To Pin-(i)nterest, ovvero la mania di raccogliere figurine

(Nota: le immagini di questo post sono tratte dai miei board su Pinterest, trovate su altri board di Pinterest e ri-pinnate. Ma come parlo?!).

Julius Klinger, circa 1909, dal mio board Between art and illustration

Fino a un mesetto fa avevo solo una vaga idea di cosa fosse Pinterest.
Ogni tanto andavo a curiosare sul muro (pagina principale) di Pinterest ma, anche selezionando la categoria “Illustrations and posters”, vedevo una tale accozzaglia di immagini che mi ero convinta che Pinterest fosse il regno del kitsch sulla terra. Lo è, in effetti, essendo lo specchio del gusto di milioni di utilizzatori, ma quello che non sapevo è che, come ogni regno che si rispetti, Pinterest ha valli e paesi di una bellezza sconvolgente. Tutto sta nel sapere come raggiungerli.

Una schermata della pagina principale di Pinterest, dove scorrono in ordine sparso migliaia di immagini al giorno

Creato dagli americani Ben Silbermann, Paul Sciarra, Evan Sharp, che nello “stile Sylicon Valley” lo hanno messo a punto in un piccolo appartamento, Pinterest è stato lanciato nel marzo 2010 con un sistema inizialmente “ad inviti”; nel gennaio 2012 contava già 11 milioni di visitatori unici. Nessun social network aveva raggiunto con tanta velocità una crescita simile. Oggi è aperto a tutti, basta una veloce iscrizione (via mail, via Facebook o via Twitter).

Grasshopper pull toy, Francia, 1930

Le ultime stime di traffico parlano di più di 48 milioni di utenti in tutto il mondo. Un boccone appetitoso per i finanziatori, anche se non è ancora chiaro il futuro modello economico. Ma quel che conta è il potenziale: è di pochi giorni fa la notizia che sono stati investiti in Pinterest altri 200 milioni di dollari, somma che porta Pinterest ad essere quotato due miliardi e mezzo di dollari.

Consumers All. The Yearbook of Agriculture 1965, dal mio board Cover Book

Le categorie più popolari sono viaggi, automobili, cibo, cinema, umorismo, design per la casa, sport, moda e arte.
Il cibo è la categoria più amata, tanto che Pinterest ha comprato  di recente un altro social network tutto dedicato allo scambio di ricette: Punchfork. L’80% degli utilizzatori di Pinterest sono donne.
Moltissimi iscritti, io inclusa, dichiarano una passione per Pinterest simile a quella che danno certe droghe additive. Altri lamentano una vertigine davanti all’infinita quantità di immagini che offre. Altri ancora (e a ragione) criticano la trascuratezza con cui alcune immagini vengono immesse nel Grande Fiume (la definizione è mia) senza citare autori o fonti.
Per fortuna la maggior parte degli utilizzatori è scrupolosa, soprattutto in tema di libri illustrati e arte.


Cyril Cowell. c.1935, dal mio board Old + vintage illustration

Ma ritorniamo ai miei esordi: scorrendo il muro principale, di tanto in tanto, tra le ciambelle allo zucchero della zia Pina e i culetti di bambini, compariva un’immagine che mi interessava. Ma che farmene? Se ritornavo il giorno dopo, era già sparita sommersa da pile di torte allo zucchero.
Decisa a capire perché Pinetrest avesse un successo così grande, ho chiesto aiuto su Facebook: come funziona Pinterest? Cosa è un Board, cosa è un Pin?

Nel giro di pochi giorni avevo capito il meccanismo ed ero letteralmente drogata.
Ve lo spiego così: vi ricordate quando da bambini avevamo gli album di figurine e andavamo dal giornalaio o da un amico a chiedergli la figurina che ci mancava? L’album era spesso a tema: le farfalle, i calciatori, gli animali della giungla, i ciclisti o Mimì e le ragazze della pallavolo. La parola magica era “celo” o “non celo” (con l’accento sulla e). Vi ricordate il piacere nel collezionare le figurine, nel guardarle, nell’incollarle, nello sfogliare l’album semi finito? (ne mancava sempre una!).

