Honda Syoutarou, Kodomo no kuni
La rivista Kodomo no kuni (letteralmente: La terra dei bambini), pubblicata in Giappone dal 1922 al 1944, per i suoi innovativi ideali educativi e per la presenza, al suo servizio, dei più grandi poeti, musicisti, illustratori, artisti plastici giapponesi dell’epoca, è stata probabilmente la più grande esperienza di magazine dedicato all’infanzia di tutti i tempi. Lasciate che vi racconti la sua storia (potete anche leggerla in inglese qui, raccontata ancora meglio).
Simizu Yosio, Kodomo no kuni
Honda Syoutarou, Kodomo no kuni
UNA RIVISTA IN MEZZO AI VENTI DELLA STORIA
Kodomo no kuni nasce nel 1922, durante quella grande ondata liberale che va sotto il nome di periodo Taishô (1912-1926), e che vede un Giappone in pieno boom economico post-bellico aprirsi alle influenze culturali dell’occidente: accogliendo la sfida di una cultura radicalmente diversa, che metteva in discussione i suoi valori storici, i suoi costumi, le sue tradizioni fino alle fondamenta. Vi ricordo che il Giappone era stato chiuso all’occidente per (solo!) qualche secolo.
Kawakami Sirou, Kodomo no kuni
Kimata Takesi, Kodomo no kuni
In occidente, l’Exposition internationale des Arts Décoratifs et industriels modernes, che aveva avuto luogo a Parigi nel 1925, aveva influenzato stili e modi di (ri)pensare la vita quotidiana; l’art déco; l’estetica della Bauhaus nel campo del design, dell’architettura e dell’arredamento; la grande rivoluzione sociale portata dalle scoperte scientifiche e mediche; lo sviluppo delle tecnologie, stavano cambiando la faccia del mondo. Così anche il Giappone, per ragioni parallele e diverse, assisteva alle stesse rivoluzioni tecnologiche, urbanistiche e sociali.
(Oltre ai disastri della guerra, nel 1923 Tokyo e la sua provincia erano state rase al suolo dal terremoto del Kantô, una scossa di 7,9 di magnitudine durata quasi 10 minuti. La provincia del Kantô e la capitale erano da ricostruire interamente).
Tokyo rasa al suolo dal terremoto nel 1923
La rivista Kodomo no Kuni nacque con due intenti: quello di educare i bambini attraverso l’arte, e quello di promuovere un’immagine dell’infanzia in sintonia coi nuovi cambiamenti: bambini felici di vestire “all’occidentaleâ€, felici di abitare un Giappone nuovo e urbanisticamente moderno. Un’immagine sicuramente idealizzata ma che contribuì a rendere meno difficile l’enorme salto che fece la cultura giapponese per non perdere il treno della Storia. Il target della rivista era quello delle nuove classi medie.
Okamoto Kiiti, Kodomo no kuni
Okamoto Kiiti, Kodomo no kuni
Ventidue anni di Storia senza saltare un solo numero: vi immaginate cosa deve essere stato portare avanti una tale impresa editoriale in un ventennio come quello anni 20-40?
Gli ultimi anni della rivista furono influenzati dalla politica repressiva di Hirohito, che sovvertì la scena politica con l’ultranazionalismo militarista ed imperialista, e che portò poi il Giappone, nella seconda guerra mondiale, ad allearsi con l’Italia fascista e la Germania nazista.
Fotografia di Domon Yuusaku, Kodomo no kuni
La rivista seguì docile i venti della storia, senza mai opporre resistenza (è forse il suo unico neo, ma anche ciò che l’ha resa un documento storico), e alle immagini di allegri bambini che giocavano nei parchi cittadini si sostituirono illustrazioni che esaltavano la guerra e il senso patriottico.
L’ultimo numero della rivista esce nel 1944, in piena guerra, un anno prima del lancio su Hiroshima della bomba atomica.
Yasui Koyata, Kodomo no kuni
I CONTENUTI
Kodomo no kuni conteneva ballate e canzoni con partitura musicale, notizie di cronaca, storie illustrate, parti didattiche sulla scienza e i fenomeni naturali, fotografie e attività di artigianato per bambini. La qualità delle immagini era altissima, il formato, di 26×18 cm, era più grande dei quotidiani dell’epoca e la stampa su carta usomano permetteva un’ottima qualità cromatica delle riproduzioni.
