Diventare illustratori: un percorso formativo è necessario?

19 Settembre, 2010

Molti di voi mi chiedono in privato quale percorso formativo scegliere per diventare illustratori di album per bambini. E’ indispensabile frequentare una scuola di illustrazione? Uno o due corsi estivi sono sufficienti?

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Oggi i corsi brevi, le scuole e i master di illustrazione si moltiplicano, offrendo prodotti diversificati, costi e tempi a volte onerosi. Informazioni sulle scuole principali in Italia e all’estero potete trovarle su internet, sul forum delle  FiguredeiLibri, o sulla pagina dei link di questo blog, relativa alle scuole.
Rispetto a che tipo di scuola scegliere, non ci sono consigli capaci di sostituirsi al buon istinto che ciascuno di noi ha per seguire la propria strada. Premesso questo, vorrei lo stesso darvi qualche indicazione di massima.

SPESE E GUADAGNI
Di illustrazione “pura”, almeno in Italia, non si vive. Potete leggere su il Corso Base di Economia del Picture Book quanto guadagna un illustratore: le stime sono deprimenti. Pochi illustratori, e bravissimi, smentiscono queste statistiche e vivono di soli libri illustrati. Altri affiancano al mestiere di illustrare album: laboratori, corsi, conferenze, insegnamento, illustrazione scolastica, illustrazione per la stampa e le riviste, un “mestiere vero”, o altri mestieri vari, e sovente stentano comunque.
Investire molto tempo e molto denaro per una scuola di illustrazione è quindi una scelta che non viene ripagata da un immediato ritorno sull’investimento (salvo eccezioni). Questo è importante da mettere in conto.

TEMPI
Si usa dire, tra illustratori, che per arrivare a pubblicare il primo libro, ci vogliono almeno “tre saloni, intendendo con questo tre anni intervallati da tre Saloni del Libro di Bologna; anni in cui si impara il linguaggio del libro illustrato, si raffina il proprio stile e si trova la propria tonalità espressiva. Questa gavetta, spesso, spetta anche al giovane appena sfornato da una scuola d’Arte, a meno che questa non sia proprio specifica sul linguaggio dell’Illustrazione per Album Illustrato (vedi master come: Fabbrica delle Favole, Mi Master e corso di Illustrazione e Fumetto dell’Accademia di Bologna: in questo caso penso che i famosi tre anni possano venir inclusi nel percorso formativo delle scuole).
Da quando si pubblica il primo libro, a quando si inizia a mantenersi con le royalties, possono passare altri tre anni o dieci, dipende da molte cose (velocità di produzione, numero delle vendite, fortuna, talento, etc).

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FARE O NON FARE UNA SCUOLA SPECIALIZZATA?
Vi premetto una cosa che penso (ma non è detto che sia vera!). Più che un mestiere, l’illustrazione, è un destino. Se siete illustratori verrete fuori, con o senza scuole, sapendo o non sapendo disegnare. Per cui qualsiasi cosa fate e farete, non vi preoccupate, non state sbagliando strada.
Se non siete illustratori, invece, potete fare una dozzina d’anni di scuole specializzate, forse riuscirete anche a pubblicare un paio di libri con piccole case editrici, ma difficilmente “uscirete”. Come sapere allora, quando si è alle prime armi, se si sta buttando via tempo e denaro, o no? Semplice. Non lo si può sapere. Incoraggiamenti di zie e amiche non valgono un tubo. Qualche idea:

  • – Fatevi un Salone di Bologna e raccogliete le prime reazioni di editori e addetti ai lavori, fidatevi di loro.
  • – Fate un corso di illustrazione estivo con qualche grande maestro e chiedete un consiglio spassionato a lui/lei.
  • – Partecipate ai concorsi di illustrazione: se venite selezionati, può essere già un primo buon segno.

Certo che una scuola lunga aiuta, ma se l’investimento è buono, credo dipenda molto dall’età, da che formazione precedente avete fatto e da quanti soldi avete.
Se avete appena finito un Liceo Artistico  o una Scuola d’Arte e siete sicurissimi di poter fare un mestiere con cui non vi potrete probabilmente mantenere per alcuni (forse molti) anni, una scuola  specialistica può essere quello che fa per voi. Di sicuro vi darà tutti gli strumenti necessari per imparare quest’arte (se poi non siete portati, nemmeno la migliore scuola basterà).