Via Cartesio Episteme

Ecco, Pinterest è come una immensa collezione di album di figurine. Gli album appartengono a persone che li hanno creati e terminati o che continuano ogni giorno ad attualizzarli.
Si può trovare di tutto. Vi invito a provare digitando un argomento nella casellina “cerca” in alto a sinistra.
Se siete illustratori, provate a cliccare il vostro nome: io ho scoperto che molte mie illustrazioni sono su Pinterest. Una delle mie immagini non è mia (ma ha il mio nome), un’altra ha i colori in negativo, una terza è al contrario. Ma è Pinterest! Che importa.

Bisogna anche cercare di dimenticare (se no, altro che capogiro) che nel contratto di iscrizione (che nessuno legge mai) si accetta di condividere su Pinterest solo immagini di cui si possiedono i diritti, che Pinterest diventa proprietario di tutti i diritti delle immagini immesse, e che può farne un po’ quello che vuole. Ma ormai la cosa è scappata di mano a tutti e nessuno sa più di chi è cosa e cosa è di chi. Si “pinna” tutto quello che piace, in una frenesia del possesso e dello scambio visivo.

Marikajo, dal mio board Between art and illustration

I BOARD
Un album di figurine su Pinterest si chiama board. Un board è una cartella “a tema” che raccoglie immagini. Un utilizzatore può avere quanti board vuole, e intitolarli come vuole. Può esserci un board chiamato “Doddy” con tutte le foto di un cane barboncino di nome Doddy, ma anche un board chiamato Maurice Sendak (anzi, su Sendak ce ne sono decine, guardate qui) o un board sugli alberi Baobab. Ci sono board che sono vere e proprie riserve di illustrazioni magnifiche, come il board della rivista di illustrazione Anorak o i board (strepitosi) di Milimbo editore, per fare due esempi di board che seguo.

Una schermata del board Illustration di Milimbo Edizioni

Ci sono board di marche famose e di editori. Di ristoranti e di negozi. Di collezionisti di bambole e di collezionisti di piante esotiche. Di stilisti e di attrici. Di ricette di cucina e di libri antichi. Ci sono board di tutto l’immaginabile.
Se qualche utilizzatore decide di collezionare immagini scabrose o indecenti, lo si può denunciare cliccando su una bandierina rossa a lato del nome: il suo profilo, dopo analisi del caso, verrà sospeso.

Un board di vestiti di bambole, con il bottone “follow” rosso in alto

I PIN
I board sono aperti a tutti, visitabili gratuitamente. Non è come su Facebook, dove è necessario un accordo di amicizia per visitare le pagine degli altri. Ogni volta che visitando un board ci piace un’immagine possiamo “pinnarla”. Ma cosa vuol dire pinnare? Pin in inglese significa spillo, puntina, e To pin significa: appuntare. L’attività principale di Pinterest è “appuntare” immagini che ci piacciono nelle nostre cartelle. Pin + interest= appuntare quello che interessa.

Quando pinniamo un’immagine trovata su Pinterest, l’immagine si gira, e sul retro c’è il nome del board da cui proviene. Per me è un’emozione sempre rinnovata quella di scoprire un nuovo board chiamato “illustration” o “children’s books”. Molti board non incontrano il mio gusto, ma quando ne incontro uno che mi piace è gioia pura. Un grosso bottone rosso in cima al board dice “follow” che significa segui: e io clicco.

Sarah Eisenlohr, dal mio board Between art and illustration

Un’immagine la si può pinnare nella propria cartella, si può dire solo “mi piace”, la si può commentare (funzione che io uso sempre per aggiungere le fonti e i nomi degli autori quando mancano, da brava certosina della rete), la si può condividere su Facebook, su Twitter o inviarla per mail.
Un’immagine può essere trovata su Pinterest e ri-pinnata, ma possiamo anche prenderla dalla nostra scrivania o direttamente da internet. Per fortuna, se l’immagine è stata presa da internet, conserverà nel suo DNA il link di provenienza.
“Appuntare” un’immagine in una propria cartella prende un secondo. Velocissimo.

