La lingua segreta delle immagini e le sue strutture narrative

In questo post pubblico alcuni lavori che i lettori di Le Figure dei Libri hanno fatto spontaneamente a partire dal laboratorio dell’illustratrice francese Sara (descritto qui).
I lavori sono stati fatti per il puro piacere della sperimentazione, ma vorrei usarli per fare qualche considerazione sul linguaggio narrativo delle immagini (messe in sequenza e senza un testo). Lo scopo è quello di riflettere insieme su come si racconta una storia per sole immagini.
Ricordo che il tema dato era: raccontare una storia in tre parti (inizio, qualcosa accade, soluzione) partendo tutti dalla scena di una barchetta su un’onda. Tre soli colori.


Elisa Lodolo, prima storia

Elisa Lodolo, seconda storia

Prima di leggere quanto segue, leggete con attenzione le due storie raccontate da Elisa Lodolo nelle sequenze qui sopra, cercando di interpretare il finale.

Nella prima sequenza c’è una barca che naviga. Per rendere l’idea del suo andare, nell’inquadratura delle prime 5 scene Elisa ha usato un linguaggio cinematografico: la barca attraversa lentamente il piano fisso di un’immaginaria videocamera. Vediamo spostarsi la barchetta da sinistra a destra. Poi vediamo un’onda entrare in scena da destra e andare incontro alla barca, crescendo.
La suddivisione in 5 tempi dell’onda che arriva rende la scena “come al rallentatore” (per contrapposizione alla velocità quasi istantanea che dovrebbe avere un’onda).
Abbiamo il tempo di entrare nella comprensione di cosa sta accadendo e la suspense sale…
Ma nella sesta scena, l’ultima, c’è un colpo di scena, un salto logico che ci sorprende: l’onda non ha rovesciato la barca come avrebbe dovuto. Il mare ora è giallo e il cielo è diventato marrone. La barca prosegue tranquilla il suo viaggio.

Elisa Lodolo, prima storia

Se fossimo al cinema, (regno dove il tempo che passa ha la stessa logica del tempo come noi lo conosciamo nel quotidiano, e ogni frattura nella sua logica va giustificata), potremmo pensare che la scena della barca nella sesta tavola è molto distante temporalmente da quelle precedenti. E’ scesa la notte, il cielo è diventato scuro, il mare è illuminato dalla luna, la barca è sopravvissuta all’onda.
Ma una sequenza narrativa su carta ha regole diverse, e noi interpretiamo la sesta scena come una conseguenza delle scene precedenti. L’onda ha capovolto cielo e mare, e la barca è passata in mezzo a questo capovolgimento indisturbata. E’ una metafora visiva!

Nel finale del secondo esperimento di Elisa (qui sotto) troviamo un’altra soluzione narrativa, ma la “regola grammaticale” usata per metterla in scena è la stessa. La barca è scampata all’onda capovolgendosi. E’ un finale perfettamente logico nella logica della poesia visiva delle immagini, ma non lo sarebbe nella realtà, e non lo sarebbe al cinema: sia nella realtà che nel cinema (dove l’ancoraggio alla realtà è ancora forte), i passeggeri della barca sarebbero tutti morti annegati e la scena non ci divertirebbe affatto.
Ma noi lettori sappiamo che questa barca può andare sott’acqua: nell’album illustrato siamo in un nuovo regno, con regole e leggi che stanno in biblico tra quelle fisiche del nostro mondo quotidiano e quelle metaforiche e permeabili della poesia e delle associazioni di idee.

E ora provate a fare un gioco: provate a raccontare ad alta voce, a qualcuno o a voi stessi, la storia di questa barca (sia quella della prima sequenza, che quella della seconda). Vedrete che è impossibile restituire lo stesso senso, perché la logica delle parole è ancora diversa! (Forse solo una poesia potrebbe riuscirci).


