Walter Potter: illustrare con la tassidermia

25 Gennaio, 2010
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Walter Potter (1835-1918), The rabbit school, particolare,Historical Victorian Taxidermy

Dopo due post sui bambini, i passeri, gli scriccioli morti, mi sembrava allegro restare in tema e farvi conoscere, se già non lo conoscete, un illustratore inglese di fine ‘800 il cui stile è… diciamo, un pochino insolito: Walter Potter (1835-1918).
So, grazie a gentili lettere ricevute, che molti di voi mi leggono facendo colazione. Se così è, mi auguro che questo post non vi disturbi troppo l’appetito. Spero anche che tra voi non ci siano animalisti troppo convinti. La seconda cosa che mi sono chiesta quando ho scoperto Walter Potter è: ma i gattini li ha fatti fuori lui? Chi vuole continuare ad avermi in simpatia non mi chieda quale è stata la prima cosa che ho pensato, e fermi la sua lettura qui.

La prima cosa che ho pensato guardando le opere di Walter Potter è: Quanto costa una di queste scatole? LA VOGLIO. Per quella sulla morte di Cock Robin, The Original Death and Burial of Cock Robin (già solo il titolo mi manda in visibilio) penso che sarei capace di dilapidare i risparmi di una vita. Sono fortunata, non credo che l’opera sia più in vendita.

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Walter Potter, the Original Death and Burial of Cock Robin, 1855 circa. Crediti: Historical Victorian Taxidermy

Il primo animale che Walter Potter impagliò fu il suo amato canarino (c’è sempre un colpevole), seguì, a soli 19 anni la realizzazione di The Original Death and Burial of Cock Robin, su ispirazione della nota filastrocca; l’opera conta 98 specie diverse di uccelli britannici.

lefiguredeilibri.titolopotterWalter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The Original Death and Burial of Cock Robin, 1885 circa, crediti: Historical Victorian Taxidermy

In epoca vittorina la tassidermia era molto in voga in Inghilterra, e Potter ebbe in vita un notevole successo. Il suo museo, a Bramber, era  meta di affollatissime visite. Poi il nuovo secolo spazzò via molti fantasmi, la passione vittoriana per gli animali imbalsamati smise di essere alla moda, Potter morì, il muso andò in rovina,  la collezione fu ereditata dalla figlia e una nipote.
A più riprese l’opera di Potter fu messa all’indice e accusata di essere la prova di atti di crudeltà compiuti sugli animali. Per far tacere queste voci la figlia di Potter fece una dichiarazione pubblica in cui affermò che il padre non aveva mai ucciso bestiole per le sue opere, ma le aveva sempre trovate morte (difficile crederle).

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Walter Potter, Squirrels Game of Cards, c. 1870, Historical Victorian Taxidermy

Durante il ‘900 la collezione si spostò in diverse sedi museali inglesi, destando sempre accese polemiche. C’era chi adorava la macabra fantasia di Potter e c’era chi gridava alla scandalo.
L’ultima sede del museo è stata il Jamaica Inn, in Cornovaglia. La collezione di Potter attirava più di 30.000 visitatori l’anno, ma la morte dell’unica guida esperta di tassidermia, alcune difficoltà economiche, hanno costretto il museo a cercare un acquirente; nessuno si è presentato e la collezione è stata messa all’asta.

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Walter Potter, Kittens’ Tea Party,Historical Victorian Taxidermy

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Walter Potter, The frog school. (Una commentatrice ci informa che questa scena non è di Potter ma di François Léopold Perrier).

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Walter Potter, The rabbit school, particolare, Historical Victorian Taxidermy

La collezione di Potter al completo (più di 6.000 animali imbalsamati) è stata messa all’asta dalla casa Bonhams nel 2006 (potete leggere qui la cronaca dell’asta). Tutti pezzi sono stati venduti, la cifra più alta è andata a The Original Death and Burial of Cock Robin: la bellezza di £ 23.500 (c. 27 mila euro). L’acquirente è stato Robert Chinnery, direttore del The Victorian Taxidermy Company.
L’artista Damien Hirst (le cui opere sono di solito animali morti messi in formaldeide) aveva offerto un milione di sterline per comprare la collezione Potter al completo e non frantumarla, ma la casa d’aste ha rifiutato. Una vera tragedia ha commentato l’artista,  e sono d’accordo con lui. Qui  potete leggere l’articolo sul The Guardian dove Hirst denuncia questa vendita sconsiderata.

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Walter Potter, Kitten’s wedding, Historical Victorian Taxidermy

 

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Qui sotto, nel video dei Radiohead compaiono, animate, due opere di Walter Potter.

There There… Radiohead 2003

Il matrimonio dei gatti, una delle sue opere più conosciute, ha tutti i gattini appartenenti allo stesso pool genetico, perché il colore del pelo risultasse uniforme. Si dice che Potter vestisse i suoi animali come fossero state persone vere, non solo per l’effetto scenografico. I gattini, ad esempio, hanno biancheria intima minuziosamente ricamata (biancheria che lo spettatore non può vedere).
Allora, che cosa ne pensate dell’opera di Potter? E’ da brivido, no? Siete tra i fans o tra chi è turbato da questi macabri teatrini?

 

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Walter Potter,Historical Victorian Taxidermy

64 Risposte per “Walter Potter: illustrare con la tassidermia”

  1. 1 Michela
    25 Gennaio, 2010 at 9:36

    ODDIO. Veramente macabro ! …

  2. 2 Paolo
    25 Gennaio, 2010 at 10:19

    No, non lo trovo macabro.
    Lo trovo manieristico e paradossalmente innaturale (come tutti i prodotti della tassidermia).
    Alla fine, mi sembra solo uno spreco di tempo ed energia, come far scoppiare le borse per l’acqua calda, o rompere le tavolette del cesso con la testa, per entrare nel Guinness dei primati.
    Ma, in fondo, è una questione di gusti.

  3. 3 lucia
    25 Gennaio, 2010 at 11:06

    Non mi piacciono ma molto interessante! Come sempre sei persona curiosa e vi oltre

  4. 4 simona
    25 Gennaio, 2010 at 11:32

    A me queste opere piacciono moltissimo. Non significa non essere contraria all’uccisione di un animale a questo scopo;sono chiaramente contraria e mi crea dolore pensare ad un animale ucciso o maltrattato.
    Ciò non toglie nulla però al mio giudizio iniziale.
    Grazie Anna.

  5. 5 alicia
    25 Gennaio, 2010 at 12:06

    Brava! appena ho iniziato a leggere ho pensato ai Radiohead.
    E’ davvero molto triste vedere la fine che ha fatto l’opera di Potter. Come al solito c’è la contraddizione che spesso gli addetti dell’arte si permettono di attuare, prendendo o meno in considerazione l’opinione pubblica; oggi quest’ultima fa mercato . Jan Fabre ricopriva intere superfici da coleotteri veri, morti e non credo abbia subito denuncie o se è successo, certo le sue opere non hanno subito ribassi. Più eclatante l’ultimo caso di un giovane artista presente alla biennale del centro America del 2008 che come installazione ha fatto morire di fame un cane (altro che macabro). Se Potter fosse considerato davvero un artista e non solo un tassidermista fantasioso la sua opera sarebbe stata trattata diversamente, per lo meno avrebbe trovato un qualche difensore.
    Non mi piacciono gli animali imbalsamati (ne i fiori secchi) ma l’opera di Potter si.

