Un po’ in ritardo ma con grande entusiasmo vogliamo segnalare che proprio in questi giorni, e solo fino al 1 dicembre prossimo, a Palazzo Reale in Piazza Duomo 12, a Milano, è visitabile una mostra imperdibile: Inventario, fra le parole e le immagini di Emme Edizioni 1966-1985. L’esposizione copre i quasi vent’anni dell’attività di una casa editrice che ha segnato la storia dell’editoria per bambini e si è mossa con una lungimiranza enorme, di cui ancora oggi raccogliamo i benefici. Era già stata proposta durante la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna a marzo scorso, ma nel frattempo è stata ampliata e arricchita.
Sul blog dei Topipittori potete trovare un altro lungo articolo sull’argomento. Proprio in questi giorni, i Topipittori stanno pubblicando il libro, curato da Loredana Farina: La casa delle meraviglie – La Emme Edizioni di Rosellina Archinto.
Il libro verrà presentato giovedì 21 novembre alle 19:00 proprio a Palazzo Reale, e sarà disponibile entro qualche settimana sul sito dei Topipittori e nelle migliori librerie specializzate.
Roberto Denti e Rosellina Archinto, La Casa delle meraviglie, Topipittori 2013
Rosellina Archinto, la fondatrice di Emme Edizioni, partì dal presupposto che i libri per bambini potevano e dovevano avere la stessa dignità dei libri per adulti. E non di libri qualsiasi, bensì dei migliori libri per adulti. Di ritorno dal suo soggiorno statunitense e in una Milano culturalmente molto vivace fondò quindi una casa editrice che metteva i bisogni dei bambini al centro dei propri sforzi, il mondo infantile in tutta la sua complessità e dignità al cuore delle sue pubblicazioni.
Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni – Emme edizioni
I Su & i Giù di Bob Gill – Emme edizioni
Negli anni ha pubblicato i lavori dei pesi massimi del campo dell’editoria per ragazzi sia italiani che stranieri. Pensate a un qualsiasi mostro sacro del nostro mestiere attivo in quegli anni e state sicuri che probabilmente Emme Edizioni ha pubblicato qualcosa di suo.
Il papavero di Cristini e Puricelli – La casa delle meraviglie, Topipittori 2013
Un giorno, un cane di Gabrielle Vincent – La casa delle meraviglie, Topipittori 2013
Il percorso della mostra, coadiuvato da didascalie ben congegnate che fanno venire voglia di togliere i libri dagli espositori anche quando li si conosce già , propone quattro aree tematiche così suddivise:
1. Grandi coppie inventano per Emme (con autori come Majakovskij, Pasternak, Sciascia…)
2. Artisti creano per Emme (con i libri di Sonia Delaunay, Iela Mari, Bruno Munari, Paola Pallottino, Luigi Veronesi, Jean Jacques Loup)
3. Affermati scrittori per Emme (con autori del calibro di Bertolt Brecht, Eugene Ionesco, Nico Orengo)
Alfabeto di Sonia Delaunay – La casa delle meraviglie, Topipittori 2013
C’era una volta un albero di marmellata di R. Steadman – La casa delle meraviglie, Topipittori 2013
La mostra è visitabile gratuitamente ogni giorno da martedì a domenica, dalle 9:30 alle 19:30, e in occasione di Bookcity Milano 2013 giovedì 21 e sabato 23 novembre l’apertura sarà prolungata fino alle 22:30.
(Vi facciamo notare che chi c’è stato ha riferito che all’uscita si avrebbe voglia di andare a cercare Rosellina Archinto per poterla baciare e ringraziare).
APPUNTAMENTI INTORNO ALLA MOSTRA:
Giovedì 21 novembre alle 19:00 a Palazzo Reale, Milano La casa delle meraviglie – La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, presentazione del libro alla presenza di Rosellina Archinto, Loredana Farina, Topipittori, Irene Bignardi e Salvatore Gregorietti.
Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre dalle 16.30 alle 18.00
Per bambini dai 4 ai 7 anni accompagnati da un adulto ci sarà il laboratorio “Scopro il mondo”, con visita guidata alla mostra e creazione di un proprio libro da parte dei bambini (il laboratorio e la visita saranno a cura di Anna Pisapia e Barbara Archetti. Prenotazione obbligatoria scrivendo a anna.pisapia@gmail.com Costo del laboratorio: 5 euro a bambino.
