I sette migliori libri per ragazzi del 2014 secondo il Salone di Montreuil (Francia)

La vie revée, Michel Galvin, Rouergue 2014

Come ogni novembre, tra pochi giorni, inizia a Parigi il Salone del libro di Montreuil.
Tre immensi piani di un immobile a Montreuil interamente dedicati all’illustrazione per ragazzi. Presenti tutti gli editori francesi, più qualcuno che viene d’oltre confine. Insieme alla Fiera per Ragazzi di Bologna, Montreuil è uno dei tanti appuntamenti da non perdere per chi decide di fare il mestiere di autore-illustratore.
Ieri sono state annunciate le sette Pepite, cioè le menzioni del Salone all’eccellenza dell’editoria francese per ragazzi del 2014. Tutte le Pepite, come sempre, saranno esposte e presentate in uno spazio loro dedicato.
QUI trovate tutti gli album che erano stati preselezionati.

La Pépite de l’album è andata a quel meraviglioso pazzo visionario che è l’illustratore-autore Michel Galvin per La vie revée (La vita sognata).

La vie revée, Michel Galvin, Rouergue 2014

La Pépite Petite Enfance è andata invece a Emmanuelle Houdart, per un cofanetto contenente 4 libricini cartonati. (Se avete provato, sapete che lo stile della Houdart, per il suo segno forte, chiaro, i colori potenti, ipnotizza letteralmente i bambini).

La Boîte à images, Emmanuelle Houdart, Thierry Magnier 2014. (Foto dal blog Supe de l’espace)

La Pepita al miglior libro documentario è andata a Chine, scènes de la vie quotidienne, di Nicolas Jolivot.

Chine, scènes de la vie quotidienne, Nicolas Jolivot, Éditions HongFei Cultures 2014

La Pepita alla migliore creazione digitale l’ha vinta il gioco Botanicula del cecoslovacco Jaromír Plach, un viaggio-gioco attraverso la poesia del mondo botanico.

Botanicula, Jaromír Plach, Amanita Design

La Pépite Livre d’art è andata a Tous les Ponts sont dans la nature di Didier Cornille (Hélium). Seconda puntata dedicata all’architettura spiegata ai bambini; nel 2013 era già uscito: Tous les gratte-ciel sont dans la nature.

Tous les Ponts sont dans la nature di Didier Cornille, Hélium 2014 (foto dal blog Architectures de Cartes Postales 2)

– La Pepita BD/Manga e la Pepita romanzo per adolescenti ve le lascio scoprire da soli su questo articolo.
– Spero di poter mettere presto le mani su questi bei libri e di potervene parlare più approfonditamente.
Questi gli album preselezionati per la sezione Pépite de l’album:

• Bimbi, Albertine, La Joie de Lire
• De ma Fenêtre, Loren Capelli, Courtes et Longues
• La Belle vie, Floc’h, Seuil jeunesse
• La Chambre du lion, Adrien Parlange, Albin Michel Jeunesse
• La Chasse, Margaux Othats, Magnani
• La Grande Histoire du petit trait, Serge Bloch, Sarbacane
• La Nuit quand je dors…, Ronald Curchod, Le Rouergue
• La Source des jours, Mélanie Rutten, MeMo
• La Vie rêvée, Michel Galvin, Le Rouergue
• Le Merveilleux dodu-velu-petit, Beatrice Alemagna, Albin Michel Jeunesse
• L’Œuf, Anna Sommer, Noyau, Actes Sud BD
• Mon Monstre, Marie Sellier, Jean-Luc Buquet, Courtes et Longues
• Poupoupidours, Benjamin Chaud, hélium
• Tous Canards, Bruno Gibert, Les Fourmis Rouges

Questo il sito ufficiale del Salone.
Qui
trovate il programma degli eventi di quest’anno.

Qui il racconto divertentissimo delle giovani illustratrici Gloria Pizzilli e Ilaria Falorsi dell’edizione 2013 del Salone.


Alcune riflessioni di Iosif Brodskij sul senso della letteratura

Iosif Brodskij

Posto oggi alcuni frammenti di una delle riflessioni più intelligenti che abbia mai letto sul valore dei libri e della letteratura: «Un volto non comune», il discorso per il premio Nobel del poeta Iosif Brodskij nel 1987, contenuto in Dall’esilio [Adelphi, 1988].
Il suo discorso dà una risposta definitiva a due delle secolari discussioni che concernono la letteratura (per ragazzi e non):
– perché la letteratura non viene considerata, dalla politica, una priorità;
– e se la letteratura deve essere edificante (insegnare qualcosa di morale) o solo ‘bella’.
Ditemi se non sono, queste poche righe, un monumento del pensiero.

