Lorenzo Mattotti, “Il trionfo del colore” (documentario). Con sottotitoli in italiano

29 Gennaio, 2013

AGGIORNAMENTO 29/2/2013: SOTTOTITOLI ATTIVI!

Tutto il testo del video è stato tradotto da una magnifica e generosa equipe improvvisata di lettori (vedere nei commenti). Poteri strabilianti della rete. Grazie a: Gioia Marchegiani, Lucia Calfapietra, Laura Fanelli, Luisa N., Valeria, Sylvie!

Ora ho inserito i sottotitoli nel video. Se non compaiono automaticamente, andate sulla pagina youtube e cliccate sulla piccola icona a “libretto” (la prima a destra nella barra sotto il video), e scegliete: Sottotitoli italiani.
Nota: bisognerà trovare il modo di fare crowdsourcing anche per l’inserimento dei sottotitoli, perché mi ha preso molte ore.

31 Risposte per “Lorenzo Mattotti, “Il trionfo del colore” (documentario). Con sottotitoli in italiano”

  1. 1 Gioia
    24 Gennaio, 2013 at 12:26

    00:27/02:05

    Voilà qui c’e’ il blu e il violetto e io metto il giallo e l’arancione e il contrasto complementare dona la luminosità all’immagine.
    La luminosità è data da piccoli dettagli. E’ tutto un gioco, ci sono dei momenti magici, che si hanno tutti i colori da posto e allora si prende l’arancione e si comincia a dare la luce al disegno e tutto comincia a brillare

    C’era un illustratore francese, che lavora in Italia, che dice:” E’ il momento in cui il colore comincia a cantare.”

    Qui entriamo dentro il mio atelier personale
    Quello è lo spazio per la pittura.
    Per ora è molto pulito ma devo trovare il coraggio di sporcare e cominciare a dipingere.
    Per ora lascio tutti i muri bianchi perchè questo mi distende molto la vista
    Ho gia tante immagini nella testa
    Preferisco lasciare tutto molto pulito
    Questo mi riposa molto….lo sguardo.

    ….

  2. 2 Anna Castagnoli
    24 Gennaio, 2013 at 13:20

    Grazie mille Gioia. Avanti il prossimo! Io mi ci metto nel week end

  3. 3 luisa n.
    24 Gennaio, 2013 at 16:07

    02:06/4:02

    Ho appena finito di illustrare una storia di 24 pagine: “Dopo il diluvio” che farà parte del libro di racconti: “Lettere da un tempo lontano”.
    Questa storia l’ho realizzata con Gabriella Giandelli e parla di una donna che deve prendere l’aereo per ritrovare il suo compagno, ma l’aereo è bloccato perché c’è una migrazione di granchi da una parte all’altra dell’isola
    A causa dei cambiamenti climatici, questa invasione è enorme.
    Il rosso, che si vedrà per tutta la storia, diventerà il simbolo di questa drammatica presenza.

    Spesso, quando lavoro, appendo le tavole delle sequenze al muro, per vedere come risultano, per vedere il ritmo della narrazione, per vedere se ci sono “buchi” nella narrazione, nel disegno…
    ..e questo mi permette di controllare cambiamenti di colore e contrasti troppo forti, se l’oggetto ha delle incoerenze, se ci sono errori nella melodia che ho in testa.

  4. 4 luisa n.
    24 Gennaio, 2013 at 20:49

    04:03/05:29
    Il colore mi permette di dare maggiore rilievo ai rapporti spaziali: ecco questo ritmo dei gialli con le linee orizzontali e, dopo, per dare profondità, i verdi, gli spazi, una sorta di scacchiera e, a poco a poco, ti accorgi che una storia acquista una tonalità.
    A volte lo decidi prima.
    Per esempio, con Fuoco, c’era questa idea che il rosso diventa il simbolo delle emozioni forti, della distruzione delle strutture razionali, tutto è energia.
    Voglio soprattutto che il lettore arrivi ad apprezzare l’astrazione attraverso un cammino.
    Quando disegnavo Fuoco, volevo che si arrivasse ad accettare una tavola completamente astratta senza che il lettore se ne accorgesse: ed era il momento delle nuvole, della terra… c’è il sentimento dell’attesa della distruzione.

