Beatrice Alemagna, esce: “La gigantesque petite chose” (video intervista)

7 Novembre, 2011

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E’ uscito da poco (ho avuto la sorpresa di riceverlo in regalo!) La gigantesca piccola cosa (in Italia lo ha pubblicato Donzelli), l’ultimo libro di Beatrice Alemagna. Un libro molto grande, potente, su uno dei sentimenti più delicati, preziosi ed effimeri dell’essere umano.
Ma lascio a Beatrice Alemagna, alle sue parole precise, raccontare come è nata l’idea del libro, quale è il suo senso. Nell’intervista (fatta dalla libreria Mollat), potete anche ammirare degli originali del libro, e qualche dettaglio del magico studio dell’artista. Vi ho tradotto maldestramente il testo in italiano…non è facile adattare alla parola scritta le sfumature di una voce.

Video-intervista a Beatrice Alemagna:
La gigantesca piccola cosa
è un libro nato circa dieci mesi fa… normalmente ci metto, più o meno, sette o otto mesi a fare un libro.
Questo libro, in particolare, è stato molto difficile da scrivere, perché volevo parlare di questo sentimento -che non nominerò, lo lascio scoprire al lettore-, ed è uno dei sentimenti più “declamati” – possiamo dire così in francese?- uno dei più “raccontati”, “cantati”, insomma, è un sentimento di cui si parla molto. Non volevo cadere né nella banalità né nel sentimentalismo. Quello che è stato molto difficile, è stato riuscire a trovare “il tono”: non volevo essere brusca, ma non volevo soprattutto essere mielosa. Ho passato circa sette mesi a togliere, togliere, togliere tutto quello che avevo scritto all’inizio. Era un testo molto consistente ed è diventato sempre più essenziale e sintetico.

Quando mi domandano quale è il mio lavoro non rispondo autrice o illustratrice, preferisco dire che faccio dei libri, e non dei libri per bambini… dico che faccio dei libri illustrati, perché non penso che per il solo fatto di fare dei libri grandi, con la copertina rigida, con delle immagini, che ci si indirizza in particolare ai bambini… Penso che (l’album) possa comunicare qualcosa, quando abbiamo bisogno di esprimerci… L’album è la mia espressione. Faccio dei libri senza domandarmi se piaceranno ai bambini, o agli adulti, a chi piacerà… Faccio libri per diverse ragioni: a volte è una necessità per me, altre volte ho bisogno di lusingare il bambino che è in me…E nel caso di questo libro, è che ho sentito per la prima volta il desiderio di trattare questo sentimento… E’ una fase particolarmente felice della mia vita, ed è vero che questo libro è un po’ autobiografico.
Mi hanno detto che è un libro gioioso, ma anche molto nostalgico. Penso che questa nostalgia esiste perché, semplicemente, parlo di qualcosa che attraversa la vita, le persone, e che ovviamente, a un certo punto, svanisce. Ma se ne va per ritornare, per questo è così affascinante.

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La gigantesque petite chose, Beatrice Alemagna, particolare, Autrement 2011

Facendo questo libro ero davvero in uno stato di pace, serenità… e ho avuto voglia di fare delle grandi immagini, grandi campiture di colore, mostrare degli spazi grandi. Ci sono immagini dove si vedono paesaggi che sono per me sinonimi di gioia, serenità. Vediamo personaggi con ognuno il loro modo di addomesticare, vivere o conoscere questo sentimento… e ognuno lo fa a suo modo, può durare un minuto, come per il signore con l’ombrello, o la signora con il suo coccodrillo a fianco. Può essere tristezza, o ancora nostalgia. Può essere la pace completa del neonato tra le braccia della mamma… Ma più spesso è la fugacità che ho voluto evocare, l’aspetto effimero di questo sentimento.