  6. 6 wasp
    25 Gennaio, 2010 at 13:38

    ..io trovo sia piuttosto inquietante.
    Non lo conoscevo Potter, e la tassidermia sono abituata a vederla nei musei naturali per riprodurre gli ambienti, e anche li ha per me un aspetto piuttosto sinistro, non so se è l’assenza di vita o l’aspetto che prendono i corpi sotto l’effetto dei trattamenti chimici, ma non riesce ad affascinarmi.
    In queste composizioni è come se si volesse mischiare profondamente verità e fantasia e il risultato mi lascia coinvolta allo stesso modo delle tassidermie dei musei, con la differenza che la morte qui la sento ancora di piu…decisamente macabro…
    cmq contenta di averlo visto :)

  7. 7 giovanna
    25 Gennaio, 2010 at 13:38

    A mio avviso queste festose riunioni di animaletti offrono il medesimo spasso che può regalare una giornata al camposanto.
    C’è una sorta di humor nero in queste composizioni, dovuto al contrasto fra la leziosità delle scenette e i piccoli interpreti mummificati che ne sono protagonisti.
    Credo che il peggior servizio al signor Potter (l’omonimia con Beatrix fra l’altro getta una luce sinistra su quel celebre mondo popolato di topi e coniglietti) l’abbia reso la figlia che, per scagionarlo dall’accusa di crudeltà verso gli animali, asseriva, con totale sprezzo del ridicolo, che il padre non uccideva le bestiole ma le trovava morte. Ora, la prima cosa che viene da chiedersi è: che tipo di vita doveva condurre il signor Potter per incontrare lungo il suo cammino schiere di gatti defunti, uccellini stecchiti, coniglietti mummificati, cadaveri di rane e scoiattoli?
    In mano a Tim Burton questa storia potrebbe assurgere a capolavoro.

  8. 8 Silvana
    25 Gennaio, 2010 at 14:22

    E dove l’avrebbe trovato un toro morto così piccolo?

    Non solo li uccideva e li mummificava. Ad alcuni di essi riservava il trattamento delle teste di morto amazzoniche.
    Un vero maniaco.

  9. 9 rose
    25 Gennaio, 2010 at 15:18

    Ahhh, sono abbagliata dai tuoi ultimi post… grazie grazie grazie.
    La questione del macabro è un po’ sempre quella, molto dibattuta, attinenente anche al lato luttuoso delle fiabe tradizionali.
    In sé la tassidermia è una forma di amore per le bestioline, ora vista come una perversione per il suo artificioso tentativo di naturalismo (peraltro superato grandiosamente dagli allestimenti di Potter), ma una volta comune.
    Ricordo che mio padre (classe 1924), persona mite quant’altre mai, fece impagliare una lepre trovata morta sotto casa e una volpe investita di notte – allora si abitava in montagna – per conservarne la bellezza. A me una volta facevano impressione, ma ora lo capisco di più.
    O forse, trovo queste cose macabre e per questo mi piacciono, per ciò che hanno di straziante (di certo la lettura vittoriana era diversa).

  10. 10 silvia.s.
    25 Gennaio, 2010 at 18:44

    Non lo conoscevo, e vederlo mi ha fatto tornare in mente l’opera di un artista che vidi in Francia 12-15 anni fa. Dentro ad un castello esponeva animali imbalsamati ai quali al posto della testa aveva messo teste di bambola. La sensazione che ebbi all’epoca aveva qualcosa che mi riportò all’infanzia: fu di curiosità e inquietudine.

  11. 11 Michela
    25 Gennaio, 2010 at 18:53

    Animali imbalsamati con al posto della testa una testa di bambola ?? AHHHH ! Orrore…
    Io penso che ci voglia un senso di rispetto verso tutte le creature, l’arte si può fare con tante altre cose.

  12. 12 Francesco
    25 Gennaio, 2010 at 21:48

    A me fanno sorridere, saranne macabre e di cattivo gusto ma se fossi ancora bambino mi avrebbero affascinato moltissimo(non sapendo che fossero imbalsamati, ovviamente.)

  13. 13 Fran
    25 Gennaio, 2010 at 22:07

    ha un fascino macabro irresistibile.. è terribile..

  14. 14 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2010 at 6:59

    Damien Hirst, Maurizio Cattelan, Polly Morgan, Cai Guo Qiang (che trovo geniale, guardate questi lupi:
    http://leslieann.files.wordpress.com/2008/11/cgq.jpg

    O il gruppo olandese Idiots, che mescola animali a metalli, e altri materiali:
    http://www.ravishingbeasts.com/the-idiots/

    Rom Mueck,
    http://en.wikipedia.org/wiki/Ron_Mueck
    (che per fortuna non usa -ancora- pelle umana).

    … la tassidermia è uno dei temi più attuali dell’arte contemporanea. Mi sembra che risponda puntualmente alla rimozione quasi ossessiva della morte dal quotidiano occidentale.

    Se pensiamo a quanto è antica come arte e per cosa nasce (rendere immortali i re) possiamo capirla nella sua vera luce, in qualche modo commovente come il gesto del padre di Rose.

    Sono d’accordo sul non fare soffrire gli animali (chi non lo sarebbe). Ma ricordiamoci che mangiando normalmente (a meno di non essere vegetariani e di portare solo scarpe in tessuto e plastica), torturiamo e uccidiamo in un anno più di tutte le bestiole che Potter ha fatto fuori in una vita, e senza meriti di sorta.

    Sono a Parigi, mi ha svegliata un fantasma alle 5 del mattino, sarà stato quello di Potter?!

  15. 15 Michela
    26 Gennaio, 2010 at 9:38

    AHHHHHH ! Ma perchè….

  16. 16 giovanna
    26 Gennaio, 2010 at 9:49

    C’è però indubitabilmente una differenza fra Potter e gli artisti contemporanei. Nei secondi l’operazione è condotta apertamente sull’orrore, la reificazione, l’alterazione e la manipolazione del corpo naturale ecc. ecc. ecc. di cui oggi diventa impossibile qualsiasi altra modalità di rappresentazione; nel primo, invece, la tecnica viene innalzata per così dire ad arte e applicata a quadretti di genere ispirati all’immaginario, al gusto, ai temi dell’epoca. Non c’è riflessione critica sul rapporto fra uomo e natura, fra artificio e natura, fra vita e morte. C’è tutto il piacere dell’artigiano nell’eseguire al massimo livello di virtuosismo la propria arte, ma non c’è alcuna riflessione critica. Addirittura c’è fede piena nel risultato finale della “bellezza”. In questo Potter è perfettamente kitsch: è come quei dilettanti che, magari anche con esiti stupefacenti di perizia, rappresentano il duomo con i chicchi di riso o il ritratto di Jim Morrison con le conchiglie. In questo senso ciò che sorprende in Potter è che utilizzando cadaveri non abbia percepito la sostanziale differenza che c’è fra un sasso, un pigmento, una conchiglia, un metallo, un chicco di riso e un corpo. E’ invece precisamente su questo che riflettono gli artisti contemporanei quando usano i corpi imbalsamati. A mio avviso siamo noi che attribuiamo alle composizioni di Potter un tipo di significati a loro originariamente estranei.Insomma Potter è un involontario precursore, ma come lo sono stati un po’ tutti i tassidermisti, anche quelli, solo un po’ meno ossessivi, che hanno riempito i locali tipici di montagna di gallicedroni, lepri e marmotte.