(…)

“È questo il motivo per cui l’arte in generale, la letteratura in special modo e la poesia in particolare non sono propriamente apprezzate dai paladini del bene comune, dai padroni delle masse, dagli araldi della necessità storica.
Giacché là dove l’arte è passata, dove una poesia è stata letta, costoro scoprono, in luogo dell’atteso consenso e dell’unanimità prevista, solo indifferenza e polifonia; in luogo della volontà di agire, disattenzione e insofferenza. In altre parole, all’interno di quei piccoli zeri sui quali i paladini del bene comune e i signori delle masse fanno conto per le loro operazioni, l’arte introduce delle varianti, «punto, punto, virgola, meno», trasformando ogni piccolo zero in un piccolo volto, non sempre grazioso, magari, ma umano.”

(…)

Nella storia della nostra specie, nella storia dell’homo sapiens, il libro è un fenomeno antropologico analogo in sostanza all’invenzione della ruota. Il libro, nato perché noi ci rendessimo conto non tanto delle nostre origini quanto delle possibilità intrinseche dell’homo sapiens, è un mezzo di trasporto attraverso lo spazio dell’esperienza, alla velocità della pagina voltata.
Questo movimento, a sua volta, come ogni movimento, diventa fuga dal denominatore comune, diventa un tentativo di innalzare la linea di questo denominatore – che inizialmente non arriva più su della cintola – fino al cuore, alla nostra coscienza, alla nostra immaginazione.

(…)

Ogni nuova realtà estetica ridefinisce la realtà etica dell’uomo. Giacché l’estetica è la madre dell’etica. Le categorie di «buono» e «cattivo» sono, in primo luogo e soprattutto, categorie estetiche che precedono le categorie del «bene» e del «male». In etica «non tutto è permesso» proprio perché «non tutto è permesso» in estetica, perché il numero dei colori nello spettro solare è limitato. Il bambinello che piange e respinge la persona estranea che, al contrario, cerca di accarezzarlo, agisce istintivamente e compie una scelta estetica, non morale”.

Potete acquistare Dall’esilio in versione kindle qui.


L’ultima copertina. Guido Scarabottolo e Marta Sironi presentano John Alcorn


John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013

MILANO
Guido Scarabottolo
, art director di Guanda, e Marta Sironi, curatrice della monografia John Alcorn. Evolution by Design , presenteranno il libro, parleranno di copertine – quelle pubblicate e quelle rifiutate -, di John Alcorn, di lavoro editoriale e di cambiamenti. Scarabottolo accompagnerà la conversazione con pensieri visivi che annoterà su carta e sul nuovo notebook Moleskine.
Quando e dove: Giovedì 13 novembre dalle 10:30 alle 12, in occasione di BookCity Milano, in via Festa del Perdono 7 (Università degli Studi).
Se bazzicate intorno a Milano non perdete questo evento.

Marta Sironi

Qui sotto alcune delle pagine di John Alcorn. Evolution by Design [Moleskine, 2013]: prima, completa, monografia illustrata sul lavoro di Alcorn (New York, 1935 – Lyme, 1992), risultato dell’approfondita ricerca svolta da Marta Sironi e da Stephen Alcorn (figlio di John Alcorn).
Il Centro Apice (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) dell’Università degli Studi di Milano, conserva l’intero archivio (inventariato consultabile qui).
La monografia su Alcorn è aquistabile nelle migliori librerie, su Amazon.it e su Moleskine.com

John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013
John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013

 


John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013

 


John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013

 

John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013
John Alcorn. Evolution by Design, Stephen Alcorn e Marta Sironi, Moleskine 2013

(Post curato da Anna Martinucci)