Rispetto ai quadri, all’estetica del libro, ho voluto cercare una scrittura un po’ nuova (anche se penso che mi si possa riconoscere facilmente)… una sorta di sintesi tra Un lion à Paris e Jo singe garçon. In Un lion à Paris c’erano dei campi molto pieni, ricchi, sulla vita di Parigi, con molto collage, e molte immagini urbane, e in Jo singe garçon, all’opposto, c’era molto vuoto. In questo libro ho cercato di trovare un compromesso: ci sono parti molto ricche e altre dove il disegno sfuma, quasi scompare. Sono contenta, perché in qualche modo ho re-inventato qualcosa, e ho sempre bisogno di inventare, per emozionarmi, scoprire… per avere delle emozioni.
Penso che se non provo emozioni, è difficile poi poterle dare.

La gigantesque petite chose
Beatrice Alemagna
Un grande album sul sentimento più prezioso ed effimero
17,10 euro

11 Risposte per “Beatrice Alemagna, esce: “La gigantesque petite chose” (video intervista)”

  1. 1 Rossana Taormina
    7 Novembre, 2011 at 9:28

    Beatrice Alemagna è una delle mie preferite per quello che dice e per come lo dice…

  2. 2 zucca
    7 Novembre, 2011 at 11:00

    che creature pazzesche gli illustratori veri. BA pour la vie!

  3. 3 IllaT
    7 Novembre, 2011 at 11:38

    sembra magnifico questo libro… la copertina é stupenda, e il contenuto dev’esserlo anche di più :)

  4. 4 mara
    7 Novembre, 2011 at 11:48

    ho visto il libro nella vetrina della bellissima libreria Tropismes a Bruxelles e sono entrata subito a comprarlo ( tra l’altro alla fine sono uscita anche con “le moindres petites choses” di Anne Herbauts e ho trovato la cosa buffa perchè i libri sono diversissimi ma sfiorano dolcemente e delicatamente temi simili e lo so che è completamente fuori tema ma consiglio anche questo libro a tutti).

    Il libro di Beatrice ̬ meraviglioso, continuo a sfogliarlo e a non riuscire a decidermi su quale sia la mia tavola preferita Рforse quella con i palloncini? o quella della vecchia signora?..

    Grazie di averne parlato e di questa bella intervista!

  5. 5 Angela
    7 Novembre, 2011 at 15:47

    Che cosa straordinaria avere la testa (e le mani) di Beatrice Alemagna… invece devo accontentarmi di quelle di Angela :-(

  6. 6 Anna Castagnoli
    7 Novembre, 2011 at 20:02

    Cara Angela, c’è una storiella ebraica molto carina.
    Un rabbino di nome Samuele si strugge tutta la vita perché le sue azioni e i suoi pensieri non sono grandi come quelli del patriarca Abramo. Al momento della morte confida ad un altro rabbino di aver sprecato la sua vita, perché non è riuscito ad essere come Abramo.
    Il rabbino che ascolta scuote la testa e gli dice: – è vero, hai sprecato la tua vita, e ti verrà chiesto conto. Ma ti sbagli sulle ragioni della tua tristezza: sappi che Dio non ti chiederà perché non sei stato Abramo, ti chiederà perché non sei stato rabbi Samuele.

  7. 7 Cristina Storti Gajani
    7 Novembre, 2011 at 20:41

    Bella questa storiella Anna.
    Tu riusciresti a risollevare il morale anche ad un condannato a morte. :)
    Carina anche l’intervista e, immagino, il libro anche di più.

  8. 8 Evelyne
    7 Novembre, 2011 at 20:42

    Elle sera à Paris le samedi 19 novembre à la librairie Chantelivre à partir de 16h.

  9. 9 Chiara C.
    8 Novembre, 2011 at 16:50

    Grazie per l’intervista Anna, e grazie soprattutto per la storiella ebraica, una grande lezione di vita.

  10. 10 Ilaria Gandolfi
    8 Novembre, 2011 at 22:25

    Una sola parola, che le ripeto ogni volta che le scrivo ma mai abbastanza e che non mi stancherò mai di pronunciare.
    Grazie.
    Ilaria

  11. 11 Anna Castagnoli
    8 Novembre, 2011 at 23:39

    Grazie a voi! Senza le vostre orecchie/occhi attenti ed entusiasti questo blog non avrebbe senso. E’ un piacere reciproco.