  17. 17 lucia
    26 Gennaio, 2010 at 10:21

    Rom Mueck piace anche a me con i suoi gigantismi … anche i lupi che volano è bellissima come visione (poteva farli finti? se fossi a vederli dal vero sentirei il brivido della morte e non deve essere molto piacevole)… cavoli, non sapevo che anche gli artisti contemporanei lavorassero con animali imbalsamati!
    Quando entro in certi locali dove appesi ci sono le teste mozzate mi sento proprio a disagio…

  18. 18 Julieta
    26 Gennaio, 2010 at 10:57

    condivido ogni parola con la riflessione di Giovanna..e KITSCH secondo me è una definizione che le calza giusto. Se queste immagini le avrei vista un secolo e mezzo fa, mi sarebbero colpite profondamente..( come oggi)anche perché, non solo Potter espone le sue bestiole nella meglio maniera , come lo fanno tutti del mestiere, ne anche, come scopo pedagogico…( oggi vediamo documentali, foto e questo oggi no lo giustifica)
    .. ma lui propone questa tecnica di iperrealismo, manierista..( ho letto in 1 dei post)per raccontare , per illustrare in 3D e rivolta alla infanzia come primo luogo… come spettatrice bambina o come adulta non mi sarei orrorizzata a fatto, non lo avrei catalogato ne grottesco , ne come immagini morbose.. sarei abituata alle pellicce come cualcosa di bello, di soffice e delicato, abituata di vederle a le donne della famiglia .. per me ( sempre negli occhi di mia nonna) queste immagini hanno una grandissima percentuale d’immagini evocative e mi sarebbero entrate per tutti i sensi e anche al cuore…oggi invece , probo un grande rifiuto e mi domando se Potter presso da le sue composizioni o dal ansia leggitima che prende ad ogni artigiano, non si sarebbe un po’ corrotto nel possedere certi e diteminati pezzi per le sue scene?

  19. 19 Gioia
    26 Gennaio, 2010 at 12:57

    Ho guardato e riguardato queste immagini e la sensazione che mi hanno lasciato è di tristezza. Vedo in questa forma d’ ” arte” ( ?) un bisogno maniacale da parte dell’ uomo di impossessarsi di tutto e quanto più qualcosa sfugge al suo controllo tanto più brama di possederla. Cosi la Natura la cui bellezza risiede proprio nell’ essere libera e spontanea e cosi meravigliosa nelle sue manifestazioni, dal canto degli uccelli, alla corsa di un branco di lupi, al nascondersi di uno scoiattolo…. Vedere la Natura spogliata del suo respiro e messa in vetrina mi lascia con un senso di tristezza.
    Non mi sentirei un artista se diventassi famosa con questo genere di cose. Non sarei felice di guadagnare tutti quei soldi con queste scenette. Di appassionare un bambino di fronte a delle pelliccette vestite. Forse apprezzare certe forme d’arte vuol dire essere più contemporanei….In fondo non bisogna esserlo per forza perchè c’è molto molto di meglio da vedere, da creare e da amare.

  20. 20 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2010 at 13:01

    Sì, sono d’accordo. Però se mettete Walter Potter in google e cliccate “immagini” vedrete che ha anche creato mostri: animali a due teste davvero raccapriccianti. Un minimo di riflessione deve esserci stata, non certo raffinata come quella degli artisti contemporanei.

    Stanotte pensavo con orrore al cane lasciato morire di fame come performance ed è inaccettabile, perché il cane non ha scelto. Ma mi dicevo anche: noi ogni giorno siamo attori di un sistema che facilita e spesso causa la morte per fame. Ogni giorno questa “performance” è in atto, e non sono cani, sono persone che crepano di fame, sono bambini. Non arrivo a giustificare la morte del cane, no, ma l’arte deve fare anche questo, deve portare una riflessione.
    La tassidemria mi sembra un buon mezzo per suscitare emozioni forti, capaci di scuoterci. (Non quella di Potter, ovvio).
    Ma vado fuori tema…

  21. 21 Anonimo
    26 Gennaio, 2010 at 13:11

    Anna il problema è che non basta la realtà spesso cosi crudele e ingiusta per le persone stesse ad impressionare! E tutto è lecito! Penso che l’arte debba prescindere dalla crudeltà per essere tale,può esserne la rappresentazione ma non l’incarnazione, deve e può agire su un livello superiore per riconsegnare a tutti noi un concetto giusto che ci innalzi a nostra volta…

  22. 22 Gioia
    26 Gennaio, 2010 at 13:11

    Anna il problema è che non basta la realtà spesso cosi crudele e ingiusta per le persone stesse ad impressionare! E tutto è lecito! Penso che l’arte debba prescindere dalla crudeltà per essere tale,può esserne la rappresentazione ma non l’incarnazione, deve e può agire su un livello superiore per riconsegnare a tutti noi un concetto giusto che ci innalzi a nostra volta…

  23. 23 wasp
    26 Gennaio, 2010 at 13:15

    Rom Mueck lo conoscevo, lui parte da modelli in creta poi fa dei calchi che calca di nuovo con una specie di gomma “uman body” applicata a strati sottilissimi, è geniale e stucchevole allo stesso tempo. Saranno le dimenzioni dei soggetti…
    fa qualcosa di simile Duane Hanson ma li contestualizza riproducendo persone che conducono un’esistenza di calma disperazione.

    http://static.blogo.it/artsblog/duane-hanson/duane_hanson_man_bench.jpg

    ma i lupi sono imbalsamati????

  24. 24 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2010 at 13:33

    Si Gioia sono perfettamente d’accordo. Infatti non tollero l’arte contemporanea quando vuole solo sconvolgere lo spettatore mostrando della sofferenza o causandola. La trovo inutile. L’arte deve rappresentare, come dici giustamente tu.

    Sono contraria alla caccia, non comprerei mai una pelliccia vera, etc…
    Però, così come mangio con gusto un piatto di quaglie al burro o un coniglio alla senape (gesto superfluo e puramente estetico-gustativo) non riesco ad essere altrettanto intollerante con la tassidermia come lo sono per la caccia. Ha qualcosa che mi affascina. Mi affascinano anche i notai e gli avvocati che hanno voluto farsi imbalsamare in quella galleria di Palermo di cui non ricordo il nome.
    Sarò macabra, sarà che la morte mi ha sempre incantata con il suo doppio volto di orrore e bellezza… La tassidermia mi sembra così disperata, come il video che ho visto di recente su due pensionati belgi (completamente fuori) che hanno fatto imbalsamare il loro cane per averlo sempre con loro.
    E’ bella la tua immagine di uccellini in volo. La tassidermia è esattamente questo, una negazione della morte come momento di trasformazione, decomposizione. Un voler sottrarre la vita al suo corso di rovina (che è un uccellino che cinguetta ma anche un uccellino morto stecchito nella neve).

