Intervista a Susanne Janssen sul libro Hansel e Gretel

4 Aprile, 2008

(Leggi l’analisi di Hansel e Gretel…)

L’intervisa che segue è la trascrizione fedele di un’intervista telefonica, registrata in francese. L’utilizzo delle immagini mi è stato gentilmente concesso dall’editore e da Susanne Janssen, ogni riproduzione è vietata.

Susanne Janssen, Hänsel e Gretel, Éditions Être 2007

Finalmente la tanto attesa intervista a Susanne Janssen, dopo la lunga analisi (vi invito a leggerla qui) che abbiamo fatto del suo libro-capolavoro Hänsel e Gretel, edito dalle Edizioni Être.

Sono appena ritornata dal Salone del Libro di Bologna (ve ne parlerò appena arrivo a Barcellona, tra qualche giorno). Il tema più discusso alla fiera di quest’anno mi è parso essere quello intorno a una nuova corrente di album illustrati, fresca e innovatrice, finalmente arrivata anche in Italia: molti si lamentano del fatto che questi nuovi album non sono libri per bambini. L’intervista a Susanne Janssen mi sembra quanto mai cadere a proposito.

Susanne Janssen e i suoi tre bambini

Come è cominciata l’avventura di Hänsel e Gretel, è stato l’editore a proporti il testo o sei stata tu a proporlo all’editore?
E’ una storia simpatica, stavamo facendo una conferenza su Peter Pan (Editions Être, 2005), durante la conferenza Christian Bruel (l’editore) aveva parlato anche di Hänsel e Gretel… Alla fine della conferenza mi hanno chiesto quali erano i miei progetti, cosa mi sarebbe piaciuto illustrare, e ho detto: mi piacerebbe fare Hänsel e Gretel, e Bruel ha detto: bene, lo facciamo!

Susanne Janssen, schizzo preparatorio per Hänsel e Gretel

Susanne Janssen Hänsel e Gretel Éditions Être 2007

L’editore ti ha seguita durante il lavoro?
Mi ha lasciata completamente libera. Non potrei lavorare diversamente. Non lavoro su un’immagine alla volta, ma su tutto il libro allo stesso tempo. Metto tutti i disegni per terra e riprendo un’immagine o un’altra in funzione dell’insieme. A volte rifaccio un’intera tavola se sento che non funziona con le altre. Non sono capace di fare un vero storyboard.
E’ stato così anche con il libro che ho fatto con te (La Increíble Historia de la Niñapájaro y el Niño Terrible, OQO editora, 2008), l’editrice all’inizio voleva uno storyboard ed io non sapevo come farlo. Le cose mi vengono al momento… Non sono capace di lavorare altrimenti. Allora ho fatto alcune tavole originali, ho spedito quelle, poi ho rifatto tutto da capo.

Susanne Janssen, La Increíble Historia de la Niñapájaro y el Niño Terrible, OQO editora 2008
(testo di Anna Castagnoli)


Nel libro di Hänsel e Gretel ci sono immagini potentissime. Come ti sono venute idee narrative così originali? I gemelli ad esempio…

Tutto viene dal particolare di una fotografia che ho trovato in un libro: una bambina. Tutto il libro di Hänsel e Gretel gira intorno a una fotografia di Emmet Gowin.

Susanne Janssen, schizzo preparatorio per Hänsel e Gretel

Susanne Janssen, Hänsel e Gretel, Éditions Être 2007


Quanto tempo hai impiegato per finire il libro?

Un anno. Con qualche pausa, naturalmente. Il lavoro più lungo è stato all’inizio… trovare il linguaggio adatto, l’universo stilistico… dopo sono andata più veloce. E’ stato molto difficile liberarsi di tutto quello che era stato fatto prima su Hänsel e Gretel… ho dovuto strappare via molte cose per trovare le vere immagini.

Susanne Janssen, schizzo preparatorio per Hänsel e Gretel

Susanne Janssen, Hänsel e Gretel, Éditions Être 2007

Le immagini del libro, potentissime, sembrano venire de molto lontano dentro di te. Conoscevi le fiabe dei fratelli Grimm quando eri bambina? Se sì, pensi che le immagini e le idee che ti eri formata allora abbiano influito sul tuo lavoro?
Ho passato la mia infanzia accanto ai racconti dei fratelli Grimm, li avevo sempre con me. Sono tedesca. Possedevo un grande libro dei Grimm, senza immagini. Era un po’ come una bibbia per me. Lo leggevo e rileggevo sempre. Naturalmente c’era, tra gli altri racconti, Hänsel e Gretel. Sono racconti che fanno parte della mia infanzia. Era un universo che amavo molto e mentre facevo il libro ho avuto la sensazione di aprire una piccola porta, di ritornare a passeggiare un po’ nella mia infanzia. E’ stato come entrare in un ricordo.