Elisa Lodolo, seconda storia

Il linguaggio delle immagini illustrate in sequenza, quando non è cinematografico, assomiglia al linguaggio della poesia.
Il linguaggio della poesia (metaforico, evocativo, allegorico, simbolico…) ha anche lui, come quello della prosa, delle regole che devono venir rispettate, pena la perdita totale del senso. Queste regole sono però molto più elastiche e fluttuanti rispetto a quelle della prosa. Il linguaggio della poesia e quello delle immagini esplorano le segrete connessioni delle parole con le emozioni e il pensiero umani in un modo più empatico (inconscio? Istintivo? Non trovo l’espressione), affondando le unghie in quella zona oscura che precede il pensiero razionale.*
Esempio: le poesie di Paul Celan o alcune poesie di Samuel Beckett hanno esplorato i confini ultimi del linguaggio: le frontiere oltre le quali il senso finisce.

(Una volta, era la vita?)
Una volta, era la vita?, di nuovo,
era la luce?,
si porse a me, con gesti
di capitano d’arca, la
mano spinata del frontaliere
e mi pregò di sostituirla.
Io credo, lo feci
(Paul Celan. Traduzione di Michele Ranchetti)

Quella qui sotto è la sequenza di Gioia Marchegiani. E’ molto bella esteticamente, ma non sono riuscita a capire cosa succede alla barca. Forse il suo esercizio era un gioco puramente evocativo. O forse Gioia ha infranto qualche regola della grammatica delle immagini.
La sequenza di Gioia è una poesia che va oltre i confini del senso. Mi chiedo: come esiste una pittura astratta, può esistere un linguaggio “astratto”? E’ una domanda aperta.

Gioia Marchegiani

La sequenza qui sotto, di Federica Cerutti, racconta con sole tre immagini un’altra storia dalla logica squisitamente metaforica. Una barca viene investita da un’onda ma si salva diventando dello stesso colore dell’onda. Cioè lasciandosi interamente trasformare dalla materia che l’ha investita. La storia funziona.
Le tre goccioline dell’onda sono diventate le goccioline della barca che dice “Fiù, l’ho scampata bella!”. Capiamo la frase della barca perché Federica ha usato l’espressione dello spavento codificata dal linguaggio del Fumetto.
(E’ una barca furba quella di Federica, e, se notate, stava già andando controcorrente dalla prima scena, visto che il movimento classico di un inizio-storia è da sinistra verso destra).

Federica Cerutti

Quella di Nicoletta Petruzza è una storia tutta cinematografica. C’è un passaggio non cinematografico tra la sesta e la settima tavola che forse era importante per la storia ma non mi sembra chiaro. L’onda crea un ponte. La barca ci si rifugia sotto, ma nella settima e nell’ottava tavola non capisco bene cosa è successo al ponte. Il finale mi dice che comunque la barca ce l’ha fatta. E il senso della storia, anche con un passaggio poco chiaro, è comprensibile.

Nicoletta Petruzza 1
Nicoletta Petruzza 2

Elilisa mi aveva mandato la sequenza qui sotto. Né io né i suoi figli l’avevamo capita (i bambini sono i più acuti lettori!).

 Elillisa

Elilisa si è resa conto di un errore logico nell’ultima tavola e mi ha rimandato la sequenza corretta qui sotto (col fondo nero anche nell’ultima tavola): e finalmente ho capito la storia (ma solo dopo una o due letture, perché l’isola mi sembrava una faccia e non ho capito subito che era un’isola). Chiedo a voi di raccontarmi la storia della barca di Elilisa, per farvi giocare.

Elillisa

Questa qui sotto è di Yayoi. Io l’ho interpretata pensando che la barca, avvicinandosi al cielo, ha contagiato le nuvole col suo bianco, rendendole innocue e pacificando il mare. Forse con qualche passaggio narrativo in più la storia sarebbe stata ancora più chiara.

Yayoi

Qui sotto la sequenza di Luisa Nascosto. E’ molto concettuale, ma chiara. La barca, cadendo dall’onda, incontra un suo riflesso e si unisce ad esso diventando una stella. Una barca che si trasforma in stella è possibile nel linguaggio delle immagini, ma il salto logico, rispetto alla logica del mondo che conosco, è molto grande e ho l’impressione di poterlo seguire solo razionalmente. E’ un passaggio concettuale.
La barca di Elisa, nelle prime due tavola del post, restava una barca vera. Cioè, era una barca anche sott’acqua, solo più magica, perché capace di un potere nuovo. Nella sequenza di Luisa, per seguire la barca fino alla sua trasformazione in stella, io devo pensare che la barca diventa “simbolica”. Cioè astratta come un simbolo.
Personalmente trovo che il linguaggio simbolico sia meno coinvolgente a livello emotivo di quello metaforico, ma forse è una lettura data dalla mia sensibilità.
Nei miei corsi invito comunque gli allievi a limitarne l’uso, perché mi sembra un linguaggio più da rivista o giornale che da album per bambini. Ma nel caso di questo laboratorio, non c’era nessun obbligo di fare una storia per bambini.