Okamoto Kiiti, Kodomo no kuni
Lo spirito della rivista rifletteva un incredibile interesse per l’infanzia: fu assunto come consulente editoriale Kurahashi Sozo, un grande pedagogo che credeva nel valore fondamentale dell’arte nell’educazione dei bambini, e aveva appena rivoluzionato il sistema educativo giapponese, apportando delle modifiche sostanziali.
Dobbiamo ricordare che fino alle innovazioni apportate da Kurahashi Sozo, il sistema scolastico giapponese era rigidissimo fin dalle scuole primarie.
Saitou Tyouzou, Kodomo no kuni
Le cinque aree storiche dell’educazione infantile giapponese: giocare, cantare, parlare, ascoltare, osservare, erano trattate attraverso moduli rigidi che prevedevano l’esecuzione di giochi e lavori guidati, sotto lo sguardo attento degli educatori. Kurahashi Sozo, influenzato dalle scoperte della cultura europea in campo pedagogico, promosse riforme che favorivano il gioco libero e la fantasia dei bambini, senza un controllo troppo rigido degli adulti. Gli adulti dovevano introdurre il gioco, non guidarlo.
Tutta la storia della rivista è segnata da questa innovazione pedagogica, che si riflette nell’immagine di bambini che corrono, giocano, creano, sempre disegnati o fotografati in situazioni di estrema libertà espressiva.
Hatuyama Sigerui, Kodomo no kuni
Per la qualità editoriale vennero prese come punti di riferimento riviste europee del calibro di Yellow Book (Londra), Jugend (Monaco di Baviera), e Ver Sacrum (Vienna). Le avanguardie artistiche europee furono invece la fonte di ispirazione di tutti gli illustratori che lavorarono sotto la direzione di Kurahashi Sozo.
La commistura tra la millenaria sapienza dell’illustrazione giapponese e le nuove correnti artistiche occidentali diede vita a una nuova età d’oro dell’illustrazione giapponese per bambini. Kodomo no Kuni fu, in mezzo a queste correnti, un catalizzatore di artisti e una fucina di nuovi stili.
Oota Saburou, Kodomo no kuni
Hukazawa Syouzou, kodomo no kuni
Takei Takeo, Kodomo no kuni
Murayama Tomoyosi, Kodomo no kuni
Wada Koko e Okamoto Kiiti (pronuncia Kiichi), due dei più grandi illustratori dell’epoca, furono nominati rispettivamente editor-in-chief, e art-editor (come art-editor, a Okamoto Kiiti, subentrò poi il grande illustratore Takeo Takei).
Tutto lo staff editoriale era convinto dell’enorme potere educativo che poteva avere l’arte nella crescita dei bambini, così vennero invitati a collaborare alla rivista i migliori artisti plastici, grafici, poeti, musicisti dell’epoca (non artisti per bambini, artisti e punto). La redazione era animata da riunioni settimanali, dibattiti vivissimi e instancabili sull’infanzia, i suoi valori e la qualità dei prodotti ad essa destinati, e spesso furono invitati a partecipare al dibattito i bambini stessi.
Qui trovate (in inglese) la storia degli artisti che lavorarono per Kodomo no kuni.
Simizu Yosio, Kodomo no kuni
La rivista conta in totale 23 volumi e 287 inserti. Grazie ad un meticoloso (mostruoso) lavoro di digitalizzazione, 9.000 illustrazioni sono state scannerizzate. Sul sito della ILCL (Internetional Library of Children’s Literature, sezione della National Diet Library) potete trovare una mostra digitale che ne espone migliaia. (Se non riuscite ad aprire il link scaricate il plugin). Oppure potete scorrere alcune immagini su questa gallery.
Suzuki Sintarou, Kodomo no kuni
Takei Takeo, Kodomo no kuni
NOTA: Tutte le immagini qui presenti sono state utilizzate per fini didattici e senza nessuno scopo commerciale. Ogni diritto di riproduzione appartiene alla ILCL.
Nel prossimo post vi metto i risultati di una mia ricerca durata giorni sulle più belle immagini (a mio gusto) presenti nella mostra on line della ILCL.