Se avete appena finito un liceo scientifico o classico, e per qualche misteriosa ragione volete diventare a tutti i costi illustratori, vi chiedo: siete sicuri di averne la stoffa? Siete proprio sicuri che questo mestiere è quello che fa per voi? Io, avessi una figlia di 19 anni che vuole fare illustrazione per album, e dovendo pagarle gli studi, la indirizzerei verso una scuola più generale, un’Accademia, una Scuola d’Arte Superiore, o, se fossi molto ricca, una Scuola d’Arte all’estero, come la Emile Cohl di Lione o la scuola d’Arti Decorative di Strasburgo (entrambe con esami di ammissione molto selettivi). Perché? Perché una volta imparato bene a disegnare, una volta imparata la comunicazione, alcune nozioni di grafica, per diventare illustratori basta poi poco. E intanto si sono apprese altre forme di espressione, e si è approfondita la propria vena creativa in diversi ambiti, e forse si è scoperto che si vuole fare i ceramisti.

Se avete finito un’università di medicina e scoperto che non volete fare il medico ma illustrare libri, se avete fatto la mamma e a 38 anni aprite il cassetto e trovate il vostro antico sogno di fare libri ancora vivo, prima di investire tempo e denaro in una scuola di uno o due anni, qualche corso estivo può aiutarvi a capire se siete portati e se davvero vi interessa questo mestiere.

In ogni caso, qualsiasi scuola, corso o non corso che farete, sia che diventerete illustratori, che no, non sprecherete tempo. Forse un po’ di soldi, ma non il tempo. Di recente ho sentito dire che l’unico tempo sprecato è quello in cui ci si dimentica di essere contenti di avere del tempo. Il resto è esperienza, e ogni esperienza aiuta a crescere, positiva o negativa che sia.

Ecco, queste sono le mie personalissime, e sicuramente opinabilissime, considerazioni sulle scuole. Basate solo sulla mia limitata esperienza in questo campo. Quindi, prendetele con le pinze. I cammini sono infiniti. Lo spazio c’è. Dovete solo capire se l’illustrazione per voi è un bellissimo hobby o se volete davvero (siete testoni eh?!) farne un mestiere. E poi, crederci.

22 Risposte per “Diventare illustratori: un percorso formativo è necessario?”

  1. 1 irene
    19 Settembre, 2010 at 23:00

    quanto sono d’accordo Anna con quello che dici, però che triste, e che dura non poter campare facendo solo quello che ci piace. A volte mi scopro ad invidiare autori famosi solo perchè fanno quello che vorrei fare io. E invece io devo arrabattarmi tra mille lavoretti precari e dedicare al disegno i ritagli di tempo libero. Ma io non mollo. tzè. :)

  2. 2 Anna Castagnoli
    19 Settembre, 2010 at 23:22

    Brava, non mollare! Ci sono fior fior di illustratori, bravissimi, che fanno libri nei ritagli di tempo e hanno altri lavori.

  3. 3 Giorgia
    20 Settembre, 2010 at 8:46

    Tutto vero! Concordo con ogni parola scritta. Aggiungo che spesso ci vuole anche costanza (nel disegnare, nel proporsi, nel provare), perchè il destino a volte con una spintarella.. :)

  4. 4 Cinzia
    20 Settembre, 2010 at 9:43

    “Più che un mestiere, l’illustrazione, è un destino.”; “Se avete finito un’università di medicina e scoperto che non volete fare il medico ma illustrare libri, se avete fatto la mamma e a 38 anni aprite il cassetto e trovate il vostro antico sogno di fare libri ancora vivo, prima di …”
    Anna, per caso ci conosciamo? o leggi nel pensiero?
    Parole sacrosante. Mi rimane un dubbio: mi chiedo in continuazione perchè, visto che è chiarissimo che non sono una predestinata ne tantomeno ho del talento, continuo a sentire insistentemente la NECESSITA’ di disegnare,sento questo mondo come mio anche se non lo è. Se non lo faccio mi sento soffocare. Cosa ho di sbagliato?