  5. 5 Valeria
    24 Gennaio, 2013 at 21:28

    05:29 / 06:32

    Il colore non è come il suono di uno strumento, è piuttosto una sinfonia, sono tanti strumenti che devono mettersi insieme : il rosso , il blu, la profondità,
    Sono tante mani che devono trovare tra loro una sorta di armonia può essere anche una dodecafonia. In Dr. Jekill e Hide è programmato che ci sia una sorta di isteria colarata in partenza.
    Il verde acido, il rosso, l’arancio, il violetto, doveva venir fuori questa schizofrenia colorata, violenta.

  6. 6 Anna Castagnolil
    24 Gennaio, 2013 at 22:33

    Ma che equipeeeee!!!
    Domenica monterò il testo.
    Il pubblico italiano vi sarà grato, Mattotti anche.
    Che cose magnifiche che permette la rete.

    Chi si fa sotto? Anche se non è perfetta la traduzione non importa, la limo poi io. Una base è comunque utilissima: avanti!

  7. 7 Sylvie
    24 Gennaio, 2013 at 22:44

    6:38 – 8.47

    Spesso le mie storie sono dei viaggi anche iconografici, Caboto era il mio itinerario dentro la pittura spagnola
    di questo periodo
    Caravaggio, mi ha influenzato molto
    Tutta questa pittura ha dietro una specie di giallo e così ho deciso di dare a tutte le immagini uno strato di beige che dava questa idea un pò antica
    Il colore è sempre un’ avventura
    Questa è la mia prima striscia, le facevo da solo
    Erano delle piccole barzellette, vedi?
    Comunque era interessante, credo, per imparare il ritmo della narrazione del testo
    di fermarsi, di ricominciare
    Era il linguaggio della piccola striscia
    Era la storia di un piccolo mago che non riesce mai a fare la sua magia
    Credo sia un quaderno che abbiamo fatto io e mio fratello maggiore
    disegnavamo insieme, si chiamava “disegnini” che vuol dire piccoli disegni
    Il mio insegnate impazziva per il disegno, era lui che ci obbligava
    Vedi il modo di usare la matita, un più calcato, un pò più spesso
    Questo mi ha sempre molto influenzato
    Questo l’ho fatto io, la tecnica della matita era già un pò più avanzata
    Non so quanti anni avevamo, credo 8 o 9 anni
    Credo che si la sola tecnica che ho imparato.

  8. 8 Sylvie
    24 Gennaio, 2013 at 22:50

    Vi propongo la correzione solo di un errore di comprensione altre cose sono secondarie abbiate pazienza se mi permetto ma giusto perchè se no la frase non ha senso:

    00:27/2:05
    La luminosità è data da piccoli dettagli. E’ tutto un gioco, ci sono dei momenti magici, IN CUI ABBIAMO TUTTI I COLORI PIATTI

  9. 9 Sylvie
    24 Gennaio, 2013 at 23:12

    8:49 /10:04

    All’inizio mi innamoravo ogni volta di un illustratore diverso

    Dopo negli anni 70, soprattutto la scuola sudamerica

    E’ incredibile ma non riesco mai a decidermi per una storia mia
    Perchè è un esperienza lunga che si comincia
    bisogna decidere bene con chi si ha voglia di condividerla
    con che storia si ha voglia di condividere uno o due anni di lavoro
    Ho lavorato con degli sceneggiatori che erano anche degli amici
    Per esempio Kramsky è quasi un fratello,
    con lui credo che abbiamo toccato un pò tutte le possibilità di rapporto tra sceneggiatore ed illustratore
    Prima disegnavo e poi lui scriveva
    Ho provato a lavorare con altri sceneggiatori un pò alla stessa maniera.

  10. 10 luisa n.
    25 Gennaio, 2013 at 9:04

    10:00/12:04

    Ho fatto molte storie sulla paura,credo che tutte le mie storie siano sulla paura di vivere e di affrontare la realtà, come un ostacolo interiore.
    Ne “Il rumore della brina”, c’è la paura di una relazione con una donna che vuole avere un figlio.

    Ho sempre aggiunto il testo, dopo, ed è un po’ una magia, come aggiungere il sonoro ad un’immagine.
    Il testo diventa il sonoro.