Quest’ultima sequenza è mia, realizzata durante il laboratorio con Sara. Quando alla fine del corso Sara è passata vicino al mio banco, volevo spiegarle a voce cosa avevo voluto dire, ma lei mi ha fatto un cenno intimandomi il silenzio. Ha detto: se le immagini da sole non sono in grado di raccontare la storia che volevi raccontare, significa che hai fatto qualche errore.
Nella mia sequenza c’erano alcuni “buchi logici”: mancavano dei passaggi tra una sequenza e l’altra, e non si capiva quasi niente!
Potete leggere la spiegazione della mia storia nei miei commenti al post di Sara: qui.

Anna Castagnoli 1
Anna Castagnoli 2

Metafore visive, salti logici, sequenze cinematografiche, linguaggio poetico…: non è affascinante il linguaggio delle immagini?
Aveva ragione Sara quando diceva che questo linguaggio ha una grammatica precisa.
Volete che proviamo a inventare qualche altro gioco per capirlo meglio?
Vi suggerisco anche questo post dei Topipittori: 22 regole per raccontare una storia.

*Mi verebbe da dire che il linguaggio delle immagini (come quello della poesia) sta al linguaggio della prosa come la fisica quantistica sta alla fisica classica.


Gli sketchbook (libri di schizzi) degli illustratori

Laurent Moreau

Cathy Cullis

Pablo Auladell

Lara Harwood

Martin Vorwerk

Kate Pugsley

 Amelie Fontaine

Marina Marcolin

 Lizzy Stewart

Michelle Thompson

Oliver Jeffers

Pep Carriò, via Cuadernistas

Nicholas Stevenson

Valerio Vidali

Saul Steimberg

Javier Zabala


Gli sketchbook (libro di schizzi) dei grandi artisti

Natalia Goncharova 1912

In una terra di mezzo tra il diario intimo e il museo, il libro illustrato e il quaderno di scuola, il mondo esterno e quello interno (come un oggetto transizionale)… ancora tutto impastato di bava emozionale, di sogni privati, di incertezza, lo sketchbook è il luogo per eccellenza dove possiamo incontrare un artista e osare dargli del tu.
Se l’opera d’arte è la creazione finita di un mondo, il quaderno d’artista è invece la testimonianza di un incontro: quello dello sguardo con l’oggetto (interno o esterno che sia).
Quanti modi ci sono di guardare? Quale è il tuo? Sembrano chiederci le pagine aperte di ognuno di questi quaderni…

Pablo Picasso

Maurice Prendergast (1858-1924)

Joachim Ringelnatz, via: flavorwire.com

Marc Chagall

Frida Kahlo

Louise Bourgeois

Artista giapponese dal nome intraducibile

Edward Burne-Jones (1833-1898) Sketchbookw

Heyoka, di Lakota Capo Sioux Black Hawk

Edward Hopper

Edward Hopper

William Morris textile designs

Eugène Delacroix

Paul Gauguin

Turner J.M.W. via:Tate Online

Beatrix Potter

Considerazione numero 1: come ho fatto a vivere fino ad oggi senza Pinterest? (La traduzione di Pinterest è: Scrigno infinito di immagini).
Considerazione numero 2: oltre ai due miliardi e mezzo che hanno proposto agli inventori di Pinterest, non c’è nessuno che vuole dargli un Nobel da parte mia?
Considerazione numero 3: lunedì prossimo vi posto gli Sketchbook degli illustratori.
Considerazione numero 4: se volete seguirmi su Pinterest, qui trovate le mie Cartelle (ovvero Boards), da poco inaugurate.


Niiic, Concorso internazionale di illustrazione per l’albo illustrato, Nami Island, Corea

Avete un progetto (edito o inedito) nel cassetto? Allora correte alla posta e speditelo in Corea!
ps: Scusate il ritardo nella pubblicazione del Bando, è stata colpa mia non di Gioia.