Articolo di Laura Campadelli, foto, raccolta informazioni e reportage sul campo di Elilisa.
INTERVISTA A GABRIEL PACHECO PER IL CATALOGO DELLA MOSTRA “LE IMMAGINI DELLA FANTASIA” Sarmede 2013 di
ANNA CASTAGNOLI
“Non è nello specchio che bisogna osservarsi. Uomini, guardatevi nella cartaâ€. Henri Michaux“(2)
Los cuatro amigos, Gabriel Pacheco, Kalandraka
Cinque concetti, cinque parole scelte da Gabriel Pacheco per la sua mostra a Sà rmede: la metafora, l’atmosfera e la tessitura, la macchia, l’orizzonte della realtà .
Rubare oggetti, appropriarsene e riutilizzarli per ri-significare il mondo. Un atto molto naturale.
L’uomo d’acqua e la sua Fontana, Zoo libri, Gabrile Pacheco
Come fanno i bambini?
Il gioco dei bambini è una modalità di avvicinarsi al mondo, di integrarlo attraverso regole ludiche, di ri-trasformarlo. I bambini sono specialisti nell’appropriazione e sono dei geni nella capacità di costruire mondi attraverso gli oggetti.
Non c’è una sola realtà , ma un infinito che necessita sempre di una storia per farci comprendere, finalmente, che gli oggetti non sono materia, ma istanti del tempo nello spazio, e che le cose, come le parole, oscillano.
Ora, tenendo presente questo punto di vista, la sola cosa da fare, come illustratore, è lavorare ciecamente sulla prima immagine che sorge dinnanzi al foglio bianco; cioè, sottomettersi a priori all’immaginazione, senza porsi domande, lanciandosi nello spazio vuoto. Significa sapere di non sapere: un grande monito che ci ricorda chi siamo e ci mantiene umani.
La miglior letteratura, quella che poi finisce per essere ricordata, è sempre quella che dà meno sicurezze, che semina dubbi (hai sentito parlare del Bosone di Higgs, la particella di Dio? Non è affascinante pensare che la particella di Dio, quella che si occupa di definire tutto, si trova nell’area dell’indeterminatezza?). L’incertezza ci costringe a sottometterci alla meraviglia dell’immaginazione.
Frida Kahlo, una historia posible, Gabrile Pacheco, Anaya 2010
Ho sempre guardato il mondo da dietro una quarta parete invisibile, ancora prima di studiare scenografia. E ho sempre immaginato che tutto quello che c’è nel mondo lo si possa leggere come un grande atto scenico. Ogni cosa, ogni fatto, è un messaggio da decifrare. In modo piuttosto inconscio ho poi cercato nell’illustrazione quello che non ho trovato nel teatro.
Copertina del catalogo di Sarmede, Gabriel Pacheco
Generalmente la gente pensa che lavorando in digitale basti fare un click e si ottengono effetti pittorici. Non è così. So usare l’acquerello, l’olio, l’acrilico, e grazie a questo sono capace di creare gli stessi effetti in digitale. Il processo è lo stesso, ad eccezione dei tempi di asciugatura tra una pennellata e l’altra. Questa enorme economia di tempo mi permette di lavorare più velocemente.
Inoltre, penso che lavorare senza originali sia una condizione molto lirica. Fin da quando studiavo teatro, il senso della parola fiction mi ha sempre provocato un grande conflitto, non riuscivo a digerirla.
Fiction (finzione) deriva dal verbo fingere e questo mi faceva sospettare una bugia di fondo. È così, in effetti. Fiction significa la mera creazione di qualcosa che non è nel mondo reale, ma cosa è reale e cosa non lo è?
Gabriel Pacheco, El libro de la selva, Sexto Piso 2013
La macchia
Lo scrittore francese Henri Michaux cominciò a disegnare macchie per decondizionarsi dalla scrittura. Ma è possibile decondizionarsi del tutto dalla scrittura e dal bisogno di un senso?
Per me la macchia è una benda che ti tappa gli occhi e ti aiuta a seguire la vena che pulsa nel polso, al di là di ogni manierismo e artificio o discorso sopra l’illustrazione.
Le tue immagini sembrano nascere tutte da un’unica macchia di grigio. Cosa rappresenta l’assenza di colore per te?