  11. 11 luisa n.
    25 Gennaio, 2013 at 9:23

    ooops, non ha inserito nel commento precedente le parti virgolettate. Le reinserisco qui:
    10:25/12:04

    -La pelle mi bruciava e Alice mi disse: ‘Vorrei avere un bambino date, Samuel’. Me lo ricordo bene: in quel momento il rumore ha invaso la mia testa…’

    -Le parole di Alice sono state come una chiave, l’utensile perfetto destinato ad aprire la gabbia dove, fino a quel momento, avevo conservate, rinchiuse, nascoste, sotto controllo, tutte le mie paure.-

    -E la paura, l’ho presto scoperto, è una sorgente fertile di meccanismi di tortura.-

    Ho sempre aggiunto il testo, dopo, ed è un po’ una magia, come aggiungere il sonoro ad un’immagine.
    Il testo diventa il sonoro.

    -Prima di partire, Alice mi ha detto qualcosa che rimpiango di non aver potuto né saputo ascoltare. Non ho potuto, non ho saputo, a causa del rumore. A causa della paura.-

    -Dopo un anno di solitudine e di silenzio, assenza del suo corpo, assenza delle sue parole, assenza del suo desiderio, assenza dei miei rumori, latenza delle mie paure, ho ricevuto una lettera di Alice.-

    -La lettera di Alice arrivava da un paese lontano, molto lontano. Sono andato a prendere un atlante.-

    -Nella lettera, Alice non mi diceva ‘Vieni’, non mi diceva ‘Ti aspetto’, non diceva ‘Voglio vederti’.-

  12. 12 Lucia Calfapietra
    25 Gennaio, 2013 at 11:33

    12,05/14,00

    Quando devo passare al colore, passo allora alla carta Fabriano, sono ormai 30 anni che utilizzo sempre la stessa carta perche è molto stancante come carta, bisogna spingere molto, faccio molta ginnastica con le braccia. Ma il fatto che è rugoso, granuloso mi permette di prendere molti colori, posso prendere molta più superficie, una stratificazione del colore.

    C’è una specie di rito, che mi permette di entrare lentamente nel soggetto, le matite colorate sono interessanti per questo , e ho sempre questa sensazione, quando si fa corpo di donna, il viso, quando si fa il profilo, gli occhi, si ha sempre la sensazione di accarezzare qualcosa di vivo.
    È un posto dove subito vedo che c’è della luce, con la tempesta o (parola che non capisco), può diventare un punto dove la luce… un punto di attrazione.

  13. 13 Anna Castagnolil
    25 Gennaio, 2013 at 18:05

    Laura Fanelli sta traducendo dal minuto 14 al 16.
    Chi va avanti oltre il 16?
    Ci possiamo coordinare sulla mia pagina facebook…

  14. 14 Laura Fanelli
    25 Gennaio, 2013 at 18:18

    Questo è un colore che io adoro ma è molto difficile da stampare, è quasi un colore che non esiste al computer, negli scanner.
    Quando ero giovane ero affascinato dal futurismo, sottolineavo tutto il tempo il fatto che c’era del movimento. Il movimento deve essere nelle forme, deve avere come una tensione ma ferma, l’idea è come se debba sempre partire ma deve essere completamente fermo.
    In questo disegno avevo come l’idea che dietro ci fosse più ombra e che questo fosse nero ma niente di più, le possibilità si scoprono poco a poco.

    Uscendo dal muro (credo dica così) si ritrova in una casa vuota piena di cose e scopre dei vecchi dischi che lui ascoltava e questi dischi nella nostra testa erano di Nick Drake

  15. 15 Laura Fanelli
    25 Gennaio, 2013 at 18:21

    scusate ho dimenticato di indicare i minuti tradotti:

    14:00/16:00

  16. 16 luisa n.
    25 Gennaio, 2013 at 23:10

    16:00/21:06

    E l’atmosfera è come un addio all’adolescenza, la capacità di aprirsi a nuove vite.

