

Nota: alcune delle foto presenti in questi post sono state scattate dal fotografo RUBEN VICENTE. Trovate tutte le foto dei 4 giorni a questo indirizzo: https://www.dropbox.com/sh/rj7q8lka3ip8u9g/18BLI9bT8P