LIBRETTO POSTALE: il viaggio dell’elefante

LIBRETTO POSTALE, ANIMALI IN VIAGGIO, una mostra organizzata da Stefania Camilli e Anna Castagnoli

Nota 1: Vi ricordo che ogni illustratore era tenuto a far proseguire la storia, ma conosceva solo il frammento di storia che gli arrivava con la cartolina ricevuta, non tutta la storia precedente. Solo Stefania ed io avevamo il quadro completo, perché ci arrivavano man mano le scansioni. Era molto divertente vedere come ogni illustratore interpretava a suo modo il filo narrativo.

Franco Matticchio
Anna Castagnoli

Francesco Chiacchio

Matteo Gubellini

Claudia Palmarucci
Lucie Mullerova
Mauro Evangelista

Mi manca il testo di Mauro Evangelista. Aggiorno il post quando lo ritrovo o lo posso riscansionare.

Arianna Papini

Gioia Marchegiani

Nota: siccome alla fine del gioco e delle varie mostre, ogni illustratore riceverà indietro non la sua cartolina, ma quella che gli è stata inviata (come in un vero scambio postale), abbiamo fatto chiudere ogni storia tornando al punto di partenza. Non essendo le cartoline di Matticchio degli originali, abbiamo considerato il secondo partecipante della sequenza come il primo.


LIBRETTO POSTALE: tutto il viaggio dello scoiattolo

LIBRETTO POSTALE, ANIMALI IN VIAGGIO, una mostra organizzata da Stefania Camilli e Anna Castagnoli

Carissimi, un paio di giorni fa c’è stata l’inaugurazione della mostra LIBRETTO POSTALE alla Yoyogi Art Gallery di Tokyo. Un evento che è piaciuto molto: hanno persino fatto una pagina Facebook per la mostra (qui)!
Sto aspettando il resoconto che gli amici giapponesi Naomi Munakata, Kaori Tajima e Philip Giordano stanno scrivendo per i lettori delle Figuredeilibri.
La mostra ha finito di girare Italia, e ora sta girando per il mondo. Dopo Tokyo andrà a Barcellona (inaugurazione alla libreria Abracadabra il 10 o l’11 gennaio), poi forse chiuderà il suo viaggio a Berlino (stiamo definendo gli ultimi dettagli).

Per cui, FINALMENTE, questa settimana, pubblicherò su LeFiguredeiLibri tutte le cartoline, senza temere di togliere la sorpresa a qualche lettore italiano del blog :)
Per chi si fosse perso la genesi della mostra:  la mostra è stata ideata e organizzata da Stefania Camilli, editrice di Vanvere e dalla sottoscritta, e ha inaugurato da ZOO, a Bologna, durante la Fiera del libro 2013: un evento che ha ospitato più di 800 persone (vedere servizio fotografico di Nadia Andreini).
L’idea parte dal libro Libretto Postale di Franco Matticchio: una collezione di cartoline di animali. 7 animali sono stati spediti a 5 gruppi di illustratori italiani, più 2 giapponesi, per un totale di 55 illustratori. Le storie che sono nate, adesso le vedrete!

Franco Matticchio

Simone Rea
Alessandro Gottardo

(Mi manca il testo di Alessandro Gottardo, ora lo cerco).

Guido Scarabottolo

Agostino Iacurci
Maurizio Quarello
Paolo Domeniconi
Alessandra Vitelli

Parentesi: il testo di Alessandra Vitelli, per qualche disguido che non ricordo, mi manca. Se mi aiutate a decifrare la foto qui sotto forse lo ricostruiamo. Lei non lo ricorda. Io ho decifrato queste parole:

Cara Eva, il mio viaggio (…) a questa volta (?) in dolce compagnia. Chissà dove mi porteranno questi nuovi (….). A presto, Alessandra

Aggiornamento, due lettrici con la lente hanno decifrato il testo: Cara Eva, il mio viaggio continua e questa volta in dolce compagnia. Chissà dove mi porteranno questi nuovi (e)venti…
A presto.  Alessandra

Eva Montanari

 


B/Vestiario di Radunsky: avete mai visto il vestito da sposa dell’Anaconda?