    Ne , per esempio, c’era una sorta di atmosfera di concentrazione (…)

    Questa specie di saltelli che danno l’idea del viaggio

    La sensibilità e le immagini cambiano al variare della musica. Soprattutto la sensibilità del colore.
    Il colore è molto interessante e il suo fascino, infinito… tu cominci con uno strato e poi basta mettere un altro strato e comincia a cambiare l’atmosfera: allora, prima può essere la luce del giorno, se metti un po’ di rosa diventa più morbida, se metti del blu diventa più fredda e ascoltando la musica classica, che è talmente sensibile e leggera nelle variazioni, tu ti pio i perdere nelle variazioni del colore. Se ascolti musica espressionista o rock, ti fa sprigionare un’energia forte e là tu otterrai altre cose.

    Questo è la stratificazione, tu hai già messo tanti colori, il blu, il marrone e potrei aggiungere altre trasparenze col pastello…

    Questo dà all’azione un’atmosfera intima e disperata:è come se questo amore potrebbe non continuare, nella testa dell’uomo. Ma se mi sbaglio…
    Bene, per il momento, ci fermiamo. Si va a mangiare.

    21:07/fine

    Sono dei diari intimi (?), ma a poco a poco sono diventati degli acquerelli.
    Non sono mai obbligato a fare una cosa bella.
    Bisogna che una cosa sia vera.
    E ci sono dei temi che poi magari riprendo. Ne faccio dei dipinti o dei fumetti… ci sono dei percorsi che poi riprendo e sviluppo.

    Una volta ho trovato questo tema: due corpi nell’acqua che fanno l’amore.
    E’ una delle prime volte che ho trovato un tema intrigante: non finiva mai, nella mia testa, mi dava sempre la possibilità di esplorare. E in seguito, lo stesso metodo, l’ho sperimentato ne “Le Camere”, dove ci sono sempre dei corpi, ma in un letto. Una ragazza e un ragazzo. Prima li ho disegnati con le matite colorate, dopo ho cominciato a fare un pastello, dopo l’acquerello.
    C’è la narrazione dei corpi, ma anche della materia. La materia che si destruttura, che diventa linee, pennellate, diventa “altro”.

    Probabilmente, il legame di tutto questo col fumetto è la narrazione: la figura evoca il racconto, ma regala una grande libertà a chi guarda.

    C’è il disegno, ma dopo, ne resta solo una traccia: come se dopo un cataclisma, una bomba nucleare ferma l’impronta sul muro.

    Il fumetto nutre la pittura.
    L’esperienza della pittura nutre anche, con evidenza, il fumetto. Ma a volte, facendoci caso, mi son detto:- Ah, questo è un buon tema da sviluppare in pittura.
    Là non sono obbligato a seguire un’armonia con le altre tavole.

    Credo che in questi quadri si senta molto l’influenza del mio amore Giotto: le tradizioni storiche culturali italiane.
    I cieli, gli spazi, le superfici blu e i corpi che sono là come (…) è una magia che mi ha molto influenzato.

    La pittura l’ho sempre toccata (?) Ho sempre avuto paura della tela.
    Dialoga col fumetto.

    Forse in futuro arriverò ad avere la forza di fare un’esposizione dove si sviluppa una storia attraverso i quadri.
    Questi dipinti che costruiscono una storia, la stessa atmosfera che si potrebbe avere al cinema: entri in una stanza e vedi dei quadri che ti raccontano una storia, ma con la forza della pittura.

    Questo può essere un sogno co una evoluzione singolare.

  17. 17 Anna Castagnolil
    25 Gennaio, 2013 at 23:50

    TRADUZIONE FINITA!

    Miticheeeee!!
    In un solo giorno e senza accavallarvi, con una grazia degna di un quartetto mozartiano avete tradotto tutto. Firmerò i sottotitoli con “La fantastica banda di traduttori di LeFiguredeLibri”.

    Ora ho scoperto che montare i sottotitoli è un gran casino, ma domani e domenica mi ci metto con pazienza.

    Lorenzo Mattotti mi ha scritto ringraziando per il prezioso servizio.
    Gioia, Lucia, Laura, Luisa, Valeria, Sylvie, grazie mille, mille volte!
    Non ci ferma più nessuno. :)

  18. 18 paolo
    25 Gennaio, 2013 at 23:54

    Questo è un vero blog. Le altre sono pallide imitazioni. E il merito è tutto vostro: Anna è la scintilla, ma il fuoco lo fate voi.