Una schermata dei miei following

I FOLLOWERS E I FOLLOWING
Quando decido di seguire un board cliccando sul pulsante “follow” (decisione che posso revocare in ogni momento), sul mio muro personale appariranno, in tempo reale, tutte le immagini che il proprietario del baord aggiunge al board che io seguo.
I followers sono le persone che mi seguono, i following le persone che seguo io.
Più saranno selezionate e scelte con cura le persone da seguire, o le loro cartelle, più il mio muro sarà un fiume ininterrotto di immagini che possono piacermi. E’ come crearsi a poco a poco una rete di amici con gli stessi gusti estetici.

Fortune, 1954, dal mio board Cover Book

PERCHE’ ESSERE SU PINTEREST ?
Per me che amo le immagini la risposta è ovvia: per passione e per allargare le mie conoscenze sull’illustrazione passata e presente. Ma se si ha un commercio, avere un profilo Pinterest attivo e farsi seguire da centinaia o migliaia di persone può essere uno modo di crearsi una selezionata e affezionata clientela.
Se avete un blog o un sito, Pinterest rappresenterà una notevole sorgente di traffico.
I board sono vetrine. E vetrine con milioni di spettatori. A chi non interessa essere in una vetrina così, per di più gratuita?
Infatti, molti illustratori lo utilizzano come portfolio online.
Ma quante cose bisogna seguire per restare a galla su internet? E su quanti social network bisogna essere attivi? Blog, facebook, twitter, pinterest: viene il capogiro solo a pensarci.

Yoshino, dal mio board Illustration

Il vero problema, se siete appassionati di immagini illustrate e di arte, è l’immensità spropositata di tesori che si possono trovare su Pinterest. Non perdercisi dentro, allora, diventa difficile.
La sera, dopo gli ultimi “cinque minuti” di Pinterest prima di dormire (diventano sempre una buona mezz’ora), chiudo gli occhi e dietro le palpebre vedo formarsi immagini meravigliose, colori, forme, segni misteriosi…  il mio cervello elabora centinaia di immagini ricevute a una velocità inusuale. Come quando si scia e la sera si vede neve e neve… vedo immagini e immagini e immagini. Non hanno testo. Non hanno voce.
Pinnare immagini sarà il linguaggio di domani?

Sean Lewis, dal mio board Between art and illustration

ps: su alcune funzioni più specifiche di Pinterest , come quella di Contributor, vi invito a laggere il post di Lisa Massei: Pinterest, questo conosciuto.


Addomesticatrici di farfalle


Marina Marcolin, “Il segreto del signor L” Lapis Edizioni 2012

Ieri Marina Marcolin ha pubblicato su facebook questa illustrazione di impalpabile bellezza e quando le ho chiesto come aveva fatto a rendere così bene il volo delle farfalle mi ha risposto che le aveva copiate dal vero. Conoscendola (vive in una casa nel bosco con il riscaldamento a legna), ho ribattuto su facebook: Ci credo che sei capace di addomesticare farfalle. Ma non ero seria del tutto. Poi mi ha inviato via mail le foto qui sotto, dopodiché non ho detto più nulla.
Buon week end a tutti.

ps: e se le chiedessimo di organizzare un corso di addomesticamento di farfalle?


CONCORSI DI ILLUSTRAZIONE: costruiamo insieme uno standard di qualità

Scrivo questo post, a nome mio e a nome dei miei collaboratori, Lisa Massei, Giorgia Brandimarte e Oscar Sabini, per aprire una riflessione sulla situazione dei concorsi di illustrazione italiani.
Dopo la richiesta di negoziazione di alcune clausole del concorso Narrare la parità, conclusasi con successo nel febbraio 2012, abbiamo iniziato a interrogarci su quali requisiti dovesse avere il regolamento di un concorso per essere pubblicizzato su LeFiguredeLibri: un blog nato e cresciuto intorno al mestiere di illustratore.

Immagine di Giulia Sagramola per LFdL

Pensiamo che un concorso di illustrazione debba offrire un contratto serio, dettagliato, rispettoso dei diritti d’autore e dell’uso delle opere originali (un bando è un contratto).
Inoltre, se il concorso è finanziato dai partecipanti (cioè a pagamento) ci sembra corretto offrire trasparenza sull’uso che viene fatto del denaro ricevuto.
Molti concorsi italiani non ci sembrano in linea con questi requisiti.
Ma siamo anche consapevoli della situazione italiana, dove mancano fondi per tutto, e della considerevole difficoltà logistica che comporta organizzare un concorso.