Il Niiic, concorso internazionale di illustrazione per l’albo illustrato, nasce all’interno del Nami Island International Children’s Book Festival o Nambook, evento molto importante che si svolge dal 2005 a Nami Island nella Corea del sud. Un Festival voluto e creato da Minn Beyong-do, proprietario dell’isola, ex governatore della banca di Corea, che ha rivalutato l’isola attraverso importanti opere di salvaguardia dell’ambiente e fornendo finanziamenti per progetti culturali a sostegno della comunità artistica. Nami Island è oggi un’oasi per la cultura e il tempo libero, un luogo in cui si incontrano artisti di tutto il mondo, una delle principali attrazioni turistiche, culturali e artistiche della Corea.
Il festival Nambook ha ospitato negli anni molti eventi e da quest’anno indice questo concorso internazionale di illustrazione per l’albo illustrato, con il preciso intento di dare visibilità e forza all’immagine del libro per bambini e agli artisti che operano nel settore. Nami Island è anche sponsor dell’ Hans Christian Andersen Award.

“Creare cose nuove e condividerle con il mondoâ€

“Purificare la mente umana attraverso l’unificazione di natura e cultura.”

( Minn Beyong-do)

Cosa: Cinque o più illustrazioni per un albo illustrato + Sintesi della storia in inglese
Scadenza: 15 febbraio 2013
Premio: 3.678  euro + il viaggio
Info e bando: www.nambookfestival.com

Traduzione del bando

Sono ammessi progetti sia editi che inediti, ma sono preferiti quelli inediti per probabile pubblicazione dell’opera vincitrice. Nel caso di libri editi NON INVIARE ANCHE IL LIBRO MA SOLO LE ILLUSTRAZIONI ORIGINALI.
Il numero di illustrazioni è di 5 o più e fino a max 15 da una stessa storia
Le illustrazioni 3D (per es pop-up) e le illustrazioni digitali devono essere fotografate e presentate con stampa di alta qualità.

Tema: Libero

Dimensione:
Non più grande di 60x60cm
Non più pesante 5kg
Come partecipare:
Sintesi della storia in inglese (300 parole)
Scheda di iscrizione (A) compilata e inviata alla Segreteria del Nambook Festival e scheda di iscrizione (b) da ritagliare tagliare e incollare sul retro di ogni illustrazione.
Le schede di iscrizione possono essere scaricate QUI dal sito Nambook Festival

Inviare a :
Nami Island International Ilustration Concours Secretariat
3F, 17 Insadong-gil, Insa-dong, Jongno-gu
110-290 Seoul, South Korea
Phone: +82-2-753-1246 / Fax: +82-2-773-1481 / E-mail: niiic@nambookfestival.com (Angela Kim)

Scadenza: 15 febbraio 2013

Selezione: Giuria internazionale nominata dal Comitato NiiiC

Premi:
Grand prix, premio US $ 5.000 (3.678 euro) e l’invito alla cerimonia di premiazione
Due Golden Awards Island, premio di US $ 2.000 (circa 1.471  euro) e l’invito alla cerimonia di premiazione
Cinque Green Awards Island, premio di US $ 1.000 (circa € 736 euro)
Dieci Special Prizes

Benefits:
I vincitori del Grand Prix e del Golden Awards Island saranno invitati alla cerimonia di premiazione, con spese di viaggio a carico dell’organizzazione
Se il vincitore è coreano, invito al 2014 Fiera del Libro di Bologna, con spese di viaggio a carico dell’organizzazione
Le opere premiate saranno esposte durante il Nambook Festival 2013
Le opere premiate saranno incluse nel catalogo del Nambook Festival 2013 e promosse a livello internazionale
Il progetto premiato può essere riprodotto per la promozione, con il nome dell’artista precisato

Cerimonia di premiazione: Aprile 2013 , durante il Nambook Festival 2013

Consegna delle opere:
Le opere escluse verranno restituite alla fine di aprile 2013
Le opere premiate verranno restituite alla fine di agosto 2013
Le opere con indirizzo errato o incompleto, non richieste, saranno eliminate alla fine del 2013 contatti

Contatti:
Angela Kim
niiic@nambookfestival.com (official email) / na340@naminara.com (personal email)
www.nambookfestival.com
Phone +82 2 753 1246 / Fax +82 2 773 1481


Un laboratorio di collage con SARA (video documentario). La lingua segreta delle emozioni.