  5. 5 Anna Castagnoli
    20 Settembre, 2010 at 10:16

    Cinzia cara, forse l’unica cosa “sbagliata” è che non credi in te stessa. Se ti piace così tanto datti degli strumenti per crescere!

    Io parlavo di “Illustrazione come mestiere” rispetto al discorso “destino”, ma nessuno vieta di fare dei bei libri e intento vivere bene di altro…

  6. 6 Laura
    20 Settembre, 2010 at 11:46

    Hai fatto un’analisi puntualissima e io non potrei essere più d’accordo.
    Quest’anno mi diplomo in illustrazione, alla bella età di 42 anni. Ma non spero certo di campare con questo. L’ho fatto soprattutto per imparare tecniche nuove e per acquistare fiducia in me stessa; in questo la scuola è stata utilissima. Anche in via trasversale, perché mi ha aiutata a trovare lo stile che oggi mi permette di vendere qualche quadro.
    Certo, per campare ci vuole altro.
    Ma ciò non toglie che si possa dedicare parte del proprio tempo a coltivare un sogno; se poi questo sogno dovesse ripagare anche in termini economici… bene. Altrimenti ci si sarà arricchiti un bel po’. E in questi tempi di morte cerebrale non mi sembra poco!!
    Buona pittura
    Laura

  7. 7 lucertola
    20 Settembre, 2010 at 14:09

    Sei un faro nella tempesta, cara Anna.
    Davvero!
    Quando la routine e le difficoltà e le insicurezze e…insomma, quando la mia vocazione artistica rischia di appannarsi tu hai la capacità di darmi fiducia senza tanti giri di parole.

  8. 8 Enrica
    20 Settembre, 2010 at 19:21

    Grazie Anna,
    condivido quello che hai scritto e anche i commenti ce seguono il post.
    Io sono vicina ai 50 e ancora credo nei miei sogni. Faccio un lavoro che non centra con la mia passione però, nei ritagli di tempo continuo a dedicarmi all’illustrazione e qualche piccola soddisfazione è arrivata…
    Ho fatto corsi estivi, che consiglio, perché per una settimana ti immergi tra colori, persone creative e la bravura /disponibilità dell’illustratore che hai scelto come insegnante. Mi hanno insegnato tanto.

  9. 9 marcella
    21 Settembre, 2010 at 11:09

    Posso aggiungere alla tua efficace analisi, cara Anna, due parole sui corsi organizzati dall’Associazione Illustratori?
    Ce ne sono a Milano e Ravenna, costano poco, durano un week-end. Servono ad avere informazioni su questioni fiscali e legali, consigli su come migliorare il proprio portfolio e la propria presentazione.
    Sono previsti incontri con editors e con illustratori molto conosciuti sia in Italia che all’estero.
    Sono utili per sperimentare tecniche pittoriche o digitali, per ragionare di progettazione, di “filosofia” e si conoscono artisti affermati e persone che nutrono le stesse passioni.
    Questo secondo me è un aspetto importante dei corsi, da non trascurare.
    Dai corsi, anche da quelli brevi, mi sono  sempre portata a casa un piccolo tesoro di emozioni, esperienze e relazioni umane.
    Il nostro è spesso un lavoro per solitari, ma la solitudine può diventare una zavorra. Un estroverso illustratore spagnolo, ad un corso divertentissimo organizzato a Macerata, ci spiegava che per avere successo secondo lui sono necessarie tre cose: parlare molte lingue, andare a molte feste, reggere l’alcool più degli editori. Forse non è un metodo utilizzabile da chiunque, e mi sembra di difficile applicazione in Italia, ma spiega abbasta bene che avere un capolavoro nel cassetto non basta…