    Ho letto comunque che molti artisti oggi lavorano con la tassidermia usano davvero animali che trovano già morti.

  25. 25 lucia
    26 Gennaio, 2010 at 14:48

    anche a me la morte mi affascina come concetto con il suo doppio volto di orrore e bellezza come dici tu, Anna.. ma di più in pittura,scultura o letteratura..film… in imbalsamazioni non riesco proprio!
    è curioso tutto ciò, però!

  26. 26 Isabella
    26 Gennaio, 2010 at 14:56

    Quando ho visto le immagini di Potter mi è venuto in mente subito “Pierino porcospino”. Da piccola vidi un filmato tratto da quell’opera con la lettura di Paolo Poli: il misto di terrore e di fascinazione era indescrivibile. Spesso mi capitava da piccola di fronte a immagini o scene che mi sconvolgevano in quel modo di tapparmi gli occhi ma di combattere contro la tentazione di aprirli perchè quell’orrore mi affascinava e mi chiamava. Quel racconto con la voce di Poli mi è rimasto stampato nella mente e nelle orecchie fino ad adulta cosa che non è successa più. Condivido lo sconcerto di chi ci vede con tristezza la natura spogliata dal suo respiro e capisco però il fascino che emana. E’ un pò come giocare con questa “signora misteriosa” che ci toglie il respiro ma che vogliamo ignorare sempre di più. Ogni artista credo che si rivolga al materiale simbolico che ha a disposizione: chi con gli indumenti usati (Boltanski al Grand Palais), che con i lupi. Invece la performance con il cane mi sembra un’esagerazione gratuita e crudele (un pò anche delirio di onnipotenza). Walter e Beatrix Potter li trovo entrambi manieristi, ma non sgradevoli (Walter un pò kitsch, ma sarà anche questo il suo fascino)

  27. 27 luisa
    26 Gennaio, 2010 at 15:38

    La tassidermia non nasce a scopo artistico, semmai ha a che fare con l’ostentazione di trofei o con scopi scientifici. Potter (premesso che non ha creato i mostri a due teste di cui sopra, che sono fenomeni di natura nè più nè meno di quelli sotto formalina conservati nel museo civico di Gallipoli, frutto di anomalie genetiche) prima che non essere un buon tassidermatore, credo si possa definire NECROFILO. Mi stupisce che non abbiate nominato questa parola, la quale spiega molto nel caso di specie. Nella storia della tassidermia, egli non rappresenta un caso parricolarmente interessante. Mentre è senz’altro originale l’opera macabra e feticistica che ha creato.

  28. 28 alicia
    26 Gennaio, 2010 at 16:09

    Io trovo la tassidermia di per se kitsch e lo sono la gran parte degli artisti contemporanei che la utilizzano anche se attuano un processo non inconsapevole del proprio lavoro. A volte piacciono proprio per questo, infondo rappresentano dei teatrini, non molto diversi di quelli di Potter. Penso anche io che siamo noi a dare valore aggiunto all’opera di Potter ma questo è successo con molta arte popolare a cui artisti hanno attinto e hanno su questa focalizzato un’attenzione che prima non c’era. Pensate agli exvoto, moltissimi i pittori che l’hanno ripresa e ormai fa parte del costume degli adetti al tatoo.

    Tornando al povero cane, sono giunta alle stesse considerazioni di Anna. Capisco (ma non approvo) chi, in nome dell’arte, abbia voluto accogliere l’opera. E’ terribile rendersi conto che diventano ipocrite tutte le proteste.

  29. 29 luisa
    26 Gennaio, 2010 at 16:17

    Aggiungo solo che la NECROFILIA è un’aberazione. Nel definire originale l’opera di Potter – che peraltro s’inserisce in un contesto culturale, quello vittoriano, che ha celebrato in molti modi e con molte contaminazioni il mistero della morte – volevo dire che questo è un esempio di oscenità singolare. Ma è molto chiaro che di oscenità si tratta. Un’oscenità consapevole ed esibita, morbosa e al tempo stesso esaltata. Che trattando una materia allora giudicata poco più che inerte ha oltretutto potuto scampare l’onta dell’esecarbilità.

  30. 30 aliica
    26 Gennaio, 2010 at 16:48

    Necrofilo?
    ” una rara perversione sessuale nella quale viene raggiunto l’orgasmo mediante atti, eterosessuali od omosessuali, compiuti su un cadavere”.
    che c’entra?

  31. 31 laura@popdesign
    26 Gennaio, 2010 at 16:53

    Grazie di avere condiviso queste immagini. In me suscitano emozioni e sensazioni contrastanti, come tutta la tassidermia, e per questo le apprezzo. Credo che è comunque importante prima di giudicare collocarle nel contesto culturale dell’epoca in cui vennero prodotte. La sensibilità di fronte ai cadaveri e il senso del macabro erano sicuramente diversi in anni in cui le fiere ospitavano musei anatomici e freak shows, e perfino l’obitorio poteva diventare un luogo di intrattenimento popolare. Il corpo di una donna tagliato in due attirò più di 10,000 persone al giorno quando fu esposto alla morgue di Parigi nel 1876!

  32. 32 laura@popdesign
    26 Gennaio, 2010 at 17:13

    PS sempre in tema, segnalo un’artista australiana, Elaine Bradford, che riveste vecchi animali impagliati con fantasiosi maglioni da lei sferruzzati. In questo caso mi sembra si tratti di una forma di riappropriazione giocosa, che ne pensate?

  33. 33 alicia
    26 Gennaio, 2010 at 17:17

    Andate a vedere Polly Morgan.

  34. 34 luisa
    26 Gennaio, 2010 at 17:35

    Alicia: la necrofilia non consiste solo nella pratica sessuale che wikipedia cita come unica accezione, bensì anche nella più generica attrazione verso le cose morte e nelle attività di manipolazione delle stesse.
    Si tratta di una tendenza che prescinde dai contesti culturali. In certe epoche trova vie più facili per esprimersi e credo di avere scritto che l’epoca vittoriana, forse anche per un naturale bilanciamento della matrice “prude” che la connota – ha prodotto una serie di fenomeni che si conciliano appunto con un’attenzione forte per la morte. Dallo spiritismo alla magia nera.
    Non intendevo giudicare Potter peraltro, ma mettere in risalto la pulsione profonda e personale che credo caratterizzi la sua opera.