Quello che è vero per me, sono le illusioni che creo con le mie immagini. Tutto il resto sono sabbie mobili.
Delacroix (citato sul sito L’universo di Sara).

Sara, Vulcano, Editions Thierry Magnier, 2002

In questo post trovate il video introduttivo del laboratorio di collage di SARA: la grande illustratrice di Révolution, che per tutta la sua carriera ha usato, per raccontare le sue storie, solo semplici forme di carta strappata. I libri di Sara, infatti, sono la prova concreta della capacità intrinseca alle forme e ai colori di “saper narrare”. Gli album di Sara sono quasi tutti senza testo.
Vi propongo di provare questo laboratorio, e di tornare qui per parlarne insieme.

VIDEO DI INTRODUZIONE ALL’ATELIER SUL COLLAGE DI SARA, 16 minuti, SOTTOTITOLI IN ITALIANO
(I sottotitoli del primo minuto non sono “a tempo”, leggete la traduzione esatta alla fine di questo post). La traduzione in catalano è di Roser, di Tantagora.

Ma cominciamo dal principio. Venerdì scorso, 1 settembre, in occasione del Festival catalano Flic, organizzato da Tantagora, insieme a un gruppo di illustratori, sono stata portata nella scuola d’Art y Disseny di Tarragona. Durante la giornata, Sara ha tenuto una conferenza e un atelier di collage, mentre noi illustratori più giovani abbiamo lavorato nel “Confessionale”: un luogo dove gli illustratori della scuola venivano a domandarci i segreti del mestiere. Tra una confessione e l’altra, sono riuscita a filmare e fare il laboratorio di Sara e assistere alla conferenza di Isidro Ferrer.

Albert Asensio, Carolina Celas, Anna Castagnoli, Carmen Segovia
Sara legge il lavoro di un’allieva durante un momento del laboratorio
Sara, Eléphants, Editions Thierry Magnier, 2006

Siamo partiti in macchina da Barcellona alle sette del mattino, mentre la notte sfumava verso la luce azzurra del giorno. Il mare scintillava alla nostra sinistra (Tarragona è a sud di Barcellona). Sara ed io eravamo sedute vicine, e parlavamo di illustrazione, di creazione, di educazione dei bambini. Parole lente, che avevano un peso, una sostanza piena. Le davo del voi, un rispetto dovuto ad una signora francese nata nel 1950. Parlandole, avevo la sensazione di essere dentro il  foglio di carta bianca che Sara nel video chiama le petit matin (l’alba), e con lo stesso gesto preciso con cui Sara strappa il foglio (e nello stesso tempo aperto all’imprevisto), mentre Sara parlava qualcosa mi strappava dal mio modo abituale di pensare l’illustrazione.
Durante la conferenza questa sensazione ha avuto la sua conferma. Il lavoro di Sara è tutto basato sulla capacità di fidarsi dell’intuito preciso del nostro inconscio. Un tuffo continuo nelle emozioni, per poi risalire a galla lentamente e scoprire il loro linguaggio segreto. Altro che stile e stili.
Per Sara illustrare è un lavoro quasi psicanalitico, che si muove tra due poli: la potenza ambigua delle forme, prima che la nostra mente dia loro un senso e un significato, e, dall’altra parte, il bisogno razionale di trovare un significato. Questi due poli sono in continuo dialogo, e il collage di sole forme, senza testo, è per Sara il mezzo più adeguato per facilitare questa relazione.

Sara, Révolution, Editions du Seuil, 2003

Se voi provate a realizzare, nel tempo di due ore, il laboratorio che Sara introduce nel video, e lasciate che la vostra storia sia guidata dalle forme, proverete la stessa sorpresa che ho provato io: quella di venir letteralmente guidati dal vostro inconscio, che interpreta e trasforma l’ambiguità dell’immagine in modi inaspettati.
Se provate, vi propongo di ritrovarci qui per discuterne.
Nota: Sara ci aveva dato come limite quello di partire tutti dall’immagine dell’onda e della barca (nel video questa indicazione non compare, l’ha data dopo).