  10. 10 Gioia
    22 Settembre, 2010 at 12:56

    20 anni fa iniziavo a studiare le tecniche per illustrare libri. Ad oggi non ho ancora avuto la gioia di vedere un mio libro pubblicato. Eppure non ho mai smesso di amare questo lavoro e tanti “prodotti” di questo lavoro fatti da altri che trovo talvolta davvero meravigliosi fino alle lacrime ( sia di gioia che di tristezza!).
    Nel frattempo posso dire di avere vissuto intensamente tante esperienze,legate o meno a questo lavoro, che mi hanno arricchita e mi danno oggi anche una maggiore maturità artistica. E questo accresce il piacere di mettermi ogni volta all’opera.
    Tutto serve . Ed e’ vero non basta una buona scuola come a volte ci promettono…
    Ci sono tante scuole, ogni artista è una scuola! Ma non solo. Anche solo sfogliare un albo illustrato può lasciare un segno prezioso dentro di se. Anche fare una passeggiata al mare o al centro di Parigi se ti piace! O ascoltare il racconto di un bambino.
    I bambini!
    Se le maestre fossero più rilassate e non sentissero forte il dovere di insegnare qualcosa ai bambini, imparerebbero da loro preziosi segreti e forse sarebbero delle bravissime illustratrici! :-)

  11. 11 Anna Castagnoli
    22 Settembre, 2010 at 22:35

    Grazie Marcella per le interessanti informazioni. Sono d’accordo: non li ho mai frequentati ma immagino che siano corsi molto istruttivi.

    E grazie Gioia per la tua testimonianza.

  12. 12 farncesca ferri
    23 Settembre, 2010 at 12:20

    Concordo con marcella ,se parliamo di mestiere servono informazioni su come funziona il mercato editoriale, e soprattutto come presentarsi in maniera professionale e non come dilettanti. Questo deve essere di complemento ad una formazione
    di base culturale che una buona scuola può dare. In aggiunta una buona dose di capacità comunicativa e pubbliche relazioni fanno molto. Per quello che è la mia esperienza personale ho avuto una formazione artistica che però non aveva niente a che fare con l’illustrazione. (Istituto d’arte ceramica- decorazione all’accademia- corso di Design arredamento-Computer grafica) Mi sono ritrovata x caso nel mondo dell’illustrazione e ho tentato l’occasione buttandomi. Ora io vivo di questo mestiere, anche se + che illustrazione è progettazione. (cioè non faccio albi illustrati) Per riuscire a vivere con questo mestiere e parallelamente fare una famiglia, mettere su casa etc. ho fatto una vita come dice marcella “solitaria”. Tanto che ad una Fiera incontrando l’editore che mi pubblicava da alcuni anni in Italia mi chiese se veramente fossi io, incredulo. Lì capii che l’essere un fantasma solitario non fa bene…e che senza andare a feste alcolizzate, bisogna comunque relazionarsi. un corso un seminario possono davvero essere quei luoghi dove cercare stimoli per ricaricarsi e non fermarsi, ma la mia sensazione è che ci siano molti corsi rivolti a molti aspiranti illustratori e che i tali aspiranti talvolta possoao cadere in una trappola.

  13. 13 Silvia Baroncelli
    24 Settembre, 2010 at 8:25

    Ciao Anna,
    mi chiamo Silvia Baroncelli, e ci siamo incontrate mooolti anni fa ad un corso a Sarmede tenuto da Linda. Hai fatto un quadro dell’illustratore-tipo davvero perfetto, in cui ognuno di noi si è sicuramente riconosciuto, anche il mio percorso è stato da te citato.
    Ogni tanto ci si sente un po’ soli in questo “destino”, grazie per la tua impeccabile analisi che ci ricorda che il nostro lavoro se pur assurdo, esiste. (io non voglio essere “solo” un’illustratrice)

  14. 14 Rossana B.
    24 Settembre, 2010 at 9:16

    Che argomento interessante. Grazie ad Anna ovviamente ma anche a Gioia, Marcella e Francesca Ferri per aver messo a disposizione di tutti le loro esperienze. Io ancora non ho una grande esperienza nell’illustrazione, provengo dalla grafica ma attingo ogni giorno da questo blog come dalla fonte della giovinezza :) è mi sento meno solitaria.

  15. 15 Gloria
    28 Settembre, 2010 at 14:55

    Ciao a tutti,
    è da un qualche anno che consulto questo blog, ma non avevo mai avuto il coraggio di lasciare un commento…mi sento sempre un po’ “esterna” anche se vorrei fare parte di questo mondo più di ogni altra cosa.
    Solo per dire che, anche io, quando mi sento uno straccio, senza un minimo di creatitvità, vengo a leggere quel che scrivete qui, tu, Anna, e tutti voi che commentate.

    Grazie

    Gloria

  16. 16 Anna Castagnoli
    28 Settembre, 2010 at 16:46

    Gloria cara, grazie per questo sorriso che mi regali.

