Mostra Illustratori di Bologna. Cosa è, come funziona. Parte 2

23 Aprile, 2013

Prima di addentrarci, nei prossimi giorni, nel dibattito sulle tendenze proposte dalla Mostra Illustratori di Bologna, vorrei spiegare ai non addetti ai lavori cosa è la Mostra e come funziona il concorso che la origina, e sottolineare, per gli addetti ai lavori, qualche punto critico.
Concesso che una selezione non può piacere unanimemente a tutti, penso che alcune incomprensioni tra pubblico, giurati, illustratori, siano dovute a un difetto nella condivisione di informazioni sul senso della Mostra e sul regolamento del concorso.

COSA E’ LA MOSTRA DEGLI ILLUSTRATORI
La Mostra degli Illustratori, organizzata dalla Fiera del Libro per Ragazzi è uno dei più prestigiosi concorsi internazionali dedicato esclusivamente all’illustrazione per ragazzi. Ha visto la sua prima edizione nel 1967. Ed è giunta alla sua 47a edizione.
Quest’anno (2013), hanno partecipato 3147 illustratori da 64 paesi. Sono stati selezionati 77 artisti.
La giuria era composta da Etienne Delessert (illustratore, Svizzera), Tàssies (illustratore, Spagna), Maria Grazia Mazzitelli (direttore editoriale di Salani, Italia), Junko Yokota (professore di letteratura per ragazzi, USA), Gita Wolf (editrice di Tara Books, India).

CHE OBIETTIVI HA
Cito dai cataloghi  2011, 2012, 2013 che hanno lo stesso testo di introduzione alla Mostra:
La Mostra degli illustratori si pone come obiettivo l’esplorazione delle possibilità espressive dell’illustrazione di libri per l’infanzia.
(…)
La partecipazione alla selezione è aperta a tutti gli illustratori, sia esordienti sia affermati: questa caratteristica produce un interessante mix, in cui opere di artisti pubblicati si alternano a lavori di giovani studenti, offrendo numerosi spunti per la previsione delle nuove tendenze editoriali e dell’illustrazione nel mondo.

E nell’introduzione al regolamento del concorso, sul sito della Fiera, si legge:
La Mostra degli Illustratori offre una panoramica globale delle tendenze più innovative nell’ambito dell’illustrazione per ragazzi.

Joo Hee Joon (Corea), selezione 2013

Innovazione, nuove tendenze, tendenze più innovative… E’ ben chiaro, mi sembra, che l’intenzione della Mostra di Bologna sia quella di mettere in luce le nuove tendenze editoriali.
Che poi queste tendenze convincano o non convincano il pubblico, è una faccenda che affronteremo nei prossimi post.
Ma a ritroso, se si sfogliano i cataloghi passati, ci si accorge della precisione con cui, negli anni, la Mostra Illustratori è stata testimone (e forse propulsore) delle evoluzioni che ha avuto il linguaggio dell’illustrazione per ragazzi.


Esempio di etichette da attaccare dietro le tavole

COME FUNZIONA IL CONCORSO
La Mostra illustratori è preceduta da un concorso, aperto a tutte le persone maggiori di 18 anni. Viene richiesto dal bando (che potete leggere per intero qui) di spedire 5 tavole che abbiano in comune un tema (non viene specificato altro). Le tavole possono provenire da un libro (e non necessariamente in ordine cronologico di pagine), essere fatte ad hoc per la Mostra, o venire da qualsiasi altro contesto dell’illustrazione per ragazzi. Gli illustratori sanno che a giudicarli saranno eminenti figure dell’editoria per ragazzi, ma non conoscono i nomi dei giurati in anticipo.
Ci sono due sezioni: Fiction e Non fiction. (Dove per Non fiction si intende Illustrazione documentale e manualistica).


©foto Topipittori

NELLA PRATICA

Vediamo questo regolamento cosa comporta per la Fiera:
Di anno in anno, La Fiera, per soddisfare la sua esigenza di investigazione delle nuove tendenze editoriali, promuove il concorso e sceglie una giuria. Ogni giurato e ogni giuria (una giuria è il risultato di un compromesso ogni volta imprevedibile tra giurati) interpreteranno l’innovazione – la sua bontà e la sua necessità, in un modo diverso.
L’esempio della selezione di quest’anno, con immagini più figurative e classiche dovute (forse) alla presenza in giuria di un illustratore reazionario come Delessert, lo evidenzia in maniera chiarissima.

La parola ai giurati, Sidney Lumet, 1957

Vediamo questo regolamento cosa comporta per gli illustratori:
Gli illustratori (o editori) dovranno spedire 5 tavole sapendo che in generale l’intento della Mostra è promuovere l’innovazione, ma che in particolare ogni giuria interpreterà questa innovazione in modo diverso. Non conoscendo i nomi dei giurati, l’invio delle tavole avviene alla cieca.


Il settimo sigillo, Igmar Bergman, 1957

Nella lunga discussione sui concorsi che c’è stata su LFDL, (qui), è emersa l’esigenza degli illustratori di conoscere i nomi dei giurati in anticipo, per poter avere una visibilità, anche minima, sulla direzione che prenderà la selezione.
Mi chiedo (e vi chiedo), però, se non conoscere i nomi permetta al materiale inviato di essere più eterogeneo, ricco di differenze e variegato. Una sorta di grande calderone da cui i giurati pescheranno il loro discorso sull’illustrazione di domani.

Vediamo questo regolamento cosa comporta per i giurati:
I giurati di Bologna si ritroveranno a dover fare una selezione tra:
– illustrazioni decontestualizzate dal loro luogo di nascita e senso (un libro, un testo, un manuale…).
– illustrazioni fatte ad hoc per la Mostra Illustratori di Bologna, nella speranza di piacere ai giurati (dunque immagini  narrativamente autosufficienti, pensate per essere significanti o narrativamente coerenti anche senza un testo).
– illustrazioni fatte velocemente, senza intenzione di partecipare sul serio alla gara, solo per avere un Pass di ingresso alla Fiera. (Quello di partecipare alla Mostra è il solo modo per gli illustratori di avere un Pass gratuito per tutti i 4 giorni di Fiera e conosco molti illustratori -e anche non- che usano questo sistema per entrare. Forse vale la pena interrogarsi su questa provocazione).


Michelangelo Pistoletto

RIFLESSIONI APERTE

Mi e vi chiedo: quale può essere il massimo comun divisore capace di permettere un confronto onesto tra, ad esempio, 5 immagini create ad hoc per raccontare una storia senza testo per il contesto espositivo della Mostra Illustratori e 5 immagini tratte da un libro illustrato (non in sequenza e di cui non si sa nulla del testo d’origine)?
Come nei grandi concorsi scolastici nazionali americani, dove per non fare ingiustizie si abbassa notevolmente il livello delle domande (perdendo molta della ricchezza in gara), restano pochi gli elementi confrontabili. La qualità tecnica, la qualità compositiva e cromatica, la coerenza stilistica delle 5 immagini, la forza innovatrice del linguaggio usato nelle immagini rispetto al panorama editoriale contemporaneo.

Molti si lamentano dell’incapacità delle tavole selezionate di raccontare una storia. Su questo punto mi dilungherò nel prossimo post. E’ importante comunque sapere che nel bando non viene chiesta nessuna coerenza narrativa tra le 5 tavole, ma solo che siano unite da un tema.

Intanto vi lascio con questa domanda:
quale è la forza narrativa dell’immagine qui sotto senza il testo che la descrive e senza la storia a cui appartiene?


“Questo è piccolo blu”
. da Piccolo Blu Piccolo Giallo. Leo Lionni

Segue…