Lavoro molto con il collage… fotocopio immagini su fogli trasparenti e poi li sposto e li incollo sul disegno. La foresta, ad esempio… A volte mi capitava di chiudere gli occhi e spostare gli alberi ad occhi chiusi, quasi a cercare esattamente qualcosa, un’immagine…

Susanne Janssen, schizzo preparatorio per Hansel e Gretel

Come se le immagini fossero già state dentro di te e si trattasse di ritrovarle?
In un certo senso sì. Si e no. Non posso dire che da bambina avevo visto esattamente le immagini che ho disegnato nel libro, ma posso dire che sono un riflesso di quello che avevo sentito allora. Ho creato le immagini ad occhi chiusi. Ho provato a farmi guidare da qualche cosa, non saprei dire esattamente cosa. Sono delle immagini della mia infanzia, l’infanzia di noi tutti, con le nostre sofferenze, le nostre angosce e la nostra liberazione.


Susanne Janssen, Hänsel e Gretel, Éditions Être 2007

Questo si sente chiaramente, c’è qualcosa di quasi psicanalitico nel tuo libro. Ad esempio nell’analisi dell’ultima tavola abbiamo notato come il libro si apre e si chiude con due semilune che circoscrivono il viaggio nella foresta in una sorta di perimetro simbolico, gli animali che sono all’interno della foresta (e del cerchio) sono onirici, irreali: di stoffa o meccanici… mentre il cervo e l’anatra che conducono i due bambini dentro e fuori della foresta, sono animali reali. Come se la foresta fosse lo spazio dell’inconscio. Immagino che in fase di preparazione del libro ci sia stato un progetto a questo proposito…
Assolutamente no, è stato tutto istintivo. Sono rimasta sbalordita quando ho letto la tua analisi, mi ha fatto quasi paura, mi è sembrato che tu sapessi più cose sul mio libro di quante ne sapessi io. Frida Kahlo, Piero della Francesca… sono partita proprio da loro. Avevo fatto una sorta di storyboard all’inizio, ma poi il libro ha preso un’altra strada.

Susanne Janssen, Hänsel e Gretel, Éditions Être 2007

Susanne Janssen Hänsel e Gretel Éditions Être 2007

Sono sbalordita anch’io a pensare che è stato tutto un lavoro istintivo… L’arte, secondo me, è la capacità di tradurre e portare alla luce i nostri sentimenti più profondi, più antichi, più nascosti. Grazie all’arte noi possiamo sapere che non sono perduti, che possono trovare una forma nella bellezza e questo ci libera. Ci restituisce un senso. Che differenze ci sono secondo te tra arte e illustrazione?
Nessuna differenza. …Che cos’è l’arte? E’ difficile definire veramente quello che è. Penso che non si debbano cercare differenze tra arte e illustrazione, piuttosto punti in comune. E’ molto importante dare ai bambini la possibilità di entrare nell’universo dell’arte passando dai libri. Kveta Pacovska ha detto: Un album è la prima galleria d’arte che un bambino può visitare. Mi piace molto questa idea. Si dovrebbe sempre cercare di fare qualcosa di forte per i bambini….non solo per i bambini, per tutti… per gli esseri umani. Perché così facendo si può forse aprire una porta, allargare un po’ un universo, una vita…
Bisogna dare ai bambini immagini adulte.

Ti ringrazio molto Susanne per la tua disponibilità e per le bellissime cose che ci dici. Mi spiace che tu non possa leggere i commenti in italiano al percorso che abbiamo fatto intorno al tuo libro, perché siamo tutti d’accordo nel dire che quello che hai fatto con Hänsel e Gretel è un vero capolavoro d’arte.

Susanne Janssen Hänsel e Gretel Éditions Être 2007

L’intervista a Susanne Janssen è stata realizzata per il blog lefiguredeilibri.com, l’utilizzo delle immagini mi è stato gentilmente concesso dall’illustratorice stessa. Ogni riproduzione, anche parziale, del testo o delle immagini, è vietata.

(Leggi l’analisi di Hansel e Gretel…)


4 Risposte per “Intervista a Susanne Janssen sul libro Hansel e Gretel”

  1. 1 oscar
    4 Aprile, 2008 at 20:31

    …temo sempre di sconfinare troppo nel pensare che il lavoro dell’illustratore di libri per bambini non possa esimersi dal fare i conti con il come si è stati bambini, sui dolori, sulle gioie, sui segreti. al contempo ho una sorta di dubbio quando si parla delle proprie infanzie in età adulta quasi fosse un mistero così grande da non riuscire a svelarlo abbastanza. quando la Janssen dice che lavorare a questa storia è stato per lei come “entrare in un ricordo” in un certo senso mi conferma che l’unico istinto poetico che ancora ci rimane è proprio quello riferito al fatto che tutti siamo stati bambini…felici…tristi…a quel punto poco importa. complimenti ancora per il bel lavoro.

  2. 2 ph
    4 Aprile, 2008 at 22:03

    davvero interessante.
    Grazie per il tuo lavoro.

  3. 3 Anna Castagnoli
    4 Aprile, 2008 at 22:08

    Grazie a voi! Sono contenta anch’io dell’intervista. Susanne Janssen ha, come persona, la stessa ricchezza dei suoi disegni…

  4. 4 Rachel
    10 Aprile, 2008 at 16:13

    Really like Susanne Janssen’s illustrations she has very poetic images and strong images.