  17. 17 Chiara C.
    29 Settembre, 2010 at 19:11

    Ciao Anna,
    tu milusinghi!!!!!!!!!!!!! Le foto del nostro corso estivo sul blog…ancora non ci credo…grazieee!!!!
    Voglio dirlo proprio a tutti: prendere parte al tuo corso è stato come realizzare un sogno dell’infanzia…come volare su una nuvola per una settimana…come prendere parte ad un mondo che fino a quel momento mi era sembrato così lontano. Grazie per la generosità, per la magia della tua semplicità, per avermi insegnato tanto e per avermi fatto conoscere un’altra me!
    Disegnare, disegnare, disegnare e credere, credere, credere! Ce la farò!!!
    Grazieeeeeeee…ti abbraccio forte (sai che ne sono capace) :-) … a presto.
    Chiara C.

  18. 18 stefano
    30 Settembre, 2010 at 14:59

    Ciao,
    concordo in pieno con quello che è stato scritto.
    Io non sono illustratore di professione ma amo questa attività extra lavorativa che ruba ore alla notte. Non potrei farne a meno…quindi in bocca al lupo a tutti e ci si vede a Bologna tra 3 anni… ;P

  19. 19 Patrizia
    29 Marzo, 2011 at 11:59

    Ho trovato per caso questo articolo mentre la mia strada pian piano prende delle direzioni impreviste. Dopo 14 anni passati a fare la pittrice di murales decorativi, la grafica e poi la cartoonist, sempre più confusa sul da farsi, perché sì è bello cambiare ma ora è il momento di approfondire, mi ritrovo quasi per caso qui. Togliamo il “quasi”, giacché penso che il nostro “io” superiore ci delinei quel che realmente vuole e in mezzo al caos talvolta in un attimo di silenzio si faccia sentire. Non so se ho talento per fare l’illustratrice, ma ultimamente mi sono arrivate diverse offerte di lavoro per fare “figure nei libri”. Sono ancora un po’ confusa, il mestiere di illustratore mi incuriosisce sempre più, ma a quanto vedo il lavoro da fare è molto e io ho già 36 anni. O solo 36 anni? Chi lo sa, forse dovrei solo cambiare prospettiva e buttarmi a capofitto, vediamo dove mi porta la vocina che ogni tanto nel silenzio si fa sentir. Come hai scritto, i cammini sono infiniti. In ogni caso, questo blog è bellissimo, curato con grande amore, complimenti Anna, anche per i tuoi splendidi lavori. Tornerò spesso a trovarti qui.

  20. 20 Marianna
    3 Aprile, 2011 at 21:49

    Sono finita per caso a leggere questo articolo e sono rimasta positivamente colpita.
    Ho 17 anni, questo già dice molto. Frequento un Liceo scientifico ad indirizzo Arte e Design, in cui ho avuto il primo contatto con l’ illustrazione. Mi sono innamorata di questo tipo di arte, per quanto so bene che la strada da intraprendere a riguardo è dura e pressochè eterna :P Ovviamente otre la mole di lavoro scolastica resta poco tempo e voglia di dedicarsi al disegno anche a casa, ma non demordo, purtroppo il posto in cui vivo non offre la possibilità di seguire corsi, o di approfondire la “conoscenza” di quest’ arte con una guida e l’ unica occasione in cui ho potuto parlare con un’ illustratore è stato un WorkShop scolastico con Maurizio Quarello.
    L’ articolo è molto sincero e devo dire che mi ha comunque rinfrancata e spinta un po’ a non pensare nemmeno per un attimo di mollare la presa sul disegno! Grazie! :)

  21. 21 Michele
    25 Agosto, 2011 at 18:24

    “l’unico tempo sprecato è quello in cui ci si dimentica di essere contenti di avere del tempo”
    Fantastico. Davvero. Una frase del genere potrebbe salvare un suicida.
    Quanto è vero! Grazie!

  22. 22 Alessandra
    7 Luglio, 2016 at 16:25

    Ciao! io sto cercando un’illustratrice per il progetto di un libro autofinanziato…. posso avere il tuo numero per chiederti un po’ di cose?
    Grazie!!!!!!!!
    Alessandra