È proprio così: il grigio è la presenza di un’origine che disperde il vuoto e incorpora la luce a poco a poco. Ho sempre pensato che se Dio avesse disegnato il mondo, lo avrebbe fatto a partire dal grigio. È un pensiero molto semplice, visualizza la nostra essenza di uomini: l’idea barocca che tutto appartenga alla stessa tela, anche la più piccola piega. Rosso, blu, giallo, tutti i colori sono fili, grinze della stessa tela. Tutto appartiene al grigio. Ho sempre ammirato Caravaggio e Rembrandt per questa capacità di far apparire il colore e la forma dalla penombra.
Gabriel Pacheco, El libro de la selva, Sexto Piso, 2013
L’orizzonte della realtÃ
Milan Kundera aveva scritto una storia dell’orizzonte della realtà attraverso la storia della letteratura.(5 Dagli spazi infiniti del Don Chisciotte, alle mura claustrofobiche di Madame Bovary, fino alla chiusura ermetica dell’io in Kafka. Le tue illustrazioni sono molto epiche. I personaggi si misurano sempre con uno spazio smisurato. Qual è il loro orizzonte?
Per me l’orizzonte è una linea immaginaria che esiste solo se qualcuno fissa un punto e osserva il paesaggio da una certa prospettiva. Anche la linea è solo una successione di punti. Dicono che neanche noi esistiamo, che siamo solo una traccia. Un mio maestro, un regista teatrale, diceva che lo spazio non esiste, esistono solamente istanti nel tempo. Credo nella successione di infinite realtà che si sovrappongono una dopo l’altra come stanze, e cerco di esprimerlo nelle mie immagini. I miei personaggi si confrontano con uno spazio aperto, è vero, ma mi interessa altrettanto l’orizzonte chiuso che abita dentro di noi. Siamo come matrioske: uno spazio chiuso che ospita uno spazio infinito, all’infinito.
Infatti è quello che mi ha colpito quando hai illustrato il mio testo Il grande viaggio(6), la storia di un bambino che immagina di viaggiare. In tutte le illustrazioni del libro, anche quando il protagonista va dall’altra parte del mondo, il pavimento della sua stanza resta presente. L’infinito e il limite capaci di convivere.
Il modello di realtà veicolato dai media, oggi, sembra lasciare poco spazio all’immaginazione e all’indeterminato. Viviamo nell’epoca della precisione. “La realtà ” è sempre un prodotto culturale dell’uomo. Pensi che il libro illustrato possa essere un antidoto a questo impoverimento del concetto contemporaneo di realtà ?
Per tornare alla realtà di Sà rmede: una grande mostra, un dipinto murale, un libro sulle fiabe dal Messico, un corso di illustrazione. Ti piace come orizzonte? Per quale strada vuoi arrivarci?
Il successo a Sà rmede, a dire il vero, mi ha allontanato dalla mia realtà quotidiana di lavoro solitario nel mio studio. Non mi è facile espormi in questa misura in un luogo di lunga e comprovata tradizione del libro illustrato. Monica Monachesi ha dovuto aiutarmi a trovare il coraggio, e ancora penso di non essere pronto per una esibizione di questa portata. Però l’opportunità di analizzare il mio lavoro, metterlo in ordine, esporlo davanti ad altri, mi obbliga a prendere una certa distanza, a guardarlo in prospettiva, come se fosse un testo scritto, un manifesto su quello che ho voluto dire fino ad oggi. È importante. Chissà se ci riuscirò.
Gabriel Pacheco nasce in Messico nel 1973, dopo il diploma in scenografia all’Istituto Nazionale di Belle Arti, studia disegno e figura umana alla scuola Enap. Per caso, grazie a una richiesta della sorella che aveva bisogno di alcune illustrazioni, Gabriel Pacheco trova nel libro illustrato, soprattutto nella relazione tra immagini e parole, la sua forma di espressione più congeniale. Illustratore colto, cura un blog(1) in cui trasmette al pubblico tutto lo spessore filosofico e letterario della sua visione della vita e dell’illustrazione. I suoi numerosissimi libri sono tradotti e pubblicati in Messico, Brasile, Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Russia, Corea e Giappone; innumerevoli i premi alla carriera, fino alla nomina all’Astrid Lindgren Memorial Award, uno dei più alti riconoscimenti internazionali. In Italia i suoi libri sono pubblicati da Zoolibri e Logos edizioni.
ps: sul blog Roba da disegnatori trovate un’altra lunga intervista a Pacheco.
Per chi non segue Fecebook, ecco le freschissime notizie sui vincitori di Ilustrarte 2014.