Vladimir Radunsky, oltre che illustratore russo naturalizzato americano, è anche viaggiatore, collezionista e amico degli animali. E’ grazie a queste sue passioni che gli è capitato di imbattersi in alcuni vestiti realizzati dai famosi conigli sarti della Bolivia, e di diventarne collezionista. Ha poi realizzato una mostra: Vestiario/Bestiario, ospitata nel 2012 dal Palazzo delle Esposizioni di Roma (qui). L’editore Donzelli ha poi raccolto i vestiti in un libro: Vestiario/Bestiario, abiti per animali dalla collezione di Vladimir Radunsky.

Ma facciamo un passo indietro, e lasciamo raccontare a Radunsky come ha trovato alcuni di questi vestiti:

«Prima del mio viaggio in Bolivia, non sapevo che laggiù tutti i conigli fossero sarti. Quando una mia amica, una certa Anaconda, ha deciso di sposarsi, dodici dei migliori conigli-sarti del paese hanno lavorato giorno e notte per confezionare il suo abito da sposa!».

IL COSTUME DA BAGNO DELL’IPPOPOTAMO

“Al mattino al posto del fiume Congo, quando il sole non è ancora troppo caldo, i cuccioli di ippopotamo cominciano ad arrivare con le Mamme e i Papà. Allora sì che viene il bello!
Io mi diverto da matti a giocare a palla con i piccoli ippopotami. Naturalmente bisogna avere una certa agilità e stare piuttosto attenti quando si gioca con loro. Può capitare che nella foga ti pestino i piedi, ma non lo fanno apposta. E poi ti chiedono scusa – i cuccioli d’ippopotamo sono molto educati.

In compenso sono assai distratti. Vedeste che cosa non lasciano sulla spiaggia – secchielli, palette, cappellini. Una volta ho persino trovato il costume da bagno di una cucciola!

Immagino la sgridata che si sarà presa da Mamma ippopotamo: «Sei una vera peste! Vorrei proprio sapere come si fa a perdere il costume!»”.
Congo, 19 marzo 1937

Vladimir ha anche amicizie altolocate tra gli animali: pensate che è persino amico di Babar, il più regale degli elefanti  (se non conoscete Babar, potete rimediare: Jean de Brunhoff, Le storie di Babar), sentite cosa racconta della volta che è andato a trovarlo a Parigi:

“(…) Quando passavo da Parigi mi ospitava sempre a casa sua. Mi ricordo che quando rientrava la sera tardi, era talmente stanco di andare in giro su due zampe, che tornava a mettersi a terra su tutte e quattro, come un semplice elefante, e non come il Re degli Elefanti. Per questo la Vecchia Signora aveva dovuto ordinare non uno, ma ben due paia di pantofole. Delle vere pantofole da Re! (…)”.

 

Peccato aver perso la mostra, i vestiti esposti erano tutti di taglia uno a uno, non oso immaginare quanto dovevano essere grandi i pantaloni di equitazione della Cavalla Margherita!

Nel divertentissimo libro-catalogo non manca un lungo racconto di uno dei conigli sarti della Bolivia, nonno Carmine, sul lavoro di sartoria della sua famiglia, e c’è persino la testimonianza di Mikhail Baryshnikov, che racconta di come la sua passione per la danza sia stata influenzata dai balletti degli animali, come il famoso Balletto degli Elefanti Russi di Monte Carlo (sarà vero?!).
Un libro dove la realtà e la finzione si fanno l’occhiolino tutto il tempo, regalandoci un mondo più vasto: perché, chi di voi è proprio sicuro sicuro che in Bolivia non ci siano conigli sarti?
Quando alla fantasia sciogliamo le briglie…

Vestiario-Bestiario
Vladimir Radunsky
Una collezione di vestiti di animali
10,40 Euro

Di Vladimir Radunky avevamo già parlato qui, a proposito del suo libro Consigli alle bambine (testo di Marc Twain).
Un grazie speciale a Deborah Soria per avermi regalato questo libro quando la sua libreria-pulmino itinerante Ottimomassimo ha attraversato il mediterraneo per venire a Barcellona.

