Mostra Illustratori di Bologna. La Fiera e il niente: l’arringa di Etienne Delessert. Parte 1

22 Aprile, 2013

Quest’anno, alla Fiera di Bologna, ho lavorato per la Charte des Auteur et des Illustrateur, un’associazione francese.
Géraldine Alibeu mi aveva chiesto se potevo fare una visita guidata alla Mostra Illustratori per accompagnare il gruppo di 12 illustratori selezionati dalla Charte per un viaggio alla Fiera di Bologna ricco di stimoli. Mi sono quindi ben preparata un discorso sulla Mostra, e ho avuto la fortuna di trovare molti argomenti di discussione, essendo questo un anno ghiotto di dibattitti. Ora vi racconto perché è stato ghiotto.

L’anno scorso, Etienne Delessert, storico illustratore e curatore di uno dei siti di informazione più completi sul mondo dell’illustrazione europea (Ricochet), ha lanciato una bomba al napalm sulla selezione della Mostra Illustratori 2012. Delessert scrisse che la mostra era una vetrina del puro niente.
Ho trovato molto simpatica, da parte della Fiera, l’idea di invitarlo quest’anno a essere giurato della selezione.

Un’immagine di Etienne Delessert
Un’immagine di Etienne Delessert

A parte l’aneddoto divertente, credo che questo episodio sia prezioso perché raccoglie un dibattito che si è animato, da alcuni anni, intorno alla Mostra Illustratori.
C’è chi sostiene che negli ultimi anni la Mostra abbia presentato uno stile troppo uniforme, modaiolo, grafico, estetizzante, poco narrativo in senso classico, e poco per bambini. C’è chi, invece, ha visto in questo segno la capacità della Mostra Illustratori di selezionare un panorama innovativo, contemporaneo, nuovo e stimolante.

Più che dirvi per che bandiera parteggio (mi sa che già lo sapete), mi piacerebbe gettare le basi di una riflessione solida e condivisibile sull’annosa questione dell’innovazione nel campo dell’illustrazione per bambini.
Ora vi lascio riflettere sul testo tradotto di Delessert, per chi non lo avesse ancora letto.

LA FIERA E IL NIENTE
di Etienne Delessert
(2012)

(Qui, sul sito Ricochet, trovate il testo originale in francese)

Ho guardato attentamente il catalogo della Fiera del Libro di Bologna, intitolato Illustrators Annual 2012
Bell’oggetto, superba la riproduzione delle immagini e la stampa, 184 pagine che lasciano un gusto amaro. 2685 illustratori hanno inviato 5 disegni ciascuno. E i 5 membri della giuria, venuti da: Giappone, Francia, Italia, Inghilterra, Polonia, ne hanno selezionati 72 per l’esposizione e per includerli in questa opera. L’Esposizione andrà in Giappone.
Che cosa resta di questa selezione severa?: niente, rien, nothing, niet, nada.
Si potrebbe declinare in tutte le lingue. Un po’ di polvere su un angolo del tavolo.

Mika Ianoto, Giappone, Mostra Illustratori 2012

Vi sembro duro? È tempo che qualcuno di noi dica ciò che pensa, a rischio di vedere i propri libri bruciare in Piazza Maggiore.
Cerco le parole scorrendo le pagine del catalogo: vuoto, nullità, inanità, vacuità?
Soprattutto: non-essere.
E non è il risultato delle scelte della giuria, composta da personalità rispettabili del mondo dell’editoria internazionale. Poiché ciascuno rileva la difficoltà prima di allineare 5 disegni che abbiano una minima coerenza, che possano costituire l’embrione di una storia!

“Twitter†ci permette di balbettare qualche parola, un’idea forse, e di cambiarla immediatamente!
Gli illustratori scelti fanno lo stesso.
Partecipano allo stile della globalizzazione scarabocchiando a malapena dei personaggi senza metterli in scena, sarebbe a dire senza voler creare delle tensioni, degli accordi o delle rotture tra di loro: gli artisti non si preoccupano di essere interpretati da giovani lettori e dai loro genitori.
Non c’è né suono, né silenzio, solo dei rumori disordinati.
Una lettura elementare senza alcun mistero. Questo vuol dire che in un mondo di comunicazione istantanea, non si ha più tempo di guardarsi attorno, di riflettere, di raccontare una storia personale, quella della propria tribù?

