Kate Greenaway (1846-1901)

28 Gennaio, 2010
Greenway_raccoltaKate Greenaway

Per rifarci un po’ gli occhi dopo le scenette di Walter Potter, ecco un’artista sua contemporanea: Kate Greenaway.
Kate Greenaway è nata il 17 marzo 1846, a pochi giorni della nascita di Randolph Caldecott e qualche mese dalla nascita di Walter Crane, insieme a questi due grandi illustratori, ha creato i primi libri illustrati pensati esclusivamente per bambini, e anche “un genere”. Ecco qualche cenno di biografia:

Il padre, John Greenaway, era un incisore di legno, e la madre una sarta, proprietaria di un piccolo negozio di moda. Kate Greenaway visse un’infanzia di ristrettezze economiche, ma felice, osservando sulla porta del negozio della madre tutta l’alta società che sfilava davanti a lei in costumi vittoriani.

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Shuttlecocks, Kate Greenaway

Molti dei modelli disegnati dalla madre entreranno nelle sue illustrazioni. Le estati passate nello Nottinghamshire, paese dove la famiglia andava in vacanza, le regaleranno invece l’amore per i giardini, i paesaggi campestri e i fiori. Da bambina non venne scolarizzata. Quando compì 12 anni, vista la sua sensibilità per il disegno, il padre la iscrisse a una scuola d’arte, a Kensington.

Fu il padre colui che più incoraggiò e appoggiò la sua carriera. All’inizio le trovò lavoro come illustratrice presso la Marcus Ward, una società di Londra che produceva biglietti d’auguri, calendari e illustrazioni di libri. Il direttore artistico di questa società era Thomas Crane, fratello di Walter.

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Kate Greenaway nel suo studio, 1895, foto copyright: NYPL, Digital Gallery

Dopo 6 anni con la Marcus Ward, Kate interruppe la collaborazione con loro: non le restituivano mai gli originali.
Il padre la presentò allora a Edmund Evans, famoso stampatore e incisore su legno dell’epoca, già stampatore di Caldecott.  Fu un incontro decisivo per la sua carriera. Evans andò subito in visibilio per i disegni dell’illustratrice, e decise di fare un libro con lei, su rime della stessa Greenaway. Evans non badò a spese: per riprodurre tutte le nuances delle tavole originali, usò ben quattro blocchi di colore: rosso, blu, giallo e rosa color-carne.

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Kate Greenaway, Under the Window, Londra 1878. Guarda il libro completo su: Digital Library of Illuminates books

Il libro venne intitolato Under the Window (1878) ed ebbe un successo inaspettato. La nostalgica ambientazione pastorale pre-industrializzazione, la delicatezza dei costumi, l’immagine di un’infanzia idilliaca, stregarono il pubblico inglese. Il libro andò esaurito in un attimo e  le immagini della Greenaway lanciarono una moda. Vennero riprodotte in ogni dove: su tazze di porcellana, carta da parati, tessuti, pubblicità. Non sempre le riproduzioni venivano effettuate con il permesso dell’illustratrice.

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Kate Greenaway, Under the Window, Londra 1878. Guarda il libro completo su: Digital Library of Illuminates books


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Kate Greenaway, Under the Window, Londra 1878. Guarda il libro completo su: Digital Library of Illuminates books

Dopo il successo di Under the window Il critico d’arte John Ruskin, innamoratosi dei disegni della Greenaway, le scrisse una lettera di elogi, e questo fu l’inizio di una corrispondenza che durò tutta una vita. L’influenza del critico sull’opera di Kate Greenaway (molti dicono negativa) la portò a lasciare a più riprese l’illustrazione, considerata da Ruskin un’arte minore, per dedicarsi a una pittura di quadri ad acquarello che non incontrò mai il favore del pubblico.

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Il suo successo (enorme in Inghilterra e America) si rivelò controproducente: la produzione della Greenaway non riusciva a stare al passo con la richiesta del mercato, e il pubblico si orientò verso imitatori, spesso di mediocre talento. Presto il suo nome smise di essere popolare (mentre il suo stile segnava un’epoca). Kate Greenaway morì di tumore al seno a 55 anni, depressa e convinta che il suo lavoro valesse poco.
Kate Greenaway è invece una delle illustratrici immortali dell’età d’oro dell’illustrazione, e ancora oggi i suoi libri, stampati e ristampati in innumerevoli edizioni, regalano immagini di sogno ai bambini di tutto il mondo.
A suo nome è stata istituita nel 1955 la Kate Greenway Medal.