Miguel Pang improvvisa acquarelli sulle note di un pianoforte

Miguel Pang, su musiche di Carlo Mezzino, Heliogàbal,  7/11/2014 Barcellona

Miguel Pang, su musiche di Carlo Mezzino, Heliogàbal,  7/11/2014 Barcellona

Venerdì sera sono stata all’Heliogàbal di Barcellona, un buio baretto un po’ alternativo a Gracia, uno dei quartieri più vivaci di questa strana città che è Barcellona, dove tutti gli eventi più interessanti sono pubblicizzati da un passavoce sussurrato e timido.
Erano le nove, da lì a poco, Miguel Pang avrebbe iniziato a improvvisare forme e colori con gli acquarelli, sulle note di Carlo Mezzino, il quale, a suo turno, avrebbe improvvisato le sue note sugli acquarelli di Miguel Pang.
Un dialogo creativo, dal vivo.
Quando la musica è partita, Miguel – un illustratore discreto, quasi timido, che di giorno lavora nel retro delle cucine del ristorante asiatico dei suoi genitori, strappando il tempo per disegnare a quello in cui aiuta i genitori –  ha chiuso gli occhi e ha deglutito. Era nervoso. Era palpabile come in quel momento cercasse dentro di sé uno spazio libero dalla tensione, per incontrare il primo segno da mettere sulla carta: il più profondo, astratto, onesto, indecifrabile.

Come viene spiegato bene in quel capolavoro sulla creatività che è il libro L’ordre caché de l’art, la creatività è un processo di svelamento di messaggi inconsci. La natura di un frammento di inconscio è per definizione intraducibile in un linguaggio razionale; ciò non significa che sia casuale. Noi non possiamo dire perché un accordo musicale ci parla, né cosa ci dice, eppure ci parla con una precisione quasi matematica.
Allo stesso modo, ogni volta che Miguel Pang gettava su un nuovo foglio bianco il primo segno, si capiva che non era ‘a caso’. Quel segno corrispondeva perfettamente a un’emozione. Cosa dicesse quell’emozione, cosa contenesse, era poi il lavoro di decifrazione che Miguel eseguiva, pennellata dopo pennellata, davanti agli spettatori, con un’onestà di ascolto di sé che metteva i brividi, Per più di due ore il pubblico ha trattenuto il fiato per non disturbare questa operazione.
Non sempre Miguel riusciva a decifrare il messaggio di un primo segno, o di una forma. Nel secondo video potete vedere un momento di blocco; una strada chiusa.
Nessun problema, si accetta senza troppa ansia il limite, il silenzio di una forma: si ricomincia da capo.
Un lavoro di ascolto profondo, quasi psicanalitico, ha portato delle apparenti macchie a prendere forma di testa di cavallo, scoglio, mazzo di fiori, uomo, nuvola, uccello…
È stata una delle lezioni di disegno, oltre che di onestà creativa, più preziose che abbia mai ricevuto.
(Un grazie a mio marito per i filmati).

Miguel Pang, su musiche di Carlo Mezzino, Heliogàbal,  7/11/2014 Barcellona
Miguel Pang, su musiche di Carlo Mezzino, Heliogàbal,  7/11/2014 Barcellona
Miguel Pang e Carlo Mezzino, 7/11/2014 Heliogàbal, Barcellona


‘Mano a mano’ N3. Miguel Pang – Un limerick a pennello

La terza puntata di Mano a Mano ce la regala Miguel Pang Ly, un giovane illustratore nato in Catalogna da un papà cinese e una mamma cambogiana. Improvvisare su un foglio segni che diventano personaggi come quelli di Miguel Pang significa aver fatto propria la fluidità dei pennelli d’oriente e la fantasia di un limerick di Edward Lear.

Da bambino Miguel Pang passava le ore circondato da immagini a osservare in silenzio i colori dell’autunno e la magia della luce mediterranea. La sua opera è stata esposta in varie parti del mondo e premiata in molti concorsi internazionali, tra cui la Mostra Illustratori 2014 della Children’s Book Fair di Bologna. Nel 2014 ha anche pubblicato con A buen paso il suo primo libro: La invasión marciana.
Illustratore per vocazione, Miguel lavora a Barcellona, dove porta avanti una ricerca personale dal segno forte e morbido allo stesso tempo, con colori imponenti. Lavora nel campo editoriale, grafico e dell’animazione.
Sulla sua scrivania si possono sempre trovare una boccetta di china, carta di tutti i tipi e dischi di musica di altri tempi.