Qui sotto potete trovare alcune foto dei lavori realizzati dagli allievi. Sara ha poi aiutato ogni allievo indicandogli cosa funzionava, e cosa no, nella sua sequenza. La grammatica del linguaggio delle immagini, svincolata da complessità delle forme e senza l’aggiunta di un testo, è molto più facile da leggere, e si vede subito quando c’è un errore nella logica narrativa. E’ stato un atelier illuminante, ed è un ottimo metodo per imparare da zero a fare un album illustrato.

Tre lavori degli allievi

Sara è nata il 17 marzo 1950 a Nantes, Francia. E’ pittrice, autrice e illustratrice di album per bambini. E’ anche regista, fotografa e autrice teatrale. Vive a Parigi dal 1971. Nel 2005 ha ricevuto il premio Pomme d’oro alla Biennale di Bratislava per tutta la sua carriera.

Sottotitoli del primo minuto di video:
Che ognuno possa fare un lavoro di creazione nelle prossime due ore.  Vi farò un corso come faccio fare ai bambini delle elementari. Quando raccontiamo una storia, raccontiamo una storia nel tempo e nello spazio.
C’era una volta, in una foresta profonda… Il tempo lo esprimiamo attraverso i colori. Il tempo che passa e il tempo che fa.
Ad esempio se voglio che qualcosa succeda di notte, prenderò del nero. Il mattino presto lo esprimerò con il bianco.

Ringrazio Sara per la concessione di riprodurre il video su you tube e questo blog. Potete condividerlo citando LeFiguredeLibri come fonte.


Come abbiamo vinto il concorso Città del Sole: bozzetti e segreti dei vincitori

Ieri, dopo aver dato spazio al bando del concorso L’illustratore dell’anno, Calendario Città del Sole 2014, mi è venuta questa idea: chiedere ad alcuni concorrenti delle passate edizioni cosa avevano mandato nella prima mail, quella che aveva permesso loro di passare la prima selezione ed essere poi vincitori. Potete così “studiare” bene i vincitori passati guardando le loro immagini e leggendo alcuni commenti personali.
In verde avete i progetti scritti che avevano accompagnato i disegni, in corsivo le parole che mi hanno scritto ieri alcuni illustratori.

RICHOLLY ROSAZZA VINCITORE CALENDARIO CITTA’ DEL SOLE 2013
Questa è l’immagine con cui, nel 2013, Richolly Rosazza ha passato la prima selezione e ha poi vinto il concorso. Ma non era la prima volta che partecipava…


Richolly Rosazza, definitivo selezionato per Calendario Città del Sole 2013

Infatti, nel 2010 aveva già provato a partecipare con i bozzetti + originale che vedete qui sotto, ma senza successo.
Leggete la mail che mi ha scritto Richolly, nella quale spiega con che atteggiamento ha riprovato a partecipare nel 2012 (vincendo). E’ un insegnamento prezioso…

Richolly Rosazza, bozzetti non selezionati all’edizione 2010 del concorso Calendario Città del Sole 2010

“Cara Anna… ti mando i bozzetti e il definitivo che avevo mandato nel 2010 per il calendario del 2011 (…).
Nel 2010 avevo puntato più su quella che in quel periodo era la mia ricerca personale: sui giochi e le maschere, invece quest’anno ho fatto una scelta differente, ho cercato di mirare più allo scopo del calendario come indicato nel bando.
Ho pensato in modo un po’ più didattico e descrittivo alle stagioni, mi sono creato dei personaggi che ripercorressero i 12 mesi e mi sono fatto aiutare osservando le abitudini delle varie famiglie con bambini, ho cercato anche di rimanere vicino allo stile proposto da Città del sole, creando un’atmosfera dove i bambini rimangono i protagonisti. Ti dirò che anche la scelta di frutta e verdure non è così casuale. E’ stato un lavoro diverso da quello che faccio solitamente, più vicino ad una commissione, anche se poi mi è piaciuto molto realizzarlo.
Nel 2010 ci ho provato
, anche perché mi ero appena avvicinato al mondo dell’illustrazione, mentre l’anno scorso ho provato a vincere, quindi mi sono informato meglio. Devo dire anche che le matite dell’anno scorso erano più curate rispetto a due anni fa. In tutti e due i casi ho mandato la tavola definitiva di un mese e 3 matite una per stagione, ho accompagnato con tre righe semplici di presentazione generale il progetto. Spero ti possano essere utili queste informazioni, se ti servono altre immagini fammi sapere, buon lavoro. Richolly

