Per chi: Chiunque, anche gruppi di persone.
Cosa: Libro inedito. Testo, tre illustrazioni definitive e story-board.
Scadenza: 28 febbraio 2009
Primo premio: 12.000 euro (anticipo dei diritti d’autore) e pubblicazione da parte di Kalandraka edizioni
Per chi: Artisti dai 15 ai 35 anni
Cosa: Si richiede di raccontare una breve storia che rappresenti il movimento di un personaggio o di un oggetto attraverso un’azione, una corsa, una caduta libera o un semplice spostamento. (…) I partecipanti devono elaborare una sola tavola, dove possono inserire tutto ciò che vogliono: un’immagine, 2 vignette, 20 vignette o tutto ciò che sembra loro opportuno per rappresentare il movimento narrato.
Scadenza: 2 febbraio 2009
Primo premio: Nessuno- Tutte le opere pervenute saranno pubblicate in una sezione dedicata del portale www.flashfumetto.it ed entreranno a far parte delle banche dati del sito.
– Le opere selezionate per l’esposizione verranno quindi stampate dalla redazione di FlashFumetto per essere esposte nell’omonima mostra all’interno della terza edizione di BilBOlBul – Festival Internazionale di Fumetto che si terrà a Bologna.
Nel post precedente abbiamo visto come nel libro La nuit du visiteur Benoît Jacques sceglie di fermare un momento della storia di Cappuccetto Rosso e di raccogliere in quel momento preciso tutta l’energia cinetica della fiaba.
ll libro inizia con una voce fuori dialogo che introduce la scena: E’ l’ora in cui il crepuscolo si stende dappertutto, Mère-Grand aspetta nella sua minuscola capanna Cappuccetto ritardatario che deve venire come tutti i venerdì. Se nella fiaba originale Cappuccetto andava verso la nonna, qui c’è un contro-piano cinematografico: siamo in casa della nonna e aspettiamo Cappuccetto.
In francese nonna si scrive: Grand-Mère, già nel nome Mère-Grand c’è l’indizio di un ribaltamento, ma non è solo quello del cambio di prospettiva della fiaba, vediamo di cosa si tratta…
Toc toc, hanno bussato alla porta. Mère-Grand chiede con la sua vocina Hanno bussato? e denuncia così la sua sordità e la sua tonteria (ha bisogno di farsi ripetere le cose? Il testo stesso dice che hanno bussato!).
Benoît Jacques, La nuit du visiteur, pag. 11, ed.Benoît Jacques Books
E’ un testo da recitare, da leggere ad alta voce fino a gridare. Da dietro la porta fa eco nella pagina successiva la vocina della nonna, esile e completamente fuori tempo e ritmo rispetto alle cose che succedono fuori: “Cappuccetto Rosso sei tu?”, “Potete ripetere? Scusatemi non sento bene”, ” Sento come il mormorio di una misteriosa creatura”, “E’ strano, eppure avrei detto che c’è qualcuno là fuori”.
Benoît Jacques, La nuit du visiteur, pag.64, ed.Benoît Jacques Books
Benoît Jacques, La nuit du visiteur, pag.71, ed.Benoît Jacques Books
A un certo punto la nonna un po’ spazientita di tutto questo trambusto dice risolutamente:
Veramente ai miei tempi i giovani conoscevano l’educazione… Far scendere la gente dal letto a quest’ora della notte senza presentarsi è veramente poco educato! Vogliate, ve ne prego, sillabare nome cognome e qualità . A voi la parola, vi ascolto!
La richiesta di Mère-Grand ha un effetto imprevisto: la creatura esausta esclama con voce tuonante: SONO IL LUPO CATTIVO! Ora sapete tutto. Sono qui per mangiarvi, allora siate ragionevole, apritemi e sistemiamo questo affare come persone civili. E la nonna: Ohhh, ma bastava dirlo prima! E io che credevo che fosse Il lupo Cattivo. Per aprire la porta basta…
Il lupo si è dichiarato per quello che è e la nonna pensa che sia Cappuccetto Rosso. E’ geniale… grazie alla sua confessione (nella tragedia greca era esattamente la confessione della verità che aveva il potere catartico di risolvere le cose), dicendo la verità su se stesso, il lupo riporta le cose in ordine: ma l’ordine non è quello della realtà , ogni cosa è al suo posto rispetto alla struttura originaria della fiaba: la nonna sordastra confonde il lupo con Cappuccetto e dà la chiave per entrare, chiave-parola-magica che nella versione di Perrault è: tira il saliscendi e la porta si aprirà !
Ma i colpi di scena non sono finiti, Mère-Grand oltre che sorda è smemorata e non si ricorda la frase che deve dire per permettere al visitatore di entrare, inizia allora a recitare per alcune pagine diversi scioglilingua, uno più buffo dell’altro, senza mai trovare quello corretto. Alla fine il povero lupo, esausto, si arrende e se ne va.