  35. 35 Paolo
    26 Gennaio, 2010 at 18:41

    Persisto nella mia idea: quello che viene mostrata qui non ha niente a che fare con l’arte. È un puro e semplice esercizio di bravura, con finalità esplicitamente estetiche, che sortisce risultati imbarazzanti, involontariamente grotteschi, pacchiani.
    Associare il signor Potter agli artisti citati mi sembra quanto meno ardito: il fatto che io usi la stessa penna e gli stessi taccuini di Vladimir Nabokov non fa di me un grande scrittore, neppure se scrivo di minorenni provocanti. Allo stesso modo, il fatto di usare animali impagliati non fa del signor Potter un artista, quanti che siano gli artisti che lo fanno.
    Ma dopo quello che avete scritto, mi domando che cosa abbia a che fare con la morte, con lo sconcerto che provoca e il fascino che esercita sull’uomo da sempre, questo teatrino manierista e “carino”. Non c’è nulla della morte, qui dentro: nulla del suo mistero, del suo dramma, della sua meraviglia. Ci sono solo alcune dozzine di animali morti. Niente di macabro, niente di poetico, niente di terribile, niente di repulsivo, niente di ipnotico, niente di niente.
    Basta così poco per evocarla?
    Non rischiamo che si offenda?
    Se, invece di usare animali morti, il signor Potter avesse scolpite le sue scenette nel legno di pioppo, la sue cosiddette opere con tutta probabilità sarebbero finite nei mercatini delle pulci (insieme alle navi in bottiglia, agli orologi a cucù e alle riproduzioni del Duomo di Milano in stuzzicadenti): e di lui non ci si occuperebbe più.
    O sono io che non vedo qualcosa di evidente?

  36. 36 Gioia
    26 Gennaio, 2010 at 19:28

    Trovo che il Bello di tutti gli esseri viventi lo si possa apprezzare quando vivono, vien meno quando soffrono, scompare ( nel fisico) quando sono morti. La luce degli occhi, il calore emanato dal corpo, la morbidezza della pelle e del pelo….
    La pittura, la fotografia, il cinema e la scrittura anche possono perpetuare quella bellezza nella misura in cui riescono ad esprimerla e imprimerne le caratteristiche.
    Il modo, lo stile, le parole con cui ciò avviene fa l’Artista.
    Un giorno ho scelto di non mangiare più le quaglie che da piccola mia mamma cucinava, ed un tempo ancora prima mio nonno cacciava. E non perchè non le trovi buone, non perchè lo giudico crudele. E’ qualcosa che non ha a che fare col gusto. E’ qualcosa di cui credo si possa fare a meno. Come accarezzare o vedere un animale imbalsamato.

    DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM !!!!

    Ho mostrato alle mie bimbe, 5 e 8 anni, le immagini. La grande le ha bocciate , alla piccola incuriosiscono e la piccola conserverebbe tutti gli animaletti morti che trova in giardino (lucertole, farfalle, api…)…..

  37. 37 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2010 at 19:30

    Anch’io vedo in Potter qualcosa tra gli orologi a cucù e gli ex-voto. Più verso gli ex voto però, come il gusto per “la ciocca di capelli con nastrini”, “il polsino della manica di San Pincopallo con cornice di legno decorato”, arte popolare o sacra che, per altro – mi piace altrettanto.

    Ho citato altri artisti che si esprimono con la tassidermia perché non è un “utensile” di lavoro altrettanto comune del taccuino o della penna stilografica.

    Io Potter (a prescindere dalla tassidermia) lo trovo un grazioso illustratore, molto manierista, ma non troppo diverso nello spirito da una Beatrix Potter. Quest’ultima, è certo, aveva più talento e grazia, ma faceva la stessa cosa: dei quadretti naturalistici in cui gli animali sono protagonisti umanizzati.
    Potter secondo me era molto lontano dalla necrofilia, secondo me lui impagliava come un altro intreccia sedie, era un artigiano con il gusto per la favola. Voleva “rendere ancora più veri” dei quadretti alla Beatrix Potter. Non era il fatto che gli animali fossero morti a interessarlo, ma il fatto che fossero animali veri. Credeva di poter riprodurre dei “quadretti viventi”.
    E’ questo il suo paradosso.
    La necrofilia la vedo molto lontana dalla vita di questo brav’uomo di campagna.
    Oppure estendiamo la definizione di necrofilia anche agli appassionati di divani in pelle, giacche di renna, pellicce con code di visone…

    Potter, se proprio vogliamo definirlo, era un artigiano con il gusto per l’illustrazione per bambini.
    Il fatto che le sue opere siano pacchiane o di cattivo gusto dipende dall’errore di prospettiva con noi interpretiamo il suo intento.

  38. 38 luisa
    26 Gennaio, 2010 at 19:33

    Caro Paolo,
    ormai diversi anni, fa per lavoro – mettiamola così – ho dovuto interessarmi di tassidermia. Nel quartiere Prati, a Roma, ho avuto la fortuna d’imbattermi nella bottega di un tassidermista donna, un personaggio molto singolare, a cominciare dal soma. Ebbene, le garantisco che questa strana creatura – invero senza sesso, senza età e dalla statura lillipuziana -pur avendo dimestichezza con visceri, tirapelle, occhielli per l’estrazione degli occhi, lisciapenne, siringhe per la rimozione del cerebro e quant’altro… non aveva nulla di macabro. Nè mi sono mai sembrate macabre le specie animali che trattava. Forse, appena appena, ho trovato inquietante il racconto-leggenda con cui mi diceva di avere da giovane amputato la mano ad un cadavere di nascosto per sperimentare la mummificazione.
    Ma Potter è un’altra cosa.
    Guardi bene, senta. Il suo teatrino lezioso, quest’orgia di minuterie tenute insieme da punti di sutura e pomata arsenicale, la commistione tra cuccioli morti e infanzia evocata da quest’assemblaggio di quirkerie… non le dice niente? Non si accorge che è più morto del morto? Non ne coglie la forzatura estrema, la goffaggine voluta che sprigiona in verità una provocazione che si autocompiace?
    Paolo, qui il grottesco, l’odd, lo strambo sono solo lo strato superficiale. C’è molto, molto altro dietro.
    C’è una volontà – forse inconscia? – di appriopriarsi della morte e di restituirla.
    Più morta che mai.

  39. 39 lucia
    26 Gennaio, 2010 at 19:34

    mi sfugge una cosa.. ma queste opere erano rivolte ai bambini?

  40. 40 Anna Castagnoli
    26 Gennaio, 2010 at 19:52

    Non so se Potter le facesse per i bambini, ma di sicuro erano i bambini il suo pubblico più fedele.
    Quando lui era vivo il suo museo accoglieva migliaia di visitatori l’anno, la maggior parte dei quali bambini. Idem negli anni a seguire. Su diversi articoli leggevo che molti inglesi adulti ricordano il fascino che questo museo aveva esercitato su di loro da bambini.

  41. 41 alicia
    26 Gennaio, 2010 at 20:40

    Beh, se Potter non avesse usato la tassidermia sarebbe scomparso molto più velocemente. Il motivo per cui se ne parla è perché essa provoca problemi all’uomo contemporaneo, non certo a lui che come dici tu, Paolo, non era interessato alla morte. Sul discorso artistico c’è da rendersi conto che i più famosi critici danno l’austriaco Nitsch oggi come l’erede di Caravaggio. Io stò cercando da diverso tempo il perché, dunque forse non sono in grado di distinguere un artista. C’è molta confusione.