  19. 19 Lucertola
    26 Gennaio, 2013 at 10:08

    Grazie Anna e grazie a tutte!

    E che arricchimento poter leggere tutto d’un fiato quanto ha detto in questa (coloratissima) mezz’ora.

  20. 20 Valeria
    26 Gennaio, 2013 at 10:47

    :-) ragazze bravissime..io ho tradotto un misero minutino…

  21. 21 semola
    26 Gennaio, 2013 at 11:45

    Mattotti è un mito, fin da quando lo leggevo in bianco e nero e riuscire a capire tutto quello che ha detto è una meraviglia.
    Grazie a tutti.

  22. 22 Melissa Giannasi
    26 Gennaio, 2013 at 13:39

    Grazie mille a tutti per i sottotitoli (de una ragazza Australiana.) Attualmente sto imparando italiano e penso che i Sottotitoli molte utile .

    Grazie Anna per il documentario, é meraviglioso e interessante. Ho scoperto le opere de Mattotti l’anno scorso. Sono molta ispirata

    a presto

    Melissa

  23. 23 Enrica S.
    26 Gennaio, 2013 at 18:41

    Un grazie di cuore a tutte voi per la traduzione di questo meraviglioso video.

  24. 24 luisa n.
    29 Gennaio, 2013 at 17:47

    @ Anna: I nomi mancanti dei disegnatori della scuola sudamericana sono: Munoz e Sampajo.

    Mi sono divertita molto a partecipare a questa traduzione collettiva, un piccolo contributo per il prezioso lavoro che curi costantemente a vantaggio di tutti.

  25. 25 americo
    29 Gennaio, 2013 at 20:05

    Ciao Anna,
    bellissimo questo video… ho visto diverse volte. I riferimenti che Mattotti, al 09:07, fa a dei fumettisti sudamericani le trovi qui… una scheda su Muñoz e Sampayo:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Antonio_Mu%C3%B1oz

    Un forte abbraccio!

  26. 26 Anna Castagnoli
    29 Gennaio, 2013 at 21:10

    Grazie Americo, grazie Luisa e grazie a tutti!
    E’ stato un ottimo lavoro di corwdsourcing e l’ennesiam prova del potere fantastico della rete sociale.

    Ora diffondete il video per la gioia di tutti i fan italiani di Mattotti che non parlano francese :)

  27. 27 Gioia
    29 Gennaio, 2013 at 22:38

    E’ stato un gesto spontaneo, quasi istintivo. MI sembrava strano farne solo un pezzo di traduzione, ma invece è proprio così che doveva andare!
    Finire dove un ‘altro inizierà. Davvero una bella sensazione.
    @Anna sapevi che sarebbe successo quando lo hai chiesto?
    Prodigi e pregi del web!

  28. 28 Anna Castagnoli
    30 Gennaio, 2013 at 8:20

    Gioia cara, ero sicura di qualche risposta ma non di una tale velocità! Mi ha sorpreso anche la perfetta coordinazione.
    Mi è sembrato magico che nessuno si sia accavallato, dal momento che il flusso non era coordinato e che nessuno sapeva quanti stavano traducendo nello stesso momento.

    Un proverbio cinese dice: “Se non hai fiducia nel popolo, il popolo non sarà affidabile”.
    Mi sembra un bel monito :)

  29. 29 illustrAutori
    1 Febbraio, 2013 at 22:06

    Complimenti a tutti, ho segnalato il vostro splendido lavoro sulla pagina di FdC…

    http://www.facebook.com/pages/Fumo-di-China/231854643526638

    Anch’io mi innamoro ogni volta di un illustratore diverso… come di questo blog ;-)

  30. 30 Rebecca
    2 Febbraio, 2013 at 18:49

    Anna sei semplicemente UNICA, Lorenzo Mattotti pur essendo italiano parla in francese rendendo incomprensibile, per me italiana, ogni suo pensiero, ma tu sei andata oltre. GRAZIE

  31. 31 illustrAutori
    4 Febbraio, 2013 at 21:54

    E anche il buon Boschi vi ha segnalato sul suo superblog…

    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2013/02/willem-e-mattotti.html

    ancora complimentissimi a tutti!