Richolly Rosazza, definitivo non selezionato all’edizione Calendario Città del Sole 2010

BARBARA CANTINI, VINCITORICE CALENDARIO CITTA’ DEL SOLE 2012
Barbara Cantini ha inviato una sola immagine definitiva, e ha descritto le altre immagini nel suo progetto.
Il mio progetto:
La mia idea è quella di realizzare un calendario i cui 12 mesi vedono come protagonisti i personaggi di alcune fiabe note ai bambini, ma non nell’ambientazione della fiaba, bensì colti in momenti al di fuori della stessa, in situazioni immaginate di semplice vita più o meno quotidiana, scanditi dalle stagionalità dei mesi.
Di seguito vi elencherò nello specifico quello che ho immaginato per i vari mesi, anche se ovviamente qualcosa potrà essere modificato se lo riterrò necessario:

COPERTINA: forse tutti i vari personaggi insieme tipo foto di scuola, vedremo…
GENNAIO: i tre porcellini giocano sulla neve. Hanno fatto un pupazzo di neve a forma di lupo cattivo.
FEBBRAIO: riccioli d’oro è mascherata da orso ed i tre orsi da riccioli d’oro.
MARZO: biancaneve in giardino sta invasando una piantina. i nani sono in fila (o sparsi a giro, da decidere…)  e fanno finta di essere nani da giardino.
APRILE: Alice salta la corda retta dallo stregatto e dal bianconiglio.
etc… (n.d.r: nel progetto c’erano tutte le tavole descritte).

Barbara ieri mi ha scritto per mail:
Certamente anch’io mi son studiata i vincitori delle scorse edizioni, l’idea del “tutta pagina” e griglia del mese bianca me l’ha data il calendario di Anne Herbauts, illustratrice che amo molto. Poi ho pensato a quello che mi piace, che mi piaceva da bambina, a quello che avrei voluto per mia figlia e a quanto assaporo con gioia le stagioni che si susseguono con i loro cambiamenti e le loro diverse caratteristiche.

Barbara Cantini, definitivo selezionato all’edizione 2010 del concorso Calendario Città del Sole 2012

DAVIDE PINTOR (Spagna), VINCITORE CALENDARIO CITTA’ DEL SOLE 2011
Alla prima selezione, Davide Pintor ha spedito solo questa immagine, senza nessun bozzetto. E’ stato selezionato e poi ha vinto anche la seconda tappa. Evidentemente l’immagine era così bella da non aver bisogno di altro. (Ma in caso di dubbio voi fate anche i bozzetti). Il testo del suo progetto era questo:

“The idea is making illustrations describing all the sensations we have all over the year: light, color, and taste… the cold, the different light, the sun in the face, the warm of the first winter in november, the red sky of summer, the ocre colors of autum, the sunset in july, the light of august trough the trees, the blue and violet and white colors of a snow january …I will made sensorial-illustrations to represents the feelings, the sensations in or eyes and skin…The illustrations as sensitive comunicators.”

Davide Pintor, definitivo selezionato all’edizione 2010 del concorso Calendario Città del Sole 2011

MARCO TREVISAN, VINCITORE CALENDARIO CITTA’ DEL SOLE 2010
Qui di seguito trovate i 5 bozzetti + l’esecutivo che ha inviato Marco Trevisan. Sulla sua mail compariva anche una brevissima biografia + descrizione del progetto (che vi copio). Marco mi ha scritto ieri queste parole:

“Per quanto mi riguarda non avevo fatto particolari ricerche di mercato, solamente conoscevo i negozi della Città del sole e sentivo una qualche vicinanza tra i giochi che propongono e il mio progetto.
Mi piaceva l’idea di un filo conduttore che portasse i bambini tra i mesi e le stagioni e mi sembrava adatto un personaggio riconoscibile che facesse da “guida”… l’idea di abbinare le carte decorate invece mi è venuta dopo!”