  42. 42 giovanna
    27 Gennaio, 2010 at 10:05

    Se la famiglia avesse imbalsamato l’imbalsamatore, una volta defunto,magari seduto a una tavola di scoiattoli, o al comando di un carretto tirato da un pollo, oggi potremmo rendergli il dovuto omaggio. O almeno avrebbero potuto metterlo al museo delle cere di Madame Tussauds fra la Regina e Beckham. E non sto scherzando. Perché in effetti i suoi teatrini sollevano una enorme quantità di questioni non prive di peso e molto diverse fra loro, tutte espresse negli interventi a questo post,che hanno proprio a che fare con il tema della rappresentazione. Eccone alcune: che cosa distingue un’opera d’arte e un prodotto di artigianato. Che cos’è il kitsch e quali sono le sue manifestazioni. Che differenza c’è fra arte popolare e kitsch. Cosa si intende con funzione e cosa con atto gratuito. Che cos’è l’intrattenimento. Che cos’è una fiaba. In che misura è necessario contestualizzare storicamente le opere e i manufatti del passato, nell’attribuzione di significati. In che modo possiamo assumere le opere del passato nella riflessione e nella ricerca artistica contemporamea. Che relazione c’è fra uomo e animale. Che differenza c’è fra corpo animale e corpo umano. Che differenza c’è fra un uomo morto e un animale morto. In che misura l’uomo può disporre dei corpi umani e di quelli animali. Che differenza c’è fra mangiare un pollo e utilizzare un gatto per realizzare un oggetto decorativo. Che differenza c’è fra l’uso che in passato è stato fatto dei corpi animali o di loro parti e l’uso che se ne può fare oggi. Che differenza c’è fra un oggetto devozionale e un oggetto decorativo. Che cosa differenzia una rappresentazione realistica da una rappresentazione fantastica. In che misura la materia di cui un’opera è fatta determina il suo grado di realismo. In che misura e in che modalità un materiale che ha certe caratteristiche estetiche può determinare le medesime caratteristiche estetiche nell’opera che va a realizzare. Che differenza c’è tra l’uso della tassidermia a scopo scientifico, a scopo pedagogico, a scopo divulgativo, a scopo decorativo. Che cos’è la bellezza e che cos’è l’arte e che relazione hanno le due cose. Che posto ha la bellezza nella ricerca artistica contemporanea e che posto ha avuto in quella del passato. Che relazione c’è fra un corpo imbalsamato e la bellezza. Che significato può avere un corpo imbalsamato: nega la morte o la testimonia, in una società che tende a censurarla. La società attuale tende a sovraesporci o a sottoesporci a immagini della morte. La conservazione dei corpi nega o afferma il processo naturale di cambiamento che comporta il passaggio del tempo. Che relazione ha la società attuale con il processo di cambiamento che comporta il passare del tempo, per esempio sui corpi.
    Mi sembra che queste siano almeno le più importanti.

  43. 43 Ila
    27 Gennaio, 2010 at 17:29

    Sono tra quelli che optano per il macabro..sì!
    Anche se la curiosità e l’informazione hanno la loro parte in me!
    Sicuramente originale (?). Spero sia vero quel che dice Potter-Figlia e che Potter-Padre non abbia sacrificato all’arte tutte quelle creature… ma se così fosse, mi vien da associarlo ad una specie di Signora Fletcher dell’800! Possibile imbattersi in così tanti cadaveri? pur vivendo in campagna!mah… credo resterò volentieri con il dubbio.
    Andando oltre la “tecnica”, non impazzisco per i suoi lavori.
    Ma grazie della curiosità!

    Ila

  44. 44 silvia l
    28 Gennaio, 2010 at 0:31

    Tutto ciò è ben oltre il macabro, che personalmente mi piace. Trovo queste cose inutili e molto lontane dal concetto di arte. L’arte si può fare con tantissime altre cose, rappresentare in tecniche diverse. Una vera e propria mancanza di rispetto.

  45. 45 alicia
    28 Gennaio, 2010 at 9:37

    Anticipatamente mi scuso se ciò è fuori tema, ma è più forte di me.

    Per quanto mi sia difficile stabilire che cosa sia esattamente l’arte,
    scusate, ma non riesco a concepire l’affermazione, “l’arte si può fare con tante altre coseâ€.
    Un artista indaga il proprio universo nel modo che crede appropriato . Tutto ciò non riguarda Potter, lo dico in generale se si parla di artista. Bisognerebbe riuscire a lasciare da parte ciò che soggettivamente non ci piace o ci fa male e capire il pensiero e la ricerca, lasciare che la curiosità preceda sui nostri preconcetti. L’uomo indaga non solo gli aspetti “buoni†dell’esistenza per fortuna. Movimenti importantissimi dell’arte come il surrealismo partono anche da letture come I Canti del Maldoror e non per far male all’uomo. Ho anche io un etica, non crediate che dicendo questo, giustifico qualsiasi cosa.
    Bisognerebbe semmai astenersi dal voler essere un artista se non sia ha nulla da dire.

  46. 46 Sara
    28 Gennaio, 2010 at 11:02

    Ripugna e attrae contemporaneamente… sarà perchè fa entrare nella favola in modo così VIVO, se respingi per un momento l’idea che sono animali MORTI…
    Oppure è proprio il contrasto tenerezza-crudeltà che tiene i miei occhi calamitati su ogni dettaglio…
    Ma io non faccio testo: amo allo stesso modo film d’amore strappalacrime e horror truculenti, libri pieni di buoni insegnamenti e libri dalla vena sadica.
    Di sicuro quest’opera che non conoscevo mi scuote qualcosa dentro, ma di certo non mi lascia indifferente!

  47. 47 Anna Castagnoli
    28 Gennaio, 2010 at 14:41

    Se vogliamo venire a capo della legittimità dell’opera di Potter credo che dobbiamo seguire il consiglio di Giovanna e provare a definire qualche punto, se no entriamo in un soggettivismo inutile al confronto.

    Tutti siamo d’accordo con questo assioma: è ingiusto sacrificare un animale per qualcosa di non necessario.
    Ma, come decidere quando il sacrificio è necessario?
    Un vegetariano dirà che si può vivere bene anche mangiando solo verdure, quindi che qualsiasi piatto a base di carne è un abominio, un assassinio inutile. Tutti gli altri giustificheranno i loro quotidiani assassini con le parole “onnivoroâ€, “bisogno di proteine†etc…
    Molti diranno che la caccia è un abominio inutile. Un cacciatore dirà che cacciare è un gesto antico come l’uomo, e che è molto più sano nutrirsi di carne che si è cacciata col proprio sforzo, piuttosto che mangiare carni comprate nella grande catena di distribuzione, dove le bestie vengono torturare e private dalla nascita della libertà.
    Un naturalista dirà che la tassidermia è un’arte (nel senso di artigianato) necessaria allo studio, all’osservazione dell’animale, e un modo per mostrare al pubblico la bellezza di un animale che è raro vedere in libertà.
    Altri diranno che lo studio si più basare sull’osservazione dell’animale in vita e che la tassidermia è inutile.
    Un medico dirà che gli esperimenti sui ratti o i gatti sono necessari allo sviluppo di medicine capaci di salvare esseri umani, mentre ci sarà chi manifesta in strada per difenderne i diritti.

