Un libro antico, una brezza

7 Dicembre, 2015


Klein Irmchen, Ein Kinderliederbuch. Ho comprato questo libro del 1921 a Parigi due giorni fa.
È illustrato da Josua Leander Gampp, un illustratore che non conoscevo (che assomiglia moltissimo a K. F. E von Freyhold) e scritto dal grande poeta tedesco Christian Morgenstern.
Nonostante non sappia il tedesco, i versi e le immagini di questo libro sono stati, per tutto il viaggio di ritorno, un luogo dove mi sono rifugiata.


Klein Irmchen, Ein Kinderliederbuch, testo di Christian Morgenstern, illustrazioni di Josua Leander Gampp
Neudruck d. Ausg. Berlino 1921

Sono tornata da Parigi ieri sera. Si è svolto a Montreuil un Salon du livre et de la presse jeunesse quasi deserto (per ragioni di sicurezza, il comune non aveva dato alle scolaresche il permesso di accedere al Salone; solo nel week end c’è stata un po’ di affluenza: qualche famiglia e molti professionisti del settore).
Sono tornata da una Parigi che non sembra più Parigi: malgrado la stampa abbia dato visibilità ai coraggiosi che continuano a frequentare bar e terrazze, venerdì e sabato sera le piazze erano poco frequentate.
Nella corte dove alloggiavo, c’erano due feste private. Si cena e si festeggia la vita nelle case private, come durante la guerra.
Gli amici che ci hanno ospitati, che vivono nel quartiere del Bataclan (il locale dove c’è stata la strage di giovani), sostenevano di non avere paura, ma non avevano voglia di uscire. Mi hanno raccontato che quella notte del 13 novembre, tutti, a un raggio di molte centinaia di metri, hanno sentito sparare per ore dentro il Bataclan, impotenti. Il quartiere è ancora sotto shock.

La bellezza e la grazia devono diventare per noi professionisti del libro illustrato, oggi come sempre, ma oggi ancora di più, una missione.

Nel 1987, il premio Nobel Iosif Brodskij scriveva:

“È questo il motivo per cui l’arte in generale, la letteratura in special modo e la poesia in particolare non sono propriamente apprezzate dai paladini del bene comune, dai padroni delle masse, dagli araldi della necessità storica.
Giacché là dove l’arte è passata, dove una poesia è stata letta, costoro scoprono, in luogo dell’atteso consenso e dell’unanimità prevista, solo indifferenza e polifonia; in luogo della volontà di agire, disattenzione e insofferenza. In altre parole, all’interno di quei piccoli zeri sui quali i paladini del bene comune e i signori delle masse fanno conto per le loro operazioni, l’arte introduce delle varianti, «punto, punto, virgola, meno», trasformando ogni piccolo zero in un piccolo volto, non sempre grazioso, magari, ma umano.”  Dall’esilio, Adelphi, 1988

Soffia, tra le pagine di questo libro, una brezza.
La sua bellezza (sublimi capilettera; alberi di Natale che scaldano perché bruciati; elefanti che si inchinano davanti a una bambina; mani che si toccano nella porta misteriosa di una lettera; cacciatori che dimenticano di sparare perché un soffio misterioso li ferma; uova perfette che si rompono; incontri…), la sua bellezza non spiega, non risolve, non annulla la complessità. Eppure.
Buon inizio settimana a tutti,
Anna

 

3 Risposte per “Un libro antico, una brezza”

  1. 1 Anna Castagnoli
    9 Dicembre, 2015 at 17:48

    I commenti sono di nuovo attivi, grazie.

  2. 2 monica vannucchi
    9 Dicembre, 2015 at 23:42

    Sembra bellissimo, di una delicatezza impalpabile come ali di una farfalla.
    Ci vuole, di questi tempi!

  3. 3 Andrea Alemanno
    19 Dicembre, 2015 at 12:10

    Queste illustrazioni sono veramente incantevoli.
    La grafia così gotica si accosta veramente bene a queste immagini così morbide.
    Bello bello!