Da dentro la casa la nonna (che non sa niente di quello che accade fuori e continua a cercare la frase giusta) a un tratto si ricorda che non c’è più bisogno della frase! Il saliscendi è stato sostituito con una serratura moderna. Basta prendere la chiave che sta sotto il tappetino e infilarla nella serratura. Come in un balletto dai tempi perfetti, proprio mentre pronuncia queste parole arriva Cappuccetto Rosso, e seguendo le istruzioni infila la chiave ed apre. Il libro finisce così.
Se nel racconto classico, nella tradizione millenaria della “porta”, bisogna riconoscere chi bussa, qui sembra che il tempo sia venuto di aprire (di aprirsi) in tutta semplicità quando ci si sente pronti. Non preoccupatevi, l’altro, il visitatore, sarà per forza l’amico: è la vostra apertura che l’ha evocato. (Le finezze in questo libro non si contano e vi invito a impossessarvene per scoprirle tutte: nell’ultima scena Cappuccetto lascia cadere il cappuccio, anche lei è uscita infine dalla fiaba?)
La nuit du visiteur di Benoît Jacques ha vinto quest’anno il premio Baobab 2008, il più prestigioso premio francese per album illustrati.
Il libro gioca con la fiaba di Cappuccetto Rosso, e spero di riuscire a trasmettervi il profondo senso di sbalordimento e meraviglia che ho provato quando l’ho letto la prima volta: a differenza di altre libere interpretazioni, parodie, deviazioni, Benoît Jacques è riuscito a rubare alla fiaba di Cappuccetto Rosso qualcosa che io definirei il suo cardine, e su questo cardine ruota e resta fermo per 108 pagine, creando un crescendo parossistico, inquietante e divertentissimo.
Il libro inizia così: un omino (che è il lupo travestito) fa toc toc per entrare nella casa della nonna, ma la nonna è quasi completamente sorda e non capendo chi è alla porta,NON APRE. Da questo inaspettato cambio della storia originale (dove il lupo entra e sbrana la nonna) nasce una sfilata di personaggi sempre più inferociti che ogni volta si presentano con nome diverso, urlando sempre più forte improperi e rime surreali per cercare di entrare. E’ sempre il lupo, ma improvvisa mille personaggi, inventa e urla mille buone scuse per entrare. Sempre la nonna fa eco che non capisce e non sente (la contrapposizione della rabbia del lupo con la vocina esile della nonna è comica). Prima di dichiarare la propria natura di lupo, il visitatore diventa mostro a tre teste, babau, diavolo, scheletro, vulcano che esplode, fantasma, gambero… in un gioco al travestimento furioso e urgente: PERCHE’ IL LUPO DEVE ENTRARE, lo esige la storia stessa.
Guarderemo più avanti come l’autore risolve questa tensione tra lupo e nonna (fate un gioco di creatività , voi come la fareste finire?), ora facciamo un passo indietro. Non sappiamo quali sono stati i passaggi creativi che hanno portato Benoît Jacques a concepire l’idea di questo libro (glielo chiederemo), ma proviamo a decifrarne il fascino. Per iniziare, si è isolato un momento della storia di Cappuccetto Rosoo: Il lupo bussa alla porta della casa, la nonna crede che sia Cappuccetto Rosso e apre la porta. E’ un momento scelto a caso?
Red Riding Hood, illustr. R. Andre. New York: McLoughlin Bros., 1888
LA PORTA
La porta, l’uscio di casa, fin dall’antichità ha avuto la funzione di un archetipo, di un topos…
Paolo Uccello, Miracolo dell’ostia profanata (particolare), 1465-1469, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova (particolare)
Chiusa è il diniego, aperta è l’invito. La si apre dall’esterno se si è benvenuti, se si ha la chiave o se si conosce la parola magica, l’abracadabra. La si apre dall’interno se l’altro viene riconosciuto come amico.
Ritroviamo il simbolo della porta nell’antico testamento, nella mistica, nella letteratura…
Nelle leggende popolari religiose (vedi la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine) le porte dei monasteri sono di continuo importunate da Satana che si traveste per non farsi riconoscere e bussa per riuscire ad entrare. Nell’apocalisse è Dio stesso che dice: Ecco io sono alla porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre io entrerò da lui… La porta chiusa impedisce la vista, per questo diventa fondamentale l’udito. Con l’udito si riconosce il nemico o l’amato, la porta chiusa è cecità , spasmo dell’orecchio per riconoscere chi bussa:
(La nonna che crede che sia Cappuccetto a bussare e lascia entrare il lupo commette l’errore più grave: confonde l’amico con il nemico. La sua sordità le sarà fatale).
LA PORTA NELLA FIABA
Le fiabe classiche sembrano aver raccolto attraverso i secoli gli archetipi di tutta la cultura umana, trovando per ognuno di essi una storia-facciata di facile comprensione (mai sottovalutare la profondità abissale delle fiabe!).
La porta è la protagonista della fiaba “Il lupo e i sette capretti” (leggi testo).