Breve descrizione del progetto:
“Una volpe curiosa percorre l’anno e le sue stagioni: ogni mese è contenuto in un recipiente oppure è esso stesso rappresentato da un particolare contenitore di uso comune (un barattolo, un sacchetto, uno
zaino, una pentola…). Tutti questi contenitori hanno una relazione con il mese che rappresentano (o contengono), e questa relazione è data sia dalla loro funzione specifica in quel periodo dell’anno (l’annaffiatoio per maggio) sia dal loro “timbro”, dalla loro “natura” (quindi una componente soggettiva), che li accosta “per sentimento” ad un particolare mese.
La volpe è accompagnata nel suo percorso da altri animali di tutte le specie che variano di mese in mese: dalla scatola di dicembre però spunta finalmente un’altra volpe, e chissà. Marco Trevisan

Marco Trevisan, bozzetti selezionati al concorso Calendario Città del Sole 2010

ANNA CASTAGNOLI, VINCITRICE CALENDARIO CITTA’ DEL SOLE 2009
Qui sotto i quattro bozzetti  + la tavola definitiva inviati nella prima mail. Avevo anche allegato un pdf di due pagine con un testo di presentazione del progetto (che vi riporto qui sotto) + un breve curriculum con i titoli dei libri pubblicati/ concorsi vinti.
Anche io come Richolly avevo studiato a lungo il bando e i vincitori delle edizioni precedenti, cercando un’atmosfera-filo conduttore. Avevo trovato alcune parole chiave: Poesia. Narrazione con protagonisti. Affettuoso. Lieve.
La scelta del tema “natura” e dei piccoli elfetti l’ho fatta pensando a cosa mi serebbe piaciuto fare da bambina nelle varie stagioni. Direi che ci sono riuscita: ci avrei sballato a fare almeno la metà delle cose che fanno i miei elfetti.

Anna Castagnoli, bozzetti selezionati al concorso Calendario Città del Sole 2009
Anna Castagnoli, Calendario Città del Sole 2009

Progetto per Calendario 2009 La città del Sole
“Un calendario dove la natura con le sue metamorfosi è protagonista. Ma è una natura come la puo’ immaginare il bambino, ancora immerso in una fase animista del suo sviluppo -, viva di presenze benevole e amiche. Fiori, bacche, chicchi di neve diventano personaggi. Ogni mese questi buffi personaggi parteciperanno ai cambiamenti della natura con gioia e piacere. Non ci sono mesi brutti, mesi freddi, mesi malinconici. Ogni mese è l’occasione di scoprire un nuovo mutamento delle stagioni e di provarne meraviglia: è bello addormentarsi dentro le conchiglie che il mare accarezza in una notte d’estate. E’ bello lasciarsi portar via dai rami dal vento d’autunno come frutti o foglie che cadono. E’ bello essere neve e cadere dolcemente sulla città di grattacieli nella sera di Natale. E’ bello partire con le rondini nel tempo venuto di migrare. O ancora giocare sottoterra nella casa della talpa, in attesa che torni il sole a sciogliere la neve.
Mi piace pensare che per bambini costretti alla città, questo calendario possa essere una finestra su un mondo dove la natura accarezza ancora, con i suoi ritmi lenti e dolci, il tempo che passa. Anna Castagnoli”

OSCAR SABINI, UN QUASI VINCITORE:
Infine, ecco il progetto di Oscar, che era stato selezionato con la prima immagine ma non ha poi vinto il secondo round. Oscar aveva allegato i bozzetti di tutti i mesi e un pdf con una descrizione molto accurata del progetto, con tanto di citazioni magnifiche. Il suo progetto lo potete leggere qui.

Oscar Sabini, disegno che ha passato la prima selezione ma non la seconda del calendario 2010
Oscar Sabini, bozzetti che hanno passato la prima selezione ma non la seconda del calendario 201o

Allora, avete carpito i segreti? Io credo che tutto si possa riassumere nelle parole di Riccholly: “Non: ci provo. Ma: provo a vincere.” E se poi non vincerete non è grave, avrete fatto comunque un passo avanti. Io comunque aspetto che sia uno di voi a vincere!
ps: E non dimenticate di leggere con attenzione i suggerimenti dati dalla Città del Sole nel bando.