Vince il primo premio la tedesca Johanna Benz, su 1980 disegni pervenuti.
Le due menzioni speciali sono andate all’argentino Diego Bianki e alla polacca Urszula Palusinska. QUI trovate tutti gli altri illustratori selezionati. Complimenti agli italiani: Daniela Iride Murgia, Simone Rea e Daniela Tieni, Elisa Talentino, Matteo Pagani, Gaia Stella, Niccolai Viola. Nel sito segnalano anche come italiani (forse per la residenza): Satoe Toe (giapponese), Fanny Dreyer (credo sia belga), Sylvie Bello (francese).
Johanna Benz, vincitrice Ilustrarte 2014
 Hannno partecipato: 391 portoghesi, 309 italiani, 241 spagnoli, 139 iraniani, 121 francesi e 83 polacchi.
A QUESTO LINK potete vedere tutte le immagini dei tre finalisti.
Vladimir Konashevich, Tale of the Military Secret, di Arkady Gaidar, 1933
Inside the rainbow: Russian Children’s Literature 1920-1935: Beautiful Books, Terrible Timesè un volume fresco di stampa a cui nessun bibliofilo o appassionato di illustrazione per ragazzi potrà resistere. Trecento e più pagine tutte dedicate a una delle epoche più innovative e fertili della storia dell’illustrazione russa e mondiale: quando i venti delle Avanguardie scompigliavano le pagine dei libri per ragazzi, portando uno stile completamente nuovo.
Per più colte e approfondite notizie su questo magnifico libro rinvio al bell’articolo di Paolo Canton sul blog dei Topipittori. Io mi contento di postarvi alcune delle mie immagini preferite.
Kostantin Kuznestov, Centre of gravity, A. Abramov 1931
Alexander Deineka, The electrician, by B. Urlasky, 1930
V. Suckau, quarta di copertina per Sowing, 1931
Theodor Pevzner, illustrazioni per Animal Farm, di Yevgeny Shvarts, 1931
Vladimir Konashevich, The muddle, di Kornei Chukovky, 1923
Tatiana Glebova, Where Am I? (Un libro restato inedito) 1928
Inside the rainbow Philip Pullman Editoria per ragazzi russa dal 1920 al 1935 37,87 euro
Una premessa al gioco: PiPPo, PIccola Pinacoteca POrtatile, è una bellissima collana di libri per bambini dedicati all’arte edita dai Topipittori (sulla sua genesi, leggete qui).
Ho già regalato alcuni esemplari di PiPPo a nipoti vari sparsi per il globo e trovo che l’idea che anima questi libri sia semplice e geniale insieme: con l’arte si può fare quello che si vuole.
Possiamo colorare di rosso il rinoceronte di Pietro Longhi (Quadri, quadretti e animali, Marta Sironi + Guido Scarabottolo), o vestire del panneggio che più ci piace una damina di Paolo Uccello (Dame e cavalieri, Marta Sironi + Francesca Zoboli) …
Guido Scarabottolo
Francesca Zoboli
Oppure possiamo immaginare cosa ci direbbero gli iris di Van Gogh se avessero il dono della parola… (Viva la natura morta!, di Marta Sironi + Francesca Bazzurro)
Francesca Bazzurro
L’idea non è quella di capire come è fatto un panneggio, come si riproduce un fiore, cosa voleva dire De Chirico con quella prospettiva, o come il chiaro scuro ricopre il dorso di un rinoceronte: l’idea è quella di avvicinarsi all’arte desacralizzandola, per accedere alla sua sorgente più misteriosa e primigenia, scevra di ogni sovrastruttura culturale: quella della libertà creativa.
Laboratorio su PiPPO, Quadri, quadretti e animali, dicembre 2012
Se vi piace l’arte e andate spesso nei musei, avrete senz’altro presente le facce di chi davanti a un quadro o a una scultura non sa cosa pensare; peggio, non sa se può pensare. E’ qui che vengono in soccorso ai poveri turisti le cuffiette fornite dal museo: sussurrano all’orecchio con voce suadente in che anno è nato l’autore, in che anno egli ha realizzato l’opera e il successo che l’opera ha avuto nel contesto culturale dell’epoca. Ed ecco che i tratti dei visi dei poveri turisti si rilassano: ora sanno cosa pensare dell’opera!