Così abbiamo stilato una lista di proposte atte a garantire la serietà di un concorso che ci sembrano necessarie, ma anche ragionevoli. Una sorta di “patentino di qualità” a costo zero.
La useremo in futuro per decidere se dare spazio a un concorso su questo blog.
Speriamo che questa sia la base di partenza per un dialogo proficuo e utile a tutti.
 

PER I BANDI DI CONCORSO DI ILLUSTRAZIONE PROPONIAMO:

TRASPARENZA DEI COSTI E DELLE SPESE:
Se il concorso è a pagamento:
-Che vengano pubblicati nel bando i dettagli delle spese previste (la menzione “spese di segreteria” è vaga).
-Che venga pubblicato l’elenco definitivo dei partecipanti (perché il bilancio tra entrate e uscite sia trasparente).
– In mancanza di queste informazioni, proponiamo che venga reso pubblico il bilancio delle entrate e delle uscite a fine concorso o nei bandi delle edizioni successive.

Se il concorso è gratuito:
-Nel caso venga chiesto un rimborso per la restituzione delle opere, che il prezzo venga stabilito in base alle tabelle vigenti alle Poste Italiane sul rapporto di invio/peso dei pacchi, o venga richiesta una busta preaffrancata. In caso contrario il concorso sarà catalogato da noi come concorso “a pagamento”.

DIRITTI D’AUTORE E PUBBLICAZIONI:
-Nel caso di pubblicazione di un libro come finalità del concorso, che venga sempre specificato nel bando un diritto di recesso sul futuro contratto editoriale da firmare*. In caso contrario, che sul bando venga pubblicato il contratto per esteso.
* (Perché mai un autore dovrebbe cedere, ad occhi chiusi, il diritto di riproduzione della sua opera senza sapere per filo e per segno quale contratto editoriale sottoscrive automaticamente partecipando al concorso?)
-Se la visibilità è il solo premio offerto, che vengano descritti nel bando in modo dettagliato usi, estensioni e limiti che la “visibilità” avrà: nel tempo (fino a quando), nei luoghi (dove saranno riprodotte o esposte le immagini, su quali supporti, con che distribuzione), nelle azioni (quali i limiti della cessione dei diritti di riproduzione, quali gli usi concessi).
RICORDIAMO A TUTTI CHE LA VISIBILITA’ E’ UNA MONETA A DUE FACCE.

GIURIA
Domande aperte: I nomi dei giurati devono restare anonimi o essere dichiarati sul bando? I partecipanti (nel caso di premi in denaro) è giusto che siano anonimi per i giurati al momento della scelta? Come viene deciso il criterio di selezione delle tavole? I giurati le vedono tutte o c’è stata una preselezione? Il criterio di selezione è fondamentale per dare a tutti la stessa opportunità di vincere. Da chi viene deciso? La giuria viene pagata per il lavoro svolto? Inoltre: come verrà risolto il conflitto di interesse nel caso che un giurato sia anche editore degli autori in gara?

SEGRETERIA E SUPPORTO AGLI ILLUSTRATORI
Sappiamo che gestire centinaia di illustratori in ansia da competizione non deve essere facile. Ma pensiamo che un concorso serio debba avere un servizio di segreteria minimamente efficiente. Non è sempre il caso.

Se volete aiutarci vi prego di diffondere questo post sui vostri blog o profili Facebook.
Se avete suggerimenti o commenti ne saremo felici.