La invasión marciana, Miguel Pang, A Buen Paso 2014

EVENTO:
Domani sera (venerdì 7 novembre 2014, ore 21) inaugura a Barcellona la mostra di Miguel Pang Here comes the Sun, ispirata alla musica degli anni 60. Per l’occasione, Miguel si esibirà in un’improvvisazione con pennelli sulle note di pianoforte di Carlo Mezzino.
Heliogàbal, Calle Ramón y Cajal, 80, 08012 Info su questa pagina eventi FB.

Here comes the Sun, Miguel Pang 2014
La invasión marciana, Miguel Pang, A Buen Paso 2014
La invasión marciana, Miguel Pang, A Buen Paso 2014

PREMI
2014 Selezionato alla Mostra Illustratori della Children’s Book Fair (Italia)
2013 Selezionato alla American Illustration (Stati Uniti)
2013 Selezionato al Latin American Illustration (America Latina)
2012 Premio Nazionale delle Arti per il design della comunicazione (Spagna)


“A cena dalla Regina”: Nina ci va in calzini

“E come i piacevoli modi e gentili hanno forza di eccitare la benivolenza di coloro co’ quali noi viviamo, così per lo contrario i zotichi e rozzi incitano altrui ad odio et a disprezzo di noi”. (Giovanni della Casa, Galateo overo de’ costumi, 1558).

Sembra che il 2014 sia l’anno in cui in cui i ‘bambini selvaggi’ del 1800 ritornano per insegnare agli adulti come stare al mondo. Dopo l’esplosiva Ida de L’isola dei cani; il nuovo libro di Beatrice Alemagna, che in incipit cita Pippi Calzelunghe: “È meglio se i bambini piccoli vivono una vita ordinata. Soprattutto se possono ordinarla loro stessi“; è il turno di Nina, protagonista rossa di capelli del divertentissimo A cena dalla regina, di Rutu Modan, La Giuntina edizioni.

Nina è una bambina che, come tutti i bambini, deve subire a ogni pasto i rimbrotti degli adulti. Mangia con la bocca chiusa; stai dritta; non parlare quando hai la bocca piena; non con le mani; non dondolarti sulla sedia; non dar da mangiare al cane a tavola.
Nina, esausta, una sera chiede: «Uffa, tutte queste buone maniere! Ma a cosa servono?»
«E se la regina ti invitasse a cena a Buckingham Palace, cosa faresti?», risponde il papà.

A cena dalla regina, Rutu Modan, La Giuntina edizioni 2014

Qui il libro prende la svolta che tante volte Gianni Rodari indicava come la strada per eccellenza della letteratura dedicata ai bambini: quella dell’esagerazione spinta fino al parossismo.
Bussano alla porta. È un messaggero: annuncia che Nina è stata invitata a cena dalla Regina di Inghilterra. Tra perplessità e raccomandazioni, Nina sale sull’aereo che la Regina ha inviato apposta per lei (!).

 

A cena dalla regina, Rutu Modan, La Giuntina edizioni 2014

La cena che la attende, seduta proprio a lato della Regina, è sontuosa: beccacce farcite alle mandorle, quaglie all’ananas, pasticci d’asparagi, insalata di granchi. Soufflé di fegato d’oca, consommé d’avocado al caviale, lumache al burro, pudding, insalata.
Ma a Nina non piace nessuna di tutte queste pietanze; come tutti i bambini lei vuole qualcosa di semplice e disgustosamente dolce: pasta con il ketchup. Gliela portano: oltretutto, Nina l’ha chiesta al cameriere con tutta l’educazione possibile.
Il momento drammatico viene quando deve scegliere la forchetta. Quale va bene per la pasta al ketchup? Un vecchio ammiraglio, seduto alla sua destra, le dice che non esiste la forchetta per la pasta al ketchup. Risolve come può e come sa… mangiando con le mani.

Gli invitati e la Regina restano ammutoliti. La Regina dice: «Mai, neppure nelle più remote isole del nostro regno, ho visto modi così primitivi». Chiede a Nina perché, se le hanno insegnato le buone maniere, mangia in quel modo. Nina risponde che così il cibo è più buono. La Regina, allora, ‘vuole provare anche lei’, e gli altri invitati le vanno dietro: tutti si mettono a mangiare con le mani, in un’orgia culinaria senza più freni inibitori. La regina ringrazia Nina per la divertentissima esperienza, dichiarando che a ogni occasione speciale, a Buckingham Palace, d’ora in avanti, avrebbero mangiato così.