Katie Oberwelland, Allemagne

Io adoro l’Art Brut, il vero ( e tutto ciò che non somiglia ai miei disegni!), ma ciò che passa qui per illustrazione di libri per l’infanzia, immagini per albi in preparazione, non è che la ripetizione senza frontiere di segni mal posti, senza alcun significato. Senza emozione, poco leggibili, e, soprattutto, senza alcuna idea.
“Brain dead†come si dice dalle mie parti. E perdonate l’uso dell’inglese: è la sola lingua ufficiale della Fiera, il francese non esiste più. In nessun colloquio, nemmeno al Café des Artistes.
E pretenziosi, oltre tutto, poiché tutti i concorrenti sperano di essere pubblicati e letti da questo giovane pubblico che cerca delle risposte alle domande essenziali che si pone.
Date queste immagini scarne a dei bambini normali: gireranno le pagine, per essere educati, ma non ci si ritroveranno. Si domanderanno soprattutto, chi sono questi adulti che sono furbi solo quando dirigono le banche e che, da artisti, seguono una moda rapidamente superata.
Si può adottare questo stile o quello, che importa se non si ha niente da dire?
Che solitudine, che disperazione sono imposte ai bambini.

Leire Salaberria, Spagna, Mostra Illustratori 2012

E chi è responsabile di questo disastro annunciato? La Crisi, si dice. Da 30 anni si trascura l’insegnamento delle arti nella scuola primaria, è vero. Da quando ti dicono che un cavallo non può essere blu, né il cielo rosso, sei fregato!
E le cose non migliorano, malgrado gli sforzi di Google Art Project, la tendenza nei paesi sviluppati, è di tagliare i fondi destinati all’educazione.
I ricchi spendono fortune per riempire le loro collezioni, chiave del loro potere sociale, consigliati da galleristi-conservatori-critici.
Niente per i bambini.
Poi le Scuole d’Arte: per quelli che hanno voglia di esprimersi con le immagini è una tappa necessaria.
È più facile convincere i genitori a pagare i corsi di arti grafiche e di design. Ma nella maggior parte delle Scuole Superiori, non si disegna che per caso e accademicamente e si va molto presto verso il computer: non si insegna come mettere in scena una situazione, come studiare un personaggio.
Il risultato della selezione di Bologna mostra che le storie che si vogliono fare leggere ai bambini sono frammentarie, senza conseguenza alcuna che brillare per 5 secondi come lucciole impazzite.

Le tendenze espresse in Fiera sono adottate dagli altri responsabili di questo malessere: gli Editori.
Oppressi dai bilanci finanziari, non hanno più voglia di sfidare il torrente.
Volete carta colorata e scenette di vita di tutti i giorni? Ne avrete: il mio cane si è fatto rubare la palla (A ball for Daisy di C.Raschka) premio Caldecott 2012.
Non sono l’unico ad inquietarmi: “Abysmal!…†ruggì Sendak quando lo si interrogò in TV sull’Editoria nel suo paese. E la direzione della Fiera dovrebbe essere molto inquieta, mentre si appresta a celebrare i 50 anni della sua esistenza, il prossimo anno.

Ci si può andare e sperare di vendere delle coedizioni, ma ci fu un tempo in cui i professionisti di tutto il mondo ci andavano per mostrare libri originali, che si potevano tradurre, perché le loro storie erano forti, bizzarre anche, erano il riflesso della società. E loro erano felici di condividere le loro esperienze di vita per qualche giorno con altri editori. Oggi non resta che grana (soldi) e polvere.

Conosco una Art-director che ha visto anche lei questo famoso catalogo. Me l’ha restituito pochi minuti dopo. Cercava da settimane un illustratore per una raccolta di poesie: ha scelto Ayano Imai dal Giappone, che ha scoperto in questo volume. Ci ho anche visto i disegni di due o tre Iraniani, piuttosto saggi; d’Ali Su di Taiwan, di un’arte naïf graziosamente colorata, e ho rilevato che Eun-Young Cho, la giovane coreana di cui abbiamo presentato LA COURSE su Ricochet, non avrebbe dovuto accettare che si riproducesse quel disegno in copertina.
Illeggibile. Dimenticato.

Etienne Delessert
FINE

Vai al post La Mostra illustratori, Cosa è, come funziona.

La traduzione è stata fatta da  Luisa N. sul forum delle FDL, che l’anno scorso ha ospitato il dibattito.
Un’altra accesa discussione era partita sul profilo facebook dei Topipittori, qui, ed era intervenuto anche Delessert.
Sul blog Gavroche trovate delle immagini della Mostra 2012
Sul sito di Ricochet quelle scelte da Delessert per illustrare il suo post.