Anna Castagnoli, Giorgia Brandimarte, Lisa Massei, Oscar Sabini


Lo schizzo o l’arte dell’incertezza

Benoit Jacques

 

Stephan Schriber, Tratto dal manoscritto: Spätgotisches Musterbuch des Stephan Schriber, 1494

Usato come base per costruire un quadro o una scena, o come strumento per capire come sono fatti gli oggetti che ci circondano, le mani, un viso, un paesaggio… Lo schizzo ha attraversato la storia dell’arte come un’ombra fedele dietro ogni passo.
Che si debba dipingere la cappella Sistina, costruire un torre, modellare il torso di un imperatore, fare un ritratto, si deve passare da lì, da quel primo gesto veloce è impreciso che è lo schizzo. Lo schizzo è un’idea. Un’intuizione. Contiene l’opera ad uno stadio di bozza, larva, sogno, esperimento, possibilità, germe.
Ma è anche opera in sé compiuta. Quando il suo tratto viene elevato al rango di capolavoro dall’intercessione elegante di una punta secca, di una lastra di rame o di una stampa monografica. O quando ad osservarlo è uno spirito che non vuole essere definito, che trova nell’incertezza tremolante dello schizzo uno specchio capace di riflettere davvero: ogni forma definitiva è un’illusione.
Sua caratteristica fondamentale è l’incompiutezza.
Incompiuto, incerto, abbozzato è anche il bambino. Sarà per questo che l’illustrazione per bambini è più vicina di tutte le altre arti alla materia fragile e trasparente dello schizzo?

Beatrix Potter

 

Beatrix Potter

 

Beatrix Potter

 

Gustave Doré

 

Arthur Rackham

 


David Hockney

 

David Hockney

 

Edward Hopper

 

Quentin Blake

 

Bruno Schultz

 

Susanne Janssen, studi per Hansel e Gretel

 

Susanne Janssen, Hansel e Gretel

 

Saul Steimberg, 1948

 

Tomi Ungerer

 

Frédérique Bertrand

 

Joanna Concejo

Joanna Concejo

 

Chiara Carrer

 

Kaatje Vermeire, monotipia

 

Komako Sakai

 

Benoit Jacques
Isabelle Arsenault

 

Isabelle Arsenault

 

Anne Cortey

 

Violeta Lopiz

Buon week-end

Autumn Leaf II di Mariann Johansen Ellis


Concorso di illustrazione EurHope 2013

Promosso da SMACK! – Fiera del Fumetto e dell’Illustrazione di Genova, il concorso Eurhope – Immagini dal futuro giunge quest’anno alla sua seconda edizione; la partecipazione al concorso è gratuita, ed aperta a tutti gli illustratori residenti in Europa purché nati dopo il 1 gennaio 1978.

Cosa: ogni illustratore potrà inviare un massimo di tre elaborati, realizzati con qualsiasi tecnica ma obbligatoriamente di formato quadrato; le opere non dovranno essere spedite in originale, bensì in riproduzione cartacea di alta qualità (stampa digitale in formato 30 x 30 cm) ed in formato elettronico Tiff o JPG in alta risoluzione (minimo 300 dpi) su cd-rom o dvd.
Tema: il tema scelto per questa seconda edizione del concorso è “Immagini dal futuro – Abitare il mondo: città, architetture, paesaggi umani“. Ispirandosi all’Europa, al suo territorio, alle sue culture ed alle sue infinite forme, ogni artista dovrà quindi fare un salto nel futuro, rappresentando idee, visioni, scenari, paure e speranze per il domani.
Scadenza: 2 aprile 2013 (farà fede il timbro postale).
Premio: fra tutte le opere pervenute, la Giuria selezionerà tre vincitori, cui verrà assegnato, rispettivamente, un premio in denaro pari a 1.500, 1.000 e 500 €;  i primi tre classificati verranno inoltre ospitati in albergo per la notte successiva alla cerimonia di premiazione e riceveranno un rimborso spese, da concordare con l’organizzazione, fino ad un massimo di 200 €. Tutte le opere selezionate saranno esposte in una mostra pubblica a Genova e Milano e verranno pubblicate in un catalogo (una copia del quale sarà spedita, su richiesta e con spese a carico del richiedente, ai selezionati).
Considerazioni aggiuntive: ogni illustratore, pur restando proprietario di tutti i diritti esclusivi di utilizzazione economica delle opere presentate in concorso, riconosce all’organizzazione la facoltà e il diritto di utilizzarle per qualunque iniziativa di promozione e comunicazione del concorso e della mostra, nonché il diritto non esclusivo di esporle in mostre successiva al concorso e di pubblicarle, anche sotto forma di manifesto o locandina, nei materiali pubblicitari della manifestazione con la citazione dell’autore in chiara evidenza.

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