Il tema del bambino selvaggio ritorna ancora una volta a mettere in crisi l’equilibrio della società degli adulti; equilibrio ormai non più molto rigido, se persino la Regina di Inghilterra, detentrice del bon ton più proverbiale, viene meno all’etichetta per seguire una bambina che mangia con le mani pasta al ketchup.
Forse il tempo è venuto per quell”infantilizzazione’ degli adulti preconizzata da H. G. Wells ne La macchina del tempo?
In una società dove ai bambini si chiede un’autonomia di gusto e di pensiero simile a quella degli adulti, e agli adulti si chiede di restare bambini il più a lungo possibile, diventa difficile educare i bambini ‘alla vecchia maniera’. Tanto vale, sembra suggerirci Rutu Modan, accogliere la provocazione delle cattive maniere dei bambini e ritrovare anche noi il gusto di lasciarci andare ogni tanto.

La festosità bacchica del carnevale, festa che una volta all’anno capovolgeva il mondo; i piaceri del corpo senza inibizione morale; la sensualità della cucina; l’immaginario onirico; sono tutte manifestazioni di una gioiosità del corpo e dell’essere che ha dovuto essere sacrificata allo ‘spirito della modernità’.

Leandro Bassano, c. 1595

Insieme alle buone maniere, la società moderna ha conquistato la realtà. ‘Buone maniere e realtà’ sembrano appartenere alla stessa misteriosa famiglia, chissà perché, antitetica a ‘libertà e fantasia’.
«Noi abbiamo perduto il sogno e conquistato la realtà», scriveva Robert Musil agli inizi del secolo XX. Oggi il concetto di realtà è così assodato che ci stupiamo di sentire che in Islanda hanno interrotto i lavori di un’autostrada perché passava sopra a un villaggio di elfi. Ma che cosa è la realtà?
Il libro di Rutu Modan mette in discussione sia l’etichetta sia i rigidi confini della realtà.
Un bambino che nella sua testa ha labili i confini tra fantasia e realtà non sarebbe sorpreso se nel nominarla, la Regina d’Inghilterra venisse a bussare alla sua porta. Nel libro di Rutu Modan questo accada davvero: un ‘davvero’ nella finzione letteraria, d’accordo, ma accade. Non è solo il bambino a vederlo. Non è, come per Max (Nel paese dei mostri selvaggi), una foresta che cresce solo dentro lo spazio della fantasia del bambino: è un vero aereo che va a prendere Nina!

Simile nella struttura e nell’idea di fondo di A cena dalla regina è il bellissimo May I bring a friend?, vincitore della Caldecott Medal nel 1965. Anche in quell’album un bambino qualsiasi viene invitato a cena da un re e da una regina. Il bambino chiede se può portare un amico. I reali rispondono di sì e lui porta una giraffa. La sera dopo, lo invitano di nuovo. Il bambino chiede se può poratare un altro amico, e loro dicono di sì. Porta degli elefanti. E così via, in un’escalation di animali sempre più selvaggi che riempiono la reggia.

Il libro di Rutu Modan, più che un monito sulle buone maniere, mi sembra un omaggio alla libertà della fantasia, non solo quella dei bambini.
Non ci sarà bambino che odia gli spinaci capace di resistere a questo album!

Rutu Modan, che ha fondato nel 1995 il collettivo di fumettisti israeliani Actus Tragicus, ha uno stile che viene dall’elegante tradizione della ligne claire franco-belga, vicino a quello di molti album francesi di oggi, a cavallo tra fumetto e illustrazione (penso a Floc’h). La trovo strepitosa.

Link:
Su Rue89
, trovate un interessante articolo (in francese) su Actus Tragicus.

Se avete un profilo facebook, su questa pagina potete leggere una bella recensione di Nadia Terranova, pubblicata su Pagina99, uno dei pochi giornali italiani a dare uno spazio serio alla letteratura per ragazzi. (È con Nadia che, quest’estate, in grande anteprima segreta, abbiamo visto il libro: grazie Ada Treves!).
Sul blog Gallinevolanti un’altra recensione.

A cena dalla regina
Rutu Modan
Nina e le sue cattive maniere a casa della Regina di Inghilterra
12,75 Euro
May I Bring a Friend?
Beatrice Schenk De Regniers
Un bambino, invitato dal re e dalla regina, chiede se può portare un amico
6,17 Euro