Carll Cneut, analisi del suo stile / parte 3

11 Maggio, 2008

(Leggi “Carll Cneut, parte I)
(Leggi “Carll Cneut, parte II)
(Leggi l’intervista a Carll Cneut)
(Leggi il dibattito su Greta la Matta…)


Sempre a proposito del movimento.
Nel post sullo storyboard avevamo visto come si può ottenere un effetto di movimento in un album illustrato grazie alla successione delle pagine. Ora scopriamo alcuni stratagemmi per creare movimento all’interno di un singolo disegno.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Nella figura qui sopra, la prima del libro Greta la Matta di Carll Cneut, una bambina butta giù dalla torre una coppia di uomini. Dalla torre arancione, già in bilico, le figure cadono con un’accelerazione che va via via ingrandendosi. Questo movimento salta agli occhi, ma niente è scontato nella composizione di un disegno. Come si crea in una immagine statica l’effetto del movimento?
Di nuovo il principio non è molto dissimile da quello cinematografico:

Una successione di immagini simili, con differenze lievi di forma e misura, crea movimento.
Cos’altro?
L’effetto “righe”: l‘alternanza dei colori, dei chiari e degli scuri (un effetto ancora maggiore lo si ottiene se le righe non sono uguali tra loro, ma di misura crescente o decrescente).
Un esempio classico è quello delle righe che “si muovono”. Ditemi se vi è facile tener fermi gli occhi sull’immagine qui sotto… L’occhio, attratto dalle zone più rosse (e più scure), continua a cercare un punto di equilibrio e va e viene instancabilmente tra le righe.

-La direzione delle linee. Una linea obliqua ci comunica una forza dinamica; questa forza si fa più calma man mano che la linea ritorna al suo stato di riposo: cioè in posizione orizzontale o verticale. Il nostro occhio interpreta le linee oblique come intenzionate a tornare alla loro posizione di riposo, dunque in movimento.
NB: Una linea in posizione verticale, pur essendo “a riposo”, ha una tensione latente più forte di una linea in posizione orizzontale, la stessa cosa accade alle linee oblique che discendono da questa. E’ l’equilibrio dei nostri corpi nello spazio che influenza questo nostro modo di percepire.

Questi sono alcuni modi per creare movimento in un disegno, ne studieremo altri. Tutta la composizione di una tavola deve saper tenere in conto queste forze. Guardiamole all’opera nella prima tavola di Greta la Matta.

Geert De Kockere e Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi 2005

Notate come la stessa forma si ripete più volte in posizioni quasi identiche (fig.1). Notate la ripetizione dei colori, rosso con rosso (fig.2), grigio del costume di Greta con grigio dei pantaloni dell’uomo più in basso, arancione della torre con arancione della maglia, (fig.3) spezzata da colori più chiari (effetto righe).

Figura 4

Infine osservate come le forme creano una caduta di linee oblique che partendo dalla torre (e dalla zona testo sottostante), curvandosi poi nel corpicino della bambina, vanno discendendo verso destra (fig.4). Questo movimento di linee, insieme al gioco delle forme e all’alternanza dei colori, conferisce all’immagine una grande energia cinetica.

Qui sotto un altro esempio dello stesso principio in uno dei capolavori più “danzanti” della storia dell’arte. Nel quadro del Carpaccio è la ripetizione delle linee bianche e nere creata dalle tuniche e dai mantelli dei frati, in una raggiera che si allarga da destra verso sinistra e che sembra avere la sua origine nel bastone di San Girolamo, a creare il movimento. La tunica scura di San Girolamo e il palo a sinistra della torre dividono la tavola in tre parti (ritmo), l’albero di pino divide la scena in due e cade dritto al centro della fuga prospettica dei frati: sembra prolungare in altezza il bastone del Santo, esplodendo in alto nella chioma verde scura. La torre verticale e la geometria tranquilla del paesaggio retrostante danno alle linee oblique, per contrasto, un movimento ancora più accentuato. (Non è un miracolo di perfezione questo quadro?)

San Girolamo e il leone nel convento, Vittore Carpaccio 1502

(Se volete approfondire: “Punto linea superficie” di Vassily Kandinsky)

4 Risposte per “Carll Cneut, analisi del suo stile / parte 3”

  1. 1 Tullio
    29 Maggio, 2008 at 12:44

    Ciao Anna e tutti,
    Innanzi tutto grazie ancora per gli spunti di riflessione.
    Ho guardato e riguardato l’immagine per studiarne il movimento e sinceramente le diagonali non mi bastavano.
    In questo caso trovo che il movimento sia dato dalla composizione di diversi elementi circolari che ruotano. Le gambe, le braccia e l’insieme crea una specie di vortice. Per approfondire io consiglio, oltre al geniale libro di Kandinsky, “Teoria del campo” di Attilio Marcolli.

  2. 2 Tullio
    29 Maggio, 2008 at 13:16

    per intenderci io il movimento lo vedo così http://www.tulliocorda.it/greta_vortice.jpg

  3. 3 Anna Castagnoli
    29 Maggio, 2008 at 14:17

    Tullio grazie!
    Secondo me le due strutture non si escludono a vicenda, ma si sommano. Quella che hai disegnato tu, cioè la spirale, hai ragione, è una delle componenti che dà movimento, però mi sembra che la posizione spaziale della spirale (cioé in che senso e in che direzione si svolge) ha una valenza più forte per il movimento.
    Prova a girare il blocco degli uomini che si attorcigliano e metterlo che so, tipo in orizzontale, fai delle prove. Vedrai che perderà forza.
    L’occhio percepisce il senso di caduta dall’alto verso il basso. Per cui non è la spirale che dà la caduta, anche se sicuramente ne aumenta la velocità (se ci fossero forme cubiche forse sarebbe più lenta la caduta? Dovrei provare).

  4. 4 Tullio
    30 Maggio, 2008 at 12:24

    Grazie a te
    Hai ragione le strutture si sommano.
    Io credo però che le linee di forza principali siano quelle interne all’oggetto e dalla sua reazione col campo in cui agisce. Nell’esempio di Carpaccio infatti è così. Un oggetto rotondo inoltre viene percepito più veloce di uno quadrato così come uno che cade è più veloce di uno che sale. Credo che sia quello che viene chiamato sistema geometrico intuitivo.
    Sarebbe interessante provare a disegnare un movimento anti-intuitivo