Paglietta di Gazzella Regina di Saba

Workshop di progettazione editoriale a Milano (con una valanga di illustratori tutti insieme!)

C’è ancora qualche posto libero!

Cosa: workshop di progettazione editoriale “INVENTARIO”, tra la carta e le pieghe, tra le fustelle e i colori, tra le parole e le immagini.
Aperto a studenti universitari di arte, grafica, illustrazione e a tutti gli interessati.
Quando: venerdì 29 novembre 2013 dalle 16.30 dalle 19.30, a Palazzo Reale in Piazza Duomo, 12 (Milano).

Con gli illustratori e autori del gruppo aperto IllustrAzioni in corso:

– Allegra Agliardi
Elham Asadi
Emanuela Bussolati
Desideria Guicciardini
Anna Masini
Giulia Orecchia
Marcella Peluffo
Laura Rigo
Alessandra Scandella
Elizabeta Tzvetkova Valentinova
Francesca Zoboli

Costi: € 10,00.
Informazioni e prenotazioni: 
Prenotazione obbligatoria per un massimo di 50 partecipanti. Si consiglia un abbigliamento comodo perché lavoreremo sul pavimento!

anna.pisapia@gmail.com
www.illustrazioniincorso.wordpress.com

(post curato da Lisa Massei)


Mio Miao, il mio unico specialissimo gatto. O di come si impara a voler bene

MIO MIAO, il mio unico specialissimo gatto, testo di Sandol Stoddard, illustrazioni di quel genio dell’illustrazione che è Remy Charlip, traduzione di Francesca Lazzarato, è un libro che dietro la verve leggera di una filastrocca nasconde il racconto iniziatico di un diverso modo d’amare.

La voce che irrompe nella prima pagina è quella di un bambino:

“Questo è il mio gatto dalla coda al naso, mio per intero, solo mio davvero. Ed ecco quello che ci è capitato a me che sono io e al mio gatto privato”.

Seguono divertenti pagine dove al gatto capita quello che capita di solito alle creature molto amate: viene ricoperto di attenzioni, golfini, carezze, invitato a giri in carrozza, vezzeggiato con quei nomignoli così carini che si inventano, di solito, per le persone che si amano molto (miicio miicio miciozzo miao e anche micio-cicio), strizzato, tirato, sbaciucchiato e via dicendo.

Insomma, chi ha un gatto nuovo nuovo sa di cosa si sta parlando. E forse anche chi ha un fidanzato nuovo nuovo o un bambino nuovo nuovo, o un marito o una moglie non più nuovissimi, o dei figli adolescenti…
Che, si sa, l’amore, quando è grande, è generoso. Infatti, il piccolo protagonista del nostro libro, al suo gatto, gli costruisce anche un lettino, con tanto di cuscino, lenzuola e coperta: “qualunque cosa per il mio gattino”.

Sorprendentemente, il gatto scappa. Proprio come Mitsou, il gatto di Balthus bambino, poi immortalato in quel capolavoro realizzato da un Balthus tredicenne: Mitsou, storia di un gatto.
L’altro non ci appartiene.


Se nel libro di Balthus non c’era lieto fine (il gatto non tornava, lasciando il bambino in lacrime), nella spumeggiante storia illustrata da Charlip, si spalanca un’altra prospettiva. Davanti alla rabbia del bambino, un colpo di scena: il gatto, da muto e immusonito oggetto d’attenzioni troppo smaniose, comincia a parlare e si presenta. Il testo della sua voce, nel libro, è stampato in uno squillante rosso.

“E lui, il mio miao, il MIOGATTODIME, mio proprio mio soltanto, mi ha risposto:
«Amico, ma lo sai, MIAO, lo sai, MIOMIAO, lo sai, MIRIMIMIAO, lo sai che ti dico? Non c’è niente da fare, che piova o splenda il sole sono il mio solo UNICO speciale personale gatto nonché gattissimo non lo dimenticare. Mi piace quel che mangio, mangio quel che mi piace, gioco quando mi va, altrimenti sto in pace, intanto a bocca chiusa faccio un sacco di fusa».

Seguono alcune pagine dove il gatto racconta ancora chi è e cosa fa, poi si rivolge all’amico e gli chiede di fare altrettanto. E tu chi sei? Come stai?