    Tutti saranno d’accordo sul fatto che lasciar morire un cane per una performance artistica è un atto abominevole e crudele, ma lo stesso “sacrificio†ci da altri sentimenti se è:
    Рuna corrida (purtroppo qui in Spagna ̬ ancora uno spettacolo legale e applaudito da molti).
    – Il sacrificio di un capretto per un rito religioso
    – il modo di cucinare un pesce vivo nelle cucina giapponese (piatto richiestissimo e carissimo): il pesce viene tagliato in modo da non recidere le parti vitali, così da venir servito in tavola con la testa che ancora respira tra i mazzetti di prezzemolo.

    Quanto è elastico il confine di “necessario all’uomo�
    Verrebbe da rispondere: dovrebbe essere il meno elastico possibile. Stamattina al mercato, mentre pensavo questo, c’era davanti a me un coniglio senza pelle che mi guardava allucinato e poco più in là degli scampi che si contorcevano in spasmi.

    Ritorniamo a Potter. Le domande da fare sono tre:
    1) il suo intento (desiderio artistico, chiamatelo come volete) lo giustificava? (a questa domanda devono rispondere anche gli artisti che usano oggi la tassidermia).
    2) Se avesse avuto più talento (come ad esempio ce l’ha Cai Guo Qiang) sarebbe stato più giustificato?
    3) Perché la sua opera è kitsch?

    Sulle prime due domande, vedete bene, come per la corrida, la caccia, la cucina, è facile rispondere no ed accorgersi di quanto il nostro no è ipocrita rispetto alle nostre abitudini.
    Io proverò a rispondere alla terza, che mi sembra la più pertinente.

  48. 48 Anna Castagnoli
    28 Gennaio, 2010 at 14:55

    Cos’è il kitsch innanzitutto.
    Secondo me il kitsch è quella sovrabbondanza di significati che fa si che al posto della realtà ci sia una farsa, un po’ come se facessimo un dolce di solo zucchero sperando che venga più dolce.
    Perché Potter è kitsch. Il povero Potter, che non credo si pensasse artista o che si possa definire tale, ha fatto un’operazione molto semplice, ha voluto “umanizzare” degli animali, mosso dallo stesso impulso che spinse Esopo a scrivere favole con animali umanizzati, o Beatrix Potter a far sedere dei topolini intorno a un tavolino da the.

    Ma l’opera di Potter è kitsch perché c’è una sovrabbondanza di significati. Ci sono animali che si comportano come uomini, ma non “simbolicamente” come in un mito, una favola, o un’immagine dipinta. Sono animali veri che giocano a carte, rane vere che vanno a scuola, conigli veri che scrivono con i pennini.
    Il problema è che per far recitare questi personaggi al meglio, farli davvero stare seduti come bambini in una classe, o come signorine sedute composte per bere il the, bisognava che questi personaggi fossero morti.
    Potter voleva creare teatrini viventi, ma per farlo ha dovuto usare dei cadaveri.

    Questo ancora non basterebbe a renderlo kitsch.
    Infatti nei musei di scienze naturali capita spesso di vedere gli animali imbalsamati recitare la loro vita di animali (nel bosco, in volo, durante una corsa). Lo rende kitsch il fatto che con questi cadaveri abbia voluto fare scenette di vita “umanaâ€, cioè farli essere qualcosa d’altro da se stessi, e in più “da mortiâ€.
    Personalmente è proprio questo kitsch che trovo ammaliante, e ancora di più nel funerale di Cock Robin, perché si aggiunge un ulteriore strato, quello di essere morti davvero e recitare di essere morti.

    E capisco che se si guardano gli animali come “persone”, l’opera di Potter risulti indigesta e blasfema. Si vedono cadaverini in maschera che recitano. Una mancanza di rispetto alla vita dell’animale (la tassidermia) e una mancanza di rispetto verso la morte (il travestimento post-mortem).

    A me personalmente i poveri uccellini, gattini, rane… che Potter ha fatto fuori fanno meno effetto degli scampi, dei pesci e dei polipi che ho visto stamattina al mercato, sconvolti dal dolore e dalla mancanza d’aria, che verranno graziati dall’acqua bollente di qualche pentolone (non il mio, per ipocrisia preferisco comprarli surgelati).
    Non è mancanza di sensibilità, né qualche forma velata di necrofilia. Ve lo posso assicurare. E se mi facessero firmare un foglio in cui mi si chiedesse il consenso a far fuori una dozzina di gattini a scopo “pseudo artistico” firmerei NO senza fiatare. Eppure Potter mi piace.

  49. 49 Cinzia
    28 Gennaio, 2010 at 16:33

    Oddio! io sono vegana … è più che macabro per me! anche se devo riconoscere l’effetto scenico pazzesco. Lasciatemi credere che sono semplici animaletti di peluche, vi prego.

  50. 50 luisa
    28 Gennaio, 2010 at 17:04

    Potter piace perchè percorre oscuri sentieri, li resuscita da profondità insospettate in esseri come noi che si sentono mediamente “evoluti” e si aggancia alla sfera dell’emotività oscura e indicibile. Questo rimpicciolitore di teste occidentale, che adagia in bomboniere di rasi e crinoline povere pellette rinsecchite (con arte sopraffina), acchiappa le viscere selvagge e le scardina dal piano della razionalità. I suoi eserciti di cuccioli morti (crederei affogati, come ancora adesso si fa nelle campagne con gli animali che “ridondano” l’economia dell’aia… perchè se il fattore li avesse finiti a colpi di vanga ne avrebbe compromesso il sembiante) e asserviti alla pantomima di un’innocenza fittizia e stucchevole, azionano una molla che ben poco a che fare con il senso estetico. La sua melenseria non è frutto di una congerie oleografica e kitsch, è una provocazione ardita, persino geniale, di certo abominevole.
    Che si sia lasciato prendere la mano mi pare evidente. E che non abbia molto senso indagarlo come fenomeno puramente (?) estetico
    altrettanto.

  51. 51 Anna Castagnoli
    28 Gennaio, 2010 at 17:17

    Luisa, hai centrato il punto.
    L’unica cosa che su cui non sono d’accordo è il grado di consapevolezza di Potter. Secondo me era un mediocre artigiano di campagna un po’ ossessivo, convinto di fare delle cose carine. Non sono sicura che a quell’epoca ci fosse per la tassidermia la stessa riflessione estetica (in cui entra in gioco il fattore: “vita-dell’animale”) che ci può essere oggi.
    Lui non sapeva mica di essere kitsch! Credeva di fare bei quadretti, come un pittore della domenica che crede di avere un talento perché la moglie gli ha detto che è bravo. Io lo vedo così.

    per Cinzia: da una vegana accetto qualsiasi indignazione. :-)

  52. 52 alicia
    28 Gennaio, 2010 at 18:01

    Mi incuriosisce anche un altro aspetto ed è quello dei bambini. Nessuno di voi si è immaginato le faccine a mezzo tavolo con occhietti spalancati, sorpresi di vedere una dozzina di gattini che si scambiavano piattini? Oggi, sarebbe appunto impossibile verificarlo dal vero ma non credo che i nostri bambini avrebbero una reazione troppo diversa. E’ vero che la contaminazione degli adulti è prepotente e che i bambini sono molto curiosi, arriverebbero certamente a chiedere di tutto e di più , aggiungendo dunque una opinione, dopo la conoscenza, ad una reazione di sorpresa.
    Dico questo perché all’inizio di questo nostro confronto, in cui siamo andati a toccare innumerevoli temi, la mia reazione di fronte alle scenette di Potter è stata quella di sorridere. La verità è che le trovo curiose e buffe, tutte le altre considerazioni sono arrivate dopo.

