“Sylvester”, Il bambino-pietra (W.Steig).parte IV

4 Ottobre, 2008

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Prima di iniziare riporto la preziosa informazione di Deborah: Sylvester and the Magic Pebble di William Steig esiste in versione italiana sotto il titolo di: Silvestro e il sassolino magico, edito da Mondadori.

DECIMA TAVOLA

Sylvester and the Magic Pebble di Wiliam Steig, Windmill Books/Simon & Schuster 1969

Sylvester è rimasto solo, nessuno lo cerca più. Notte dopo notte, giorno dopo giorno, si sveglia sempre più di rado. Quando è sveglio è solo infelice e senza speranza. Il testo dice: sentiva che sarebbe rimasto una roccia per sempre, e provò ad adattarsi… cadde in un sonno senza fine.

Se nelle pagine precedenti sentivamo tutta l’animazione accorata dei protagonisti, ora a prendere campo è il tempo che passa intorno a loro, i giorni che si susseguono inesorabili (Night followed day and day followed night over and over again.), il ritmo delle stagioni, gli eventi della natura. Sylvester sta cadendo in un sonno senza più pause, come qualcuno che muore pur restando vivo. La depressione è questo: è uno scollamento dal fluire del tempo, il movimento del tempo ci sorpassa e cadiamo in un letargo intervallato solo da stati di profonda malinconia. Molti molti più bambini di quanto pensiamo hanno parti di sé che hanno fatto la fine di Sylvester. Qualcosa dentro di loro non ha più movimenti vitali. Perso il proprio vero sé, l’unico luogo dove può scorrere libera l’energia della vita, l’inverno li invade.

UNDICESIMA TAVOLA

Sylvester and the Magic Pebble di Wiliam Steig, Windmill Books/Simon & Schuster 1969

Qui il testo smette di parlare di Sylvester… (ne fa solo un accenno marginale quando indica il posto dove si siede il lupo –sat on the rock that was Sylvester-). Si sofferma invece a descrivere l’inverno. Il vento freddo soffia, la neve ricopre ogni cosa, e gli animali stanno al coperto, sopravvivendo col cibo che hanno immagazzinato. Un lupo affamato un giorno si siede sulla pietra per ululare.

Qui Steig fa qualcosa di narrativamente geniale. Abbandona Sylvester. Lo stato emotivo del bambino-pietra è indescrivibile, solo l’inverno e il ghiaccio possono esserne metafora. Ma se guardiamo meglio, dentro questa metafora ci sono due chiavi importanti. L’urlo del lupo, che rappresenta l’immensa fame d’affetto di Sylvester e ci dice che questa fame è ancora viva, e la descrizione del letargo degli animaletti del bosco: come Sylvester sono rintanati indoors, ma, e qui sta la chiave di volta: per sopravvivere con il poco cibo che hanno. E’ un’indicazione preziosissima sul letargo del bambino-pietra, ci dice che il suo sonno non è un sonno di morte, ma di sopravvivenza. Gli elementi vitali sono stati addormentati per permetterne la sopravvivenza in un contesto difficile (la solitudine, la depressione). Non tutto è perduto!

DODICESIMA TAVOLA

Sylvester and the Magic Pebble di Wiliam Steig, Windmill Books/Simon & Schuster 1969

Il testo descrive con poesia la primavera. Gli alberi mettono i germogli, i fiori aprono al sole il loro giovane viso.
Qualcosa in questa tavola ci rasserena rispetto a quella precedente. C’è, malgrado la tragedia dell’asinello, qualcosa di positivo: il tempo con il suo lento fluire saggio è capace di maturare le cose, di farle sbocciare. Scopriamo che l’inverno era una tappa penosa ma necessaria a tutta questa bellezza che ora fiorisce al sole. Che anche Sylvester, il bambino-pietra, ne abbia giovato? E se gli eventi della natura erano metafora del suo stato interiore: è possibile che dentro il suo essere pietra (il suo letargo) qualcosa stesse lentamente maturando?
Pensate come è prezioso, per un bambino che legge, imparare che forse vale la pena “aspettare”. L’asinello che voleva tutto e subito con magia è stato costretto a entrare a forza dentro un elemento immobile, che lo costringe ad assistere al lavorio del tempo. E la domanda che sta dietro a questa metamorfosi è: Bisogna fargli fiducia o no al tempo che passa? Bisogna avere fiducia nella vita? (Notate come queste domande Steig le formula in un linguaggio che il bambino può capire, pagina dopo pagina…).

Segue…

2 Risposte per ““Sylvester”, Il bambino-pietra (W.Steig).parte IV”

  1. 1 KURACHAN
    5 Ottobre, 2008 at 0:24

    CIAO, IL TUO BLOG è MOLTO BELLO!! COMPLIMENTI! TORNERO’ SPESSO. SE TI VA VIENI A TROVARMI OGNI TANTO, MI FAREBBE PIACERE!

  2. 2 AlmaCattleya
    4 Marzo, 2014 at 16:23

    Ho riletto più e più volte questo post come altri tuoi. In questo momento però il rileggere il post mi dà un effetto particolare perché in questo momento, io sono davvero una pietra. Qualche volta scossa eppure il più delle volte inerme, che guarda le cose vicine come se fossero lontane, rinchiusa dentro questo stato dove lo vivo come una profonda solitudine e malinconia e insieme con attesa e fiducia