«Ecco, sono così: sono questo e anche quello, sono là e sono qui. Tu chi sei? Cosa fai? E dimmi, come stai?»
«Per rispondere devo pensarci su», dice il bambino, «sdraiato, sull’erba qui nel prato. E dopo aver pensato, acchiappo le parole e le sistemo in fila sotto il sole: dunque, vediamo, beh… Io sono io, e ho giusto la mia età e sono alto proprio come me e voglio fare quello che mi va».

Quando un testo è bellissimo è bellissimo. In questo, che è bellissimo, il ritmo e la verità veicolata dal ritmo sono di millesimale perfettissima precisione. Il gatto, essere selvatico per eccellenza, ha saputo dire con veloce istinto che tutte quelle attenzioni non gli erano gradite, e che lui era lui e che apparteneva solo a se stesso. Il bambino, lui, per poter rispondere, ha bisogno di prendersi una pausa nell’erba e pensare. Potenza delle pause nell’erba!

«(…) Corro forte e anche piano, vado in bici e saltello… direi che sono bravo e che mi trovo simpatico e anche bello, perciò sono contento di avermi per amico».

«Anche io sono contento – dice il gatto –  di essere l’amico di me stesso, un amico che sempre mi sta accanto. Ma di notte, ogni tanto…
… penso a un posto privato, unico personale, penso a qualcuno di molto speciale, e allora strapianissimo, mi accomodo lì in fondo al materasso con zampe silenziose come ragni a sognare sul morbido i miei sogni. Però rimango, cerca di capire, il MIOGATTODIME, il mio speciale, unico personale gatto, nonché GATTISSIMO, non lo dimenticare…».

Ognuno dei due amici ha saputo tradurre in parole se stesso all’altro, e l’altro ha saputo ascoltare: dialogo che scardina la fantasia allucinatoria dell’amore, per sostituirle la realtà di una diversità ontologica.

Si contrappone a questo libricino quasi zen tutta l’arte amatoria dell’occidente: il suo narcisismo; l’esaltazione – attraverso canzoni, poemi, romanzi –  dell’amore che dà tutto di sé (dove all’altro, di solito, non resta che sperare di non venir inghiottito o sopraffatto), della fusione (che annulla distanze e differenze e rende l’altro così vicino a noi, a noi così simile, che ci dimentichiamo di guardarlo e interrogarlo), del dare come forma di accaparramento della libertà dell’altro (ma come non mi ami? Io che ti ho dato tutto!).


In Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, uno dei più bei libri-summa sull’amore e le sue manifestazioni (psicologiche, letterarie, filosofiche) in Occidente, il soggetto amoroso (l’innamorato) non può accedere all’altro, alla sua radicale alterità, finché non rinuncia all‘Immaginario, cioè, in un certo senso, finché non rinuncia ad amarlo.

“Bisogna che il voler-prendere cessi – ma bisogna anche che il non-voler-prendere non si veda: niente oblazione. (…) 4. Affinché la mossa del Nvp possa rompere col sistema dell’Immaginario, bisogna che io riesca (con la determinazione di quale oscura forza?) a collocarmi da qualche parte al di fuori del linguaggio, nell’inerte, e, in certo qual modo, semplicemente: a sedermi (“Tranquillamente seduto, senza fare niente, la primavera arriva e l’erba cresce da sola”). E ancora l’Oriente: non voler prendere il non-voler-prendere; lasciare venire (dall’altro) ciò che viene, lasciar passare (dell’altro) ciò che va; non prendere niente, no respingere niente: ricevere, non serbare, produrre senza appropriarsi, ecc. (…)” (da Frammenti di un discorso amoroso).

Sembra un paradosso che per amare davvero l’altro, per conoscerlo davvero, si debba rinunciare ad amarlo, ma se ascoltiamo con attenzione il saggio Mio Miao, intravediamo una soluzione possibile a questa impasse:

“… penso a un posto privato, unico personale…”.

L’amore come luogo: una terra di mezzo, un posto condiviso ma neutrale, dove incontrare e riconoscere l’altro, che appartiene solo a se stesso.