Come è possibile che anche il più sprovveduto fruitore non si senta libero di sentire e pensare qualcosa (qualsiasi cosa) di un’opera?
Laboratorio su PiPPO, Quadri, quadretti e animali, dicembre 2012
Laboratorio su PiPPO, Quadri, quadretti e animali, dicembre 2012
La collana PiPPo, in questo senso, è liberatoria. E ora, grazie a un divertente gioco inventato dai Topipittori e dalla libreria Spazio B**K , possiamo divertirci anche noi. Ecco come si gioca:
PiPPo non lo sa: un gioco per bambini, illustratori, artisti
Ingredienti per un gioco: 1) una persona, giovane o anziana, bella o brutta, professionista o dilettante che abbia voglia di disegnare; 2) una collana di libri sulla didattica dell’arte (si chiama PiPPo, se non l’avete ancora capito); 3) una libreria milanese che compie un anno di attività (trattasi di Spazio B**K); 4) una scuola dell’infanzia con problemi di budget e gli insegnati che si auto-tassano per acquistare i libri per la bibliotechina scolastica (la Scuola dell’infanzia comunale di via Rovetta 1 a Milano, nel quartiere Turro).
Preparazione: a) prendete un foglio da disegno di formato 15×21; b) riproducete un’opera d’arte che vi piace, con la tecnica che preferite (se non avete idee, potete consultare uno dei tre libri della collana PiPPo per trarre ispirazione); c) NON firmate il foglio una volta finito il disegno; d) mettete il disegno in una busta che firmate con nome e cognome; e) infilate questa busta in un’altra busta sulla quale scriverete questo indirizzo: Pippo non lo sa – C/O Ad occhi aperti – Spazio B**K – via Porro Lambertenghi 20 – 20159 Milano; affrancate la busta e spedite per POSTA ORDINARIA (niente raccomandate, pacco celere, corriere eccetera); f) se siete a Milano, potete consegnare a mano, allo stesso indirizzo, entro il 9 dicembre 2013
Cosa succede dopo: Tutti i disegni ricevuti verranno messi in mostra a Spazio BK, e in una sala apposita messa a disposizione dell’attiguo Studio A! e saranno acquistabili, indistintamente, per la modica somma di 5 euro cadauno, indipendentemente dall’autore, a partire dalle ore 18 di sabato 14 dicembre. Vale il principio “chi prima arriva, meglio alloggia”.Â
In quella stessa occasione, allo Spazio B**K ci sarà una piccola mostra degli originali delle illustrazioni dei libri della collana PiPPo, con la presenza di Guido Scarabotolo, Francesca Zoboli, Francesca Bazzurro e Marta Sironi.
Su questo blog e su quello di Spazio BK il lunedì 16 dicembre sarà pubblicata la tavola delle concordanze, per cui, chi ha acquistato un disegno potrà sapere se è un Mattotti, uno Scarabottolo, uno Shout o la pregevole opera di Kevin Bistighini (anni cinque). Il pagamento dovrà essere contestuale all’acquisto, così come contestuale sarà la consegna del disegno.
Le opere saranno in mostra, e quindi visibili, ispezionabili, analizzabili e attribuibili a partire dall’11 dicembre. Ma saranno acquistabili solo dopo le 18 del 14 dicembre
Che cosa facciamo con i soldi? Qui entra in gioco la scuola selezionata: trasformiamo tutto l’incasso della vendita dei disegni in un buono acquisto spendibile presso la libreria, per acquistare libri a scelta degli insegnanti, da destinare all’arricchimento della bibliotechina scolastica
E se riceviamo un sacco di disegni e li vendiamo tutti? In questo felice caso, abbiamo già individuato un’altra scuola, sempre milanese, al quartiere Gratosoglio, con la quale spartire il ricco bottino.
E se ci fosse una libreria in un’altra città che vuole partecipare al gioco? Bene. Siamo a disposizione. Basta individuare una scuola meritevole, mettere a disposizione uno spazio per la mostra, e prepararsi all’urto delle masse.
E i disegni che non si vendono? Anche quelli verranno regalati alla scuola. Saranno i bambini a decidere che cosa farne.
Nota importante: la partecipazione al gioco prevede l’accettazione di tutto quanto sopra, oltre all’autorizzazione implicita a riprodurlo fotograficamente e a pubblicarne l’immagine in una pagina web che documenterà l’iniziativa. Nessun disegno, venduto o invenduto, verrà restituito al mittente.