  53. 53 luisa
    28 Gennaio, 2010 at 18:27

    E’ possibile Anna ed ho molto ripensato alla tua ipotesi, ma poi… ripassandomi i ritratti di quest’uomo serioso e baffuto, le foto della sua linda casetta e, soprattutto, scorrendo tutte le immagini che internet ci restituisce… ho creduto d’intravvedere una vena di ossessività voyeristica che mal si concilia con l’idea di un bontempone, sia pure all’inglese – dunque un tantino compassato. Che prende il tè con moglie e figli mentre gli sottopone nidiate di fantoccini rattrappiti sotto minuscole coltri di mussola. Benchè quelle stesse, a buon bisogno, le avranno imbastite e ricamate tutti insieme, alacri e ossessivi – appunto -nel corso di lunghe serate davanti al focolare.
    Il fatto, interessantissimo peraltro, è che questa cerchia di adepti (Walter e famiglia) amenamente attraversava ogni volta – in entrata e in uscita – a colpi di ago e di forbice il confine tra simulazione e dissimulazione. Simulava vita dove non ce n’era e per fare quello doveva prima negare vita dove vita era…
    Le crocchette di rondini morte sui cappellini di velluto di mia nonna erano un macabro decoro, ma qui io vedo un fermento così intenso, un tale tramestio di cadaverini ammucchiati nei cesti a far su e giù col passavivande… che denota una baldanza candida eppure – passamela – larvatamente nazista.

  54. 54 luisa
    28 Gennaio, 2010 at 18:33

    … e credo che loro stessi (i Potter) ne fossero irretiti, per questo ho parlato di necrofilia…

  55. 55 Anonimo
    29 Gennaio, 2010 at 15:28

    (Teemu Mäki
    http://en.wikipedia.org/wiki/Teemu_Maki
    “un’artista” anche lui, metteva un gatto in micronde e lo guardava morire. Il filmatino era la sua tesi di laurea. Un’altra artista con gusti un po’ macabri che ci può piacere?)

    L’arte potrebbe essere se Potter avesse trovato gli animal già morti. Fa tutta la differenza. Fare morire qualcosa è un’atto fortissimo ed è sempre da rinunciare, non da celebrare..

    Certo c’è chi mangia carne, pesce, ecc o usa le scarpe di pelle, certo che un’essere umano è violento di natura.. ma non vuole dire che bisogna chiamare ogni atto di violenza documentato “arte”.

    è una cosa vedere/mangiare/toccare un’animale morto, e un’altra cosa ucciderlo. E se uno lo fa, non perchè gli serve la carne o la pelle per vestirsi, ma solo perchè crede che la sua “arte” è talmente importante, mi fa tanto schifo.

    Non è macabro, non è affascinante, è solo molto arrogante e violento.

    Come tante cose, può essere macabro ed affascinante COME IDEA, come tante altre cose (parliamo di prostituzione, pedofilia, omicidio, ecc) ma come un’atto è solo volgare e da condannare. Pensare una cosa, o parlarne non significa che va bene farlo veramente. Siamo esseri con pensieri ogni tanto anche violenti ma capaci di scegliere.

    Per quelli che dicono che in teoria non gli piace la violenza MA nello stesso tempo gli piaciono queste opere: è molto infantile.

    Tutti, credo, troviamo la morte una cosa interessante, naturalmente. Ma esiste a chi piace vedere i gattini uccisi (perche è affascinante) e a chi no (perche è triste).

    Dipende magari da come si vede il mondo. Io lo vedo un po’ triste.

  56. 56 Anna Castagnoli
    29 Gennaio, 2010 at 15:56

    Anonimo, capisco e rispetto la tua posizione (è inattaccabile). Ricordati per il futuro che si può esprimere il proprio dissenso anche con toni meno aggressivi.

    A Potter diamogli il beneficio del dubbio, magari la figlia diceva la verità. Non possiamo saperlo. Forse erano gli abitanti del villaggio, interessati agli introiti di migliaia di turisti l’anno, che gli portavano tutti gi animali morti possibili.

  57. 57 luisa
    30 Gennaio, 2010 at 12:08

    Bè, Anonimo è stato schietto e spontaneo, non direi aggressivo. Semmai… molto diretto.
    Che gli abitanti del villaggio rifornissero Potter è molto probabile, ma che differenza fa? Sterminavano cucciolate (gli esemplari, com’è stato osservato da più parti, soprattutto nel caso dei felini, appartengono tutti allo stesso ceppo genetico all’interno delle composizioni) per il tornaconto comune.

  58. 58 Anna Castagnoli
    30 Gennaio, 2010 at 12:45

    Mi sa che devo reincarnarmi ancora un paio di volte prima di arrivare a riuscire a mettere la pedofilia, l’omicidio, il nazismo, sullo stesso piano di una manciata di gattini fatti fuori nella campagna inglese di fine secolo.
    Mi spiace davvero essere così indietro (lo dico sul serio).

  59. 59 Ulla
    30 Gennaio, 2010 at 15:58

    I’ve always loved Mr. Potters fantasies… They are utterly charming and yet give me goose bumps when I look too closely. The video was a surprise to me, the middle of it delightful, the ending demonic! You do have a knack for finding such treasures!
    Hoping you are well…
    Ulla

  60. 60 Anonimo
    30 Gennaio, 2010 at 21:52

    ecco cosa mi ricordano i teatrini di Potter…gli arredi nelle chiese delle reliquie! mi trasmettono la stessa soffocante atmosfera.
    soprattutto ” the Original Death and Burial of Cock Robin” il secondo che hai postato

    ma è solo un mio parere e nulla più

  61. 61 lucia
    30 Gennaio, 2010 at 21:56

    ero io l’anonimo sopra..

  62. 62 monica cuoghi
    14 Settembre, 2010 at 0:04

    interessante!
    Grazie, io ho fatto tassidermare il mio gattino collo, ed esposto a Torino nella galleria Guido Costa projects nel 2005 nella personale intitolata “il segreto di Collo”.
    Gli dipinsi io gli occhi che mi spedirono da Napoli, perché non esistevano del suo colore!

  63. 63 evelyne pfeifer
    20 Novembre, 2012 at 11:07

    For your information: frog school that you’re showing is has not been made by Potter, but by a swiss taxidermist: François Léopold Perrier beetween 1851 and 1860 in Estavayer-le-lac
    http://www.museedesgrenouilles.ch

  64. 64 Anna Castagnoli
    20 Novembre, 2012 at 12:40

    Thank you, Evelyne!