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Kate Greenaway, The flower dance

Qui di seguito alcuni artisti che hanno influenzato, direttamente o indirettamente, il lavoro di Kate Greenaway. Come nel rococò francese, le sue scene sono ritratti di una vita aristocratica, idilliaca, in una cornice dove l’armonia della natura è protagonista insieme all’uomo. Una grossa influenza sui suoi costumi l’ebbero soprattutto le litografie dell’editore Rudolph Ackermann, che avevano reso popolare in Inghilterra la moda impero.

(Su questo sito potete sfogliare alcuni dei più bei libri di Kate Greenaway).

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Pilgrimage to Cythera di Jean-Antoine Watteau, 1721, Louvre


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Kate Greenaway, il pifferaio di Hamelin

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William Hamilton, (Chelsea, 1751 – Londra, 1801)


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Kate Greenaway, “Ring-a-Ring-a-Rosies,” 1881


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The Sackville Children, John Hoppner 1797


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Kate Greenaway


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Illustrazioni di J. Dugourc (1749-1825), edizioni Rudolph Ackermann; Inghilterra 1822


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The Repository of Arts, Literature, Commerce, Manufactures, Fashion, and Politics, edizioni Rudolf Ackermann 1824


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The Repository of Arts, Literature, Commerce, Manufactures, Fashion, and Politics, edizioni Rudolf Ackermann 1824


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Kate Greenaway. Mother Goose, New York: George Routledge and Sons, 1881.

Lo stile “Greenaway” ha segnato tutto un filone dell’illustrazione moderna. Chi come me è nato negli anni ’70, ricorderà le atmosfere di Kate Greenaway in una verisone derivata, banalizzata e diventata ormai uno zuccherosissimo prodotto di mercato: Holly Hobbie e Sara Kay. Le ricordate? Profumavano persino le gommine per cancellare!

HollyHolly Hobbie, anni 70


lefiguredeilibri.HobbieHolly Hobbie, anni 70

9 Risposte per “Kate Greenaway (1846-1901)”

  1. 1 Ila
    28 Gennaio, 2010 at 18:32

    Molto “perbene”, ma mi piace.
    Alcune delle sue opere hanno un che di Preraffaellita.
    Non la conoscevo, ma mi fa enormemente piacere aggiungerla alla lista di Illustratrici con la I maiuscola.
    Grazie Anna!

    Ila

  2. 2 Anna Castagnoli
    29 Gennaio, 2010 at 10:07

    E’ vero che è molto “per bene”.
    Ma ci crede, crede nel suo mondo “per bene”. Ed è questo “crederci” che fa si che le sue illustrazioni non siano zuccherose come un vestitimo di Holly Hobbie, ma vere, e belle.

  3. 3 Cinzia
    29 Gennaio, 2010 at 10:32

    Ecco, forse sarei dovuta nascere in quel periodo.
    Mi piacciono molto le illustrazioni “per bene” e vengo spesso criticata per questo. Una scrittrice, una volta, mi disse che io disegno “troppo per bene” e ai bambini non piace, non c’è stupore (?). Per questo ho deciso di disegnare solo per me stessa. Che belle queste immagini. Grazie Anna.

  4. 4 silvia.s.
    29 Gennaio, 2010 at 11:04

    Che bello che hai scritto sulla Greenway! Ho da poco pubblicato un saggio su Marina Battigelli la quale s’ispirava proprio a lei e a Caldecott!

  5. 5 silvia.s.
    29 Gennaio, 2010 at 11:06

    Ho scritto Greenway, ma credo che il cognome giusto sia Greenaway. Ora verifico.

  6. 6 Anna Castagnoli
    29 Gennaio, 2010 at 11:59

    Silvia è giusto Greenaway, era mio l’errore. Grazie

  7. 7 silvia.s.
    29 Gennaio, 2010 at 19:26

    Grazie a te che tratti sempre argomenti interessantissimi!

  8. 8 alice
    30 Gennaio, 2017 at 11:52

    qui da Oxfam se ne trovano ancora di suoi libri. Per pochi pounds mi sono portata a casa piccoli tesori

  9. 9 Anna Castagnoli
    30 Gennaio, 2017 at 16:51

    Grazie Alice!