Mio miao. Il mio unico specialissimo gatto
Remy Charlip e Sandol Stoddart
Su come si impara ad amare
11,90 Euro
Frammenti di un discorso amoroso
Roland Barthes
Semiologia dell’innamoramento
10,20 Euro

(Di Charlip in Italia conosciamo già, sempre per Orecchio Acerbo, Fortunatamente).


Ilustrarte: tutti i disegni dei vincitori italiani!

Ecco tutti gli italiani (con l’eccezione di: Fanny Dreyer, che non è italiana e non vive in Italia, era un errore, e Matteo Pagani, che non ha ancora risposto alla mail) vincitori di questa edizione 2014 di Ilustrarte, uno dei maggiori concorsi internazionali dedicati all’illustrazione. Guardando i vincitori e molti selezionati, mi sembra che sotto il cappello “illustrazione per ragazzi” si confermi con sempre maggiore sicurezza un linguaggio stilistico molto adulto. Qui potete vedere i tre finalisti.
La giuria era formata da: Chiara Carrer, Carll Cneut, Ewa Stiasny, Valerio Vidali.

In ordine di arrivo delle mail:

Elisa Talentino,
(qui il suo blog: Inamorati, un laboratorio con Paolo Berra):

“È stata davvero una splendida notizia, è un appuntamento importante nonché un’occasione per confrontarsi e conoscere altri illustratori con cui condivido la stessa passione e che seguo da tempo. Sono contentissima poi di esporre a Lisbona che mi è rimasta nel cuore dopo aver frequentato per un anno l’accademia di Belle Arti.”

Elisa Talentino
Elisa Talentino
Elisa Talentino

Sylvie Bello:

“Per cominciare, ho riletto più volte la lista dei vincitori per essere sicura che c’era scritto mio nome! Questa notizia mi ha fatta attraversare diversi stati di animo: Prima cosa la felicità (sembravo beata avevo questo sorriso continuo sulle labbra), poi l’orgoglio di ritrovarmi vicino ad artisti bravissimi che seguo, stimo e che mi fanno sognare. Tipo come una bambina che riuscirebbe a toccare le stelle. Il fatto di essere tra i 50 selezionati significa avere il riconoscimento e l’incoraggiamento dei professionisti e mi da voglia di lavorare ancora di più per fare che il mio desiderio d’illustrare libri per l’infanzia si realizzi.”

Sylvie Bello
Sylvie Bello
Sylvie Bello

Simone Rea e Daniela Tieni

Simone:
“Posso raccontarti che l’idea nasce per caso questa estate.
Eravamo al mare quando chiacchierando con Paolo (Canton, ndr) e Daniela, spronati da Paolo ci decidiamo a partecipare a Ilustrarte.
In realtà io volevo partecipare ma non avevo assolutamente idea di cosa illustrare.
Poi pensando a un lavoro che aveva postato Daniela qualche tempo prima ci siamo resi conto che potevamo partire dalle scenografie visto che entrambi in quel momento eravamo stimolati dal disegnare le montagne.

Per quanto riguarda la selezione di ilustrarte.
Di solito quando partecipo lo faccio per vincere, sono molto competitivo e tento sempre di dare il massimo (non solo mostrando le capacità tecniche).
Siamo partiti senza un fazzoletto, senza un testo, solo con le montagne. Il risultato è stato a mio avviso soddisfacente.
Ilustrarte è molto interessante per noi illustratori perché si possono realizzare “illustrazioni meno controllate di quelle dedicate all’albo illustrato.
Per me Ilustrarte è il luogo dove illustrazione e arte si incontrano modificando i propri ruoli.
Noi però abbiamo giocato proprio al contrario, (non avendo una storia abbiamo ricreato una finzione, sembrano realmente tavole di un libro e molti ci hanno chiesto se ci fosse una storia) e la selezione fortunatamente convalida la riuscita dell’esperimento a quattro mani. Io sono soddisfattissimo. “
Daniela:
“Per ora non potrei aggiungere altro a quello che ha scritto Simone per quanto riguarda questa esperienza, se non ribadire quanto il risultato ci abbia resi felici. Penso che la fiducia reciproca ci abbia dato una grossa mano, e ci abbia messo nella condizione migliore per provare, sperimentare e lavorare insieme. È andata bene: questo ci incoraggia a proseguire e a studiare ogni giorno.”
Simone Rea e Daniela Tieni
Simone Rea e Daniela Tieni
Simone Rea e Daniela Tieni