Il lupo e i sette capretti, illustr. Karl Fahringer/ ed. Hans Fraungruber (1863-1933). Project Gutenberg
Nella fiaba il lupo, per ingannare i caprettini lasciati soli in casa dalla mamma, mangia miele per addolcire la voce, ma i capretti non ci cascano, si copre le zampe di pane e farina, e i capretti, spiando dalla fessura bassa della porta, lo scambiano per la mamma e aprono.
La fiaba ha nei secoli varianti in cui al posto del lupo è un orso, una volpe, un drago, una strega, un orco: visitatori tutti presenti nel libro La nuit du Visiteur, come se il libro fosse l’apoteosi, il finale apocalittico di tutti questi estranei che nei secoli hanno bussato alla porta. Originariamente c’è un solo capretto ed è tanto giudizioso da non lasciar entrare il lupo. In altre versioni sono sette bambini, il lupo entra e ne mangia sei, il più piccolo, nascostosi dentro una pendola, racconta poi tutto alla mamma, la mamma ritrova il lupo, ne apre la pancia e i bambini saltano fuori salvi (il motivo sembra sia stato ripreso nel lieto fine di Cappuccetto Rosso, in versioni più antiche la bambina e la nonna finivano morte).
Household Stories by the Brothers Grimm, Illustr. Walter Crane (1845-1915)
Da questa fiaba deriva quella più moderna dei Tre porcellini. Nel cortometraggio della Disney del 1933 c’era stata una prima versione in cui il lupo, nella scena in cui finge di essere un venditore, indossava una maschera da mercante ebreo, secondo uno stereotipo ricorrente nella cultura americana. La scena è stata successivamente censurata. (Nella mia infanzia avevo una copia del cortometraggio in super 8. Mio padre ce lo proiettava sul muro).
La porta e l’importanza di aprirla solo alle persone giuste sono anche protagoniste di Biancaneve. Qui è la matrigna che si traveste da vecchina e da venditrice.
Household Stories by the Brothers Grimm, Illustr. Walter Crane (1845-1915)
Little Red Riding Hood. Ed K.H. Schadd, Amsterdam 1868 (A Dutch edition with plates of the English printer Kronheim & Co.)
Little Red Riding-Hood Picture Book / ed. George Routledge and Sons, Londra c. 1870
The Blue Beard Picture Book, illustr. Walter Crane / ed. G. Routledge, Londra c. 1875
The Blue Beard Picture Book, illustr. Walter Crane /ed. G. Routledge, Londra c. 1875
The child and the wolf [illustr. J.C.E.G.]. Ed Bolle, Rotterdam c. 1878
Little Red Riding Hood or punished disobedience /ed. S.J. Andriessen. – Haarlem: I. de Haan, c. 1880
The story of Little Red Riding Hood /Â P. Louwerse. – Schoonhoven: From Nooten c. 1888
Red Riding Hood and Cinderella /ed. DeWolfe, Fiske, and Co., 1890
Little Red Riding Hood & The History of Tom Thumb, illus. H. Isabel Adams / ed. J. M. Dent & Co., Londra 1893
The story of Little Red Riding Hood, ?, c 1900
Little Red Riding Hood / ed. Van Holkema & Warendorf, Amsterdam 1905
Little Red Riding Hood / N. Hichtum, with a tick. David Brett/ ed. Scheltens & Giltay, Amsterdam 1906
Little Red Riding Hood , illustr. L. Meggendorfer / ed. The Long, Amsterdam 1907
Little Red Riding Hood, illustr. Anna van Gogh-Kaulbach / ed. Allert de Lange, Amsterdam 1910 (fotografia dipinta a mano)
Little Red Riding Hood: told again / illustr. Alice Becht-Dentz. – Amsterdam: Becht, 1915
John B. Gruelle, All About Little Red Riding Hood / Ed. Cupples & Leon, New York 1916
Little Red Riding Hood and the wolf, illustr. Henriëtte Blaauw/ Alkmaar: Gebr. Kluitman, c. 1920
Little Red Riding Hood, illustr. Rie Cramer / ed. W. de Haan, Londra 1925
Le illustrazioni contrassegnate solo dalla data sono state trovate già datate sul sito russo: community.livejournal.com. Purtroppo mi è stato impossibile rintracciare maggiori informazioni bibliografiche e verificare le date di queste immagini. Se qualcuno trovasse dati più precisi o imprecisioni è invitato a segnalarmeli.
AGGIORNAMENTO:
Grazie a Tullio per l’indirizzo di questo sito, che mi ha permesso di completare quasi tutte le informazioni bibliografiche. Grazie a Florizelle per le indicazioni sull’incisione conservata alla Bnf.
Il blog sarà in pausa fino al 10 gennaio.
Vi ringrazio tantissimo per aver contribuito a trasformare Figuredeilibri in uno spazio di confronto così ricco e prezioso. Siete sempre più numerosi! Per il solo mese di dicembre, i visitatori sono stati 6.950, provenienti da tutto il mondo. Una media di 240 visitatori unici al giorno e 19.000 pagine visitate.
The blog will be on pause ‘til the january, the 10th.
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