Daniela Iride Muriga
(Tavole tratte da Max Ernst, el homnre pájaro, Fondo de Cultura Economica, Messico: questo albo ha vinto il concorso A la Orilla del viento e, recentemente, ha vinto il premio messicano Caniem 2013, assegnato dalla National Chamber of the Mexican Editorial Industry).

“Illustrarte 2012 mi ha consacrato a questa professione. Il livello della qualità di questa organizzazione è molto alto ed io sono onorata di essere stata riconfermata dopo due anni.
La prima volta non sapevo esistesse la possibilità di superare  questo “passo” oltre il quale ti si parano davanti immagini straordinarie, di altri, di altri luoghi, e le tue immagini stanno in un cassetto che è uno scrigno, che è un sogno realizzato.
La seconda volta, quando ho saputo di essere stata selezionata, ho avvertito il brivido di chi, con gli occhi chiusi, si lascia trasportare, e si ritrova  ancora una volta dall’altra parte del passo. Che spettacolo!
Life is art, Illustrarte is life!”
Daniela Iride Murgia
Daniela Iride Murgia
Daniela Iride Murgia

Viola Niccolai (tavole realizzate per il numero 31 della rivista Hamelin)

“Le tavole sono nate quando Emilio Varrà e Ilaria Tontardini (redattori della rivista Hamelin, ndr) mi hanno chiesto di fare una riflessione sull’infanzia e sul rapporto fra adulti e bambini, che era poi il tema specifico del numero della rivista che mi era stata chiesta di illustrare. Ho iniziato a disegnare partendo dalla rielaborazione di vecchie foto, mie e di mia madre da bambine. Volevo che emergesse dai disegni come lo sguardo di un bambino può filtrare la realtà e trasformarla a suo piacimento, che è il motivo per cui dei cervi possono trovarsi in un salotto o un cowboy può imbattersi in una piccola Cappuccetto rosso durante un veglione di carnevale di fine anni Ottanta. Sapevo che le illustrazioni sarebbero state stampate in b/n, quindi dopo un primo momento di indecisione se lavorare a xilo o a matita ho optato per questa, e per tutti i toni possibili di grigio. Ho cercato di lavorare tanto anche sul bianco, che nella tavola della mensa non si stacca fra grembiuli dei bambini e il tavolo dove mangiano, mentre l’unica figura scura in lontananza è il maestro, ed è un’altra cosa. Non so, ti dico queste cose perché sono le prime che mi vengono in mente e rappresentano delle riflessioni che ho affrontano mentre lavoravo a questa serie, mi interessa anche un tuo parere se vuoi! e sì, parlerei piuttosto del lavoro che c’è stato dietro, ovviamente è stata una sorpresa enorme (anche perché non mi trovavo e avevano messo Viola come cognome ahah!).”

Viola Niccolai
Viola Niccolai
Viola Niccolai

Gaia Stella
Le tavole fanno parte del libro Et toi, ou habites tu?, che ho scritto e illustrato. Edito da La Joie de Lire, in pubblicazione nel 2014.

“Sabato pomeriggio ero attaccata al computer ad aspettare i risultati, ho fatto in tempo a guardare i vincitori, a pensare quanto mi piacessero, e mi ha colpito un attacco di sonno…
sono stata svegliata dalla telefonata di un’amica che mi dava la notizia, è stato bellissimo! Felice e incredula di essere dentro la selezione.”
Gaia Stella
Gaia Stella
Gaia Stella

Matteo Pagani

“Una grande soddisfazione, per me che mi sono da poco avvicinato all’illustrazione. L’emozione più grande è quella di condividere questo evento con illustratori da tutto il mondo e questa pluralità di linguaggi è assolutamente stimolante! Sono contento di far parte di una piccola “squadra” di italiani, che sono stati selezionati per la qualità del loro lavoro.”